Nella fase attuale del Coronavirus molte sono state le iniziative e gli accorgimenti intrapresi da privati ed Enti comunali e statali a salvaguardia dell’incolumità del cittadino in ambito delle diverse tipologie di vendita e di servizi al pubblico. Ma gli Uffici postali della città di Messina, che da sempre hanno presentato carenze di personale e di servizi al cittadino, sono molto, ma molto peggiorati e non seguono affatto una linea a difesa di chi è costretto a pagare bollette o usufruire dei vari servizi di spedizione necessari e indispensabili, per diversi e svariati motivi.
Ho potuto appurare in prima persona che nella quasi totalità degli Uffici postali del messinese si creano ovunque assembramenti con persone costrette a fare interminabili file per più di tre ore sotto il sole o la pioggia anche e a volte con le mascherine abbassate perché è immorale pensare che lo stress dell’attesa possa anche permettere per una mattinata di respirare anidrite carbonica.
Gli abitanti di Camaro Inferiore e Camaro superiore inoltre sono stati ancor più vittimizzati poiché si è deciso di alternare i due unici uffici postali della numerosissima zona (Camaro Superiore e Camaro San Luigi) nella apertura settimanale. Personalmente ho appurato che oggi, lunedì 8 giugno 2020 a Camaro superiore alle ore 11:00 ancora doveva entrare in posta il numero 6 e si è chiuso l’Ufficio postale alle 13:30 riuscendo a servire solo fino al numero 27 (ma molti avevano rinunciato di proseguire la pazzesca attesa) ed erano stati staccati numeri fino al 55 lasciando una dozzina di persone sulla strada, per tornarsene a casa senza aver potuto effettuare le operazioni. Dove sono gli orari di apertura al pubblico annunciati di essere stati temporaneamente rimodulati nelle ultime settimane in ottemperanza ai provvedimenti governativi in materia di contenimento del Coronavirus e distanziamento interpersonale?
Dove sono nell'attuale fase di emergenza, i servizi che Poste italiane asserisce di aver messo in atto con ampio sforzo organizzativo e logistico, e decantati di essere stati resi possibile anche grazie alla preziosa collaborazione delle Istituzioni locali?
Si era annunciata una specifica procedura di sanificazione per l’intera rete degli Uffici Postali, portando a termine l’installazione dei pannelli schermanti in plexiglass in tutte le postazioni di front-office, nonché il posizionamento di strisce di sicurezza idonee a garantire il distanziamento interpersonale, a tutela sia della clientela che dei dipendenti dell’Azienda. Ma dove sono stati realizzati?
Non sarebbe opportuno controllare i vari Uffici postali se sono idonei e rispettano le normative in atto contro la diffusione da Coronavirus e contro gli assembramenti?
Perché i negozianti e i Supermercati sono controllati e multati e gli Uffici postali sono totalmente degni del Terzo mondo? Senza comunque offesa per chi sta peggio di noi.
Messina 8 giugno 2020 - Presidente Asas Flavia Vizzari.
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