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A Briga superiore, primo quartiere della città di Messina, manca da tempo il muro di protezione in un tratto della strada che porta al paese con grave rischio per l'incolumità dei cittadini. Il paese si trova in parte abbandonato, soggetto a una raccolta differenziata non sempre efficiente, con strade sporche e sporcizia presente soprattutto in prossimità dei cassonetti per la raccolta del vetro, visibilmente con terriccio accumulato che denota l'assenza di adeguata pulizia da parte degli operatori ecologici.

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La fontana antistante la chiesa è mancante di rubinetto, le erbacce fanno da padrone in ogni interstizio degli scaloni e dei vicoli. Si avvicina la data del 22 e 23 aprile in cui sono soliti i festeggiamenti del Santo patrono San Giorgio. Cosa troveranno i turisti che verranno da fuori per l'occasione annuale? E' troppo desiderare da parte dei cittadini di mettere in sicurezza anche i cavi elettrici che stanno crollando in più parti? L'associazione siciliana arte e Scienza (ASAS) di Messina anche il prossimo mese di settembre sarà coinvolta ad organizzare l'Estemporanea di Pittura e Poesia "Luoghi e scorci paesaggistici di Briga Superiore" con invito di artisti dalle diverse province siciliane (lo scorso anno intervenuti anche da Palermo, Catania ecc...) ... sarà una buona accoglienza quella che si potrà offrire ai visitatori?

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Eppure questo affascinante borgo è ricco di storia e di pregevoli reperti artistici conservati nella Chiesa e nella canonica nonché presenta nei luoghi in prossimità del ponte (detto di San Giorgio) i ruderi dell'antichissimo lebbrosario deturpato e abbandonato i quali se non saranno recuperati ancora per anni, saranno destinati a sprofondare nel nulla scomparendo definitivamente, seppellendo pagine importanti della nostra storia e della nostra cultura.

3 aprile 2018

Flavia Vizzari presidente ASAS e membro dell’Associazione Pro Loco di Briga superiore.

- di Marcello Crinò -

Il primo aprile 2018, nella chiesa di San Francesco di Paola, il Concerto di Pasqua offerto dal Coro Polifonico Ouverture, diretto dal maestro Giovanni Mirabile, coadiuvato da Dominga Raimondo. All’organo Domenico Gioffrè, voce recitante Valeria di Brisco, voci soliste Giusita Di Pietro, Francesco Ferlazzo, Katia Genovese, Tonino Perdichizzi, percussioni Salvo Ferlazzo. Prima del concerto i saluti e gli auguri del parroco della chiesa, padre Giuseppe Currò, nominato pochi giorni fa Vicario foraneo di Barcellona. Subentra a padre Giuseppe Turrisi, parroco della chiesa di San Giovanni Battista. Il programma del coro ha proposto un percorso musicale legato alla Settimana santa, snodandosi tra Ultima cena, Calvario, Compianto, Resurrezione, Eucarestia, Missione, Benedizione e Preghiera, con brani di vari autori: Thomas Tallis, Monteverdi, Giovannelli, Faurè, Scarlatti, Franck, Powell, Chistopher Tin, e un arrangiamento di Michael McGlynn.

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Nel corso del concerto due fuori programma. Il primo è consistito nell’esibizione dei cantori di “visilla” della “varetta” del venerdì Santo di Cristo che porta la croce, uno dei gruppi più attivi nel tramandare e valorizzare questa grande tradizione barcellonese. L’altro fuori programma ha coinvolto direttamente padre Currò, invitato da Giovanni Mirabile a cantare assieme al coro l’Inno a San Francesco di Paola, scritto dal maestro Marco Frisina. Ricordiamo che negli anni scorsi padre Currò interpretò San Francesco di Paola nel musical realizzato dalla parrocchia.

La festa di San Francesco di Paola ricade proprio il 2 aprile, e la città di Barcellona ha un legame particolare col santo calabrese. Il padre si chiamava Giacomo d’Alessio, detto Martolilla, sposato con Vienna da Fuscaldo e il nonno paterno del santo a quanto pare era originario di questo territorio.

- La redazione

Grande festa per i primi 40 anni del Kiwanis Club Milazzo, che conserva un grandissimo entusiasmo come ampiamente riconosciuto.

La serata ha avuto inizio nel salone delle conferenze dell’Hotel Eolian dove gli illustri ospiti vengono accolti con un ricco aperitivo, durante il quale improvvisamente un cameriere inizia a cantare la prima strofa di “O surdato ‘nnamurato”, nella meraviglia e stupore degli ospiti, fa poi seguito un altro cameriere che viene seguito da una signora e poi ancora un altro ospite. A questo punto si capisce che è un omaggio del Kiwanis agli ospiti a loro volta coinvolti nella corale. Il cerimoniere Roberto Picciolo svela il mistero, trattasi del soprano Antonella Trifirò di Pace del Mela che dal 2002 ottiene importanti risultati, con una intensa attività concertistica in Italia e all’estero, del pianista Francesco Italiano, per l’occasione cantante, di Gianfranco Cernuto ed ultimo solo per età il giovane amico del club Antonio Augliera che si sono prestati alla divertente farsa.

Il cerimoniere Roberto Picciolo e la segretaria Melania Muscianisi, si alternano poi nella regia della magnifica serata, dando inizio ai lavori con gli inni americano, europeo, italiano, e presentano gli ospiti della serata, fra i quali:

  • il Luogo Tenente Gov. della Div. Sicilia 1: G.ppe Lazzaro e gent. Sig.ra Teresa;
  • Past Trustee + Past Pres. European Federation: Nicolò Russo e Sig.ra Graziella;
  • Giovanni Raimondo, Pres. KC. Messina (club Patrino)

con la Vice Pres.- Pres. Eletta Sig.ra Mariella Di Giorgi e consorte Dr. Denaro;

  • Alfredo Buttafarro, Pres. KC ME Nuovo Jonio e gent. Sig.ra Michela;
  • Orazio Nicosia, Pres. KC Rometta Antonello da ME e gent. Sig. Maia Cristina;
  • Pippo Sapone, Pres. KC Capo d’Orlando e gent. Sig.ra Rosetta;
  • Cosimo Inferrera, Past Ltg Div. Sicilia 1 e gent. Sig.ra Nuccia;
  • Epifanio Giuffrida, Pres. KC. Mediterraneum CT. E gent.le Sig.ra Angela; 
  • Giovanni Oteri - Past Pres. Club Messina e gent. Signora Maria;
  • La Sig.ra Angela Augliera con il Ns. caro amico Antonio.

Il cerimoniere da la parola al Presidente Alioto, che ringraziati gli intervenuti, riepiloga alcune fra le iniziative e i Service svolti dal Club, soffermandosi sul “Project ELIMINATE” recentemente svolto ottenendo l’ambito riconoscimento di “MODEL CLUB” avendo versato $ 15.000 al Kiwanis-Unicef, insieme impegnati ad eliminare il Tetano materno e prenatale nel mondo.

Alioto nel delucidare gli impegni dell’anno invita il Past Ltg. Cosimo Inferrera che presenta la recente costituzione della associazione per la macroregione “MMCO” sostenuta dal Club di Milazzo per un futuro migliore dei giovani della Sicilia, con la sponsorizzazione del primo convegno in data 7 Aprile nell’aula magna dell’Università di Messina, sede dell’associazione. Con l’occasione, Inferrera a nome del Dr. Rosario Fodale consegna la targa del Premio ORIONE, per la fattiva collaborazione del club.

Roberto Picciolo, quale padrino, presenta il nuovo socio: il Dr. Giuseppe Giorgianni, esperto di informatica, operante in società sparse in tutto il territorio nazionale e la gentile signora Silvia Di Falco, famosa soprano, purtroppo assenti per un precedente impegno. Ha poi presentato l’avv. Mariella Sottile, rappresentante nazionale dei giovani avvocati.

Chiama poi il socio Bartolo Capone, che presenta la Dr.ssa Maria Grazia Nastasi, nota professionista che opera all’ospedale di Milazzo quale oculista; alla quale la segretaria Melania, consegna il distintivo ed il guidoncino del club.

Alioto ringrazia poi il maestro Antonello Piccione, orafo della città e conosciuto come l’artigiano dei Papi per i lavori fatti agli stessi, che ha voluto donare per una raccolta fondi, un collier dalla particolare chiusura raffigurante lo scarabeo del castello di Milazzo.

Conclude Alioto con particolari elogi al fondatore GF. Muscianisi, che dalla costituzione ad oggi si è speso con impegno e particolare entusiasmo a favore del Club. Ha poi voluto sottolineare il suo sentirsi quasi fondatore sia per la lunga militanza che per l’attaccamento al club dimostrato negli anni.

Prende la parola il Past Presidente della Federazione Europea Nicola Russo, che con Gianfilippo Muscianisi rappresentano i due Past Pres. Europei del Distretto Italia, ai quali si aggiungerà l’attuale Presidente Piero Grasso, oggi non presente per particolari impegni, portando i saluti dello stesso Grasso e del Vice presidente Internazionale Daniel Vigneron, entrambi particolarmente vicini al KC Milazzo. Poi continua ricordando la sua esperienza durante la presidenza di Muscianisi, a cui dà il merito di essere riuscito a salvare la Federazione Europea, destinata ad essere soppressa per volontà e scelta del Kiwanis International.

Conclude gli interventi il Ltg. della Div. Sicilia 1: G.ppe Lazzaro, che porta i saluti del Governatore Cristaldi ed elenca i Service che vedono il Distretto e la Divisione fortemente impegnati in un susseguirsi di eventi di qualità.

Il cerimoniere, dopo l’intervento del presidente Alioto invita i Past Presidenti del Club per un intervento sul Club di Milazzo che oggi compie il XXXX anniversario della consegna della Charter.

-E’ la volta di Domenico Orlando, che legge i sei Principi Kiwaniani, che devono essere alla base del credo di ogni socio del Kiwanis e si sofferma commentando sulla difficolta di portare detti principi in un mondo cosi privo di valori marali.

-Segue il Past Gaetano Mammana, che vuole evidenziare il senso di amicizia che ha caratterizzato il rapporto con gli amici di Milazzo sin dal suo ingresso nel club, che a sua insaputa gli hanno voluto assegnare l’incarico di LTG. Eletto della Divisione Sicilia 1 per l’anno 2018/2019. Grato dell’onore e della fiducia accordata, dichiara che si impegnerà al meglio per dare merito alla fiducia ed amicizia accordata. 

Picciolo chiama per il suo intervento il Presidente Fondatore Muscianisi, che ringrazia ed evidenzia come il club sin dal suo nascere (1978) ha sempre dato prova di impegno su temi importanti. Ricorda alcune tappe del club di Milazzo, che si è impegnato e battuto per far si che le donne potessero entrare quali titolari nel Kiwanis, con la poi conferma della Convention del 1987 di Washinton che ha approvato l’ingresso della donna come socia nel Kiwanis. Successivamente anche la Suprema Corte degli Stati Uniti d’America ne estendeva l’obbligo a tutti gli altri club service. Continua poi ricordando la tournèe teatrale svoltasi nei teatri di Capo d’Orlando, Milazzo, Messina organizzata assieme al club padrino nel 1979, a scopi benefici, creando un Service con l’Unicef, con un gagliardetto rappresentante l’immagine di una donna con un bimbo in braccio, anche questa volta il club è stato lungimirante poiché nel 1998 alla Convention di Montreal viene adottato il Motto Internazionale “Serving The Children Of The Word”, istituzionalizzando l’impegno verso i bambini dal Kiwanis Internazionale. Evidenzia poi il merito dei soci di Milazzo che, sempre con entusiasmo e sacrificio, si sono impegnati a dare vita alla commedia brillante “Intimo per Donna”, rappresentata al Teatro Trifiletti a fine anno. I soci diventano “attori” con lo stesso entusiasmo in favore del Kiwanis e Unicef; destinando il 50% dell’incasso al Service Europeo, “Happy Child”, in favore dei bambini orfani, ai quali assicurare sopravvivenza e istruzione per un futuro migliore.

La manifestazione si conclude con l'esibizione di Antonio Augliera, con il consueto augurio canoro agli amici del club; seguito dal Soprano Sig.ra Antonella Trifiro, accompagnata dal Pianista Francesco Italiano, che intrattiene piacevolmente con brani di musica lirica e di colonne sonore.

Subito dopo il Presidente conclude la serata con il colpo di Campana invitando tutti nel salone a vetri per la consueta conviviale.

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Domenico Orlando - G.ppe Lazzaro - Totò Alioto - Gianfilippo Muscianisi - Nicolò Russo - Gaetano Mammana.

CURRICULUM Antonella Trifirò

Antonella Trifirò – soprano di Pace del Mela inizia gli studi di canto con la prof. Marisa

Pintus diplomandosi nel 2002 presso il conservatorio “A. Corelli” di Messina. Ottiene ottimi risultati in importanti concorsi di canto (Bari, Alcamo, Barcellona, Sulmona).

Ha seguito, inoltre, importanti corsi di perfezionamento con docenti di grande rilevanza internazionale (Raina Kabaivanska, Nazareno Antinori, Salvatore Fisichella). L’intensa attività concertistica l’ha vista protagonista in Italia (Roma, Parma, Livorno e Loreto) e all’Estero (Slovenia, Croazia, Serbia, Ungheria Germania Spagna e Inghilterra).

Ha debuttato, in particolare, nel ruolo di Violetta in La Traviata, di cui una realizzata al Teatro “V. Emanuele” di Messina e l’altra allestita nel Teatro della città di Amberg (Germania) con l’orchestra e coro stabili “Silesian” del teatro di Opava sotto la direzione del M° Lubomir Mikeska.

Ha ricoperto, inoltre, il ruolo di Micaela in Carmen e Mimì in Bohème durante alcuni concerti diretti dal maestro Janos Acs in occasione di una crociera transoceanica da Venezia a Miami.

Attualmente, all’attività concertistica affianca un’intensa attività didattica e di perfezionamento con il celebre tenore Salvatore Fisichella.

Curriculum Francesco Italiano

Ha iniziato a 7 anni lo studio del pianoforte con il M° S. Calafato proseguendoli fino al diploma con il M° L. Calafato. Ha partecipato a diversi concorsi (1° al Concorso Nazionale Città di Messina e 2° al Concorso Città di Barcellona) e concerti sia come solista che in formazioni da camera con ottimi riscontri di pubblico e critica. Ha frequentato corsi di perfezionamento in Francia ed in Italia. Svolge inoltre varie attività di intrattenimento musicale.

Curriculum Gianfranco Cernuto

Cantante solista dagli anni 70 agli anni 2000 del complesso “ I PROTOTIPI” di Milazzo, gruppo con esperienze di manifestazione di feste di piazza, cenoni di San Silvestro Matrimoni e serate danzanti in tutta la Sicilia. Da diversi anni fa parte del coro lirico “ BUTTERFLY” come voce baritonale.

Curriculum Antonio Augliera.

Innanzi tutto vorrei ringraziarlo a nome di tutto il Kiwanis Club di Milazzo, per l’amicizia e l’affetto che ormai ci lega da anni con la costante presenza ad ogni nostra iniziativa. 

Ha iniziato a 3-4 anni a cantare per diletto e da tre anni partecipa a concorsi di canto, è presente su trasmissioni nazionali quali “Ti lascio una canzone” ed “ io canto”.

E’ uno dei 12 nuovi autori selezionati per la realizzazione del CD prodotto dalla RTL in collaborazione con la produzione di "io Canto" con l’inedito “Figli di questo Vento”.

Antonio già Grande tenore a 13 anni;  

 

Auguri

Apr 24, 2025

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Santa Pasqua 2018

I MIGLIORI AUGURI

- di M. C. -

Domanda da presentare entro le ore 12 del 18 aprile. Trentacinquemila euro il compenso complessivo, comprensivo di eventuali spese, per l’intero periodo di durata dell’incarico. Requisito principale per potersi candidare quello di aver diretto almeno tre Stagioni in teatri di almeno 250 posti. Tra gli obblighi, quello di realizzare tre laboratori di arti sceniche, di formulare il nuovo cartellone entro il 15 luglio e di presentare un budget esecutivo in ogni dettaglio (dalla logistica ai cachet).

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Sergio Maifredi

Il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto ha indetto procedura di acquisizione di disponibilità per l’individuazione del nuovo Direttore artistico del “Mandanici”. Sul “tavolo” un biennio di successi che hanno conquistato spettatori e reputazione al Teatro della città del Longano, con la Stagione in corso che si avvia all’ennesimo sold out con l’opera lirica (“Il Barbiere di Siviglia”, 14 aprile) e alla messinscena del terzo spettacolo di produzione (“Il canto di Nessuno”, 5 maggio) dopo i due che hanno rispettivamente concluso la Stagione scorsa e aperto quella di quest’anno (“Un canto mediterraneo”, replicato nei teatri antichi di Taormina e di Catania, e “Le parole volano”), entrambi realizzati in collaborazione con TaoArte e con finanziamenti della Regione Siciliana.

Il Direttore artistico svolgerà il proprio incarico in stretto raccordo con lo staff appositamente costituito presso l’ufficio di Gabinetto del Comune, e denominato Ufficio Teatro “Placido Mandanici”, per il necessario coordinamento delle attività. La comparazione dei curricula verrà effettuata da una Commissione interna all'ente, composta dal Segretario comunale che la presiede e da tre elementi scelti dallo stesso Segretario all'interno dell'Ufficio Teatro. L'esito della selezione verrà reso noto mediante pubblicazione dei risultati all'Albo Pretorio e sul sito internet del Comune. L’Amministrazione comunale non è in alcun modo vincolata a procedere all’affidamento dell’incarico; qualora intenda procedere prenderà in considerazione l’esito della selezione e valutazione previste dall’avviso (anche in presenza di una sola domanda purché valida) e comunque si riserva di non procedere al conferimento dell’incarico in tutti i casi di insussistenza delle condizioni di affidamento o per il venir meno dei presupposti indispensabili per l’attivazione del contratto.

L’incarico verrà svolto in via non esclusiva; pertanto il Direttore artistico incaricato potrà attivare rapporti di collaborazione artistica con altri teatri, strutture ed organismi pubblici e privati purché non vi sia conflittualità con le attività promosse dal Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Qualora ulteriori attività interessino il “Teatro Mandanici”, queste devono essere svolte, comunque, senza nessun ulteriore aggravio per l'Ente.

Il compenso annuo è sensibilmente inferiore rispetto al passato, in considerazione delle difficoltà finanziarie dell'ente e del fatto che per le prime due stagioni sul Direttore artistico gravava il peso di avviare e lanciare il teatro.

Bando e domanda sono disponibili all’Ufficio “Teatro Mandanici” del Comune e pubblicati al link: http://88.41.51.242/gesdelidet/dadabik_4.2/program_files/index.php?table_name=atti&function=details&where_field=idatto&where_value=70265. Per maggiori informazioni è possibile contattare i seguenti numeri di telefono: 090 9790362-368-246-249.

- di Marcello Crinò - 

Venerdì 30 marzo 2018 si è rinnovata a Barcellona Pozzo di Gotto la doppia processione delle “Varette” del Venerdì Santo, che per le sue peculiarità è stata iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia (Gazzetta Ufficiale della Sicilia del 9 maggio 2014, pp. 38- 44). I modi di formazione della città (due nuclei originariamente separati dal torrente Longano) hanno fatto sì che a Barcellona, caso unico, si sviluppassero due processioni con ben ventisei “varette”, costituite da sculture ispirate a opere d’arte rinascimentali, manieriste e barocche.

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La processione di Pozzo di Gotto, risalente al 1621, seppur in forma ridottissima rispetto all’attuale, con il solo Ecce Homo, si è formata nella via Risorgimento, di fronte la chiesa di Gesù e Maria, dove è custodito l’Ecce Homo e l’Urna col Cristo morto ed è proseguita fino al Duomo di Santa Maria Assunta, disponendosi in due file nelle strade che circondano il Duomo. Da qui si è snodata lungo la via Garibaldi, raccogliendo durante il percorso altre due “varette” custodite nella chiesa delle Anime del Purgatorio. Le origini di questa manifestazione hanno chiari riferimenti alla tradizione spagnola; addobbate con fiori e luci, spesso solo con candele, hanno mantenuto nel tempo le caratteristiche iniziali.

I gruppi statuari sono sfilati secondo questo ordine: Ultima cena (rifatta nel 1863 da Carmelo Vanni; il Cristo è stato rifatto nel Novecento), Cristo nell’orto (1864, opera di Carmelo Vanni), Cristo alla colonna (restaurata nel 1864 da Carmelo Vanni), Ecce Homo (1621; rifatto nella seconda metà dell’Ottocento), Cristo porta la croce (1864), Incontro con le pie donne (1950), Cristo caduto sotto la croce (1911, autore Giuseppe Fiorello; l’opera fu premiata a Roma), Cristo spogliato dalle vesti (1980), Crocefisso (XVII secolo; sostituito nel 1865 con l’opera di Giuseppe Rossitto), Pietà (1921), I simboli della Passione (1981), Urna col Cristo morto (XVII secolo; rifatta nel 1895), Addolorata (1658 circa; sostituita nel 1875 con un’opera di Michele Grangeri). L’Urna col Cristo morto è accompagnata dai “Giudei”, in realtà soldati romani caratterizzati da un elmo sormontato da penne di pavone, che sin dal periodo paleocristiano era il simbolo della consacrazione della Chiesa, e le cui carni erano ritenute incorruttibili e pertanto simbolo della Resurrezione. Un simbolismo ormai dimenticato ma ben chiaro a chi per primo li fece realizzare. La processione si è conclusa con il baldacchino e il sacerdote recante la reliquia della Croce, custodita in un ostensorio, e la Banda musicale.

Le “varette” di Barcellona sono partite dalla chiesa di San Giovanni dove si erano radunate anche quelle provenienti da altre chiese e magazzini. L’origine di questa seconda processione, che presenta caratteri di maggiore sfarzo rispetto all’altra, con addobbi floreali molto ricchi, risale probabilmente alla metà del Settecento (con il Crocefisso e l’Addolorata, del 1754), cioè quando la chiesa di San Giovanni fu ingrandita acquisendo l’assetto architettonico attuale, ma si è consolidata nel 1871, tanto che alcuni studiosi ritengono che questa sia la vera data di origine.

I gruppi scultorei si sono mossi in quest’ordine: Ultima cena (Ottocento; rifacimenti di Matteo Trovato, scultore barcellonese vissuto dal 1870 al 1949), Cristo nell'orto (Ottocento; restaurata nel 1976), Cristo alla colonna (Ottocento; rifatta da Matteo Trovato), Ecce Homo (Ottocento; rifatta da Matteo Trovato), Cristo porta la croce (Ottocento; rifatta da Matteo Trovato), Caduta di Cristo (Ottocento; Cristo è stato rifatto da Matteo Trovato), Crocefisso (1754; rifatto nel secondo Ottocento; figure aggiunte nel 1977 dallo scultore Giuseppe Emma), Discesa dalla croce (1948, opera di Pietro Indino da Lecce), Pietà (1948, opera di Pietro Indino), Cristo portato al sepolcro (1948, opera di Pietro Indino), Urna col Cristo morto (secondo Ottocento, rifacimento dell’Urna nel 1929 ad opera di Salvatore Crinò; il Cristo è di Matteo Trovato), Addolorata (1754), ed infine la Banda Musicale.

Quest’anno, e per la seconda volta, nella processione è mancata la “varetta” del Pretorio di Pilato (1981, opera dello studio d’arte di Pietro Indino). Lo scorso anno, durante la ricognizione attuata per tempo nel magazzino dov’è custodita, era stata trovata rosicchiata dai topi. Per il suo restauro occorrono circa ventimila euro, soldi che nessuno può sborsare. La richiesta avanzata ogni anno dai patrocinatori delle “varette” di un maggiore interessamento da parte delle Istituzioni competenti per la valorizzazione e il restauro dei gruppi statuari non ha mai avuto esito positivo. Inoltre quest’anno le due Bande Musicali non hanno avuto neanche il consueto modesto contributo da parte dell’Amministrazione Comunale, ma sono state comunque disponibili a suonare gratuitamente per non sminuire la manifestazione.

Anche a Barcellona l’Urna del Cristo morto è accompagnata dai “Giudei”, senza le penne di pavone ma con un semplice elmo con pennacchio. A conclusione il baldacchino col sacerdote recante la reliquia della Croce e la banda musicale. Dal 2016 viene portata in processione anche una copia della Sacra Sindone, appartenente alla parrocchia di San Giovanni.

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Le due processioni, accompagnate dalla “Visilla”, un canto polivocale basato sul testo della Vexilla Regis del poeta latino Venanzio Fortunato, nella serata si sono incontrate sulla copertura del torrente Longano, percorrendola da nord verso sud quelle di Barcellona, e in senso inverso quelle di Pozzo di Gotto. Durante l’incontro le due processioni si sono fermate e i gruppi statuari ruotati di novanta gradi, secondo un’usanza iniziata nel 2010. L’incontro delle due processioni del Venerdì Santo sulla copertura del torrente Longano risale al 1968, artefice Don Rodolfo Di Mauro, direttore dell’Oratorio Salesiano di Barcellona dal 1961 al 1968. Quest’anno, esattamente il 16 maggio, il sacerdote, originario di Militello (Catania), compirà cento anni, e per l’occasione il direttore dell’Oratorio Salesiano cittadino Don Luigi Perrelli e il professore Francesco Lanzellotti hanno chiesto al Comune il conferimento della cittadinanza onoraria per Don Di Mauro. Lanzellotti è autore di un libro su Don Rodolfo Di Mauro e la rinascita dell’Oratorio negli anni Sessanta. Il cinquantesimo anniversario dell’incontro sulla copertura del Longano avrebbe meritato una maggiore attenzione, che invece sembra diminuire di anno in anno.

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Per realizzare le due processioni, molto sentite dai Barcellonesi e dai Pozzogottesi, è necessario un grande lavoro organizzativo. Ogni “varetta” è infatti patrocinata da una famiglia, spesso sono i discendenti di quelli che l’hanno fatta realizzare, oppure da una confraternita o da un gruppo di artigiani o commercianti, che provvedono a tutto, dalla custodia all’addobbo floreale, al trasporto, al restauro, all’illuminazione ed alla cena finale. A conclusione della serata a tutti coloro che partecipano al trasporto della “vara” ed al canto della “visilla” viene offerta una cena a base di pescestocco “a gghiotta” innaffiato da buon vino.

Come ogni anno si ripropone il problema della custodia dei gruppi statuari in un luogo adatto con la creazione di un “Museo delle varette”. Alcune sono custodite nelle chiese, ma altre, soprattutto le più grandi, sono custodite in magazzini, in condizioni non ottimali per la loro conservazione. A Pozzo di Gotto stanno in un piccolo magazzino, dove filtra acqua dal tetto, collocate una dopo l’altra, senza possibilità di poterle ben controllare durante l’anno. A Barcellona alcune si trovano in un grande magazzino degli inizi del Novecento, adibito a garage, in via La Marmora.

Qualcuno ha proposto che questo luogo possa diventare il luogo del “Museo delle varette”. E’ un locale molto grande e in posizione centrale. Sarebbe l’ambiente ideale perché rappresenterebbe la “memoria storica” della custodia delle “varette” nei magazzini, naturalmente solo per quelle che non stanno in chiesa. Si dovrebbe anche realizzare un apparato iconografico con tutti i gruppi statuari, corredato da schede storiche. Non sembra trovare molto consenso tra i “patrocinatori” delle “varette” la proposta avanzata lo scorso anno dall’Amministrazione Comunale di realizzare il Museo nei locali opportunamente trasformati dell’ex mercato ortofrutticolo di Nasari.

Il giorno precedente, Giovedì Santo, nelle chiese erano stati allestiti i cosiddetti “Sepolcri”, definiti dalla Chiesa “Altari della Reposizione”, dove sono presenti vasi con germogli di grano o cereali coltivati al buio per perpetuare, secondo una lettura “laica”, il culto greco arcaico dei Giardini di Adone, legati al mito della rinascita primaverile. A tal proposito in un passo nel Ramo d’oro di James G. Frazer (Glasgow 1854 – Cambridge 1941), uno dei fondatori della moderna antropologia, si può leggere: «I giardini di Adone vengono ancora seminati a primavera e in estate, in Sicilia; possiamo quindi dedurne che forse la Sicilia, come la Siria, celebrasse anticamente una festa del dio morto e risorto. All’approssimarsi della Pasqua, le donne siciliane seminano frumento, lenticchie e miglio dentro vassoi che conservano al buio, annaffiandoli ogni due giorni. Ben presto spuntano le piantine, che vengono legate con nastri rossi. I vassoi sono poi collocati sui sepolcri, allestiti nelle chiese greche e cattoliche il Venerdì Santo; proprio come i giardini di Adone erano collocati sulla tomba del dio defunto. L’usanza non si limita alla Sicilia ma è seguita anche a Cosenza, in Calabria, e forse in altre località. L’intera tradizione – i sepolcri e i vassoi con le piantine germogliate – potrebbe non essere altro che una sopravvivenza del culto di Adone, sotto diverso nome.»

Bibliografia:

A. Saya Barresi, Un caso di “Pietas” collettiva, Quaderni de “lo studente”, Palermo, 1985;

C. Biondo, Chiese di Barcellona Pozzo di Gotto, Grafiche Scuderi, Messina, 1986;

James G. Frazer, Il ramo d’oro, Newton Compton Editori, 2014 (cfr. pp. 392-393);

G. Trapani, A. Italiano, A. Il Grande, Le varette di Barcellona Pozzo di Gotto, Giambra Editori, Terme Vigliatore, 2015.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Roma. In una nota Galleria del centro la premiazione il 31 marzo ore 18.30 .Primo premio Pace e Spiritualita'  dell' Accademia Euromediterranea delle arti a Shlyakhtina Oleksandra con l opera fotografica dal titolo "Il sorriso della vita"

Modella: Germana Sergio

Make-up artist: Santoro Stefania

Hair artist: Oksana Kulagina

Foto inserita  nel progetto "Sono bella così".

La fotografa presenziera' a Roma all' evento.

                      - La redazione -

Lo scorso 28 Marzo si è svolto al Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca un interessante convegno organizzato da organizzazioni studentesche sia di scuola che dell’Università supportato dal dipartimento politiche giovanili di Cambiamo Messina dal Basso e dalla Federazione Lavoratori della Comunicazione della C.G.I.L..

Si è discusso, in particolare con testimonianze degli stessi studenti come loro vedono oggi la scuola e come la vorrebbero cambiare. Il gruppo di relatori era di tutto rispetto con la presenza dell’assessore alla Pubblica Istruzione Federico Alagna, della sua collaboratrice con delega alle politiche scolastiche Professoressa Alessandra Minniti, il Professore Alessandro Grussu insegnante delle superiori, Piero Patti della F.L.C. C.G.I.L.. L’introduzione a cura dello studente Damiano Di Giovanni che ha moderato l’incontro rilevando che non sempre gli insegnanti valorizzano chi magari è in difficoltà di apprendimento e avrebbe bisogno di maggiore aiuto, e criticando l’alternanza scuola-lavoro che non sempre valorizza lo studente che si presta per brevi periodi ad una attività lavorativa tra le varie, senza usufruire di assicurazione.

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L’Unione degli Studenti interviene subito dopo con la coordinatrice provinciale la studentessa Stroscio che manifesta la sua approvazione per la presenza di tantigiovani che hanno voglia di partecipare e dire la loro. “L’Unione degli Studenti-            esordisce – è un Sindacato presente in tutta Italia e porta avanti delle battaglie sulla scuola. Ma cosa vorremmo dalla scuola? Questa è nata come luogo dove glistudenti imparano ma non imparano passivamente, ma a vivere, perché la conoscenzaforma l’uomo. Quindi cosa manca? Intanto la Sicilia è una regione con un altissimotasso di dispersione scolastica dovuto soprattutto alla mancanza di una legge regionalesul diritto allo studio che tuteli gli studenti mettendoli in condizioni economiche di poter frequentare normalmente. Purtroppo ci sono scuole di serie A e di serie B.

E certe volte sento che ragazzi che provengono da famiglie non benestanti devono frequentare istituti tecnici più adatti a loro. Questo non dovrebbe esistere perché si sentono costretti a frequentare un percorso di studi che non vogliono. Poi i trasporti: molti ragazzi che provengono dalla periferia e si devono spostare in centro devono pagare determinate somme e con gli abbonamenti pagati dovrebbero essere rimborsati dalla scuola stessa. Poi i libri. Ogni anno pagano in media 500 euro di testi, e non tutti se lo possono permettere. Basterebbe avere gli stessi libri in ogni scuola e studiare dagli stessi testi. Gli studenti, inoltre, hanno bisogno di luoghi dove confrontarsi e parlare e da lì nascerebbero progetti da portare avanti. E’ fondamentale potersi esprimere.

Per non parlare, poi, che durante le lezioni il più delle volte c’è un apprendimento passivo, nel senso che i docenti espongono gli argomenti e i ragazzi passivamente apprendono quelle poche nozioni. E dopo c’è chi prende nove e chi prende quattro.

E ti sentirai sempre come un numero. Questo è il limite più grande della scuola: ridurti ad un numero. E quando prendi un quattro automaticamente pensi di non potercela fare e allora bisogna mettere in condizione lo studente di alzare l’apprendimento.

Bisognerebbe incoraggiare i ragazzi a dare di più. Il confronto tra docente e studente non deve essere passivo. Non ci mettono in condizione di credere in noi stessi. La scuola deve far crescere la persona facendogli capire che quello che in quel momento non capisce lo deve superare. Deve essere uno scambio attivo. Gli studenti insegnano molto ai docenti, fanno capire la parità della persona, i limiti e le capacità.

In conclusione sarebbe meglio non limitarsi solo ad un voto, e tracciare un percorso personale e soprattutto ricordiamoci che la crescita, la formazione, non avviene solo a scuola. Ad esempio in questo momento di confronto, ci stiamo formando molto di più che in un’ora e mezza a scuola”.

 

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                                   L’intervento del sindacalista della C.G.I.L.

Piero Patti del coordinamento provinciale della F.L.C. C.G.I.L. egli stesso docente, esordisce parlando degli insegnanti come “l’ultimo baluardo della democrazia in Italia, perché con le ultime leggi sulla scuola, dalla “Gelmini” dove Berlusconi ha tagliato circa 10 miliardi di euro alla scuola, fino ai governi Renzi e Gentiloni che hanno emanato la legge cosiddetta sulla “Buona scuola”.

Una legge calata dall’alto contro la libertà di insegnamento e contro una idea di scuola che va contro i principi della costituzione. Cambiando la scuola e dando un criterio verticistico con il dirigente che comanda, cambia la società. E qual è il modello di società che vogliamo? Il ruolo dell’insegnante non è fondamentale solo per la formazione del ragazzo ma anche del futuro cittadino. La valutazione ci sta ma per migliorare non per falsificare. Se uno studente ha difficoltà di apprendimento bisogna metterlo in condizione di raggiungere livelli minimi di apprendimento sanciti dalla nostra costituzione che recita così agli articoli 33 e 34: “la scuola è aperta a tutti, gli incapaci e i meritevoli anche privi di mezzi hanno diritto di raggiungere il livello più alto degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto allo studio con borse di studio, assegna alle famiglie provvidenze che devono essere attribuite per concorso”. Per quanto riguarda la legge regionale sul diritto allo studio, già nel 2012 assieme alla Rete degli Studenti Medi raccogliemmo delle firme affinchè il governo siciliano approvasse una legge regionale. Sono passati sei anni ma nulla di fatto. Ma perché chiediamo questa legge? Per tutelare i trasporti, i costi dei libri, le tasse.

In realtà la scuola pubblica non è gratuita. Alternanza scuola-lavoro. Siamo stati gli unici a chiedere la sua abrogazione, per non mandare i ragazzi allo sbaraglio. Non hanno assicurazione. L’unica assicurazione è quella da scuola al posto di lavoro. Ma se voi partite da casa con il motorino, ad esempio, o con la macchina con i genitori, e vi fate male, non siete assicurati. Naturalmente quando lo studente va in alternanza scuola-lavoro viene paragonato ad un lavoratore. Sbagliando. E poi sono ore tolte alla didattica, non sono ore in più. E poi la dispersione. In Sicilia in dieci anni abbiamo perso 80.000 alunni a partire dalla materna fino alle superiori. Questo vuol dire che si spopolano le scuole, si svuotano le università, i finanziamenti si danno solo alle università prestigiose del nord. Questo significa diritto allo studio. Uno studente che si iscrive in Sicilia costa di più rispetto ad una università a Bologna o a Pisa, perché lì ci sono le agevolazioni. A Palermo si paga ben 1.300 euro di tasse universitarie. Una legge regionale sul diritto allo studio, quindi, è prioritaria per evitare che le nostre università si spopolano a favore delle università del nord”.

 

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                               L’intervento finale dell’assessore Alagna

Il suo intervento focalizza l’importanza di questo incontro, ritrovandosi nei presenti , ricordando il suo passato di rappresentante d’istituto. I problemi nelle scuole sono tante, “e la questione reale è il diritto allo studio. L’istruzione deve essere pubblica, ed è fondamentale un investimento reale. C’è un questione meridionale in questo campo, il sud rimane penalizzato a favore del nord. Il modo in cui si è impostato negli ultimi anni il mondo della scuola dal punto di vista legislativo fa schifo. Tutto questo poi ha delle ricadute a livello locale, come quando ad esempio mi trovo ad affrontare il problema di plessi che cadono a pezzi, o garantire la mensa, o costruire nuovi edifici perché quelli che ci sono non vanno più bene, allora mi pongo la questione che dobbiamo andare oltre. Perché bisogna investire. Sull’alternanza scuola-lavoro vi racconto un episodio che riguarda l’arena “Cicciò” sul tetto del Palacultura. Non avendo risorse, mi viene incontro una scuola della città dove gli studenti si prestavano a sistemarla con lavori di muratura. A questa proposta ho detto no convintamente e profondamente. Una operazione che aveva un costo, ma non economico ma che devo quantificare in sociale, politico ed etico. Sugli spazi aggregativi, l’amministrazione comunale sta lanciando il progetto “scuole aperte”, al territorio, con piccole biblioteche di quartiere, in modo che si realizzi una reale sinergia tra scuole e esterno. Il mio modo di condurre l’assessorato si basa sul criterio dell’antisistema nel sistema, e nel mio ufficio al Palacultura ho scritto una frase che mi ha detto una ragazza di Barcellona di Spagna con la quale abbiamo avviato una interlocuzione anche come movimento politico, che recita così: “siamo entrati qua dentro per cambiare le istituzioni e non ci possiamo permettere che le istituzioni cambiano noi”. Ho voluto mettere questa frase perché credo sia il senso del mio impegno e di tutte quelle persone che si vogliono impegnare in questa nuova avventura elettorale. Questo deve essere l’approccio per portare avanti il nostro lavoro come persone delle istituzioni”.

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