Login to your account

Username *
Password *
Remember Me
rfodale

rfodale

Si è conclusa al  Viola Palace Hotel**** di Villafranca Tirrena (Me)  la XI°  edizione di Arteincentro 2017, evento finalizzato alla promozione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea,

organizzato anche quest’anno dall’Associazione Culturale “Messinaweb.eu”,  con il patrocinio del  Viola Palace Hotel****.

 Intenso il programma della manifestazione presentata da Patrizia Causarano e Silvana Foti.

Dopo i saluti di Rosario Fodale Presidente dell’Associazione Culturale “Messinaweb.eu” , tra gli  intervenuti all’evento che hanno preso la parola:  il  Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana on.le avv. Giovanni Ardizzone - ospite d'onore e lo scultore, pittore  Giuseppe Messina.

Delicati gli interventi  del  musicista Giorgio Accetta.

  1. La Giuria per la sezione poesia,  presieduta dal prof. Giuseppe Rando, già professore ordinario di Letteratura Italiana presso la Facoltà di Scienze della Formazione e presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (ex Facoltà di Lettere e Filosofia) dell’Università degli Studi di Messina e composta dalla Dott.ssa Silvana Foti, scrittrice e poetessa, e dal Dott. Nunzio Antonino Marotta, poeta.

Ha proceduto all’ assegnazione dei premi a:

Per la poesia in italiano Primo Premio attribuito a:

-         POESIA NR.31 ASCOLTA LO SCORRER DEI VERSI” di COSIMO LATELLA di Messina

Motivazione: POESIA SULLA POESIA: DUNQUE, METAPOESIA. SI APPREZZA, IN ISPECIE, IL TENTATIVO, IN GRAN PARTE RIUSCITO, DI ANDARE OLTRE LA SERIALITÀ DELLE FORME POETICHE USURATE E DI CERTA RETORICA DISCORSIVA, SENZA PERDERSI IN ASTRUSERIE PSEUDO ERMETICHE.

Secondo Premio

-         POESIA NR.10 ARMONIE DI PRIMAVERA” di ANGELO COPIA di Messina

Motivazione:  TEMA TRADIZIONALE, MA TRATTATO CON SENSIBILITÀ NUOVA, AL DI FUORI DI VUOTI  STAMPI ARCADICI, E RESTITUITO ALLE SUGGESTIONI DELLA REALTÀ.

Terzo Premio

-         POESIA NR.12 UN SOLE CHE NON BRUCI MA RISCALDI…” di DOMENICO SERGI di Villafranca Tirrena (Me)

Motivazione:  CANTO LUNGO E PAUSATO DI TAGLIO EPICO-LIRICO, CHE SI SNODA TRA IL RIMPIANTO DI UN PASSATO FELICE, LA DENUNCIA DEL PRESENTE MINACCIATO DAL TERRORISMO E L’AUSPICIO DI UN MONDO MIGLIORE,

-         MENZIONE D’ONORE

  1. POESIA NR.1 1 RIGOPIANO” di AMELIA VALENTINI di Pescara
  2. POESIA NR.9 AMAMI COME SONO” di MELANIA ROSSELLO di Messina.
  3. POESIA NR.8 LA VERTIGINE” di MARISA PROVENZANO di Catanzaro.

Per la poesia in dialetto Primo Premio attribuito a:

-         P O E S I A  N R . 2 A VECCHIA LIVARA“di MARIA MORGANTE PRIVITERA DI Barcellona P.G. (Me)

Motivazione: POEMETTO ARMONICO, DI AMPIO RESPIRO LIRICO, TRAMATO DA SPLENDIDE LOCUZIONI DIALETTALI- MESSINESI -E ATTRAVERSATO DA UN FORTE AFFLATO UMANITARIO

Secondo Premio

-         P O E S I A  N R . 5 COMU LI RRE MAGI” di FRANCESCO MAZZITELLI di Policoro (Mt).

Motivazione: TEMA ANTICHISSIMO, RIGENERATO DALL’USO ACCORTO DELLA TERZINA DANTESCA, OLTRE CHE DALLE ARCANE RISONANZE DEL DIALETTO CALABRESE, E FELICEMENTE ATTUALIZZATO.

Terzo Premio

-         P O E S I A  N R . 1 2 GABBIANI” di PIER PAOLO LA SPINA di Messina.

Motivazione: SIMILITUDINI E METAFORE ZOOMORFE, DEL TUTTO INEDITE, IN VERSI DI ELEGANTE, MUSICALE FATTURA, CON UN FINALE OMAGGIO ALL’AMORE      

-         MENZIONE D’ONORE

  1. POESIA NR.13 CU NA CARIZZA” di LILLO BUSA’ di Messina.
  2. P O E S I A  N R . 1 1 SMARRIMENTU” di MARIA FORESTIERI  di Messina.
  3. POESIA NR. 3 VECCHIA CASA DI SCANUSCIUTO PUETA” di GIUSEPPE CALTABIANO di Messina.

  1. Per la sezione pittura: presieduta dalla prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo, critico d’arte internazionale, con la dott.ssa Melania Rossello, pittrice, poetessa,  e il magnifico maestro pittore Pino Coletta.

Primo Premio attribuito a:

-         O P E R A  N R .14  di STEFANIA BERTUCCIO di Messina

Motivazione: PER LA CAPACITA’ TECNICA NELLA RAPPRESENTAZIONE DINAMICA DEL CORPO UMANO E NELL’ ADOZIONE DELLE NUANCES CROMATICHE FUNZIONALI AL NARRATO PITTORICO.

Secondo Premio

-         O P E R A  N R .24 di MARIO MONDELLO  di Messina

Motivazione:  PER L’ORIGINALITA’ DEL PROFONDO MESSAGGIO E PER L’USO SFUMATO DEL COLORE.

Terzo Premio

-         O P E R A N R . 1 1 di Giuseppa Trapani di Castelvetrano (TP).

Motivazione: PER LA COMPOSIZIONE FIGURATIVA CHE FA USO DI UN LINGUAGGIO TECNICO FUNZIONALE A TRADURRE UN USO APPROPRIATO DEL COLORE.

-         MENZIONE D’ONORE

  1. O P E R A  N R .22 di KATIA AIELLO di Pedara (CT)
  2. O P E R A  N R .10 di ALFREDO GUGLIARA  di Villafranca Tirrena (ME).
  3. O P E R A  N R .12 di GIOVANNA MUSICO’ di Messina.

  1. Per la sezione fotografia: è presieduta dal DOTT. Roberto Pilot, noto gallerista e composta dalla Dott. Giovanni Ferlazzo, fotografo amatoriale  e dal maestro Nello Macri, fotografo professionista.

Primo Premio attribuito a:

-         OPERA NR.1  di  DONATO GAROFALO di Orbassano (TO)

Motivazione: UNO SCATTO ESTREMAMENTE ATTENTO UNA NATURA RECONDITA E SUGGESTIVA CHE NON HA SEGRETI: L’AUTORE  RIESCE A COGLIERNE I MIGLIORI DETTAGLI E A INTERPRETARLA CON POESIA ED INCANTO.

Secondo Premio

-         OPERA NR.9 di CHIARA GIACOLETTO di Orbassano (TO)

Motivazione:  UNO SCATTO SEMPLICE MA, AL TEMPO STESSO ESPRESSIVO. LA SCENA E L’UTILIZZO DEL BIANCO E NERO SEMBRANO VOLER ELIMINARE DALL’INQUADRATURA QUALSIASI ELEMENTO TERZO O SFUMATURA DI COLORE ACCESSORIA PER DIREZIONARE, IN TEMPI RAPIDI, L’ATTENZIONE DEL DESTINATARIO SUL MESSAGGIO CENTRALE

Terzo Premio

-         O P E R A N R . 1 1 di ROCCO PAPANDREA di Messina.

Motivazione: IMMAGINE DI GRANDE SUGGESTIONE E DI NOTEVOLE DIFFICOLTÀ TECNICA, RISOLTA A LIVELLO OTTIMALE. PREGEVOLE LA COSTRUZIONE E L’EQUILIBRIO CROMATICO DEI CONTRASTI. SI APPREZZA IN QUESTO LAVORO IL RIGORE COMPOSITIVO, LA QUALITÀ STRUTTURALE DELL’IMMAGINE.

MENZIONE D’ONORE

1.   OPERA NR.2 di ROSALBA ALBERA DI Orbassano (TO)

  1. OPERA NR.3 di TERESA FRESCO di Messina.
  2. OPERA NR.di ALESSANDRO GIACOLETTO di Orbassano (TO).

Tra gli altri partecipanti

Sezione Poesia in Italiano: Alfredo Gugliara, di Villafranca Tirrena (Me),  Giuseppina Finestrone  di Francofonte (Sr),   Escluso Mortimer  di  Presenzano (Ce),  Sebastiana Aliberti di Saponara (Me), Donato Leo di Capo D’Orlando (Me) Tina Andaloro Giordano,  Alberto Gabriele,  Maria Giovanna Bottaro, Renato Di Pane, Salvatore Gazzara, Giovanni Malambrì,  Angelo Toscano, Campo Palma , Gazzara Salvatore , Caracò Antonella, Fruncillo Agnello ,Bottaro Maria Giov., Passari Giuseppe, Arena Rossella di Messina. Tomassini Augusta di Montefelcino (PU), Sidoti Giulia Maria di Barcellona P.G., Albano Giovanni di Lipari (Me), La Monica Angelina di Casteldaccia (Pa), Piccirillo Lorenzo di  Pontina (LT), Mirabile Salvatore di Marsala (Tp), Raga Salvatore e Manera Giuseppa di Riposto (Ct), Vitale Vincenzo, Galofaro Antonietta e Tamburello Rino di Castellammare del Golfo (Tp) , Squadrito Girolamo di Falcone (Me).

Poesia in dialetto:

Fausto Marseglia di Marano (Na), Pedone Antonio - Castell. del Golfo(TP) Raga Salvatore, Riposto(Ct),  Passari Giuseppe, Terranova Luigi, Vizzari Flavia, Viola Angela, Malambrì Giovanni , Di Pane Renato   e Amico Giovanni, , Passari Giuseppe di Messina, Aliberti Sebastiana di Saponara (Me), Galofaro Antonietta di Castellammare d.G.(Tp). 

 Sezione Pittura:

 Carmelo De Stefano, Morace Elisabetta e Paola di Reggio Calabria,  D’Anna Ignazio, Alibrandi Angela,Gianni Amico, Avila Alberto, Barresi Caterina, Bruschetta Tanino,, D’Arrigo Antonino, Fazio Francesco,   Lipari Giovanna,  Marguccio Enza, Meduri Sebastiano, Oteri Giovanni, Passari Giuseppe, Rizzo Concetta, Santalucia Maria, Vizzari Flavia, Viola Angela, Venuti Domenico e Zodda Mek di Messina.

Sezione Fotografia:

Fazio Francesco, Andrea Morana, Passari Giuseppe, Rando Virginia, Galdi Gennaro di Messina.

A tutti i partecipanti è stato consegnato un attestato di partecipazione. Hanno dato il loro contributo all’evento:Giovanni Ferlazzo e Simone Ferro.. Soddisfatti i componenti l’Associazione Culturale Messinaweb.eu  particolarmenti impegnati da anni in un volontariato volto alla valorizzazione, riscoperta, promozione del patrimonio artistico, letterario, culturale della ns. città.

- di M.C. - 

Si è svolta lunedì 3 luglio mattina, nella Sala Giunta del Comune di Milazzo, la conferenza stampa del V Festival Corale Internazionale InCanto Mediterraneo,  rassegna biennale di musica corale che si sta posizionando come una delle manifestazioni del settore più notevoli del centro e sud Italia. Dopo la presentazione del cartellone dell’estate milazzese alla presenza del Sindaco Giovanni Formica e degli assessori Piera Trimboli e Salvo Presti, si è continuato a parlare di Milazzo e di iniziative che contribuiscono alla sua promozione nel mondo.

CONFERENZA FESTIVAL

Il nuovo presidente dell’Ass. Corale “Cantica Nova”, Francesca Mustica, ha ripercorso brevemente la storia del Festival sin dai suoi albori, sottolineando il successo conquistato negli anni, grazie alla partecipazione di giurati prestigiosi e cori sempre più di qualità, al coinvolgimento di una vasta rappresentanza di Paesi del mondo – Taiwan, Filippine, Russia, Spagna, Turchia, Bielorussia, Slovenia, Estonia, per citarne solo alcuni – ma anche all’organizzazione e al lavoro di promozione dedicato al Festival, che hanno permesso di veicolare ad ampio raggio un evento di sempre maggiore godibilità.

Ha proseguito la conferenza il Direttore Artistico Francesco Saverio Messina, ringraziando il Comune per la disponibilità a collaborare alla realizzazione di un evento che dovrà accogliere circa 800 presenze (di cui 500 straniere). Certo che la nuova location della Cittadella Fortificata rappresenterà un valore aggiunto per il Festival - abitualmente svoltosi al Teatro Trifiletti -  Messina auspica una sempre più stretta condivisione, al fine di poter fornire un servizio efficiente per i tanti ospiti che avranno modo di conoscere la bellezza di Milazzo e rappresentare quindi un’interessante indotto per tutta la comunità.

Il Maestro Messina ha poi illustrato la giuria, composta da notevoli presenze messinesi - il Direttore del conservatorio Antonino Averna, il Compositore e Docente Carmelo Chillemi, il Critico musicale ed Etnomusicologo Mario Sarica - e Direttori di coro internazionali: il lituano Vytautas Miskinis, il tedesco Werner Pfaff, l’americano John Ratledge. Piacevole sorpresa di questa edizione sarà inoltre Gianna Fratta, noto Direttore d’Orchestra, prima donna a dirigere i Berliner e il concerto di Natale in Senato.

Partirà quindi Domenica 9 luglio al Mastio del Castello il Festival InCanto Mediterraneo”, serata in cui inizieranno ad esibirsi i primi cori per la sezione “rassegna”, per poi proseguire Martedì 11. Un’altra novità di questa edizione sarà il Concorso di Musica Sacra che si svolgerà Giovedì 13, mentre le ultime due serate di Venerdì 14 e Sabato 15 sono dedicate al concorso “InCanto Mediterraneo” e si concluderanno come da tradizione con la cerimonia di premiazione. Ogni sera il pubblico sarà intrattenuto da musicisti e artisti che contribuiranno ad arricchire in musica una meravigliosa festa del Mediterraneo!

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Taormina, Me. Sarà ambientata in un campo profughi la Bohéme griffata Castiglione al Teatro Antico a Taormina, il 5 ed il 6 Luglio. Una provocazione, certamente, un allestimento assolutamente da non perdere anche per il cast d’ eccellenza: ricordiamo un siciliano, Filippo Micale una splendida voce del Bel Canto in campo internazionale.

L’Austria annuncia l’invio dell’esercito alle frontiere con l’Italia per fermare il continuo flusso di migranti, la Francia e la Spagna chiuderanno i loro porti per evitarne lo sbarco dalle navi delle ONG. E il maestro Enrico Castiglione è pronto alla sua provocazione: una voce di protesta contro la chiusura delle frontiere per chi fugge dalla guerra, dalla fame e dalla disperazione. Domani mercoledì 5 luglio, con replica il 6, andrà infatti in scena al Teatro antico di Taormina la Boheme di Puccini che il maestro Enrico Castiglione, con un progetto da lui ideato e voluto, ha infatti  deciso di ambientare in un campo profughi dei nostri giorni e per la prima volta l'Opera lirica tocca un tema scottante e quanto mai tragico soprattutto in questi giorni sempre drammatici.  E anche i costumi, disegnati da Sonia Cammarata, saranno del tutto particolari. La costumista si è infatti ispirata ai tanti profughi accolti nei tanti centri di accoglienza in Sicilia.

Un cambio nel cast. Il tenore Massimo Giordano infatti a causa di una fastidiosa tracheide non potrà ricoprire il ruolo di Rodolfo. Al suo posto una star assoluta del mondo della lirica, GeorgeyVasiliev

"Ho deciso  - ha dichiarato il maestro Enrico Castiglione - di ambientare il mio nuovo allestimento de La Boheme, che debutterà al Teatro Antico di Taormina trasmessa in diretta nelle sale cinematografiche di tutta Europa, in un campo profughi, per dimostrare che anche i profughi e coloro che spesso la nostra società civile emargina vivono dei nostri stessi sentimenti. Nella nostra vita non c’è nulla di peggio di un amore infranto dalla malattia, dalla morte che ti strappa la persona amata senza poter fare nulla. Questo accade ogni giorno, in tutto il mondo, ma in maniera ancora più orribile accade proprio intorno a noi, nel Mediterraneo: la mia regia e la mia scenografia, insieme ai costumi disegnati e realizzati proprio per questo allestimento dalla costumista Sonia Cammarata, vuole essere una denuncia contro l’immensa tragedia delle centinaia di persone che ogni giorno muoiono nel Mediterraneo alla ricerca di una vita migliore”.

Biglietti: www.festivaleuromediterraneo.eu - www.ctbox.it  -www.diyticket.it

Info line +39 06 81907218 – +39 392 7645683

Foto01

Ancora una volta la nostra “Curiosità Micologica” viene attratta e sollecitata da un fungo dalle caratteristiche particolari, stranamente ritrovato all’interno di un bidone metallico che, in considerazione delle peculiarità morfologiche risulta, per quanti abbiano una buona base di conoscenze micologiche, facilmente riconoscibile: Battarrea phalloides.

Si tratta di un macromicete che pur presentandosi, ad una prima sommaria osservazione, come un fungo dall’aspetto classico, ovvero munito di gambo e cappello, presenta particolari caratteristiche che lo rendono molto diverso.

E’ stato per lungo tempo inserito nel gruppo informale dei Gasteromiceti: raggruppamento artificiale nel quale trovano posto numerose specie fungine accomunate, tra loro, per la particolare forma di crescita che le vede, almeno nella fase iniziale della loro formazione, racchiuse in un involucro esterno, chiamato peridio, che conferisce ai singoli esemplari, un aspetto generale con forma arrotondato-globosa, tendente, a maturazione, a modificarsi con mutazioni ben precise e diversificate tra una specie e l’altra.

Il protagonista della nostra “Riflessione Micologica”, che in passato è stato inserito nel Genere Battarrea, Famiglia Battarreaceae, Ordine Tulostomatales, ha visto, oggi, a seguito della applicazione delle moderne tecniche che consentono lo studio molecolare e l’estrazione del DNA fungino, modificata la sua posizione tassonomica ed inserito, nella sistematica fungina, nel Genere Battarrea, Famiglia Agaricaceae, Ordine Agaricales, classe Agaricomycetes, divisione Basidiomycota (M. Della Maggiora, 2016 con riferimento a Martin & Johannesson, 2000 e a Jeffries & McLain, 2004, Kirk e altri, 2008).

Al Genere appartengono specie fungine che si originano, nella loro formazione iniziale, all’interno di un involucro detto esoperidio, molle, gelatinoso, con forma ovoidale allungata, inizialmente ipogeo. Risultano costituite dal capitulo, (assimilabile, nei funghi a forma classica, al cappello), ricoperto da una ulteriore membrana interna chiamata endoperidio che copre la gleba (sostanza mucillaginosa posizionata sulla parte superiore del capitulo, contenente gli elementi fertili del fungo: spore) e dal gambo. Con la maturazione del fungo e con il suo accrescimento, avvengono due importanti azioni meccaniche:

  1. Lacerazione dell’esoperidio: causa la formazione, alla base del fungo, di una volva bianca, inizialmente gelatinosa poi secca, a volte svasata, generalmente aderente al gambo che, emergendo dalla volva, si spinge verso l’alto con forma cilindrica, affusolato e ben slanciato, sorreggendo il capitulo, a forma di semisfera, completamente avvolto, nelle prime fasi di sviluppo, dall’endoperidio.
  2. Lacerazione dell’endoperidio: quando la gleba, posizionata nella zona superiore del capitulo, giunge a maturazione, trasformandosi in polvere sporale, l’endoperidio si lacera con una circoncisione netta, circolare, alla base del capitulo, assumendo la forma di una coppetta rovesciata che inizialmente rimane posizionata sulla sommità del capitulo e, successivamente, staccandosi naturalmente e cadendo lascia esposta la gleba matura () all’azione del vento che disperdendola nel territorio contribuisce alla riproduzione della specie.

Disegno 01

  • Battarrea phalloides

Basidiocarpo: inizialmente ipogeo, con forma ovoidale allungato verso l’alto per circa 3-4 cm, completamente avvolto da una membrana chiamata peridio di colore bianco, di consistenza molle, gelatinosa, formata da due strati: uno esterno detto esoperidio, l’altro interno detto endoperidio.

Esoperidio: bianco, molle, gelatinoso, con l’accrescimento del carpoforo si lacera in due parti formando alla base una sorta di pseudovolva, consentendo al carpoforo di estendersi verso l’alto, permanendo, a volte, sulla sommità del fungo, sotto forma di brandelli.

Endoperidio: sottile, rigido, bianco, ricopre la gleba posizionata alla sommità del carpoforo ed il capitulo sottostante; si lacera a maturazione delle spore formando una coppetta rovesciata, rigida che si distacca per caduta naturale mentre la parte inferiore, a forma di disco, membranoso e tenace, di colore bianco, permane formando la parte inferiore del capitulo quando la polvere sporale è stata completamente dispersa.

Capitulo: paragonabile al cappello dei funghi a struttura classica, a forma semisferica, di piccole-medie dimensioni, a volte fino a 7 cm. di diamentro. Nella fase iniziale dello sviluppo è totalmente avvolto dall’endoperidio, di consistenza menbranosa e di colore bianco, a volte con tracce di terriccio sollevato durante la fase di crescita. La sua parte inferiore, che nei funghi a forma classica ospita l’imenoforo ed è costituita da lamelle, tubuli o idni, si presenta completamente liscia, sterile, di colore bianco.

Gleba: parte fertile del carpoforo posizionata nella parte superiore del capitulo, ricoperta dall’endoperidio, formata, a maturazione, da polvere compatta, facilmente friabile, di colore ocra carico.

Gambo: costituisce la parte sterile del fungo, emerge dopo la lacerazione dell’esoperidio assumendo una forma cilindrica, allungata anche fino a 30 – 40 cm; diametro circa 2 – 3 cm, in genere profondamente infissa nel substrato di crescita. Ingrossata al centro, legnosa, fibrosa, cava, con superficie ricoperta da grosse squame fibrose, irsute che gli conferiscono un aspetto legnoso, sfilacciato, sfrangiato, squamuloso. Colore ferrugineo. Base ricoperta da volva inizialmente gelatinosa poi secca, fragile e sottile.

Volva: residuo della lacerazione dell’esoperidio, si posiziona alla base del gambo con consistenza inizialmente gelatinosa, poi secca, fragile e sottile, di colore bianco-biancastro. Profondamente infissa nel substrato di crescita, si conforma alla struttura del gambo al quale aderisce anche se a volte assume una forma svasata e distaccata dal gambo stesso.

Habitat: saprofita, tipica di zone aride, su terreno sabbioso, dune, litorali costieri. Spesso ritrovata in ambienti particolari quali: interno di fioriere o bidoni, spesso su abbondanti residui di legno marcescente. Relativamente rara ma costante nei luoghi di crescita.

Etimologia: Battarrea con riferimento al micologo italiano Giovanni Antonio Battarra (Rimini, 9 giugno 1714 – 8 novembre 1789). Phalloides dal latino Phallus e dal grego eidos = forma, aspetto; quindi simile ad un fallo, con espresso riferimento alla tipica forma assunta dal carpoforo allo stadio di ovolo.

Commestibilità: NON commestibile

Basionimo: Lycoperdon phalloides Dicks. 1785

Sinonimi:

  • Battarrea stevenii1829
  • Phallus campanulatus, 1842
  • Battarea guicciardinianaCesati 1875

 Foto06

Ritrovamento attuale:

In data 13 dicembre 2016, da Giovanni Bombaci (Centro di Cultura Micologica – Messina) in località Rodia –Messina, all’interno di un bidone metallico posizionato nel giardino di una villa in prossimità del litorale marittimo (mt. 2,00 circa s. l. m.), contenente sabbia mista a residui di lettiera per conigli

Curiosità nomenclaturali:

Fu descritta per la prima volta, come specie nuova, anche se negli annali micologici se ne ha una precedente segnalazione priva di denominazione, nel 1785 da James Jacobus Dickson (micologo scozzese, 1738 – 1822) che le attribuì la denominazione di Lycoperdon phalloides. Sucessivamente, nel 1801, fu posizionata, da Christiaan Hendrik Persoon (Capo di Buona Speranza, 1 febbraio 1761 – Parigi, 16 novembre 1836), nel Genere Batarrea appositamente creato in onore del micologo italiano Giovanni Antonio Battarra. L’originaria denominazione del Genere: Batarrea, con una sola “t”, non conforme ai dettami del Codice Internazionale di Nomenclatura (ICN) che richiede, per conformazione al cognome di riferimento, la “doppia t”, quindi “Battarraea”, fu soggetta, nel corso degli anni, ad interpretazioni diverse, ad errori tipografici ed ortografici e a correzioni da parte dei vari autori che portarono a numerose e diverse forme di denominazione quali: Batarrea, Battarea, Battarrea, Battaraea e Battarraea, creando notevole confusione nelle diverse forme d’uso. Ad oggi il termine corretto, utilizzato dai numerosi database consultabili sul web (Index Fungorum, 2016; Myco Bank, 2016), supportato anche da una sentenza del Comitato di Nomenclatura del 1986 (M. Della Maggiora, 2016 con riferimento a R. Korf, 1988), è rispondente a Battarrea.

Curiosità tassonomiche: per lungo tempo B. phalloides, per la sua particolare somiglianza con B. stevenii, divise gli studiosi di micologia tra quanti ritenevano fossero specie diverse e tra quanti le consideravano unica specie. Recenti studi di natura molecolare, basati sullo studio del DNA fungino, hanno dissipato ogni dubbio affermando la identità tra le due specie.

**********

Disegni: Marco della Maggiora che si ringrazia per la gentile concessione e l’autorizzazione alla pubblicazione.

Foto: Angelo Miceli.

Bibliografia:

  • Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca - 2008: Funghi d’Italia. Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)
  • Cetto Bruno - 1970: I funghi dal vero, Vol. 4. Saturnia, Trento
  • Consiglio Giovanni, Papetti Carlo - 2003: Atlante Fotografico dei Funghi d’Italia, Vol. 2 (prima ristampa). A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
  • Della Maggiora Marco - 2016: Funghi dall’aspetto particolare: Battarrea Phalloides - Bollettino del Gruppo Micologico Massimiliano Danesi, n. 9: 5-13, Ponte a Moriano (LU)
  • Phillips Roger - 1985: Riconoscere i funghi. Istituto Geografico De Agostini, Novara
  • Sarasini Mario - 2005:Gasteromiceti epigei. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Taormina mare, Letoianni, Me. La Baia di Taormina  accende i suoi riflettori sul libro della scrittrice tedesca Nicole Rose, dall’accattivante  titolo Promessa d’Amore. La splendida villa che è stata del noto dietologo Hauser, oggi proprietà della Famiglia degli imprenditori  Sabato, ha avuto per protagonista una nota scrittrice di Francoforte  che oggi vive ed opera a Dusseldorf; l’ imprenditrice  e scrittrice di successo ha scelto la nota Villa della Divina, per la straordinaria bellezza ma, soprattutto, per il fascino arcano della memoria storica dei personaggi scrittori e pittori che vi si sono avvicendati, come Truman Capote, Tennesse Williams, scrittori e politici ed acquerellisti, come il noto scrittore  francese Roger Peyrefitte che elesse questa dimora come suo privilegiato luogo in cui rappresentare le bellezze del Mediterraneo.

La serata si è avvalsa di sottofondi musicali e di un vero e proprio spettacolo, allietata da un ottimo vino servito in eleganti calici di cristallo pied à la mer e presentata dall’Avv. Patrizia Causarano  che ha letto alcuni brani del romanzo,  relatore il medico  specialista prof Pino Mento che ha sottolineato, brillantemente,  gli aspetti pregnanti del libro.

Nicole Rose, già dall’età di undici anni,  mostra un forte amore per la Letteratura, tanto forte da consumare tutte le  letture della ricca Biblioteca dei genitori. Studia Psicologia e Marketing ed è a capo di un’azienda affermata in tutto il mondo; si divide tra l’affermazione internazionale del suo marchio e la Letteratura. Il suo libro farebbe parte di un ciclo…” E’ una parabola dell’anima-si legge  nella quarta di copertina –la malizia del destino, la forza dell’amore e la linea sottile tra la verità e la follia, tra l amore e l odio, tra il bene e il male”

Pertanto, Eros e Thanaton agitano le pagine del libro,  vibrante di passione; il linguaggio di Nicole Rose indugia in descrizioni particolareggiate dei luoghi e dei personaggi in uno stile vicino all’irlandese James Joyce ( in particolare di “ Gente di Dublino”) dal quale mutua  soltanto le atmosfere  di incertezza e gli imprevisti della vita che  regalano pagine nuove  alla nostra esistenza, pagine da  consumare  e raccontare; per il resto, Nicole Rose è una scrittrice raffinata ed originale: il messaggio pregnante del suo libro è quello stesso racchiuso in una frase latina, citata da Virgilio nel quarto libro delle Bucoliche: “Amor omnia vincit”: L’amore vince ogni cosa, vince su  tutte le cose e quando meno ce lo aspettiamo, la freccia di Cupido, senza badare a ceto, sesso, agiatezza o povertà, bellezza o bruttezza, scocca le sue frecce, felice di renderci felici.

C’è da aggiungere una frase da sottolineare, nel libro e da evidenziare in rosso per i giovani, di solito insoddisfatti della vita, “Sia quel che sia: afferma la scrittrice, a pag 37 del libro, la vita è troppo breve per non goderne sino in fondo”, sicuramente un inno alla vita che val la pena di essere vissuta nonostante le intemperie, gli accadimenti non sempre felici. 

Nicole Rose si appresta ad affrontare, nel 2017 e 2018 uno splendido  tour in Italia, in giro per l Europa, con il supporto dell’Accademia Euromediterranea delle Arti a Firenze, a Roma, a Bruxelles ed a Parigi, sicuramente con il successo che ha ottenuto nel luogo sacro degli scrittori, Villa Garbo, sulla Baia di Taormina, nel giugno scorso…ed è gia memoria storica.   

    

 

- di di Rosario Fodale -

   Non era in programma questa XXI edizione dell’evento “I GIORNI DELLA DIVULGAZIONE DELLA CULTURA”; sembrava si dovesse fermare alla XX organizzata ad agosto dello scorso anno. Così non è stato. I soci, gli estimatori, gli amici del “Movimento per la Divulgazione Culturale” di Barcellona Pozzo di Gotto presieduto dall’artista Giuseppe Messina, hanno deciso di continuare a fare rivivere l’importante evento che ha visto alla ribalta tanti artisti e letterati calcare la scena del giardino di Stretto 2° Coccomelli,55 in contrada Spinesante, in prossimità della spiaggia di fronte alle isole eoliane. In questo luogo sono stati in tanti, nel corso degli anni, i pittori che hanno esposto i loro lavori, dai messinesi Pippo Crea, Angelo Savasta, Tiziana Cucè, Ignazio D’Anna ed altri; i barcellonesi come Franco Giunta, Marcello Crinò Lio Sottile il compianto Biagio Catania Nino Gentile e molti altri, come tantissimi sono stati i poeti che hanno declamato le loro opere, da Graziella Lo Vano, Elvira Alberti, Maria Morganti, Vittorio Basle, Giuseppe Giunta a Teresa Rizzo, Francesco Cardile, Fortunata Cafiero Doddis ed altri ancora. Ma in questi trascorsi 20 anni non sono mancate le onorificenze per molti che si sono distinti nell’ambito della “Divulgazione della Cultura”, infatti sono stati insigniti di targa al merito oltre i compianti Mariano Pietrini (Artista) e Francesco Cilona (Giornalista), i già citati Marcello Crinò (ricercatore-scrittore), Teresa Rizzo (presidente dell’Accademia Amici della Sapienza), Fortunata Cafiero (operatrice e relatrice culturale), Melo Freni (giornalista-scrittore), Italia Cicciò Moroni (giornalista culturale), Rosario Fodale (operatore culturale), Maria Torre (operatrice culturale), Alessandro Moneleone, Fabio Giuseppe Lisanti e Juliano Parisi (musicisti), Nino Abbate (museo Epicentro), Pietro Bitto (scultore), Francesco Cardile (operatore culturale), Pierangelo Giambra (editore) e ancora altri.

Fortunata Cafiero Doddis. JPG

Fortunata Cafiero Doddis  

Quest’anno la manifestazione si svolgerà ancora con le stesse modalità: nei giorni sabato 8 e domenica 9 dalle ore 08.00 alle ore 19,00 gli amanti dell’arte pittorica, bambini ed adulti potranno dedicarsi a dipingere perciò dovranno essere forniti del materiale occorrente (chi arriva da fuori sede dovrà essere  fornito di colazione a sacco). Per l’occasione saranno in mostra le opere degli artisti professionisti, Pino Coletta, Maria Teresa Giunto e Domenica Luisa Tomarchio.

    Nella serata di sabato, dalle ore 19,00 il Salotto Letterario sarà dedicato a due poeti d’eccezione, infatti saranno presentate le raccolte di poesie, di Fortunata Cafiero Doddis “Senza tela” e di Francesco Cardile “Luci ed ombre”

   La “Serata d’Onore” di domenica sarà dedicata al Prof. Nino Bellinvia, un intellettuale, giornalista e autore che, pur lontano dalla Sicilia, non ha dimenticato la sua Barcellona Pozzo di Gotto di cui ha divulgato gli eventi socio-culturali con il mezzo che gli è più congeniale. L’importante ospite sarà onorato dal gruppo di poeti, Vittorio Basile, Alberto Genovese, Andrea Italiano, Maria Lanza, Felice Mancuso, Giulia Maria Sidoti e Teresa Rizzo che declameranno le loro composizioni. Eccezionalmente, il fine dicitore Nino Trapani e la poetessa Giulia Sidoti, , leggeranno un monologo ciascuno di Giuseppe Messina: rispettivamente, “Quando saremo vecchi” tratto dal romanzo “Pagine superstiti e drammi di casta” ed il “Monologo di Antonietta Portulano” tratto dall’atto unico “5 gennaio 1984 -Testamento teatrale” dedicato allo scrittore-giornalista  Pippo Fava.

   Nel corso della manifestazione saranno insigniti di targa al merito, oltre il Prof. Nino Bellinvia, il regista attore Gianpiero Cicciò, il giornalista-scrittore Geri villaroel ed i coniugi Nino Pacanica e Gina Privitera rispettivamente divulgatore dei miti della classicità siculo-mediterranea e fantastica artista del restauro, ma anche il Mister Santino Bellinvia, Delegato Nazionale Allenatori Professionisti di Calcio, tecnico della squadra di calcio “Città di Messina” che, stravolgendo ogni pronostico della vigilia dei play-off, l’ha portata dalla Promozione in Eccellenza.

   L’intervento musicale sarà dei giovani chitarristi Angelo Forganni e Daniele Ruta.



- di GIUSEPPE RANDO -

Ho assistito ieri, assai compiaciuto, da critico - un mio saggio di taglio monografico sull’opera poetica di Nino Grillo è uscito, qualche anno fa, su «Otto-Novecento» - e da amico, alla presentazione, nella prestigiosa sede della Villa Vaccarino, a Milazzo, del recente libro di poesie dello stesso Grillo, Effinzioni nuove (e ultime). Ho molto apprezzato e condiviso gli interventi dei due relatori ufficiali: il milazzese prof. Massimo Raffa dell’AICC e la prof.ssa Maria Concetta Sclafani di Castroreale, autrice di eccellenti manuali scolastici, che hanno egregiamente sottolineato: a) la tematica del quotidiano nell’opera di Grillo (Raffa); b) le ascendenze latine e greche della poesia di Grillo (Raffa); c) l’attaccamento al mondo degli affetti familiari, nonché l’umiltà e l’autoironia di Grillo, «poeta amico del lettore» (Sclafani); d) la «semplicità in apparenza» delle poesie latine, italiane e calabresi di Grillo (Sclafani).

In quel mio saggio sulla poesia di Grillo avevo insistito sulla «leggibilità» (la «semplicità apparente» di Sclafani) delle sue liriche, prendendo da qui l’abbrivo per inserirlo nel vasto panorama della lirica contemporanea (dai Maestri postermetici a Bellezza, a Zeichen, a Valduga, a Cucchi, a De Angelis, a Zymborka, a Bob Dylan volendo), che cerca appunto di restituire leggibilità alla poesia, riallacciando il dialogo col lettore, dopo gli sciali dell’Ermetismo e del Relativismo.

A monte, resta la divaricazione, sempre più netta, tra coloro che fanno, producono, creano la poesia e coloro che ne usufruiscono o dovrebbero usufruirne: tra poeti, insomma, e lettori di poesia. Il fenomeno è molto complesso e molte sono le cause o le concause da cui promana, a partire dalle deficienze della scuola (Università compresa) e dall’inaridimento progressivo del bello nella società dominata dalla tecnica e/o dalla penuria di lavoro. Non c’è dubbio, tuttavia, che, dopo il forte recupero di leggibilità e credibilità dei Maestri degli anni Sessanta e Settanta (Pasolini, Sereni, Caproni, Bertolucci), gran parte della poesia contemporanea, pur tenendosi ai livelli alti della stilizzazione letteraria, tende a divenire viepiù autoreferenziale, cioè avulsa dalla realtà e dal ‘commercio’ col lettore, come chiusa nella cerchia ristretta del poeta e dei critici, laddove il vasto pubblico dei giovani e delle persone variamente acculturate, praticamente escluso o ignorato dai poeti, avverte un crescente bisogno di poesia che viene parzialmente soddisfatto dai (pochi) poeti leggibili e perlopiù dai cantautori e dai campioni del rock. È una sorta di antinomia che stenta a diventare dialettica (dovrebbe, invero) e produrre una sintesi efficace: restano irrelate, da un lato, la ricercatezza – fino all’oscurità – stilistica (una sorta di neo- o tardo- barocco) sotto cui si celano l’egolatria del poeta e la fuga dalla realtà; dall’altro, la leggibilità chimerica e la realtà pressante che vuole essere espressa.

Si direbbe, in altri termini, che il poeta diventi sempre più eccentrico, laterale rispetto agli sviluppi della storia laddove il centro lasciato libero viene occupato (meno male) da Fabrizio De André, Mogol-Battisti, Paoli, Tenco, Giovanotti, Vasco. Anche Caproni e quindi presumibilmente Sereni, Bertolucci, Pasolini e tutti i loro eredi risultano estranei, stando alle reazioni suscitate dal tema dell’ultimo esame di stato, ai giovani “millennials” .

E vien fatto di chiedersi se c’è una via d’uscita da questo tunnel.

Non a caso, nel seguire avantieri, in televisione, il concerto di Vasco Rossi a Modena, mi è tornato in mente un giudizio tra amaro e divertito di Giuseppe Petronio, che tendeva a liberare la cosiddetta paraletteratura dal “para”: «Tra cinquant’anni tutti si ricorderanno delle poesie di Fabrizio De André e nessuno saprà chi è Zanzotto».

E ho pure pensato alla relatività dei giudizi sulla poesia e al canone troppo rigido prevalente non solo nelle Università e nelle Scuole, ma anche nella Società, dove si afferma sempre l’idea che il poeta sia tanto più grande quanto più è oscuro e illeggibile. Ne so qualcosa, per esperienza diretta, dacché, come presidente di provinciali giurie “poetiche”, devo subirmi astruserie di ogni genere spacciate per poesie.

Nino Grillo è miracolosamente estraneo a ogni ermetismo, a ogni vuoto barocchismo, a ogni mistificazione-adulterazione della realtà: del tutto immune da ogni forma di idolatria del poeta egocentrico (quello che «si guarda l’ombelico», per dirla con Petronio, «e non vede altro che il suo ombelico»). Nella sua poesia, difatti, il rapporto io/tu prevale nettamente sull’io.

Si è che gli affetti reali e la dura realtà della vita sono al centro del suo mondo poetico (la moglie, i figli, il padre …), ma non c’è dubbio, altresì, ch’egli sappia trovare le vie della poesia, senza scadere mai nel patetico, rifuggendo dalla retorica, usando un lessico quotidiano, mai scontato ma come rigenerato dal contatto col latino e il greco, fidando molto sulla collocazione della parola nel verso e sul ritmo interno di ciascuna lirica. Egli possiede soprattutto il dono dell’ironia e dell’autoironia, che libera, da sempre, gli uomini da ogni boria e rende l’uomo-poeta un amico fraterno, solidale col lettore, come rileva, giustamente, la Sclafani.

Epperò Grillo restituisce alla poesia la sua funzione fondamentale e primigenia: trasmettere, comunicare, in versi (con ritmo metrico appropriato, con sintesi fulminee, con simboli, metafore ecc.), al lettore, messaggi chiari, leggibili. Egli invia difatti ai giovani, ai figli, ai colleghi, agli amici, messaggi limpidi, redatti nelle tre lingue che padroneggia (latino, italiano, calabrese [di Mileto]), che sono frutto delle sue esperienze realissime di figlio, uomo, padre, marito, studioso.

La realtà per Grillo non è dunque opinabile né solo interpretazione soggettiva (come vorrebbero l’Ermeneutica e il Relativismo del Postmoderno): è, esiste con le sue gioie e i suoi dolori, ma esiste. Quanto dire che Grillo non è un poeta provinciale: è degno erede dei Maestri degli anni Sessanta, ma è anche un poeta sintonico alla stagione culturale del New Realism (la corrente filosofico-letteraria propugnata in Italia da Maurizio Ferraris e Umberto Eco), che pare debba soppiantare la lunga stagione dell’Ermeneutica, del Relativismo-Nichilismo e del Postmoderno. Vivaddio.

Giovedi 6 luglio 2017 alle ore 18.00 a Villa di Napoli,via Francesco Speciale (traversa di Corso Calatafimi) , Palermo, presentazione del romanzo "Chilometro 9" (Fondazione Mario Luzi editore) di Giusi Russo vincitrice del Premio Letterario Internazionale Mario Luzi 2016. Interviene Livio Girgenti. Modera Nicola Macaione. Sarà presente l'autrice.

nb.)In allegato notizie utili sul libro e  l'autrice

email Giusi Russo  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Rosalba Cavadi

pubbliche relazioni cultura ed editoria freelance

 

Calendario

« Novembre 2024 »
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30