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La Redazione

MESSINA (18 apr) - Al via la macchina organizzativa per premiare le eccellenze sanitarie dell’area metropolitana di Messina con un sistema di selezione aperto alla cittadinanza che potrà segnalare i medici più meritevoli, cui seguiranno nomination, un televoto e un grande evento finale al Palacultura: sarà presentata domattina (martedì 19 aprile) la II edizione della “Festa del Medico”, un’iniziativa che vede protagonista l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Messina con il coinvolgimento delle realtà ospedaliere pubbliche e private del territorio, alla luce del successo della prima Festa del Medico nel 2019 (poi interrotta causa covid). Appuntamento alle ore 9,30 nell’auditorium “G. Martino” della sede dell’Ordine, in via Bergamo n. 47: ad illustrare i dettagli del regolamento e lanciare la prima fase del concorso saranno il presidente Giacomo Caudo e il coordinatore della Giuria, il consigliere segretario Salvatore Rotondo.

Di Giuseppe Messina

   Possiamo dire che, nel comprensorio barcellonese, le iniziative culturali non mancano e non poche di un certo livello di positività.

   Attualmente intendiamo menzionarne due: una, “Oltre la Croce”, inaugurata il 10 u. s. che si concluderà il 24 aprile p. v., a Castroreale nell’ampio locale del “Ristorante al Duomo”, adibito anche alle mostre d’arte, promossa dall’associazione Culturale FilicusArte, presieduta dalla professoressa Caterina Barresi, che ha sede a Milazzo, ma con iscritti di quasi tutto il comprensorio e l’altra, “Il risveglio delle emozioni”, inaugurata il 13 u, s, e sarà fruibile fino al 23 aprile prossimo, al “Villino Liberty” di Barcellona Pozzo di Gotto, organizzata dall’associazione “Ars Vivendi” presieduta da Vito Natoli.

LOCANDINA MOSSTRA A CASTROREALE

   Nella mostra di Castroreale sono esposti i lavori di Rina Bono, Caterina Barresi, Anna La Rosa, Elisa La Rosa, Andreana Salvadore, Carmen Curcuruto, Mimmo Cirino, Edoardo Marchetti, Angela Impalà, Franco Conte, Angelo Gloria, Vita Pollino, Giuseppe Messina e Vincenzo Occello. Tutte le opere sono ispirate dalla Passione di Cristo che ciascun autore ha espresso secondo le proprie concezioni, fantasia e la propria maestria, comunque una rassegna di opere tutte degne di nota e di lode

LOCANDINA DELLA MOSTRA ARS VIVENDI

   La mostra di Barcellona Pozzo di Gotto vede esposte le opere di Giuseppina Leggio, che, oltre ai dipinti, ha esposto delle sculture in pietra, Vito Natoli e Maria Torre. Questa, presentata esaurientemente dall’arch. Giovanni Pantano, possiamo affermare, un’altra rassegna di opere ben costruite, ricche di effetti coloristici che manifestano la fervida fantasia degli autori.

FOTO CON MARIA VITO E GIUSEPPINA

   In coda a quest’ultimo evento c’è da aggiungere una nota dolente che riguarda la professoressa Maria Torre la quale ha subito il furto di una sua opera. Come lei stessa, ironicamente ha dichiarato “Il furto è avvenuto durante il trasbordo dei quadri dalla macchina. Li ho appoggiati dietro il cancello del Villino e nelle scale, però, evidentemente, intanto che mi adoperavo, andando e tornando per portare dentro i quadri, qualcuno, passando ha visto il dipinto a portata di mano, già bello e incorniciato e in un batter d'occhio si è fatto il regalo di Pasqua. Io stessa non ho notato la mancanza del quadro se non quando dovevo appenderlo. E' ovvio che non è colpa di nessuno, se non del ladro. Chiusa parentesi. Non è stata mica trafugata la gioconda?!!!”

DIPINTO DI MARIA TORRE

   D’accordo, non è stata trafugata la “Gioconda”, ma resta il fatto che un mascalzone si è appropriato colpevolmente dell’opera di un’artista che aveva profuso il suo operato, il suo impegno per dare corpo ad una idea, ad un sogno, ad un desiderio. Un atto indegno di un individuo che potrebbe ancora rimediare restituendo il mal tolto, anche anonimamente. Chiunque esso sia, il ladro, deve capire che del quadro rubato non ne potrà fare uso dal momento che esiste la foto che tanti hanno visto per cui è facile riconoscere l’opera di Maria Torre. L’atto di chi ha rubato il quadro non è servito ad altro se non a rendere meschino il ladro stesso che non lo potrà vendere né appenderlo nella propria abitazione poiché prima o poi potrà essere notato da qualcuno. Ecco perché gli conviene restituirlo all’artista oppure facendolo recapitare direttamente al “Villino Liberty” di via Roma a Barcellona Pozzo di Gotto.

  

AUGURI

Nov 23, 2024

DA TUTTI I COMPONENTI L'ASSOCIAZIONE CULTURALE MESSINAWEB .EU

- di Marcello Crinò -

Dopo due anni di fermo dovuto al Covid, quest’anno si è svolta nuovamente la doppia processione del Venerdì Santo di Barcellona e di Pozzo di Gotto. Nel tardo pomeriggio di venerdì 15 aprile 2022, dalla chiesa di San Giovanni Battista a Barcellona e dal Duomo di Santa Maria Assunta di Pozzo di Gotto, si sono formati i due cortei processionali snodatisi per alcune ore nella città del Longano secondo il consueto itinerario, saltando solo l’incontro e la lunga fermata sulla copertura del Torrente Longano.

Purtroppo nella processione di Barcellona è mancata una “varetta”, quella di grande dimensione del Cristo portato al sepolcro, del 1948, custodita in un magazzino, perché presenta diversi problemi. In particolare l’intera struttura in legno e ferro che sostiene i gruppi statuari ha delle parti sconnesse, che assieme alle quattro ruote non gommate ne hanno sconsigliato il movimento. Inoltre i gruppi statuari hanno bisogno di essere restaurati soprattutto nel colore.

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Naturalmente resta aperto l’annoso problema del “museo delle varette”, o comunque un luogo dignitoso dove custodire e rendere fruibili durante tutto l’anno i gruppi statuari non esposti nelle chiese ma depositati in magazzini privati spesso assolutamente inadatti ad ospitarli.

La conferma che i riti processionali del Venerdì Santo in provincia di Messina quest’anno si potevano realizzare è giunta il 4 aprile. La Prefettura ha dato l’autorizzazione seppur con delle prescrizioni. Il 7 sera, dopo una lunga riunione nella chiesa di San Francesco di Paola tra Istituzioni e patrocinatori delle varette, è stata data la conferma che le due processioni si sarebbero svolte, seppur con delle limitazioni e nel rispetto delle regole Covid.

La doppia processione delle “Varette” del Venerdì Santo, per le sue peculiarità, è stata iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia (approvazione del 20 ottobre 2008; Gazzetta Ufficiale della Sicilia del 9 maggio 2014, pp. 38-44). I modi di formazione della città (due nuclei originariamente separati dal torrente Longano) hanno fatto sì che a Barcellona, caso unico, si sviluppassero due processioni con ben ventisei “varette”, costituite da sculture ispirate a opere d’arte rinascimentali, manieriste e barocche.

La processione di Pozzo di Gotto, risalente al 1621, seppur in forma ridottissima rispetto all’attuale, forse con il solo Ecce Homo, si è formata nella via Risorgimento, di fronte la chiesa di Gesù e Maria, dove sono custodite le varette dell’Ecce Homo e dell’Urna col Cristo morto ed è proseguita fino al Duomo di Santa Maria Assunta, disponendosi in due file nelle strade che circondano il Duomo. Da qui si è snodata lungo la via Garibaldi, raccogliendo durante il percorso altre due “varette” custodite nella chiesa delle Anime del Purgatorio. Le origini di questa manifestazione hanno chiari riferimenti alla tradizione spagnola; addobbate con fiori e luci, spesso solo con candele, hanno mantenuto nel tempo le caratteristiche iniziali.

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I gruppi statuari sono sfilati secondo questo ordine: Ultima cena (rifatta nel 1863 da Carmelo Vanni; il Cristo è stato rifatto nel Novecento), Cristo nell’orto (1864, opera di Carmelo Vanni), Cristo alla colonna (restaurato nel 1864 da Carmelo Vanni), Ecce Homo (1621; rifatto nella seconda metà dell’Ottocento), Cristo porta la croce (1864), Incontro con le pie donne (1950), Cristo caduto sotto la croce (1900, autore Giuseppe Fiorello; l’opera fu premiata a Roma nel 1911 e poi acquistata per la processione), Cristo spogliato dalle vesti (1970 circa), Crocefisso (XVII secolo; sostituito nel 1865 con l’opera di Giuseppe Rossitto), Pietà (1921), I simboli della Passione (1968, l’angelo è del 1970 dello scultore Giuseppe Emma di S. Cataldo), Urna col Cristo morto (XVII secolo; rifatta nel 1895), Addolorata (1658 circa; sostituita nel 1875 con un’opera di Michele Gangeri). L’Urna col Cristo morto è accompagnata dai “Giudei”, in realtà soldati romani caratterizzati da un elmo sormontato da penne di pavone, che sin dal periodo paleocristiano era il simbolo della consacrazione della Chiesa, e le cui carni erano ritenute incorruttibili e pertanto simbolo della Resurrezione. Un simbolismo ormai dimenticato ma ben chiaro a chi per primo li fece realizzare. La processione si conclude con il baldacchino e il sacerdote recante la reliquia della Croce, custodita in un ostensorio, e la Banda musicale.

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La processione di Barcellona si è formata presso la chiesa di San Giovanni dove si sono radunate anche le “varette” provenienti da altre chiese e magazzini. L’origine di questa seconda processione, che presenta caratteri di maggiore sfarzo rispetto all’altra, con addobbi floreali più ricchi, risale probabilmente alla metà del Settecento (con il Crocefisso e l’Addolorata, del 1754), cioè quando la chiesa di San Giovanni fu ingrandita acquisendo l’assetto architettonico attuale, ma si è consolidata nel 1871, tanto che alcuni studiosi ritengono che questa sia la vera data di origine.

I gruppi scultorei si sono mossi in quest’ordine: Ultima cena (Ottocento; rifacimenti di Matteo Trovato, scultore barcellonese vissuto dal 1870 al 1949), Cristo nell'orto degli ulivi (Ottocento, Matteo Trovato; restaurata da Giuseppe Emma nel 1976), Cristo alla colonna (Ottocento; rifatta da Matteo Trovato), Ecce Homo (Ottocento; rifatta da Matteo Trovato nel 1921), Cristo porta la croce (Ottocento; rifatta da Matteo Trovato nel 1911), Caduta di Cristo (Ottocento; Cristo è stato rifatto da Matteo Trovato nel 1933; restauro di Pietro Indino 1977 (Pietro Indino, Lecce 1912-1992)), Crocefisso (1754; rifatto nel secondo Ottocento; figure aggiunte nel 1977 dallo scultore Giuseppe Emma), Discesa dalla croce (1948, opera di Pietro Indino), Pietà (1948, opera della Ditta Longo). A questo punto doveva esserci la “varetta” mancante, quella del Cristo portato al sepolcro (realizzata nel 1948, opera di Pietro Indino; secondo altre fonti opera del leccese Giuseppe Manzo, 1849-1942). E’ seguita l’Urna col Cristo morto (secondo Ottocento, rifacimento dell’Urna nel 1929 ad opera di Salvatore Crinò; il Cristo è di Matteo Trovato), l’Addolorata (1754), ed infine la Banda musicale.

Dal 2017 nella processione manca la “varetta” del Pretorio di Pilato (1980 o 1981, opera dello studio d’arte di Pietro Indino). Durante la ricognizione attuata per tempo nel magazzino dov’è custodita, fu trovata rosicchiata dai topi. La richiesta avanzata ogni anno dai patrocinatori delle “varette” di un maggiore interessamento da parte delle Istituzioni competenti per la valorizzazione e il restauro dei gruppi statuari non ha mai avuto esito positivo.

Anche a Barcellona l’Urna del Cristo morto è accompagnata dai “Giudei”, senza le penne di pavone ma con un semplice elmo con pennacchio. A conclusione della processione si colloca il baldacchino con il sacerdote recante la reliquia della Croce e la Banda musicale. Dal 2016 viene portata in processione anche una copia della Sacra Sindone, appartenente alla parrocchia di San Giovanni.

Le due processioni sono state accompagnate dalla “Visilla”, un canto polivocale basato sul testo della Vexilla Regis del poeta latino Venanzio Fortunato.

Per realizzare l’evento, molto sentito dai Barcellonesi e dai Pozzogottesi, è necessario un grande lavoro organizzativo. Ogni “varetta” è patrocinata da una famiglia, spesso sono i discendenti di coloro che l’hanno fatta realizzare, oppure da una confraternita o da un gruppo di artigiani o commercianti, che provvedono a tutto, dalla custodia all’addobbo floreale, al trasporto, al restauro, all’illuminazione ed alla cena finale. Infatti a conclusione della serata a tutti coloro che hanno partecipato al trasporto della “varetta” ed al canto della “Visilla” viene offerta una cena a base di pescestocco “a gghiotta” innaffiato da buon vino.

Il Giovedì Santo nelle chiese vengono allestiti i cosiddetti “Sepolcri”, definiti dalla Chiesa “Altari della Reposizione”, dove sono presenti vasi con germogli di grano o cereali coltivati al buio per perpetuare, secondo una lettura “laica”, il culto greco arcaico dei Giardini di Adone, legati al mito della rinascita primaverile. A tal proposito in un passo nel Ramo d’oro di James G. Frazer (Glasgow 1854 – Cambridge 1941), uno dei fondatori della moderna antropologia, si può leggere: «I giardini di Adone vengono ancora seminati a primavera e in estate, in Sicilia; possiamo quindi dedurne che forse la Sicilia, come la Siria, celebrasse anticamente una festa del dio morto e risorto. All’approssimarsi della Pasqua, le donne siciliane seminano frumento, lenticchie e miglio dentro vassoi che conservano al buio, annaffiandoli ogni due giorni. Ben presto spuntano le piantine, che vengono legate con nastri rossi. I vassoi sono poi collocati sui sepolcri, allestiti nelle chiese greche e cattoliche il Venerdì Santo; proprio come i giardini di Adone erano collocati sulla tomba del dio defunto. L’usanza non si limita alla Sicilia ma è seguita anche a Cosenza, in Calabria, e forse in altre località. L’intera tradizione – i sepolcri e i vassoi con le piantine germogliate – potrebbe non essere altro che una sopravvivenza del culto di Adone, sotto diverso nome

15 aprile 2022

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Siracusa, 13 aprile 2022 - La Rete museale degli Iblei alla conquista di Londra. L’ente del terzo settore gestore dell'Ecomuseo degli Iblei ha partecipato infatti al Sicily Fest London, appuntamento dedicato alle eccellenze enogastronomiche e culturali della nostra Isola. E l’ha fatto con “Isolani per caso”, società di servizi turistici che, nell’area dedicata all’Experience, ha rappresentato e promosso la Sicilia più autentica da vivere attraverso la scoperta di usi, costumi e tradizioni.

Al Sicily Fest, a rappresentare la Rete museale degli Iblei, è andata Cetty Bruno. “Partecipare al Sicily Fest London - spiegano Paolino Uccello Cetty Bruno, rispettivamente presidente e direttrice della Rete museale degli Iblei - ha significato far conoscere a un pubblico sempre più vasto il complesso sistema delle risorse naturali, culturali e paesaggistiche del territorio siracusano per cui opera il nostro Ecomuseo degli Iblei. Una forma-museo che coinvolge nei processi di valorizzazione tutti i vari settori sociali, collaborando a stretto contatto con le amministrazioni pubbliche, al fine di varare specifiche azioni promozionali in cui canalizzare i flussi turistici che, con i pulmini turistici del Progetto Trip Sicilia, prossimamente da Siracusa e Noto, verranno a scoprire dalla costa all'entroterra, la vera identità culturale Iblea”.

Paolino Uccello e Cetty Bruno concludono: “Il momento che viviamo si profila favorevole per la promozione territoriale e coincide con un potenziamento della fruizione di tutti i siti inseriti nelle escursioni. Il processo di crescita è dovuto ad un insieme di realtà associative pubblico-privato che, raggruppate, diventano forze produttive, dinamiche e positive che credono in un solo valore: spendere le proprie capacità e competenze per obiettivi comuni. Così nasce, da un’idea dell’Agenzia di sviluppo degli Iblei, il progetto della Rete museale, un ente del terzo settore con più di trenta soci, e il servizio di trasporto turistico del territorio ibleo, considerato dai responsabili di tutti gli info-point provinciali la vera rivoluzione per l’innovazione dei servizi al turismo, mai decollati”.

- di M.C. -

Dal 31 gennaio al 9 aprile nelle sale del Villino Liberty Foti-Arcodaci si sono susseguiti sette appuntamenti sotto il nome di MUT, Museo Urbano Temporaneo, preludio a quello che potrebbe diventare un Museo Urbano definitivo della città di Barcellona Pozzo di Gotto. Dodici tra associazioni e Comuni hanno aderito al progetto lanciato dal Network delle Associazioni culturali barcellonesi presieduto da Bernardo Dell’Aglio in collaborazione con il Comune di Barcellona, nella fattispecie nella figura dell’Assessore alla Cultura Viviana Dottore, che con il Sindaco Pinuccio Calabrò ha appoggiato sin da subito questa iniziativa.

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«Il MUT, in un momento storico e sociale particolare, - si legge in un comunicato diffuso sulla pagina social del Museo - ha visto la partecipazione di tanti cittadini, di tanti amici, grazie ad associazioni culturali, amministratori dei nostri borghi, parrocchie o musei che hanno organizzato i loro momenti settimanali: così la cultura del “fumetto” con Mario Benenati; i Musei con Nino Abbate, Vera e Salvatore Pietrini; Andrea Cristelli con la sua Galleria Progetto Città; la settimana dedicata alla vecchia “Trabisonda” e alla Portosalvo di oggi; il Museo Didattico della Foscolo con la dirigente Prof. Olivieri, Enzo Napoli e Maria Russo; la “settimana partecipata” della Genius Loci con Laura Bonaceto, Marcello Crinò, Massimo Sindoni, Maria Sottile, Pierangelo Giambra e l'arch. Giovanni Pantano. I "primi" 40 anni dell’Accademia musicale, ancora in atto, del Presidente Felice Mancuso. Bene. Il MUT può diventare con l’aiuto di tutti e dei nostri amministratori di oggi e di domani un Museo della Città, può diventare un riferimento culturale, un riferimento ed un info-point di prima accoglienza turistica, un luogo dove poter “raccontare” Barcellona e Pozzo di Gotto ai nostri studenti, non solo con pannelli e mostre, ma anche con le voci ed i volti dei suoi protagonisti di ieri e di oggi. Un luogo dover poter “narrare” una città attraverso la bellezza del suo territorio, la ricchezza della sua storia e il talento dei personaggi, che l’hanno resa importante, i suoi beni culturali, l’arte, l’archeologia, i lasciti “basiliani”. Ed ancora il suo teatro locale, le proprie tradizioni, gli artisti, i ricordi, le storie, i suoni della “vexilla regis” e delle sue vare. Il MUT è un Museo della Città che “deve diventare un museo permanente”, vivo, frequentato, interattivo e multisensoriale, dove il cittadino e lo studente sarà informato, coinvolto, interessato al “bene comune”: da tutelare, custodire e tramandare. Un luogo formativo per promuovere iniziative, visite guidate e maturità civile. Un luogo dove poter incontrare ed abbracciare ed apprezzare il “valore delle persone”.»

Martedì 12 aprile 2022, nel Foyer del Teatro Mandanici, l’assessore Viviana Dottore ha voluto ringraziare tutti i partecipanti all’iniziativa, consegnando ai dodici soggetti protagonisti del MUT una targa con una frase di J. G. Fichte: “Essere liberi è niente… diventare liberi è il cielo.”

La targa è stata dunque consegnata ai rappresentati di: Associazione Fumettomania, Galleria Progetto Città, Museo Epicentro, Museo Jalari, Museo Cassata, Associazione culturale Genius Loci, Museo Didattico Istituto Foscolo, Parrocchia San Giovanni Paolo II Portosalvo, Comune di Castroreale, Comune di Montalbano, Comune di Novara di Sicilia, Accademia Musicale Nino Pino Balotta.

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Altresì anche la Genius Loci ha voluto consegnare una pergamena con la storia del Villino Liberty, riportante un acquerello di Fabio Balotta. La consegna è stata curata da due giovani componenti dell’associazione, Valentina Maiorana e Laura Alessandra Bonaceto e dall’attrice Nina Mazza. Le pergamene sono state conferite a: Pinuccio Calabrò (Sindaco); Viviana Dottore (Assessore alla Cultura di Barcellona); Patrizia Donato (sequenza fotografica contro la guerra esposta al Villino Liberty); Fabio Balotta (schizzi e acquerelli del Villino Liberty); Sebastiano De Francesco (donazione al Comune di un busto realizzato da Turillo Sindoni); Mario Benenati (Fumettomania Factory); Andrea Cristelli, Vera Pietrini, Nino Abbate, Ferdinando Grosso (Musei Epicentro, Jalari, Cassata, Galleria Progetto Città); Simone Cardullo, Ada Di Paola, Nina Mazza, Cosimo Santangelo, Nino Trapani, Giuseppe Pollicina, Maria Sottile, Giovanni Pantano, Pierangelo Giambra (Associazione Culturale Genius Loci); Enzo Napoli, Maria Russo, Felicia Maria Oliveri (Museo Didattico Istituto Foscolo), Vincenzo Otera, Dominique Trifirò, Francesco Conti (Parrocchia San Giovanni Paolo II Portosalvo); Salvatore Bartolotta, Mariella Sclafani, Salvatore Buemi, Antonio Fiorentino, Carmelo Mobilia (Borghi Siciliani: Castroreale, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia); Felice Mancuso, Gino Trapani (Accademia musicale Nino Pino Balotta).

L’assessore Viviana Dottore ha inoltre consegnato una targa ricordo a Bernardo Dell’Aglio per ricordare la sorella Rosita, scomparsa da poco. Rosita era stata socio fondatore della Genius Loci ed era molto impegnata nel campo della cultura, del sociale e della salvaguardia dell’ambiente.

Le premiazioni sono state intercalate da momenti musicali curati da Pietro Molino (tastiera) e Serena Perdichizzi (voce), e Giuseppe De Pasquale (chitarra) e Hanna Chasnouskaya (violoncello).

In conclusione di serata l’assessore Dottore ha annunciato che il busto in bronzo, opera dello scultore Turillo Sindoni, donato al Comune dal dottor Sebastiano De Francesco, attualmente esposto al Villino Liberty, sarà collocato prossimamente nel Municipio. Ha comunicato inoltre che il Comune chiederà alla Provincia di Messina, proprietaria del Villino, una modifica alla clausola che limita il carattere di temporaneità delle mostre, in modo da poter operare più agevolmente per la realizzazione del Museo della città.

13 aprile 2022

TAORMINA FILM FEST 2022 

- di Maria Teresa Prestigiacomo - 

Regista, scrittrice, sceneggiatrice, drammaturga,

nominata all’Oscar nel 2006, guiderà la giuria del concorso

Roma, 12 Aprile 2022 - Sarà Cristina Comencini a presiedere la giuria del concorso della 68ma edizione del Taormina Film Fest che assegnerà i Cariddi d’Oro alle opere prime e seconde in selezione ufficiale. Regista, scrittrice, sceneggiatrice, drammaturga, nominata all’Oscar nel 2006 per il miglior film straniero con “La bestia nel cuore”, Comencini è una delle artiste più versatili e poliedriche dell’attuale panorama cinematografico.

“Ho accettato con gioia di presiedere la giuria del Taormina Film Fest” – commenta  Comencini – “Mai come in questo periodo vanno secondo me incoraggiati i nuovi talenti del cinema, al di là e contro ogni pregiudizio sulla fine dello spettacolo collettivo, della sala. Dentro i cinema aperti, il pubblico vedrà dei nuovi registi che trasformeranno, come è sempre successo, il modo di guardare e pensare il mondo. Conoscere e premiare opere prime e seconde è un viatico per il cinema che verrà”.

Dichiarano i Direttori Artistici Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia: “Cristina Comencini è simbolo di esperienza, eclettismo ed eleganza. Da Presidente di Giuria porterà al 68° Taormina Film Fest quella gentilezza registica già ben visibile nell'esordio “Zoo” del 1988. Figlia d'arte senza l'affanno di doverlo dimostrare, scrittrice di successo, autrice teatrale, intellettuale impegnata a favore della parità di genere, ha attraversato trent’anni di storia del cinema italiano affrontando diversi generi quali commedia popolare, dramma familiare e adattamento di best-seller. Cristina Comencini sarà la Presidente perfetta per un'edizione del Taormina Film Fest che vogliamo a sua immagine e somiglianza: raffinata e accessibile”.

Laureata in Economia e Commercio con Federico Caffè, lavora come giornalista economica e contemporaneamente si dedica alla scrittura e al racconto. Ed è inseguendo la passione per la letteratura che arriva inesorabilmente al cinema come co-sceneggiatrice de “Il matrimonio di Caterina” nel 1982 cui segue, due anni dopo, la collaborazione con Suso Cecchi D’Amico per la sceneggiatura di “Cuore”, grande successo tv del padre Luigi.  

L’esordio alla regia nel 1988 con il film “Zoo”, Globo d’Oro come migliore opera prima,  segna l’avvio di una carriera costellata di riconoscimenti con due Nastri d’Argento (“Il più bel giorno della mia vita” e “Latin Lover”), 3 Globi d’Oro (“Zoo”, “La fine è nota”, “Il più bel giorno della mia vita”) fino alla nomination all’Oscar per “La bestia nel cuore”, pluripremiato con una Coppa Volpi a Giovanna Mezzogiorno, un David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Ciak d’Oro ad Angela Finocchiaro, nonché il Premio Ennio Morricone per il miglior compositore delle musiche a Franco Piersanti proprio al Taormina Film Fest nel 2006.

è autrice di dodici romanzi, con cui raccoglierà numerosi premi letterari, e di testi teatrali: uno per tutti “Due partite”, spettacolo di grande successo che diventerà un film diretto da Enzo Monteleone.

Comencini alterna la regia all’impegno per le donne e alla scrittura, fil rouge di un percorso umano e professionale in cui tout se tient: scrive romanzi e film, trasforma in cinema best-seller come “Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro con cui Virna Lisi riceve un Nastro d’Argento e un Globo d’Oro, oltre a una nomination al David di Donatello. Un’artista che sa raccontare storie con uno sguardo autentico e con una raffinata sensibilità, implacabile nell’esplorare la complessità dell’universo femminile, la grammatica delle relazioni, i cortocircuiti delle dinamiche familiari.  

Produzione e Partners

Prodotto e organizzato da Videobank Spa nell’ambito di un mandato triennale - su concessione della Fondazione Taormina Arte Sicilia e con il patrocinio dell’Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo della Regione Sicilia, della Sicilia Film Commission, del Comune di Taormina, del MiC e in collaborazione con il Parco Archeologico Naxos Taormina - il Festival accenderà i riflettori del Teatro Antico sul grande cinema dal 26 Giugno al 2 Luglio 2022.

Taormina - "È prevista, per venerdì, alle 8 del mattino, la riapertura della funivia che collega il centro storico alla baia di Mazzarò". Ad annunciarlo è il presidente di Asm, Alfio Auteri, che agisce in stretta collaborazione con i componenti del cda della principale azienda cittadina, Stefano Loria e Mario Smiroldo. "Si sono conclusi i lavori di manutenzione straordinaria dell'impianto - prosegue Auteri - i tecnici hanno lavorato in questi giorni allo scopo di avviare il servizio proprio nel periodo pasquale dove si attende un buon movimento di presenze alberghiere. La funivia, dunque, riparte in piena sicurezza grazie a quanti hanno collaborato alla realizzazione dell'intervento". A sovrintendere le opere è stato il direttore generale di Asm, Nunzio Priolo. "Abbiamo effettuato - ha spiegato, infine, il direttore di esercizio della funivia, Sergio Sottile - l'esame "magneto induttivo" alla fune di sostegno delle cabine. È stata realizzata, inoltre, la manutenzione alle rulliere, la sostituzione della fune tenditrice e delle gomme alle pulegge". Un intervento questo da quasi 100mila euro che garantisce il ritorno al normale andirivieni dei "grappoli" della funivia di Taormina, che al momento rimarrà aperta ogni giorno fino alle ore 20.

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