Generalmente nota, su tutto il territorio nazionale, con la denominazione volgare di “Lingua di bue”, opportunamente attribuitale per la particolare conformazione strutturale che riconduce, nelle linee generali, ad una quanto mai verosimile somiglianza con tale organo bovino, è una specie fungina con alto contenuto di vitamina C, ricercata ed apprezzata dagli estimatori per le sue qualità organolettiche che ne consentono il consumo anche da cruda senza alcuna controindicazione: Fistulina hepatica è solita fare la sua apparizione nei boschi nel periodo estivo-autunnale affacciandosi, in qualità di fungo parassita, dalla corteccia di alberi a foglia larga prediligendo, in particolare, Quercia e Castagno.
Appartenente al genere Fistulina, viene inserita nel gruppo informale dei Polipori, gruppo estremamente eterogeneo e polifiletico (quando le specie inserite nel gruppo non discendono da un unico antenato) che ospita specie fungine caratterizzate da imenoforo a tubuli non asportabile dalla carne soprastante con la quale forma un insieme strettamente omogeneo; i pori, a seconda delle varie specie, possono essere di forma regolare, arrotondata o irregolare e più o meno allungata. Nel gruppo trovano posto tanto basidiomi privi di gambo (sessili) quanto muniti di gambo (stipitati) che, in tal caso, può essere posizionato centralmente o lateralmente [Boccardo F. e altri, 2008; Miceli A., 2018].
Fistulina hepatica Fabio Crisafulli
Genere Fistulina Bull. 1791
Al Genere appartengono basidiomi annuali (quando durano una sola stagione), sessili (privi di gambo) o con stipite posizionato lateralmente e molto corto; caratterizzati da cappello molto carnoso con superficie esterna tomentosa (quando presenta una leggera peluria corta) o ricoperta da piccole scaglie. Di colore rosso più o meno intenso. Superficie fertile (parte inferiore del fungo) costituita da tubuli corti, cilindrici, addensati ma separati tra di loro, strettamente annessi alla carne sovrastante e non separabili da questa. Contesto (carne) di colore rosso-rossastro a volte anche intenso, carnoso, tenace, fibroso, con venature biancastre. Tipicamente parassiti, agenti di carie bruna (1) che si sviluppa molto lentamente. In Europa è Genere monospecifico che ospita, quale unica specie, appunto, Fistulina hepatica.
Fistulina herpatica foto di Angelo Miceli
Fistulina hepatica (Schaeffer : Fries) Withering
Syst. arr. Brit. pl., Edn 4 (London) 4: 302 (1801)
Accentazione: Fistulína hepática
Basionimo: Boletus hepaticus Schaeff. 1774
Posizione sistematica: Divisione Basidiomycota, Classe Agaricomycetes, Ordine Agaricales, famiglia Fistilunaceae, Genere Fistulina.
Fistulina herpatica foto di Angelo Miceli
Etimologia: Fistulina dal latino Fistula ovvero fendere-attraversare, intendendo una comunicazione patologica di forma tubolare che unisce due organi corporei. Nella fattispecie fa espresso riferimento all’imenio del carpoforo formato da tubuli. Hepatica dal latino hèpatis = fegato, con espresso riferimento alla forma che ricorda quella del fegato.
Principali sinonimi: Fistulina buglossoides Bull. (1791); Dendrosarcus hepaticus (Schaeff.) Paulet (1793):
Nomi volgari: Lingua di bue
Fistulina hepatica Foto Lorenzo Fruscalzo
Nomi dialettali: è conosciuto con una miriade di nomi dialettali che variano da una zona all’altra. In Sicilia viene comunemente chiamato “Lingua i voi” [Bonazzi, 2003].
Descrizione macroscopica
Carpoforo di medio-grandi, a volte anche notevoli (2), dimensioni, a crescita annuale, formato, nella fase iniziale del proprio accrescimento, da una massa irregolare tondeggiante che, successivamente, si allarga assumendo una forma reniforme protendendosi, ancora dopo, a mensola con la classica forma di lingua, con margine regolare o appena sinuoso-lobato; sessile o con breve gambo posizionato lateralmente.
Superficie sterile
Umida, appiccicosa, di consistenza elastico-gelatinosa, vellutata, ispida, a volte scagliosa; colore rosso-rossastro nelle varie sfumature: arancio, salmone, sangue, vinoso.
Superficie fertile
Imenoforo stratificato, costituito da tubuli corti, cilindrici, separati tra di loro ma caratteristicamente ammassati ed aderenti tra di loro verso la maturazione, di colore giallastro-rosato. Pori tondeggianti, piccoli, inizialmente di colore bianco-giallastro scurenti verso la maturazione, viranti al tocco verso tonalità bruno-rossastre. Spore in massa ocra.
Gambo: quando presente è, generalmente, breve, tozzo, rudimentale, posizionato lateralmente, verrucoso, di colore rosso molto scuro.
Carne: spessa, elastica, carnosa, caratterizzata dalla presenza di goccioline color rosso-sangue, inizialmente di colore bianco-giallastro poi, verso la maturità, arancio ed ancora rosso-vinoso; alla sezione presenta venature radiali di colore biancastro. Odore lieve e gradevole, sapore leggermente acidulo.
Habitat: fa la sua apparizione, in qualità di fungo parassita, agente di carie bruna, nelle cavità dei tronchi vivi o su ceppaie marcescenti prediligendo varie specie di Castagni e Querce; dalla fine dell’estate fino ad autunno inoltrato. Si presenta generalmente in singoli esemplari o, a volte, in forma gregaria con più esemplari sovrapposti. Può raggiungere notevoli dimensioni. Diffusa e molto comune.
Commestibilità: discreto commestibile, può essere consumato anche da crudo ma sempre senza eccedere nelle quantità. Il sapore dolce-acidulo incontra il favore di molti consumatori che ne apprezzano l’acredine. E’ consigliabile consumare esclusivamente esemplari giovani. Gli estimatori preferiscono consumarlo crudo, tagliato a fettine sottili, condito con olio e limone con aggiunta di scaglie di parmigiano; questa preparazione consente di non disperdere la vitamina C di cui è ricco [AMINT, 2007]. Da cotto assume consistenza ed aspetto molto simili ad una fetta di fegato. Può anche essere consumato impanato sotto forma di cotoletta [Oppicelli N., 2012] o fritto in padella con contorno di cipolle o, ancora, arrostito alla brace [AMINT, 2007].
Caratteri differenziali
Si riconosce facilmente, senza possibilità di errore, per la crescita lignicola ed a forma di mensola, per la caratteristica conformazione strutturale che ricorda una lingua di bue, per la carne tenera, succosa e sanguinolenta allo stadio giovanile; per la superficie superiore vischiosa e l’imenoforo crema rosato.
Specie simili
E’ facilmente riconoscibile senza alcun problema, basta avere sufficienti conoscenze di base nell’ambito micologico. La particolare conformazione morfologica a “lingua di bue”, i colori, la consistenza elastica e la succulenza della carne lo rendono praticamente inconfondibile [Buda A., 2011].
Tuttavia potrebbe essere confuso, come già avvenuto, con il tossico Hapalopilus rutilans che differisce per il colore rosso-cannella, rosso-rame e per la carne che da giovane presenta color zafferano e consistenza fibrosa ed elastica indurendo verso la maturazione acquisendo un colore brunastro [MicologiaMessinese, sito web – Funghi Teramani, sito web].
Fistulina hepatica Foto Lorenzo Fruscalzo