di Francesca Romeo
All’interno di quelle vie di antichi tesori quale è Pozzo di Gotto sorge il settecentesco Palazzo Todaro Molino. L’edificio come ci spiega la Dott.ssa Daniela Manicastri, nipote di Vincenzo Todaro Arcodaci, racchiude una lunghissima storia. Dall’Unità d’Italia e per ben 5 generazioni appartenne alla famiglia Todaro, secondo l’ordine cronologico: Giacomo, Vincenzo, Cosimo, Vincenzo (Todaro Arcodaci) e Cosimo. Quindi fu acquisito dall’illustre Casato dei Conti Molino della Torre. Ad aprirci le porte di questo raro e prezioso gioiello è il Conte Angelo Molino della Torre. Dalle pareti, al soffitto, all’arredamento tutto è avvolto da una eterna patina aristocratica ottocentesca. Lo stesso Conte Molino sembra emerso da una cartolina d’epoca e rimaniamo colpiti dalla sua logica e capacità operativa volta all’oggi. Ci accoglie in una mise nobiliare e ci mostra numerosi reperti e illustri avi, tra cui una immagine del Vice Doge Domenico Molino della Torre della Repubblica di Venezia, ci parla del suo “ Cenacolo d’Autunno” di cui sta allestendo la XXIII Edizione.
L’elegante ricevimento, a cadenza biennale, nasce da una antica usanza di famiglia: allietare le lunghe domeniche invernali con musica e arte in compagnia degli amici più cari. Il “Cenacolo” è oggi un punto di riferimento della cultura più aulica di Barcellona Pozzo di Gotto .
Su esclusivo invito del Conte Molino si ritrovano nel raffinato salone illustri nomi del panorama artistico-culturale e nobiliare, quali: il Prof Domenico Venuti Marchese di Cortona e Cuma,Prorettore dell’Università della Pace della Svizzera Italiana Switzerland di Lugano e Presidente del Premio Internazionale “Elio Vittorini”, il Prof Saverio Donato Barone di Migliardo, il Dott.Francesco Pettini Arnone Conte di Bauso. E tra questi. come dimenticare la scomparsa sorella Concetta, che visse per Dio e la carità. ricevendo encomi dalle alte autorità ecclesiastiche, anche per la sua missione tra i giovani, che ricevendone i motivi di Fede, entravano numerosi in seminario.
Rivivono così le atmosfere di quei fini salotti dai bagliori dei circoli augustei in cui, tra musica e poesia, arte e dialogo, si forgiavano idee ed opere immortali. Merito del Conte Molino è dimostrare come, in una società sempre più virtuale, è possibile ritrovare l’umanità vera.