Roma. 84 anni, un giornalista di valore, un uomo straordinario amico di Alberto Sordi e di Vittorio Gasman, un giornalista punta di diamante del giornalismo nazionale, ci lascia. Un giornalista dalle quattro mogli e un format d' eccellenza in cui Maurizio Costanzo ha inaugurato una metabolizzazione popolare dell' inclusione , della cultura, dell' arte. Costanzo era generoso, versatile, poliedrico, sapeva fare tutto e bene: ricordiamo che scrisse il soggetto di "Una giornata particolare " del regista Scola, ha anche scritto il noto testo di una nota canzone di Mina che ha accompagnato la nostra giovinezza "Se Telefonando".Era, in conclusione, un acrobata della televisione, ha affermato oggi, il direttore Veltroni al format di Serena Bortone. Costanzo è stato sicuramente un precursore culturale e del linguaggio televisivo giornalistico. Ironico, istrionico, ha dato a molti l' opportunità di crescere. Un salotto che era" Nella Giungla della città'", una gabbia di belve, a volte, che dovevi sfidare con classe, ma mai con volgarità, semmai con qualche lite, funzionale all' aumento dell' audience. Un grande curioso, Costanzo, una grande voglia di divertirsi, di divertire, "di sedurre" come affermava Alba Parietti.Talmente accattivante il suo programma, il Maurizio Costanzo Show, che anche in seconda o terza serata fu sempre di notevole successo. Era un uomo che prevedeva tutto...era un padre come ha affermato Vittorio Sgarbi, un vero padre perchè gli stava a cuore, come a un buon genitore, la buona riuscita del successo di coloro che invitava ai suoi salotti. Il successo dei suoi partecipanti , nella vita, dopo qualche suo invito era motivo di grande soddisfazione come un padre che aiuta a valorizzare il talento dei propri figli. Ha diretto il Giornale" L' Occhio", ha creato un modello nuovo di fare giornalismo, creando un format nuovo, anche rivisitando un modello televisivo giornalistico americano. 4400 puntate 16.000 ospiti circa . Un giornalista unico che lascia un segno tangibile tra noi giornalisti e tra tutti noi amici del Teatro Parioli e tra tutti coloro che amano la cultura che si fa con Costanzo, di fruizione popolare, quasi come un divertissement.
Chiudiamo con una frase di Vittorio Sgarbi, collega amato e conosciuto: Costanzo non è morto, è vivo tra noi, lui che ha fatto della vita della cronaca un teatro un divertissement, costituisce un vero un modello per i format successivi ed imperanti in Tv.
"Anche la sua morte, improvvisa, oggi, sembra un' improvvisazione teatrale, la vita che si fa teatro e il teatro che si fa vita. Costanzo non è morto. È morto il suo simulacro. Rivive con noi e con coloro che ripercorrono i suoi modelli di format con successo."