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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

 Roma. Oggi, 7 Gennaio  2021, ricorre il 224° anniversario della Bandiera Italiana. Facciamo  festa per il nostro vessillo così come questo triste momento ce lo consente.Senza dubbio la nostra bandiera e' tra le piu significative. Onoriamo il tricolore al grido di VIVA L'ITALIA VIVA LA NOSTRA BANDIERA .Il prof.Domenico  Venuti presidente dell Associazione del Fante di  Messina, Consigliere Nazionale, ci invita a onorare la bandiera tricolore, in nome della quale tanti Caduti, l' Italia non ha mai dimenticato.

- di Maria Teresa Prestigiacomo 

Scrive Salvator D Elia

"Vista la stella spuntare ad Oriente come Gaspare, Melchiorre e Baldassare, il quarto Re vendette tutti i suoi beni per acquistare uno zaffiro, un rubino e una perla da portare in dono al Re. Rimasto indietro per aiutare un moribondo, arrivò a Betlemme quando i tre Magi se ne erano andati da tre giorni. Qui diede dei soldi a un soldato di Erode, per farlo andare via e salvare la vita di un bambino, durante la strage degli Inmocenti. 

Dopo varie peripezie, sempre in affannosa ricerca, chiese aiuto a un rabbino perché gli indicasse dove poter trovare il Messia. Il rabbino, preso un papiro, lesse: “Il Messia conviene cercarlo tra i poveri, tra gli umili, tra i sofferenti e gli oppressi“. A tali parole, Artaban vendette il rubino e si diede a nutrire gli affamati, a rivestire gli ignudi, a curare gli infermi, a visitare i carcerati. Passarono così trentatré anni da quando era partito in cerca della “Vera Luce“. Esausto ma sempre in cerca del Re, Artaban tornò per l’ultima volta a Gerusalemme nel periodo della Pasqua, proprio mentre Cristo veniva crocefisso....

La ricerca del Quarto Magio è imperfetta. Non segue lo schema del presepe o della recita natalizia. Arriva in ritardo, non trova Cristo nella grotta e arriva a mani vuote. Perché il disegno dell’Uomo – Dio, del Bambino – Re, per Artaban era diverso: non doveva adorarlo, ma toccarlo nella carne del moribondo, nella difesa della vita innocente, nella fatica e nella stanchezza di una ricerca in cui si intersecano le attese e le ricerche di speranza di tutti gli uomini.

La Verità che, per dirla con Tolstoj, alla fine “si prende ciò che è suo”, probabilmente è fatta così. Si fa trovare da imperfetti e ritardatari. Da chi non si aggrega alla folla, da chi non fa come gli altri in maniera conformistica, fosse anche il rito di andare ad adorare il Messia....

Artaban riconosce Cristo nel volto degli ultimi, laddove nessuno potrebbe mai immaginare di vedere un Re.

La leggenda ci consegna un Quarto Re Magio imprevedibile, ritardatario, controcorrente. Che non fa un uso razionale delle risorse, che svende e perde tutto. Ma in tutto questo è capace di amare....E fintanto che continua a cercare, a interrogarsi, a lasciarsi trafiggere il cuore di fronte alla sofferenza umana e all’ingiustizia… rivediamo nel Quarto Magio ognuno di noi."

Salvatore D’Elia

- di Maria Teresa Prestigiacomo #

I messaggi dei suoi testi sono profondi messaggi che coinvolgono le tematiche della condizione femminile, la solitudine, le paure, le contraddizioni del mondo, il sofferto Mediterraneo, la condizione di coppia…

Quali tematiche sono maggiormente vicine alle sue corde?

Sicuramente la coppia che ritengo crogiuolo della storia. Sottovalutiamo molto la potenza della relazione della coppia coniugale nella formazione di ogni Homo Sapiens, maschio e femmina che sia; è lì che ognuno di noi, ancor prima di nascere, ha annusato che aria tira nel mondo dove abiterà. E purtroppo nella nostra cultura è troppo misera l’attenzione alla coppia che, come dico spesso nella mia professione, è come il primo figlio di un uomo e una donna, misconosciuto e abbandonato in un’incubatrice! Da questo, a mio avviso, discende tutto l’approccio dell’individuo col mondo: l’attitudine all’amore o alla guerra, l’accoglienza e l’emarginazione, sentirsi nella natura o al di sopra di essa, saper risolvere i conflitti… in nome di una relazione che supera l’individuo, ma che, contemporaneamente, vive grazie alla gioia dei suoi componenti.

Un suo libro è un invito ad andare “Controcorrente” (il titolo stesso lo dice), cioè invita ad infrangere le regole dello spirito del gregge, dell’illusione di parità con il possesso di oggetti firmati status symbol?

Il Contro Corrente non è una posizione a priori, polemica, ma un desiderio di Incontro. Se le regole sono ingiuste o ledono i Valori dell’Essere, penso sia giusto infrangerle, per denunciare un’ingiustizia ed innescare un cambiamento. E’ un atto di Amore. Come dice “Cosa sarà” di Lucio Dalla. Le mode? Le guardo: se mi si confanno bene, altrimenti niente! La mia moda la stabilisco io.

Il perché dell’adozione del titolo “Caleidoscopio” lo scopriamo nella sua stessa post-fazione: lei ha raccolto diversi componimenti creati nel corso di un ventennio, tema centrale le vicissitudini della coppia e i sentimenti espressi.

Le sue liriche sono declinate in rosso e nero, tra eros amore e morte, metaforicamente: l‘eros, la passione quanta parte secondo lei occupano nella condizione di una coppia, oggi?

Per provare dei sentimenti bisogna fermarsi, esserci: purtroppo essere sempre di corsa, distratti, non permette di costruire un’intesa dove nasce l’Eros ovvero dove esso apre alla profondità. Col risultato che a volte nelle coppie trovi una solitudine più cocente di quando si è soli. Bisogna avere il coraggio della presenza: essere nel momento per poter cogliere il divino che vive nell’incontro.

Sia in Caleidoscopio che in Vado Contro Corrente e Vivo, ci sono delle poesie in siciliano. Come mai? Che rapporto ha con la sua terra/lingua d’origine?

I miei genitori mi proibivano di parlare in siciliano ed ha stupito anche me che queste poesie mi siano nate in siciliano, praticamente perfette. Ho capito perché: la prima, ‘Attesa d’amore’ l’avevo scritta in italiano due mesi prima di fidanzarmi con quello che sarebbe diventato mio marito. Dopo la sua morte, parlando con un amico marchigiano che non apprezzava l’espressione ‘fiato del mio fiato’, ho capito che l’avevo pensata in siciliano: così mi sono data il permesso di scriverla in siciliano, acquistando un patos molto più adeguato. E poi sono venute le altre, nel momento in cui rinascevo nelle Marche, mia terra adottiva, il sentimento di appartenenza si esprimeva con la prima lingua che le mie orecchie avevano udito, come una certificazione e segno di gratitudine. Sono poesie nate con i brividi che mi attraversavano il corpo. L’ultima parla ‘Ad ogni figlio di questo tempo’, che possa nutrire il sogno della propria vita, senza il quale non si può realizzare un vero cambiamento.

C’è un verso, in “Cantiere” che mi ha particolarmente coinvolta emotivamente: nella poesia “A mia madre”, lei scrive: ”Ed ora con me/ vorrei portarti a volare”E’ un personale rimpianto cui vuole alludere? E’un invito rivolto agli adolescenti, a vivere un più profondo rapporto con la madre, oggigiorno trascurato?

Non un rimpianto, direi una complicità di liberazione. Ho avuto con mia madre un rapporto molto onesto e franco, ma l’ho anche ascoltata ed osservata, entrando in empatia con la sua stanchezza per una vita all’insegna del dovere e del sacrificio: prima lo accetto, poi mi ribello rivendicando anche per lei il diritto alla leggerezza e alla gioia.

Coltivare i sogni, la forza e la tenacia: la dedica a Santa Rita, Da quale input scaturisce?

Io mi chiamo anche Rita, per un voto che mia madre fece, poco prima del parto, perché sognò che avevo un viso mostruoso. Così già a tre anni l’obbligo della novena, con la divisa nera… me la rese ostica … e la spina e la croce in mano: pesante e quasi paurosa! Tuttavia mi attraeva sempre quella nomea di santa dei casi impossibili, quella tenacia e determinazione. In effetti anche nel mio lavoro le situazioni più difficili mi sembravano di obbligo. Pur tuttavia la passione della Santa per le rose mi lasciavano arguire una sensualità ed amore per la bellezza effimera che me la rendeva simpatica. Nei recenti mesi di isolamento, ritrovai una biografia e un filmato che mi rappacificarono con lei. Così ho commissionato alla mia amica e pittrice, Lucia Stefanetti, un ritratto sulla traccia dell’antica icona dipinta sulla cassa in cui fu deposta la Santa. L’ho posta a protezione del libro, insieme a don Milani e Franco Basaglia, altri controcorrentisti di razza, “che nel mio cuore santi lo sono da tempo”!

Mi piace concludere con questi versi che interpretano il profilo psicologico della scrittrice” Vado contro corrente/ per vedervi bene in faccia/quando marcio in fila indiana/ sono sola nel mio cuore/ e neanche di uno /incontro lo sguardo”; come pure, mi piace evocare “Nel monotono incedere”, una poesia che ci invita a vivere in un tempo slow e non quando sull’orlo del baratro, i tonfi del quotidiano travolgono la nostra esistenza. La scrittrice Daina, ci lascia un messaggio di profonda speranza: ci invita a “Pilotare mongolfiere dei miei (nostri) desideri” (in “Passano notti”).

Daina ci coinvolge emotivamente, con le sue tematiche di significativa attualità: la condizione femminile sofferta, il fanciullino pascoliano che ritorna, il Mediterraneo sofferto (“Ho visto”)…La religiosità traspare sempre e comunque: è latente in “ Terra di mezzo”, appare indiscussa ne “Il poeta”; è manifesta nella scelta della dedica di un libro a Santa Rita da Cascia.  Ritroviamo metafore ed allegorie, tra eros e thanatos, “senso corpo e morte” (evocando, inconsciamente, Jacques Lacan). Inoltre, sono presenti le allegorie delle illusioni perdute, come nella poesia “Da Bambina”, in cui i girasoli rappresentano quel mondo che muta, a nostra insaputa, cancellando i nostri sogni…E ritroviamo, inoltre, il compiacimento nostalgico del ricordo di epistole di carta/che odorino di inchiostro/ e di rosa (in “Nostalgia”. Infine, il piacere del respirare quel silenzio di echi infiniti perduti in “Voglio dolce silenzio per / vedere/ e buio per germinare rinascita” (in

“ Settimane si affastellano”), una poesia quanto mai attuale, considerato il momento storico che l’umanità tutta sta vivendo.

 

Biografia della scrittrice Anna Maria Rita DAINA

Siciliana di nascita, Sciacca 1958, vive nel fermano dal 1984; studi classici nella città natale e poi laurea in medicina e specializzazione in Psichiatria alla Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma dove incontra il futuro marito. Ha tre figli ed esercita la professione di medico e psicoterapeuta sistemico dal 1984. Considera le Marche sua terra adottiva ed è molto interessata alla cura del paesaggio, come fondamento per la salute ed armonia psicofisica. Ha partecipato a progetti di Riabilitazione Urbana Sostenibile ed ha messo a punto un progetto per la costruzione di salute mentale. Ha frequentato corsi di teatro con Vincenzo Di Bonaventura e recita volentieri le sue poesie. Ha pubblicato "Caleidoscopio" (Libroitaliano 2003), con presentazione di Sergio Soldani e Matilde Morrone Mozzi, e "Cantiere” (2006) con postfazione di Giovanni Zamponi (Medea Libri 2006), rieditate in”Incontro” (Pagine, 2014, presentazione Elio Pecora); ha partecipato a varie manifestazioni letterarie è stata finalista a molti concorsi internazionali. I suoi testi sono presenti in molte antologie (Aletti, Pagine, Poeti Kanten, I.V.A.N. Project)

La sua poetica esistenziale arriva al lettore come un confidente: esplora l'intimità per aprirsi al mondo centrando il dramma d’amore, dall’attesa al suo epilogo, la maternità, la condizione di donne e di uomini, oggi sospesi fra solitudine e paura dell’incontro. Questo ultimo lavoro, “Vado Contro Corrente e Vivo”, è un ampliamento del punto di vista, in cui propone un percorso attraverso le contraddizioni del mondo verso una rinascita che parte dalla forza del sogno. Hanno scritto di lei autorevoli critici letterari tra i quali la prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo, giornalista direttore rivista internazionale e presidente Accademia Euromediterranea delle Arti.

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Maria Teresa Prestigiacomo 

#Maria Teresa Prestigiacomo è docente di Istruzione Superiore; contrattista universitaria presso Università di Messina, rettore il Ch.mo Prof. Tomasello; è critico d’arte Letterario e giornalista iscritta all’Ordine dei Giornalisti ODG Nazionale Roma; ha collaborato e collabora con pù testate giornalistiche direttrice di rivista internazionale inglese italiano cartacea ed on line, presidente accademia euromediterranea delle arti; vincitrice di premi internazionali per il Giornalismo culturale e per la Cultura , per la critica d’arte; ricordiamo soltanto il Premio Internazionale Cartagine, Hammamet Sousse Africa; numerosissime le sue pubblicazioni cataloghi d’arte e letterari.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

MESSINA (5 gen) – Si conclude l’attività del Vittorio Emanuele nell’ambito del programma natalizio “Resta a casa… e vieni al Teatro”: oggi (martedì 5 gennaio) alle ore 21, in diretta streaming sul sito e sui social dell’Ente, settimo ed ultimo appuntamento con il Duo pianistico, pianoforte a quattro mani dal titolo “Arabesque”.
Ata Virzì e Rossella Cannaò eseguiranno un programma incentrato su “L'Europa musicale tra Otto e Novecento".
Un viaggio musicale tra le principali terre europee che hanno caratterizzato, nel secolo dell'Europa delle nazioni e dei nazionalismi, gli stili musicali più importanti ed influenti che porteranno al Novecento. L'idea di un'Europa in musica con un filo rosso che tenga legati i diversi Paesi, tutti inevitabilmente uniti da una definizione che superi i confini geografici per aprirsi a quelli culturali le cui matrici e radici diverse sono un arricchimento per una visione musicale in fieri della moderna Europa. 
Il programma spazierà da Debussy, Rachmaninoff, Grieg a Schubert.
Il concerto sarà replicato su TCF mercoledì 6 gennaio 2021 (ore 21) e domenica 10 gennaio 2021 (ore 18

Fino al 7 febbraio 2021 è possibile inviare le domande di partecipazione: www.lasfair.com

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo - 

Pescara. La città di Pescara è nota per il suo singolare apporto nel mondo dell’arte contemporanea, soprattutto a partire dagli anni ’70, e grazie all’impegno e all’ingegno di numerose personalità che si sono affermate nel panorama delle arti e del mecenatismo.

Da questo orizzonte culturale, vivace e propulsivo, nasce LAS.fair, una nuova manifestazione d’arte contemporanea rivolta agli artisti emergenti che si terrà il 28, 29 e 30 maggio 2021 presso l’Aurum – iconica architettura a ridosso della Pineta Dannunziana – e on line sul sito www.lasfair.com.

Fino al 7 febbraio 2021 alla pagina https://lasfair.com/iscrizione/artisti e collettivi di artisti potranno sottoporre la domanda di partecipazione all’evento.

Le candidature sono riservate agli artisti emergenti che lavorano con la fotografia, le arti visive, la grafica e l’illustrazione. Saranno ammessi alla manifestazione:

- 50 artisti all’interno degli spazi espositivi dell’Aurum

- 25 artisti nella fiera digitale

- 25 artisti per l’e-commerce: questi ultimi avranno la possibilità di mettere in vendita un massimo di 3 opere all’interno dello spazio virtuale del sito www.lasfair.com

Per garantire la qualità delle opere presentate, la selezione sarà valutata da un team curatoriale composto da Alberto D’Ambruoso, storico dell’arte e curatore indipendente, direttore artistico LAS.fair; Giuliana Benassi, curatrice indipendente e storica dell’arte; Valentino Catricalà, studioso, curatore e critico d’arte; Manuela De Leonardis, storica dell’arte, giornalista e curatrice indipendente; Maria Chiara Valacchi, critica d’arte e curatrice indipendente.

Scarica il regolamento di partecipazione

LAS.fair

Tre sale espositive attrezzate per un totale di oltre 1000 mq, un auditorium da 70 posti per ospitare talk con esperti e protagonisti del mondo dell'arte contemporanea e attività come workshop e masterclass.

L’obiettivo di LAS.fair è quello di offrire ai giovani artisti l’opportunità di presentare fisicamente i loro lavori in un contesto aperto e stimolante, ma anche favorire momenti di incontro, discussione, scambio e crescita che diano vita a sinergie, collaborazioni, nuove opportunità e progetti. Un movimento creativo, dunque, che si propone di contribuire al tessuto culturale e artistico della città, con l’inevitabile proposito di affermarsi, nel lungo periodo, come una realtà significativa nel panorama dell’arte contemporanea del nostro paese.

Contestualmente alla fiera verrà organizzato anche un ricco programma di eventi collaterali in presenza e on line che andrà a costituire un vero e proprio festival, coinvolgendo artisti di rilevanza nazionale e internazionale, ma anche realtà impegnate nella ricerca e nella promozione, nell’ottica della costruzione di un grande network per l’arte contemporanea.

Scopo della manifestazione è inoltre richiamare l’interesse dei visitatori, dei galleristi e dei collezionisti d’arte contemporanea sulla produzione dei giovani artisti e sull’attività delle realtà culturali che si occupano della loro valorizzazione.

LAS.fair è ideata e organizzata dall’associazione culturale Limite Arti Sicure di Pescara, fondata da Federica Di Ninni, architetto, e Francesca De Salvia, restauratrice e storica dell’arte.

 

 

 

Aurum - Pescara. Sede espositiva LAS.fair

 

TEAM CURATORIALE

Alberto D’Ambruoso – direttore artistico LAS.fair

Storico dell’arte, professore di storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, critico e curatore indipendente. Si è laureato in Storia dell’arte contemporanea alla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali della Tuscia (Viterbo) e ha ottenuto l’abilitazione all’insegnamento di Storia dell’arte presso l’Università Ca’ Foscari (Venezia). Specializzato nell’arte italiana degli anni Sessanta con un particolare interesse verso il gruppo romano della “Scuola di Piazza del Popolo”, Dambruoso ha curato diverse mostre monografiche e collettive degli artisti che hanno dato vita a quel fervido periodo creativo per l’arte italiana del secondo Dopoguerra, in alcune occasioni insieme al Prof. Maurizio Calvesi, colui che tra i primi scrisse delle novità linguistiche nelle opere degli artisti della “Scuola”, tra i quali Schifano, Festa, Angeli, Fioroni, Ceroli, Pascali, contribuendo con saggi, testi, inviti a mostre e a Biennali di Venezia, alla loro fortuna critica. Dambruoso sta inoltre conducendo un progetto di ricerca (assegnatogli dal Professor Calvesi) che prevede la realizzazione del nuovo catalogo generale dell’opera di Umberto Boccioni.

Nel 2010 ha creato “I Martedì Critici”, una serie di incontri-dibattito a cadenza settimanale con i maggiori artisti del panorama artistico nazionale ospitati in luoghi istituzionali italiani.

Giuliana Benassi – curatrice

Curatrice indipendente e storica dell'arte, si è laureata in Storia dell'Arte presso l’Università di Pisa. La sua ricerca curatoriale è incentrata sui progetti espositivi con opere site-specific che rileggono spazi non convenzionali. Insegna storia dell'arte contemporanea all'Istituto Pantheon di Roma ed è Art Advisor presso l’American Academy in Rome. È co-fondatrice del progetto “There is no place like home” con il quale ha ricevuto il Premio Artribune per l’arte contemporanea nel 2017. È curatrice della residenza artistica "Ritratto a mano" e scrive per le riviste d’arte italiane Segno ed Exibart. Ha collaborato con diverse istituzioni e associazioni, tra le quali: Museo Laboratorio della Mente, Roma; Istituto Svizzero, Roma; artQ13, Roma; Fondazione Lac o Le Mon, Lecce; MAMbo, Bologna; Follemente Festival, Teramo; Istituto Italiano di Cultura, Londra.

Valentino Catricalà – curatore

(Ph.D) Studioso, curatore d’arte contemporanea. Si è specializzato nell'analisi del rapporto degli artisti con le tecnologie e con i media. È direttore della SODA Gallery di Manchester e lecturer presso la Manchester Metropolitan University. È inoltre direttore della sezione Arte della Maker Faire – The European Edition e art consultant per il Sony CS Lab di Parigi. È stato fondatore e direttore del Media Art Festival di Roma (MAXXI) e coordinatore dei programmi Arte della Fondazione Mondo Digitale. Su questi temi è dottore di ricerca presso l’Università degli Studi Roma Tre ed è stato Part-Time Post Doc Research Fellow nella stessa Università. Ha svolto ricerche presso ZKM – Karlsruhe, Tate Modern, University of Dundee. Ha curato mostre in musei e istituzioni, fra i quali: Minnesota Street Project (San Francisco), Ermitage (San Pietroburgo), Palazzo delle Esposizioni (Roma), MAXXI (Roma), Museo Riso (Palermo), Media Center (New York), Fondazione Stelline (Milano), IIC – Nuova Delhi (India), Manchester Metropolitan University, Ca’ Foscari (Venezia), Centrale Idrodinamica (Trieste), Museo Centrale Montemartini (Roma). È autore dei libri Media Art. Prospettive delle arti verso il XXI secolo. Storie, teorie, preservazione (Mimesis, 2016), Art and Technology in the Third Millennium (Electa, 2020) e The Artist as Inventor (Rowman & Littlefield, Londra 2021).

Manuela De Leonardis – curatrice

Storica dell’arte, giornalista e curatrice indipendente. Scrive di fotografia e di arti visive per il quotidiano nazionale Il Manifesto e i supplementi Alias, Alias Domenica e L’ExtraTerrestre; collabora anche con le testate art a part of cult(ure), Il Fotografo, Exibart. Con Postcart Edizioni ha pubblicato i libri A tu per tu con i grandi fotografi - Vol. I (2011); A tu per tu con grandi fotografi e videoartisti - Vol. II (2012); A tu per tu con gli artisti che usano la fotografia - Vol. III (2013); A tu per tu. Fotografi a confronto - Vol. IV (2017) e con Danilo Montanari Editore, Jack Sal. Chrom/A (2019). Dal 2002 ha curato numerose mostre di fotografia sia in Italia che all’estero. Nel 2011 è stata coordinatrice della mostra “Africa: See you, See me” (a cura di Awam Ampka, New York University), Officine Fotografiche, Roma. Dal 2015 è membro di giuria del Premio Marco Bastianelli per l’editoria fotografica italiana e dal 2016 è nel comitato scientifico del festival Castelnuovo Fotografia, Castelnuovo di Porto.

Maria Chiara Valacchi – curatrice

Critica d’arte e curatrice indipendente. Nel 2010 ha fondato a Milano lo spazio non-profit Cabinet, progetto focalizzato sulla formula del double show e sulla scena artistica mid-career. Dallo stesso anno co-cura inoltre la programmazione di Studiolo, galleria milanese rivolta alla ricerca e al supporto della scena emergente italiana e oltreconfine. Nel 2014 fonda Paint!, piattaforma online dedicata alla pittura contemporanea, la prima ad utilizzare il contributo redazionale diretto di soli pittori internazionali. Collabora regolarmente con la rivista internazionale Artforum e scrive, e ha scritto, articoli monografici e interviste per il Corriere della Sera, il Fatto Quotidiano, Flash Art, Arte e Critica, Muse, Inside, Arte Mondadori e Playboy. Tra gli ultimi progetti, la collaborazione con l’artista americano Ryan Mendoza, in seno al progetto dedicato a Rosa Parks, presso il chiostro della Villa Reale di Napoli, la direzione della sezione “Talk” di Art Verona 2020 e la scrittura del primo libro dedicato all'opera pittorica di Pierpaolo Calzolari pubblicato da Magonza editore.

 

Testo alternativo

 

L’AURUM

Ai primi del ‘900 l’Amministrazione Comunale di Pescara iniziò a intuire l’importanza della valorizzazione della zona della Pineta. Fu il poeta Gabriele D’Annunzio a coniare la parola “Kursaal” per l’embrione della futura architettura dell’Aurum. Il 14 agosto 1910 il nuovo edificio, progettato come luogo di aggregazione e ricreazione, venne ufficialmente inaugurato. Negli anni successivi, perdendo il suo ruolo di ritrovo raffinato ed esclusivo, venne acquistato dalla famiglia Pomilio di Francavilla, che vi trasferì la propria attività artigianale di distilleria. Anche in quella circostanza, fu sempre D’Annunzio a sancirne il nome: Aurum, come l’oro. Successivamente, per far fronte alla crescita dell’azienda, il complesso subì un ampliamento che si sviluppò attorno al Kursaal. Negli anni settanta la distilleria venne trasferita e l’edificio visse un lungo periodo di abbandono, rischiando anche la demolizione. Nel 1995 ospitò la storica edizione di “Fuori Uso”, manifestazione artistica di carattere internazionale ideata dal gallerista pescarese Cesare Manzo, che consisteva nel recupero temporaneo di aree o edifici dismessi trasformati in luoghi d’arte dove fosse possibile ammirare le opere di grandi artisti contemporanei. Nel 2003 l’Aurum venne ristrutturato sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo. Oggi l’Aurum è un centro polifunzionale di moderna concezione, polo culturale simbolo della città di Pescara.

Per informazioni

LAS.fair

Segreteria organizzativa

LIMITE ARTI SICURE

Piazza Alessandrini, 25 – Pescara

 

“Con un intervento sulla prima pagina del Giornale, il leader del maggiore partito dell’opposizione, Matteo Salvini, si schiera con fermezza e solidità di argomenti contro il blocco degli sfratti, additando le colpe del Governo. L'Esecutivo ha appena deciso di portare il blocco a 16 mesi, per giunta senza alcun risarcimento in favore dei proprietari, senza neppure esentarli dall’Imu e provocando gli effetti drammatici su migliaia di famiglie descritti nelle lettere che pubblichiamo ogni giorno sul nostro sito Internet.

Si tratta di una presa di posizione importantissima, che leggiamo come propria dell’intero Centrodestra, anche perché segue interventi nella medesima direzione da parte di esponenti della stessa Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia.

Confedilizia si oppone da mesi a questa misura e siamo grati a Matteo Salvini e a tutto il Centrodestra per aver condiviso le ragioni sulle quali si fonda la contrarietà dei proprietari, che sono ragioni di buon senso e non di parte. La strada da seguire non è il blocco degli sfratti – che annulla provvedimenti dei giudici spesso risalenti ad anni fa, incoraggiando di fatto l’illegalità e danneggiando gli stessi inquilini onesti – ma l’individuazione, in concreto, delle difficoltà collegate alla pandemia, per far seguire interventi di sostegno a carico dello Stato e non di privati cittadini.

Fra pochi giorni la norma, inserita nel decreto Milleproroghe, sarà esaminata dalla Camera dei deputati. Ci aspettiamo che si cambi nettamente direzione e che si valutino con attenzione anche le altre due proposte dell’opposizione rilanciate nell’articolo del leader della Lega: l’estensione della cedolare secca sugli affitti al settore commerciale e la detassazione dei negozi sfitti”.

“Lettere dalle vittime del blocco sfratti”:

www.confedilizia.it/lettere-e-messaggi-dalle-vittime-del-blocco-sfratti/

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La CONFEDILIZIA (Confederazione Italiana Proprietà Edilizia) è un'Associazione, articolata sull'intero territorio nazionale in oltre 200 sedi, cui aderiscono proprietari (anche della sola casa di abitazione), condominii, condòmini singoli e investitori istituzionali quali compagnie di assicurazione, banche, casse pensioni, istituti previdenziali e società immobiliari di rilevanza nazionale.

- di Maria Vadalà -

Rosita Orifici Rabe, nata nel 1935 a Castroreale Terme (Me), ha pubblicato diversi libri di poesie e saggi di pedagogia riportando lusinghieri successi in vari Concorsi Letterari e meritando l’epiteto di “Musa della Trinacria”. “Il Tempo della Memoria” è una silloge poetica dall’elegante veste grafica, in copertina ammiriamo l’opera “La Venere dell’Amore” dell’artista messinese Maria Lidia Simone. La poetessa è una donna molto gioviale, solare e sempre affascinante, che manifesta la sua ricchezza d’animo attraverso le sue liriche. Nella dedica del volume è racchiuso il valore della sua poetica” Ho ricevuto il dono da Dio di trasformare le mie emozioni in poesie e di affrontare i problemi della vita senza mai perdere il mio eterno sorriso”. Il suo linguaggio artistico è semplice e spontaneo, ma ricco di vigore espressivo e di liricità. Nell’immediatezza dei suoi versi agili e musicali i sentimenti e le emozioni si trasformano in una poesia che manifesta la luminosità della sua anima. Le molteplici tematiche affrontate sono vivificate dal leitmotiv dell’Amore che appare in tutte le sue variegate sfaccettature: la famiglia, l’amicizia, il nastro del tempo, la natura, il prossimo. Nello scrigno dei ricordi spicca come una gemma preziosa la figura della madre “Non posso tenerti per mano allora ti tengo nel cuore, ed è proprio lì che sei e sarai un’indelebile presenza eterna”. La profonda umanità della Rabe si manifesta nel desiderio di portare sollievo a chi soffre “Ho piantato il seme dell’amore nel giardino della mia anima… Sciogliere il rancore del proprio animo, dissetarsi all’acqua limpida del perdono… Vorrei lasciare la mia umile voce in ogni solitudine, affinché potesse rilevarsi luce in ogni sofferenza”. Nei versi, che infondono tanta serenità, traspare sempre la speranza nel domani, un faro che illumina i sentieri della sua anima. Lieve come il volo di una farfalla la sua poesia tratteggia le bellezze del creato con un gioco paesaggistico di estrema bellezza e le delicate pennellate di luce, ricche di sfumature cromatiche, trasfigurano i versi nel “Canto della vita”, una ideale sinfonia della gioia permeata da una profonda fede in Dio. Il volume è impreziosito dalla Premessa di Sua Ecc. Mons. Biagio Amata; dalla Prefazione di Gianni Ianuale; dall’Introduzione del critico Carmine Iossa, da un simpatico Acrostico di Francesco Rocco Arena e da alcune recensioni dedicate alle liriche della poetessa. Le numerose fotografie inserite nel testo testimoniano il meraviglioso matrimonio che da più di 65 anni illumina la vita di questa donna “maestra di vita e messaggera di pace e di amore”.

Rosita Orifici Rabe

 La poetessa Rosita Orifici Rabe

 - di Marcello Crinò -

Con un progetto redatto da fra Giacomo della Rocca, “maestro di muro”, nel 1623 i monaci Cappuccini fondarono su una collinetta che domina Pozzo di Gotto, la chiesa di san Francesco d’Assisi con l’annesso convento.

I Cappuccini, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi emanata nel 1866 dovettero abbandonare il loro eremo, che dagli anni Venti agli anni Cinquanta del XX secolo fu adibito a carcere.

Venuta meno questa funzione, iniziò il degrado dell’edificio, tanto che nel 1984, per le precarie condizioni in cui si trovava, l’ex convento fu demolito, mantenendo la chiesa, che in parte era stata restaurata qualche anno prima.

1 cartolina cappuccini

Al suo interno si conservano numerosi dipinti, come la Sacra Famiglia con San Giovannino (Madonna dei Garofani) di Domenico Guargena del 1666, la Madonna e San Felice dello stesso autore, e un altare ligneo di grande pregio del XVII-XVIII secolo, forse opera di Francesco Li Volsi e Domenico Diolosà, due Cappuccini di Castelbuono. Si custodisce pure una pregevole scultura che rappresenta il Cristo caduto sotto la Croce, realizzata dallo scultore messinese Giuseppe Fiorello. Fu presentata all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911, dove ricevette il primo premio per la scultura di Arte Sacra.  I Padri Cappuccini l’acquistarono per la loro chiesa e dal 1912 fa parte della processione delle varette del Venerdì Santo.

4 RESTI CONVENTO CAPPUCCINI 3 FOTO M.C. 2004

Nel 2004, durante alcuni lavori di scavo accanto alla chiesa, riemersero consistenti resti murari del convento. La chiesa, chiusa per un certo periodo per  inagibilità, è stata riaperta al culto il 31 marzo del 2007, dopo interventi sul tetto e la realizzazione di una palificata per frenare lo smottamento della collina. Nello stesso tempo i resti del convento furono ricoperti da terreno vegetale in attesa di un recupero dell’area con la sistemazione a verde salvaguardando i ruderi. Nell’aprile del 2009 è avvenuto il ritrovamento di una cripta sotto la navata.

3 interno dei cappuccini DSCF3201

5 gennaio 2021

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