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La Seconda Giornata Nazionale dei Piccoli Musei vuole celebrare l'impegno e il valore di chi mette il cuore per tenere aperta la porta su strutture culturali che possono a volte sembrare di poco conto, ma hanno invece grande importanza per l'identità culturale di un intero territorio. Gli obiettivi sono quelli di far conoscere il vero volto delle piccole realtà museali, la loro rilevanza, il loro ruolo e le loro specificità.

Messina sarà presente con l'apertura straordinaria della Chiesa di San Giovanni di Malta e dell'annesso Museo del Tesoro di San Placido con l'offerta simbolica di 1 Euro. Per l'occasione hai visitatori verrà donata una antica cartolina dell'importante monumento cittadino. Eccezionalmente nel Sacello delle Reliquie verrà esposto un inedito dipinto della Madonna della Lettera, vista la prossimità della solennità della celeste patrona di Messina. L'evento è curato dall'Associazione Aura e dalla Compagnia di San Placido in collaborazione con il Rettore Mons. Angelo Oteri. Il complesso monumentale potrà essere visitato Sabato 2 Giugno dalle 19.00 alle 21.00 e dalle 22.00 alle 24.00 e Domenica 3 Giugno dalle 9.00 alle 12.00.

Si è svolto sabato 26 maggio, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina, il VI Premio Asas 2018 dell’Associazione Siciliana Arte e Scienza, presieduta dall’artista Flavia Vizzari, fondata a Messina il 10 gennaio 2011 e che vanta oltre 200 soci a livello Nazionale.

Durante la mattinata si è svolto il Convegno “Messina culla della cultura tra arte e scienza” coordinato dalla dott. Alba Terranova, Digital Marketer & Social Media Strategist, che ne ha curato anche la chiusura dei lavori.

Primo relatore Lucrezia Lorenzini, professore associato di Letteratura e Filologia siciliana presso l'Università degli Studi di Messina e critico letterario, ha trattato l’argomento “Il crocevia della città di Messina tra le nazioni del Mediterraneo e l’Europa”.

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Il secondo relatore che ha preso parte al Convegno è stato il docente e musicologo prof. Demetrio Chiatto che si occupa dello studio della paleografia musicale gregoriana e di intavolature per liuto e chitarra dal rinascimento al barocco ed è direttore della collana di studi e documenti di storia della musica di Messina dal titolo “Musica e Musicisti a Messina”, per la quale ha redatto i primi sei volumi ricostruendo la storia musicale di Messina fino al 1908, che ha parlato delle testimonianze musicali a Messina tra i secoli IV a. C. e XVI d. C..

L’architetto Michele Palamara, terzo relatore al Convegno, è docente presso l’Unitrè di Messina, giornalista e direttore responsabile della testata “Il Fico d’india” (ilficodindia.net), nonché Vice Presidente e addetto Stampa dell’Ordine degli Architetti di Messina. Durante il suo intervento ha fatto un excursus sui Borghi di Messina prospettandone le possibilità di recupero ed evidenziandone l’importanza storica e culturale. 

Si è svolto nel contempo il Recital poetico dei partecipanti alla VI edizione 2018 del Premio Asas la cui Giuria, composta dai relatori e soci Asas, ha assegnato il “Premio alla Migliore Recitazione” alla poetessa Graziella Lo Vano.

L’ultimo sabato di maggio, come è prassi da alcuni anni, vuole essere a Messina non solo il giorno atteso per la consegna dei Premi Asas ma, in particolare, un appuntamento che, coinvolgendo autori dall’Italia e dall’estero (infatti hanno partecipato poeti anche dalla Germania, da Atene e da New Jork), punta a incrementare ulteriormente lo sviluppo culturale e turistico della città peloritana. 

 

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La docente universitaria prof. Maria Francesca Tommasini è intervenuta in rappresentanza del Magnifico Rettore prof. Salvatore Cuzzocrea e anche come presidente di Giuria assieme al prof. Lucrezia Lorenzini, al prof. Demetrio Nunnari, al dott. Giovanni Albano, ai soci onorari Asas Ninni Magrì e Giovanni di Bella di Catania e al presidente Lorenzo Spurio dell’Ass. cult. Euterpe di Jesi (An).

I vincitori del Premio Asas per le varie sezioni, di editi e inediti di poesie e racconti, sono stati gli autori: Angela Di Pasquale di Chiaramonte Gulfi per la pubblicazione "Foto-Grafie"; Graziella Lo Vano di Messina per la pubblicazione "Da qui alla Merica"; Nino Provenzano di New Jork per la poesia in siciliano "Lu ciumi"; Giuseppe Caleca di Castellammare del Golfo (Tp) per la lirica "L'essere donna"; lo studente Dario Pezzotti di Brescia per la lirica "Quella tempesta che non vidi"; Fabiana Pino del Liceo scientifico Galileo Galilei di Spadafora (Me) per il racconto "23:35 PM"; Gianni Di Giorgio di Modica (Rg) per il racconto "Quell'arcobaleno". 

Il Primo Premio per la sez. A (Silloge inedita di poesia), consistente in una Coppa e nella Vincita della Pubblicazione gratuita offerta dalle Edizioni del Poggio di Foggia, è andato a Palma Civello di Palermo che vedrà pubblicata la sua Silloge dal titolo “Come tela di Penelope” in 200 copie di cui riceverà gratuitamente n. 70 copie. Gli altri Premi Podio sono stati assegnati a: Gianni Ianuale di Marigliano (Na); Teresa Riccobono di Palermo; Domenico Orifici di Sinagra (Me); Saverio Macrì di Bovalino (Rc); Eleonora Chillemi del Liceo scientifico Galileo Galilei di Spadafora (Me); Livio Billo di Albignasego (Pd); Giulia Sorge del Liceo classico La Farina di Messina; Rosalba Di Pietro di Messina; Gaetano Lia di Monterosso Almo (Rg); Alberto Criscenti di Buseto Palizzolo (Tp) e Renato Di Pane di Messina. 

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Durante la Manifestazione, per la realizzazione della quale hanno collaborato attivamente i soci Tania Galletta, Gianni Amico, il segretario Luigi Terranova e il Vice presidente Pier Paolo La Spina, si sono esibiti la cantante Gabriella Fiorentino che ha cantato in apertura l’Inno dell’Asas e l’insegnante di danza orientale Simona Ruggeri. 

I prossimi impegni dell’A.S.A.S. riguardano la realizzazione della Collettiva “Le Sirene e Lo Stretto” presso la libreria Dedalus dal 16 al 30 giugno, la II edizione dell’Estemporanea di Pittura e Poesia di Briga Superiore (Me) e il IX Raduno Regionale Asas di settembre a Cefalù.

L’elenco completo dei Premiati della VI edizione del Premio Asas è pubblicato al Sito dell’associazione: www.associazioneasas.jimdo.com.

Il Presidente Asas Flavia Vizzari.

- di  Marcello Crinò -

L’Università della Terza Età di Barcellona e la Pro Loco Alessandro Manganaro, in collaborazione con la testata 24live.it, venerdì 1 giugno 2018 hanno voluto ricordare il poeta italo-argentino Antonio Aliberti in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita. Aliberti nacque a Barcellona Pozzo di Gotto il 15 dicembre 1938 e morì a Buenos Aires, in Argentina, dove era emigrato con la famiglia nel 1951, nel mese di luglio del 2000, qualche mese dopo aver ricevuto in Italia il Premio Montale. Al momento della partenza dalla città natale abitava in vico Gerone n. 1, nel quartiere Marsalini.

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A introdurre l’incontro nella sala lezioni dell’U.T.E. è stata il rettore, professoressa Tanina Caliri. Flaviana Gullì, presidente della Pro Loco ha sintetizzato come la Pro Loco conobbe il poeta Aliberti, cioè in occasione del gemellaggio con la città argentina di Chivilcoy, un gemellaggio portato avanti con passione da Giuseppe Giunta, componente del direttivo della Pro Loco, il quale alla fine dell’incontro ha anche tratteggiato un bilancio di questo gemellaggio che va avanti da anni, con un proficuo interscambio culturale.

L’assessore Nino Munafò ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale, e ha ringraziato tutti coloro che si muovono per valorizzare la città, la riscoperta di luoghi e personaggi, che rispecchia la voglia di riscoprirsi come comunità.

Il primo intervento su Aliberti lo ha svolto il prof. Gino Trapani, presidente emerito della Pro Loco, nonché docente liceale in pensione e docente attivo dell’U.T.E. Ha spiegato di averlo conosciuto non direttamente ma attraverso la lettura di articoli e libri inviati dal figlio Diego. I libri e una selezione di articoli sono stati esposti in una piccola mostra nell’antisala dell’U.T.E. Ha delineato la vicenda dell’emigrazione della famiglia quando il giovane Aliberti aveva appena tredici anni. In Argentina ha lavorato nel salone da barbiere del padre, un salone poi trasformato in un salotto letterario. Si è soffermato sulla poetica e sui saggi, evidenziando l’aspetto di sperimentatore seguendo le correnti letterarie contemporanee, e ricordando che il nostro poeta era il traduttore argentino di Umberto Eco. Ha tradotto anche il concittadino Bartolo Cattafi, che peraltro abitava proprio vicino a lui nel quartiere Marsalini.

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Il secondo intervento lo ha tenuto il professore Ninò Famà, docente emerito di letteratura Ispano-Americana, anche lui barcellonese emigrato in Canada. Spesso torna nella sua città natale e in queste occasioni viene coinvolto per relazionare su argomenti a lui pertinenti. Ha affermato che in Canada gli è stato difficile trovare materiale su Aliberti. Si è soffermato sul tema dell’emigrazione italiana, prendendo spunto da alcuni scritti di antropologi meridionali, e sottolineando le due fasi della produzione poetica. La prima dal 1972 al 1981, incentrata sulle condizioni di emigrato del poeta e la ricerca delle sue radici, la seconda, dal 1981 fino alla morte, dove il passato diventa futuro, rendendosi conto che il suo futuro sarà americano, tanto da ottenere la cittadinanza argentina. E’ stata l’occasione dunque per mettere a fuoco la figura di un importante poeta e critico, collaboratore e animatore di riviste letterarie, del quale nella sua città natale si sapeva ben poco. Ricordiamo che il primo articolo su Aliberti fu scritto dal compianto Alberto Genovese, pubblicato sul mensile cittadino “il provinciale” nel 1980.

 - di Marcello Crinò -

 

Sala gremita e squillare continuo di telefonini (il motivo della Carmen al primo posto!), all’ex Monte di Pietà per la presentazione del libro “Granelli di terra nostra”, un testo nato durante le lezioni dell’Università della Terza Età nel corso su Storia e Arte di Barcellona Pozzo di Gotto tenuto della professoressa Caterina Isgrò. A presentare l’incontro è stata la professoressa Tanina Caliri, Rettore dell’U.T.E. barcellonese, la quale ha spiegato il senso di questo ultimo evento dell’Anno Accademico, un evento quasi anomalo in quanto avente per oggetto il libro realizzato da docenti e corsisti dell’Università, un testo che ha stimolato la creatività, il guardarsi attorno alla ricerca di piccoli ma significativi eventi cittadini legati alla microstoria locale fatta da artigiani e contadini, il tutto sul filo della memoria. Ha citato, la Caliri, la grande scuola francese degli Annales, fondata dallo storico Fernand Braudel, il quale metteva al centro della storia i piccoli fatti del vissuto quotidiano. Il testo è stato coordinato da Caterina Isgrò con la collaborazione di Luigi Lo Giudice, architetto e archichef con un corso all’U.T.E. sull’arte dolciaria. Per l’Amministrazione Comunale ha portato i saluti l’Assessore Nino Munafò, il quale, avendo già letto il libro, ha affermato che si tratta di uno spaccato della società barcellonese, il racconto di vicende di un recente passato.

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Caterina Isgrò spiega che il recupero del passato barcellonese è un dovere, e il libro propone vicende spesso dimenticate legate alle attività sul territorio, nato da uno scambio di idee e di esperienze all’interno del suo corso. Questi i titoli dei quindici capitoli in cui è suddiviso il libro: L’alluvione del 1951 a Pozzo Perla, di Stefania Corica; I tre pammari e l’enigma di Carlo Meucci, di Caterina Isgrò; Quel balconcino che si affacciava sulla strada di Simona Merlino Coglitore; U gghianu i ll’erba, di Maria Neri; Due vecchie scatole di biscotti Lazzaroni, di Luigi Lo Giudice; Mio padre un personaggio misconosciuto, di Mirella Genovese; Lo zio arciprete di Franca Bonsignore; In ricordo di un barcellonese perbene, di Ciano Santanocita; A Cacchima tra miseria e pazzia, di Maria Isgrò, I luoghi della Memoria, di Vittoria Bucolo; Ricordi scolastici, di Maria Isgrò Ferraris; Montecroce: la scampagnata del lunedì dell’Anciulu, di Antonello Calabrò; Le campane della Chiesa dei Cappuccini, di Tonino Gelo; Un dolce ricordo, di Maria Neri; La casa del pescatore di Mimmo Scolaro. L’incipit di ogni testo è stato letto dagli autori presenti in sala, mentre per gli assenti si sono alternate tre attrici: Claudia Soraci, Melangela Scolaro e Viviana Isgrò. E’ intervenuto altresì Salvatore Chiofalo, segretario della Camera del lavoro, con un intervento sulle tematiche del lavoro.

La seconda parte della serata ha visto il concerto del quartetto di fisarmoniche “Opale Accordion Quartet” (Aldo Capua, Francesco Antonuccio, Salvatore Fazzari e Agostino Pronestì) che hanno allietato musicalmente la serata con brani di Piazzolla, Bach, Mozart, Biscardi e Saint Saens. Un ensemble di giovane formazione nato con l’intento di valorizzare il loro giovane strumento, la fisarmonica, oggetto negli ultimi anni di una costante e rapidissima crescita.

 - di Giuseppe Rando -

Si è tenuto ieri, 30 maggio 2018, nell’aula magna dell’Università, il primo convegno messinese su Giuseppe Berto, uno dei più grandi scrittori del Novecento (apprezzato, in primis, da Cesare De Michelis), nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa (Mogliano Veneto TV, 1914- Roma, 1978). Un convegno, voluto in ispecie dal Professore Antonio Pugliese, in una con la Professoressa Paola Radici Colace (e da me presieduto), che testimonia – se ce ne fosse bisogno – la vitalità crescente dell’antica Accademia Peloritana (che lo ha patrocinato) e la sua precipua funzione innovativa e propulsiva sul terreno culturale.

L’aula magna non particolarmente affollata testimonia, invece, lo scarso (ma non sorprendente) interesse dei messinesi per gli eventi culturali.

Più solerti e partecipi, invero, si sono rivelati i nostri amici dell’altra sponda dello Stretto, ove si consideri che il «Quotidiano» di Vibo Valentia ha annunciato il convegno con un bel titolo: «Berto sbarca a Messina» e che una qualificata rappresentanza del CIS della Calabria era presente nell’aula.

Chi ha letto il bel romanzo di Giuseppe Berto, Il male oscuro, sa che la striscia di mare (Tirreno) antistante a Capo Vaticano (dove lo scrittore veneto era approdato, in cerca di armonia, per sfuggire alla nevrosi che si portava appresso da alcuni anni, e dove aveva scritto, di getto, il romanzo stesso) e l’isola che vi si disegna oltre (la Sicilia, per l’appunto) erano stati, per lo scrittore, i luoghi del sogno, del mito, della cultura non asservita a certi mostri della modernità, nonché della rinascita agognata e intravista: ne ha detto egregiamente, nella relazione conclusiva, il professore Nicola Rombolà. Opportuno, oltre che efficace, dunque, il titolo del «Quotidiano»: ieri Giuseppe Berto è finalmente sbarcato in Sicilia.

Dirò, in breve, che ognuno dei relatori mi ha insegnato qualcosa – il giovane Saverio Vita, la inesausta funzione morale, pedagogica del Male oscuro, in un’ottica di superamento di obsoleti steccati ideologici; Paola Radici Colace, la complementarità di cinema e letteratura nell’opera di Berto; Antonio Di Rosa, il nesso ineludibile di nevrosi, psicanalisi e creatività nel capolavoro; Antonio Pugliese, la difesa appassionata della civiltà contadina, in termini non dissimili da quelli pasoliniani, da parte del “calabrese” Berto – e che, quindi, il convegno ha conseguito tutti i suoi obiettivi: soprattutto quello di evidenziare come tra la cultura umanistica e la cultura scientifica ci siano più ponti che muri. I due interventi finali di Antonia, colta, affettuosa, serena figlia di Giuseppe Berto, e di don Pasquale Russo, sodale dello scrittore a Capo Vaticano (e curatore di un bel libro che ne raccoglie gli scritti giornalistici), hanno aggiunto alla mattinata di studi lo smalto della concreta realtà e della vita vissuta.

Un’occasione perduta, dunque, per gli assenti e per un qualificato accademico che, preso da più alti impegni, ha dovuto lasciare l’aula dopo avere fatto la liturgica passerella.

Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela

COMUNICATO STAMPA

 

Il Santo Padre Francesco ha nominato Mons. Cesare Di Pietro, attuale Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela, Vescovo Ausiliare. È stato l’Arcivescovo Giovanni Accolla a darne la notizia, oggi, lunedì 28 maggio, alle ore 12, in Episcopio, dopo aver convocato rappresentanti del clero e dei religiosi, ed aver espresso gratitudine al Papa per questo particolare segno di stima e benevolenza espresso verso la nostra Arcidiocesi.

Mons. Cesare Di Pietro, nato a Messina il 12 marzo 1964, dopo la laurea in Giurisprudenza all'Università di Messina, ha rivestito la carica di Presidente diocesano della Gioventù maschile di Azione Cattolica, e il 25 ottobre 1997 è stato ordinato sacerdote da S.E. Mons. Giovanni Marra.

Ha conseguito il Dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma (2008) e ha frequentato il corso biennale di Paleografia, Archivistica e Diplomatica in Vaticano. Nel 2017 ha ottenuto la licenza in Diritto Canonico alla Lateranense. Oltre ad essere stato Segretario particolare dell'Arcivescovo Mons. Giovanni Marra e Rettore del Seminario Arcivescovile “S. Pio X”, dal 15 agosto 2017 è Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela.

 

Messina, lunedì 28 maggio 2018

Don Giuseppe Lonia

Direttore dell'Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali

 

Dott. Antonio Tavilla

Giornalista e Collaboratore

Cell. 338.9481573

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www.diocesimessina.it

Comunicato del 28 maggio 2018 n. 008/2018

- di Giuseppe Messina -

   Fumettomania, di Barcellona pozzo di Gotto; Giambra, di Terme Vigliatore (Me); Kimerik, di Patti (Me); Lombardo, di Milazzo; Smasher, di Barcellona Pozzo di Gotto - Cinque case editrici, più tante importanti librerie, hanno dato vita alla fiera del libro – Un parco da leggere che si è svolta dal 26 al 27 u. s. organizzata dalla direzione del “Parco Corolla” di Milazzo (Me), giunta alla sua seconda edizione, che ha visto la partecipazione di oltre 2000 persone interessate.

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   Un’occasione straordinaria in cui è stato protagonista il libro, ma anche gli autori e le loro case editrici. Un’occasione in cui c’è stata la convergenza di tantissime persone amanti della lettura in un’epoca quando la computerizzazione ed altri mezzi di divulgazione della cultura sembra la facciano da padroni. Ciononostante la verità sembra essere evidente: il libro sarà ancora protagonista per lunghissimo tempo dato che il tatto e l’olfatto hanno bisogno di essere soddisfatti nel momento della lettura. È un piacere insostituibile poter sfogliare un libro, poter sentire l’odore caratteristico della carta, poter interrompere la lettura, portarsi dietro il volume e riprendere la lettura al momento opportuno per soddisfare il proprio bisogno culturale.

   È bello leggere e scoprire come dentro ogni libro ci sia un mondo fatto di personaggi con piccoli e grandi sentimenti, con umori, atteggiamenti ed orientamenti, con desideri e sogni; leggere un libro significa entrare in un paesaggio cangiante, significa partecipare alle più strane ed inimmaginabili avventure capaci di suggestionare non poco.

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   È bello leggere, ma anche ascoltare chi legge. Consapevole di questo, Giulia Carmen Fasolo, la dirigente della “Smasher”, ha diramato tanti inviti a persone amanti del libro tanto da formare l’interessante platea d’ascolto che, nel tardo pomeriggio di domenica, ha potuto assistere alla lettura dalla diretta voce degli stessi autori che hanno declamato brani dei loro romanzi e versi delle loro poesie. Erano presenti gli autori: Orazio Carnazzo, Rosario Centorrino, Nicola Russo, Daniela Aspa Giuseppe Giunta, Desiré Formica, Giuseppe Messina, Vito Natoli, Maria Morganti Privitera, Giulia Maria Sidoti e Carmelo Euardo Maimone.

   Questo reating è stato supportato da due interventi musicali “In ricordo della storia di Colapesce” ed una poesia di Ignazio Buttitta a cura di Orazio Carnazzo che si è accompagnato con la chitarra.

di Giuseppe Messina

   La VII edizione della “Fidapa per i giovani” svoltasi il 25 u. s. nella cornice barocca dell’Auditorium San Vito di Barcellona Pozzo di Gotto, indetta proprio dalla sezione F. I. D. A. P. della stessa città, presieduta dalla Dott.ssa Ilaria Cammaroto, è stato un evento da lodare per la sua importanza sociale e per la sua magnifica organizzazione.

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   Una delle attività più importanti che un’Associazione socio-culturale possa fare in tempi gravi come quello che la società sta vivendo è, senza dubbio, la promozione della cultura della legalità per i giovani e tra i giovani. All’evento, in cui si è discusso del fenomeno della violenza, hanno partecipato studenti delle scuole “Capuana”, “Dalcontres” “Genovese” e “Foscolo”.accompagnati dai docenti e dai genitori.

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   Quasi tutti i giorni, i mezzi d’informazione ci portano a conoscenza di tanti atti violenti, se non addirittura di crudeltà, esercitati nella società da parte di arroganti spietati nei confronti di persone deboli indifesi: studenti che minacciano o picchiano gli insegnanti, per reagire ad un rimprovero o ad un cattivo voto; addirittura genitori che, anziché rimproverare i figli, usano violenza a loro volta contro i docenti, per non parlare della violenza sessuale subita da donne sole e indifese. Ma sono numerosi anche i casi di violenza che si verificano là dove si dovrebbe essere più al sicuro ovvero nell’ambito delle famiglie. Questi sono atti che fanno capire quanto ci sia bisogno di divulgare il valore dell’educazione alla legalità e soprattutto della bontà.

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   La presidente Cammaroto, dopo aver dato il saluto di benvenuto alla platea, presentato i relatori ed introdotto i lavori del convegno che ha avuto per tema “Violenza: perché?” ha ceduto la parole all’Assessore Ilenia Torre che ha portato il suo saluto ed anche quelli del sindaco Dott. Roberto Materia e dell’Amministrazione Comunale.

   Un convegno particolarmente interessante che fa parte di una campagna di sensibilizzazione contro ogni forma di violenza, per la riscoperta del valore della gentilezza, per costruire sani rapporti civili tra esseri umani, contro l’egoismo e la prevaricazione.

   Oltre l’Assessore, hanno portato i saluti: la vice presidente del distretto Sicilia dott.ssa Maria Ciancito e sono intervenuti il dott. Antonio Rugolo (Vice Questore – Dirigente del Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto) e Suor Marilena Mercurio (Psicopedagogista – Figlie di Maria Ausiliatrice). Ha coordinato sapientemente la Prof.ssa Pina Freni, Referente comm. Arte e Cultura Fidapa BPW – Italy Barcellona Pozzo di Gotto.

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   Possiamo sottolineare che Durante la magnifica manifestazione, alla domanda imposta dal tema ovvero il perché della violenza sono state date diverse risposte da parte dei relatori, sapendo di parlare ad una platea in cui i giovani erano numerosi. Il dott. Rugolo ha, tra l’altro, portato la sua esperienza di Vice Questore raccontando diversi episodi di malessere sociale di cui è stato testimone, mentre Suor Marilena ha parlato della bellezza che ciascuno dovrebbe andare a cercare dentro di sé ed immedesimarsi nell’altro, come diceva Platone, tirando fuori il meglio di se stessi.

   Il tema affrontato ha permesso di argomentare, non soltanto di violenza sulle donne, di violenza sessuale, di soprusi e disprezzo verso il prossimo, ma anche di bullismo in cui spesso i ragazzi si lasciano andare in mancanza di sani esempi, che dovrebbero venire dalle famiglie e che a volte mancano. È stato un evento altamente culturale in cui sono stati evidenziati proprio i casi che portano al bullismo, i casi di sottovalutazione di comportamenti che spesso sfociano in episodi di grave violenza verso i più deboli e indifesi.

   Possiamo concludere osservando che la società dei giovani ha bisogno di una particolare cura culturale; è importante aiutarli a fare scoprire loro la bellezza che si portano dentro, a cui devono attingere per realizzare i propri sogni ed elevarsi al di sopra della violenza e delle miserie umane che sempre trascinano verso il basso la dignità.

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   A conclusione della manifestazione sono state attribuite le borse di studio ai partecipanti alla mostra dei lavori sulla violenza, classificati al primo, secondo e terzo posto: il primo premio è andato alla terza A dell’Istituto scolastico “D’alcontres” di Merì, il secondo premio alla terza A dell’Istituto scolastico “Verga” ed il terzo premio alla terza E dell’Istituto “Foscolo”. Comunque, tutti i lavori partecipanti alla mostra sono stati considerati di alto livello simbolico poiché dimostrano come gli studenti abbiano la consapevolezza di quanto vile ed ignobile sia la violenza e questo non può che essere merito della docenza e delle famiglie.

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