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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Taormina, 31 agosto 2017 – Dopo il successo del Gala con  esibizioni  alla grande di Casolla e  Millo ed altri  cantanti lirici, oggi circa 200 artisti su un palco trasformato in set cinematografico. Sarà una messinscena faraonica e innovativa quella dell’Aida di Giuseppe Verdi, in programma stasera alle 21.30, al Teatro Antico di Taormina,  per l’ultimo spettacolo di Mythos Opera Festival. Rispetto dell’autore e dei luoghi il diktat del regista, Enrico Stinchelli, che spiega: “Per la prima volta a Taormina andrà in scena l’organico previsto e richiesto da Verdi per l’Aida, ovvero un’orchestra di 80 elementi, a cui se ne aggiungono 80 del coro e poi, ancora, 30 comparse, solisti e corpo di ballo: per un totale di oltre 200 persone di grande spessore artistico”.

Affiancato dall’aiuto regista Massimo Tuccitto, Stinchelli può infatti contare su alcuni dei più prestigiosi cantanti del panorama lirico internazionale. A partire dal soprano Giovanna Casolla, veterana e grande dominatrice della scena nel ruolo di Amneris e del baritono Giuseppe Garra - scelto da Franco Zeffirelli per l’Aida che fece il giro del mondo - che interpreta Amonasro. Nel cast anche altri grandi artisti come il soprano Sofia Mitropoulos (Aida), il tenore Roberto Cresca (Radames), i bassi Alessandro Avona ed Elia Todisco, ovvero il gran sacerdote Ramfis e il re, il tenore Antonio Pannunzio (messaggero) e il soprano Debora Marguglio (sacerdotessa). In scena ci sarà inoltre l’Orchestra filarmonica della Calabria diretta da Filippo Arlia - considerato dalla critica internazionale uno dei più brillanti e versatili musicisti italiani della sua generazione - e il Coro lirico siciliano. Le coreografie sono firmate da Alessandra Scalambrino, mentre i costumi sono quelli storici della celebre Fondazione Cerratelli (premio Oscar per i costumi di Romeo e Giulietta) presieduta ad honorem da Franco Zeffirelli.

“E per la prima volta a Taormina - ancora il regista Stinchelli – il palco non sarà invaso da scene mobili e da colonne egizie, obelischi e sfingi che si mescolano a leoni, statue romane e geroglifici fasulli in un bazar di souvenir egizi di cattivo gusto. Il palco sarà al contrario trasformato in un’oasi vera e propria, con sabbia, sassi, piante ed elementi che ci riportano a un autentico clima egizio, nel pieno rispetto del teatro antico che si integra perfettamente col giardino pensile. Una sorta di set cinematografico, insomma, con al centro un enorme idolo di oltre 5 metri del Dio Horus, l’unico venerato continuamente dall’era predinastica a quella romana”. Sul palco, parte integrante della scenografia, ci sarà anche un’opera d’arte di inestimabile valore, ovvero una statua del maestro Giuseppe Mazzullo concessa dalla Fondazione Mazzullo. 

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Sabato 2 settembre alle ore 19 al Castello; conduce il vicesindaco Angela Siracusa  

La rassegna è promossa dall’Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo.

Sottolinea l’Assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo:“L'obiettivo è allargare il parco letterario

 siciliano all'intero arcipelago che circonda l'isola madre, incrementado il segmento del turismo culturale”

Anthony Barbagallo assessore regionale al Turismo

Lo hanno paragonato a Giovannino Guareschi, Mario Soldati, Piero Chiara. Ma il suo riferimento – ci tiene a dirlo – è semmai Giovanni Arpino. Certo le sue pagine sono percorse da un inedito virtuosismo narrativo che la critica letteraria ha definito “puro piacere”. Parliamo di Andrea Vitali, lo scrittore comasco che il 2 settembre, a Pantelleria, animerà il secondo appuntamento del ciclo itinerante programmato da Taobuk nelle Isole Minori. Un altro grande autore italiano è dunque chiamato a bissare lo straordinario successo riscosso, appena due settimane fa, da Alessia Gazzola nel primo incontro organizzato a Salina.

«La bussola del nostro viaggio punta ora a Sud, al Mare di Sicilia, sui cui si staglia l’isola dei giardini panteschi e dei dammusi, pronta ad ospitare una rassegna che si pone tra le eccellenze culturali, grazie a progetti e nomi di altissima caratura, come appunto Vitali e la Gazzola». Lo sottolinea l'Assessore regionale Anthony Barbagallo, da due anni alla testa dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo, che promuove e sostiene la manifestazione. «L’obiettivo è allargare il parco letterario siciliano all’arcipelago che circonda l’isola madre, spingendoci dalle Eoline tirreniche fino a Pantelleria, avamposto d’Africa. Vogliamo così esaltare l’insularità come condizione privilegiata della civiltà mediterranea, per incrementare il segmento del turismo culturale» ribadisce l’assessore Barbagallo.

L’appuntamento con Andrea Vitali, è fissato per le ore 19 nel rinascimentale Castello Barbacane, con la sua pianta quadrangolare, la corte interna e la torre pure quadrata. L’incontro, inserirò nella ricca e variegata "Notte bianca", è realizzato in collaborazione con il Comune e con “Preziosa Pantelleria”, comitato promotore per l’arte, la cultura e il territorio, guidato con proficuo impegno dalla presidente Vita Angela Accardi, del vicepresidente Roberto La Rocca e della co-vicepresidente Rosalia Silvia.

A portare il saluto della città interverrà il sindaco Salvatore Gino Gabriele, mentre ad introdurre la serata sarà Antonella Ferrara, presidente ed ideatrice Taobuk, il festival letterario di Taormina che nel giro di un anno ha imposto la sua formula vincente in varie tappe con protagonisti che non hanno certo bisogno di presentazioni, come Luis Sepúlveda a Catania, Tahar Ben Jelloun a Palermo, Isabel Allende, di recente nel capoluogo etneo.

A Pantelleria sarà a volta di Andrea Vitali, che ha fatto levitare le schiere dei lettori con i suoi romanzi ambientati nella nativa Bollano, luogo della memoria e non-luogo di un microcosmo che assurge a dimensione universale. Lo confermano le atmosfere raccontate in L'ombra di Marinetti (Premio Piero Chiara), Una finestra vistalago (Premio Grinzane Cavour e Premio Gioffrè), La figlia del Podestà (Premio Bancarella).

Vitali dialogherà con Angela Siragusa, intellettuale colta e sensibile. vicesindaco della città. La conversazione verterà in particolare sul romanzo “A cantare fu il cane”, titolo che mette in campo esplicitamente un amico a quattro zampe, ossia (citiamo dal testo) il “bastardino di casa Panicarli, della cui esistenza nessuno aveva avvisato il carabiniere Virgola. Sbucato da chissà dove, e abbaiando come se avesse ereditato i toni di tutte le razze che s’erano incrociate prima di arrivare a lui, in un battibaleno gli aveva addentato la gamba sinistra del pantalone, strappandola con una ferocia ringhiante e poi sputandola per riprendere ad abbaiare come un ossesso, e aggirandolo per attaccarsi alla gamba destra”.

La quiete della notte tra il 16 e il 17 luglio 1937 viene difatti turbata a Bellano da un grido di donna, Emerita Diachini in Panicarli, che urla «Al ladro! Al ladro!» perché ha visto un’ombra sospetta muoversi tra i muri di via Manzoni. E in effetti un balordo viene poi rocambolescamente acciuffato dalla guardia notturna Romeo Giudici. È Serafino Caiazzi, noto alle cronache del paese per altri piccoli reati finiti in niente soprattutto per le sue incapacità criminali. Chiaro che il ladro è lui, chi altri? Ma al maresciallo Maccadò servono prove, mica bastano le voci di contrada e la fama scalcinata del presunto reo. Ergo, scattano le indagini. Prima cosa, interrogare l’Emerita. Già, una parola, perché la donna spesso non risponde al suono del campanello di casa, mentre invece è molto attivo il suo cane, un bastardino ringhioso e aggressivo che si attacca ai polpacci di qualunque estraneo. E il Maccadò, dei cani, ha una fifa barbina.
A cantare fu il cane ci offre una delle storie più riuscite di Andrea Vitali. I misteri e le tresche di paese, gli affanni dei carabinieri e le voci che si diffondono incontrollate e senza posa, come le onde del lago, inebriate e golose di ogni curiosità, come quella della principessa eritrea Omosupe, illusionista ed escapologa, principale attrazione del circo Astra per le sue performance, ma soprattutto per il suo ombelico scandalosamente messo in mostra. E per la quale, così si dice, ha perso la testa un giovanotto scomparso da casa…

Queste poche pennellate ci portano già dentro l’universo lacustre e indaginoso di Vitali, che dice di sé: “Ho sempre scritto. Da ragazzo volevo fare il giornalista, fu mio padre a spingermi a studiare medicina. Benedico quel no, oggi sarei un mediocre giornalista”. Un no, aggiungiamo, che ha regalato a milioni di lettori uno dei più importanti narratori degli ultimi decenni» 

- di M.C. -

Dario Lombardo di Messina, 27 anni, subentra a Paolo Cutroni nel gruppo di giovani talenti che hanno “conquistato” lo stage nell’assistenza alla regia di Sergio Maifredi, direttore artistico del Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto, per la realizzazione dello spettacolo d’apertura della nuova Stagione: “Le parole volano. Festa della lettura pubblica” con Tullio Solenghi, Massimo Wertmuller, Roberto Alinghieri e Rosario Lisma in cartellone il 23 settembre alle ore 21 nel Parco della Villa Primo Levi.

Allievo dell’Actorgym di Vincenzo Tripodo, Dario è stato in scena più volte. Tra le sue aspirazione principali però c’è anche la scrittura (ha frequentato corsi, come quello di “Terremoti di carta”, e partecipato a concorsi, come “La giara”). Laureato in Scienze politiche, è in corso per la specialistica in Relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo. La “disdetta” di Cutroni - che ha dovuto rinunciare perché è stato modificato il calendario di riprese di un set cinematografico nel quale è impegnato  -  gli offre oggi una opportunità.

“La scelta di candidarmi – dice Dario – nasce dalla mia volontà di ricerca di un ruolo nel quale io possa rispecchiarmi appieno. Accolgo con entusiasmo la proposta del Teatro Mandanici che rappresenta allo stesso tempo un’occasione di formazione e un campo sul quale mettermi in gioco. Mi aspetto che, a conclusione di questo stage, io possa avere sviluppato un ‘occhio critico’ e attento alla realizzazione di uno spettacolo”.

Dario Lombardo si aggiunge quindi a Veronica Giambò e Martina Genovese, entrambe di 23 anni e di Barcellona Pozzo di Gotto, Graziano Molino (26 anni), anch’egli della città del Longano, e Fabio Pirrotta (25 anni, di Furnari). L’appuntamento per l’avvio ufficiale dell’esperienza di stage è per mercoledì 6 settembre alle ore 19 quando il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto, Roberto Materia, il dirigente dell’Ufficio Teatro, Lucio Catania, segretario generale del Comune, e il direttore artistico Sergio Maifredi accoglieranno i cinque giovani talenti nel foyer del “Mandanici” per la firma della convenzione.

 

MESSINA, 30 AGO – L’associazione universitaria Artu organizza, sabato 2 settembre alle 10.30 nella sala della Consulta della Camera di Commercio di Messina, un convegno dal tema "Etica politica e voto di scambio”. Ai lavori parteciperà il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone. Relazioneranno, Giovanni Fiandaca, ordinario di Diritto penale all’Università di Palermo e garante dei diritti del detenuto e monsignor Cesare Di Pietro, vicario generale dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela. 

Modera il giornalista della 'Gazzetta del Sud' Antonio Siracusano. Introducono il dibattito Alessandro Arena, segretario associazione Artu e Simone Giuliano, consigliere al dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina.

Il convegno prende spunto dalla recente riforma del delitto di scambio elettorale politico-mafioso, operata con la legge n. 103/2017, e mette a confronto esperti di diritto, esponenti della società civile e della politica. “Le problematiche derivanti dal voto di scambio non si risolvono solo tramite l'intervento repressivo dello Stato – osservano Alessandro Arena e Simone Giuliano - ma necessitano di un contrasto proveniente da tutte le componenti sociali”.

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo - 

Taormina, Me.  Un panorama unico incomparabile sulla Baia di Naxos, uno spettacolo che nessun ‘altra terrazza di Taormina  può offrire: si tratta del Belmond Hotel Timeo con Alessandra  Lo Re  addetta alle relazioni Pubbliche, brillante e straordinaria e Alfio Liotta ( fiore all’occhiello del Belmond Grand Hotel Timeo)  a  preparare i supercocktail internazionali come il notissimo Etna Spritz, uno dei migliori cocktail in assoluto, cosi come asserisce il guru del settore: la rivista Condé Nast Traveller che ha dichiarato l Etna Spritz tra gli otto cocktail migliori del mondo!

Alfio Liotta è il barman manager del Belmond Grand Hotel Timeo  e si è piazzato ottimamente,  facendosi apprezzare,  al concorso Baritalia Catania By Bargiornale del 3 aprile 2017, componente del gruppo Cortese. A questo punto,  chiedere la ricetta è d’obbligo: ce la fornirà mai?

 Eccola per il lettori di www.messinaweb.eu, certi fare cosa gradita…anche se sapete bene che ogni barman secondo noi, cela dei piccoli segreti che renderanno il suo cocktail unico ed incomparabile: da provare, per credere, al top, come super Vip,  sentendoci un po’ Sofia Loren , Monica Bellucci o Richard Gere o Raoul Bova,  seduti comodamente in uno dei magici salottini di rattan della meravigliosa terrazza dell’ hotel, affacciata  sulla Baia di Naxos. Tra mare e cielo  poggiando il fianco al Teatro Antico, sottofondo musicale i brani più belli che avranno accompagnato, sicuramente, i momenti più preziosi della vostra vita.

 Eccovi, in tutti i casi, la ricetta:

Etna Spritz Ingredienti

4cl di Campari

4 cl di Rossa Amara liquore all’arancia rossa siciliana

4 cl di Murgo extra Brut Millesimato 2009

splash di soda

Versare nel tumbler basso, decorare con fetta di arancia e scorza di limone.

Il drink  trae ispirazione dal vulcano Etna e ha avuto inizio nel 2014 quando la terrazza letteraria ha iniziato a rinnovare quei fasti perduti di Andrè Gide, Truman Capote, Peyrefitte scrittore e acquerellista che si ritrovavano tra il Timeo e Villa Garbo, a Letoianni,  nella Villa della Divina. 

 - di Giuseppe Messina -

   “Leggere Il Gattopardo” è un pregevole libro di Melo Freni che mi ero perso, (un libro del 2009 edito da Dario Flaccovio, euro 10,00) che ho avuto in dono dall’autore e che non ho potuto fare a meni di leggere senza fare sosta.

   Da ragazzino avevo letto il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e l’ho riletto dopo diversi anni ed ancora una decina di anni fa, ma ogni volta c’è stato qualcosa che mi era sfuggita prima, forse perché non avevo letto niente come “Leggere Il Gattopardo”.

   Con questo libro, Melo Freni ha fatto una straordinaria operazione culturale-didattica che dovrebbe essere presa in seria considerazione dai dirigenti delle scuole medie superiori dal momento che il contenuto di “Leggere il Gattopardo” è d’interesse storico-analitico e psico-sociologico. Sì, senza dubbio, è un libro che dovrebbe essere adottato nelle scuole perché gli studenti abbiano la possibilità di capire la narrazione storica de “Il Gattopardo”.

Con Melo

   Il libro si presenta come una grande lente d’ingrandimento o, addirittura, come un microscopio ed uno stetoscopio tramite cui al lettore è permesso d’immergersi tra le maglie, tra la texture del romanzo di Tomasi di Lampedusa per scoprirne la sostanza, il sapore, l’odore e ascoltarne i palpiti di una storia che riesce ad affascinare, dissetare, sfamare la curiosità del lettore interessato. Ma non basta. Lo scritto di Melo Freni ha la facoltà di risvegliare la rabbia, caso mai si fosse sopita, di chi conosce la storia, i fatti ovvero gli inganni dei “nuovi padroni piemontesi” nei confronti del Sud dell’Italia tradita, violentata, espropriata della libertà in tutte le sue forme e della ricchezza. un tradimento ordito, ahi noi, con la complicità di quelli che si sono manifestati i peggiori nemici della Sicilia e del Sud in generale, cioè la maggior parte dei politici (che nel Parlamento Nazionale avrebbero dovuto lottare per salvaguardare gl’interessi del popolo italiano) a cominciare da quel siciliano macellaio di siciliani che indegnamente andrà ad occupare il posto di primo ministro del regno ovvero Francesco Crispi: un infiltrato tra le fila garibaldine che, probabilmente, fu l’assassino di Rosolino Pilo il quale assieme a quel galantuomo di Giovanni Corrao e lo stesso Crispi avevano preparato lo sbarco dei “Mille” in Sicilia.

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   Il libro “Leggere Il Gattopardo” (che avrebbe potuto avere come titolo “Guida alla lettura de Il Gattopardo” oppure “Il Gattopardo sotto la lente d’ingrandimento” o “Alla scoperta del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa”) a mio avviso rappresenta una importantissima opera letteraria che mette a nudo un capolavoro facendone un accurato esame psico-sociologico dei personaggi, e persino dei paesaggi, degli ambienti e, naturalmente del periodo storico, tanto da suscitare nel lettore la mordente voglia di ritornare a leggere il romanzo esaminato. Si tratta di una pregevole operazione che fa capire come “Il Gattopardo” (ma, per riflesso, anche “I Vicerè” di Federico De Roberto ed “I vecchi e i Giovani” Di Luigi Pirandello) rappresenti l’analisi più ovvia e spietata di un periodo storico in cui fu realizzato il tradimento più sanguinario ai danni del Sud dell’Italia, che non era, come si volle far credere da parte degli occupanti e degli storici ruffiani, rozzo e povero, ma tanto ricco da suscitare la voglia irreprimibile nei reali piemontesi indebitati per spese militari, che mascherarono, pirandellianamente, con l’ amore per un’Italia unificata.

   “Leggere Il Gattopardo” non è semplicemente un libro: Rappresenta un esame autoptico a carne viva da cui ne viene fuori un grave lamento che racchiude un atto d’accusa, non soltanto nei confronti del governo piemontese con a capo lo spietato calcolatore Cavour, ma anche, e soprattutto, nei confronti di quasi tutti i politici Siciliani, e meridionali in generale, che hanno avuto ruoli importanti nei governi nazionali fin dalla cosiddetta unità d’Italia; uomini venduti o incapaci, comunque traditori degli interessi del Sud. Eppure sapevano o avrebbero dovuto sapere cosa aveva scritto Goethe: “Senza la Sicilia non è possibile farsi un’idea dell’Italia. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto”.

   Certamente viene da pensare che, conoscendo i fatti del dopo unità d’Italia, nel trattare l’argomento, sia stato facile per il Lampedusa mettere in bocca al principe Salina “…Chi ci sostituirà saranno gli sciacalletti, le iene”, come non avrebbe potuto omettere di fare dire a qualche suo personaggi e, in questo caso usa il nipote Tancredi, per dire che tutto cambia perché tutto rimanga com’è. C’è da credere che senza queste affermazioni ed altre simili raffinatezze “Il Gattopardo” non avrebbe motivo di esistere o per lo meno non sarebbe il romanzo che è dal momento che perderebbe il suo valore storico e sociologico.

Melo a mezzo busto

   “Il Gattopardo” non è, infatti, un semplice romanzo, ma il racconto di un maledetto dramma; il dramma del Sud di una nazione violata nelle sue aspettative; ed il desiderio di morte del principe Fabrizio di Salina altro non è se non il desiderio di tanti gli intellettuali che intravvedono l’ineludibile nero futuro nel quale si rifiutano di vivere. È questo il motivo per cui il principe si “rifugiava tra le stelle” proprio perché rifiutava la disonestà degli uomini di potere. Così come Tancredi e Crispi dimostreranno: l’uno non aveva risparmiato la famigli e l’altro aveva tradito, oltre gli amici Rosolino Pilo e Giovanni Corra, la Sicilia tutta.

   Il principe Fabrizio era diventato come un essere incorporeo che, conoscendo l’esistente drammaticità sociale, aveva scelto di vivere in un sogno creato da lui medesimo, un mondo che non esisteva ed in questo spazio-tempo si dedicava al corteggiamento della morte ed attendeva che questa giungesse a prenderlo.

- di Gennaro Galdi -

Viagrande, Ct. Un'idea di quattro amiche e si concretizza il pool pink wine party, un incontro trasversale di donne di varie associazioni, sommelier ed associazioni gastronomiche. Focus sui rosati siciliani, cosi' intensi e buoni spesso non ''comunicati'' abbastanza al grande pubblico. Degustaremo vini rosati che dimostrano spesso una longevita' e unastruttura straordinarie.

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L'Etna e il resto della Sicilia sempre protagonista nella produzione di questo vino che e' un'eccellenza nell'ampia versatilita' di abbinamento.
Saranno presenti oltre all' attrice e scrittrice Carmen Longo.

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Il critico d'arte e letterario prof Maria Teresa Prestigiacomo e Barbara Mirabella expo ct Roberta Capizzi  slow food  Catania  Musumeci Giovanna pasticceria Randazzo Davide Merlino lumaca Madonita Alfio Bonina, il fotografo ufficiale che abitualmente  firma le sue  foto professionali per Dissapore ed altri web magazine.

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- di Maria Teresa Prestigiacomo *

Intervistiamo, sul prestigioso Premio ricevuto,  il tenore Filippo Micale.

Sensazioni ed emozioni per questo Premio da voi ricevuto?

 Vogliamo ringraziare  l'esimio Direttore Prof. Daniele Ficola del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo, l'Accademia di Sicilia e il Comune di Palermo per averci insignito il 29 Luglio del  premio Internazionale  "A. Scarlatti" alla carriera. Un altro ringraziamento va a tutti gli accademici  per aver  proposto i nostri nomi per la prestigiosa onorificenza e investitura. Una splendida serata  con splendidi e illustri colleghi : Salvatore Scinaldi,  Salvatore de Giorgi, Alberto Profeta, Teresa Nicoletti, Vincenzo Gervasi, Roberto Gervasi, Rosalia Pizzitola, Fabio Ciulla, Melina Grillo, Federica Faldetta. Particolarmente ringraziamo il Presidente Dott. TONY MAROTTA  e i bravissimi collaboratori DANIELA MAROTTA, MARCO LOMBARDO,  MORENA GIUFFRIDA e il direttore di palcoscenico SABINA D’AMICO e al giornalista SALVATORE FAZIO.'

A Filippo Micale ed a Gonca Dogan felicitazioni vivissime.

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