Ieri sera, nell’accogliente sala di lettura della Libreria Mondadori (ex
Ciofalo),si è tenuta la prima presentazione messinese della recente raccolta
poetica, “Figli del vento”, di Giuseppe Ruggeri, pubblicata a Torino da
Genesi Editrice e accolta tra gli aspiranti al Premio Strega 2023.
In un clima conversevole, improntato alla cordialità e del tutto estraneo
all’asettico formalismo di certi eventi similari, gli astanti hanno assaporato
dalla viva voce di Carla Luvarà, che dirigeva i lavori, alcune splendide
poesie della silloge, intervallate da commenti illuminati dello stesso autore
e da profonde, ma chiarissime considerazioni critiche del prof. Giuseppe
Rando.
È emersa, in particolare, la scaltrita tecnica compositiva del poeta
messinese, che inerisce compiutamente al contesto post ideologico e neo
spiritualistico della più avanzata poesia contemporanea, avvalendosi di
limpidi moduli espressivi, di strutture strofiche inedite, del verso libero
(con l’uso molto parco della punteggiatura e il ricorso sapiente
all’enjambement), di metafore e simboli di immediata percezione e di
innegabile efficacia, nonché di un lessico chiaro, leggibile, ma giammai
banalmente prosastico o giornalistico.
È apparso altresì evidente come la poesia di Giuseppe Ruggeri, in
opposizione ad ogni illusoria certezza ideologica, si connoti in termini di
illuminazione e ricerca: l’io poetante – prototipo invero di un’umanità
fragile, sofferente, insidiata dalla frode dei «venditori di fumo», dai «falsi
bisogni» della cultura dominante, dalla violenza, dalle guerre, dal dolore,
dalla morte, dal nulla – potrà conseguire il suo obiettivo di rinascita, di
recuperata armonia, di salvezza, solo grazie al «Vento», al «Soffio» divino,
che soffia dove e quando vuole.