- di Marcello Crinò -
L’Università della Terza Età di Barcellona e la Pro Loco Alessandro Manganaro, in collaborazione con la testata 24live.it, venerdì 1 giugno 2018 hanno voluto ricordare il poeta italo-argentino Antonio Aliberti in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita. Aliberti nacque a Barcellona Pozzo di Gotto il 15 dicembre 1938 e morì a Buenos Aires, in Argentina, dove era emigrato con la famiglia nel 1951, nel mese di luglio del 2000, qualche mese dopo aver ricevuto in Italia il Premio Montale. Al momento della partenza dalla città natale abitava in vico Gerone n. 1, nel quartiere Marsalini.
A introdurre l’incontro nella sala lezioni dell’U.T.E. è stata il rettore, professoressa Tanina Caliri. Flaviana Gullì, presidente della Pro Loco ha sintetizzato come la Pro Loco conobbe il poeta Aliberti, cioè in occasione del gemellaggio con la città argentina di Chivilcoy, un gemellaggio portato avanti con passione da Giuseppe Giunta, componente del direttivo della Pro Loco, il quale alla fine dell’incontro ha anche tratteggiato un bilancio di questo gemellaggio che va avanti da anni, con un proficuo interscambio culturale.
L’assessore Nino Munafò ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale, e ha ringraziato tutti coloro che si muovono per valorizzare la città, la riscoperta di luoghi e personaggi, che rispecchia la voglia di riscoprirsi come comunità.
Il primo intervento su Aliberti lo ha svolto il prof. Gino Trapani, presidente emerito della Pro Loco, nonché docente liceale in pensione e docente attivo dell’U.T.E. Ha spiegato di averlo conosciuto non direttamente ma attraverso la lettura di articoli e libri inviati dal figlio Diego. I libri e una selezione di articoli sono stati esposti in una piccola mostra nell’antisala dell’U.T.E. Ha delineato la vicenda dell’emigrazione della famiglia quando il giovane Aliberti aveva appena tredici anni. In Argentina ha lavorato nel salone da barbiere del padre, un salone poi trasformato in un salotto letterario. Si è soffermato sulla poetica e sui saggi, evidenziando l’aspetto di sperimentatore seguendo le correnti letterarie contemporanee, e ricordando che il nostro poeta era il traduttore argentino di Umberto Eco. Ha tradotto anche il concittadino Bartolo Cattafi, che peraltro abitava proprio vicino a lui nel quartiere Marsalini.
Il secondo intervento lo ha tenuto il professore Ninò Famà, docente emerito di letteratura Ispano-Americana, anche lui barcellonese emigrato in Canada. Spesso torna nella sua città natale e in queste occasioni viene coinvolto per relazionare su argomenti a lui pertinenti. Ha affermato che in Canada gli è stato difficile trovare materiale su Aliberti. Si è soffermato sul tema dell’emigrazione italiana, prendendo spunto da alcuni scritti di antropologi meridionali, e sottolineando le due fasi della produzione poetica. La prima dal 1972 al 1981, incentrata sulle condizioni di emigrato del poeta e la ricerca delle sue radici, la seconda, dal 1981 fino alla morte, dove il passato diventa futuro, rendendosi conto che il suo futuro sarà americano, tanto da ottenere la cittadinanza argentina. E’ stata l’occasione dunque per mettere a fuoco la figura di un importante poeta e critico, collaboratore e animatore di riviste letterarie, del quale nella sua città natale si sapeva ben poco. Ricordiamo che il primo articolo su Aliberti fu scritto dal compianto Alberto Genovese, pubblicato sul mensile cittadino “il provinciale” nel 1980.