- Intervista di Rosario Fodale e redazione -
Non è la prima volta che ci rechiamo all’“Oikos Museion” di Barcellona Pozzo di Gotto ovvero la Casa Museo dell’artista Giuseppe Messina ed è come se non ci fossimo mai stati perché troviamo sempre delle novità che ci sorprendono. Avevamo avuto sentore della sua recente creazione di straordinaria portata e non abbiamo resistiti di andare a vedere di persona. È stato emozionante il momento in cui ci siamo trovati di fronte la sua eccezionale realizzazione: un libro, ma non un normale volume come siamo abituati a vederne tanti: un monumentale libro misurante cm 56 X 76 con copertina lignea rivestita con pelle di vitello sormontata di un altorilievo in bronzo di cm 40 X 50 dal peso di 25 kg. Impresse sopra una placca di bronzo si possono leggere due frasi una in italiano e l’altra in latino “Imbarcato all’alba”, titolo di un suo poema e “Artes meae per unum vestigium” (le mie arti per un unico progetto). Un’opera meravigliosa di 140 pagine, fogli in tela, riproducenti 32 opere pittoriche ed il suddetto poema, con l’aggiunta di una nota dell’autore che spiega i motivi della stessa realizzazione, della biografia redatta dalla professoressa Maria Torre che, oltre al Prof. Nino Bellinvia, si occupa da tempo di Giuseppe Messina nonché impreziosita dalla presentazione di Melo Freni, già giornalista per 35 anni alla RAI -TV, redattore culturale e conduttore di pregevoli programmi e poi redattore capo del TG1, autore di diversi romanzi, raccolte poetiche e saggi letterari (da ricordare che tra l’altro è inserito fra i 50 poeti del ’900 italiano scelti da Glauco Cambon e Antonio Illiano per il “Dizionario delle Biografie Letterarie”, edito dalle Università di Detroit e Londra).
Spinti dalla curiosità, oltre la voglia di rendere pubblico un tale eccezionale evento culturale, abbiamo inteso rivolgere qualche domanda direttamente all’autore che, gentilmente, ha risposto.
Domanda: Maestro Messina, proprio perché siamo stati positivamente impressionati dalla sua monumentale opera, abbiamo la curiosità di conoscere quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a realizzare una creazione tanto originale e complessa che, certamente, avrà richiesto non soltanto del tempo, ma un impegno particolare. Vuole raccontarci un po’ il percorso per arrivare alla sua realizzazione?
Risposta: Devo dire che senza l’entusiasmo e l’incoraggiamento di mio figlio, forse, non avrei realizzato quest’opera. Era da tempo che ne parlavamo ed è stata sua l’idea di realizzare un poema, però composto da versi tratti da diciannove dei miei poemi, ma incastonati tra loro tanto da comporre un ulteriore originale poema. Così è nato un testo di 655 versi, con senso compiuto, che ho voluto intitolare “Imbarcato all’alba” proprio come uno dei diciannove testi. L’intenzione era di presentare quest’opera in occasione della manifestazione dei 55 anni della mia attività artistica e culturale, ma a causa della pandemia è stato tutto rimandato a data da destinarsi. Inoltre c’é da spiegare il perché del suo contenuto: le opere pittoriche, ma anche il poema del monumentale volume hanno un impatto surreale simbolico in cui l’osservatore, il lettore potrà sentirsi calamitare l’attenzione per scoprire i particolari a volte non subito evidenti, particolari che permettono di immergersi nel mito della classicità. In alcuni di questi dipinti, come nei testi scritti, si sente addirittura prossima la presenza di Omero, il più classico dei poeti. Dipinti e versi fanno parte dello stesso contesto che richiama la classicità dell’arte, quella classicità che sembra essere messa da parte da tanti addetti ai lavori. Eppure è a tale espressività dell’ingegno umano che derivano le radici della nostra cultura, radici che spero i nostri giovani non trascurino, ma tramandino alle generazioni future.
Questo libro non deve essere considerato soltanto per la sua originalità esteriore, per le pagine in tela, o per il suo pesante ingombro, ma soprattutto per il suo contenuto, per il messaggio che, c’è d’augurarsi, arrivi a chi è indirizzato. Un monumentale libro che, sono convinto, affascinerà quanti avranno modo di visionarlo. E tutti sappiamo bene che quando la cultura affascina, raggiunge il suo scopo di divulgare idee positive in una società alcune volte trascinata dai tanti mezzi di distrazione, di confusione e di convinzione.
Dom.: incuriosisce la scritta in latino sulla copertina, Maestro Messina, vuole spiegare ai nostri lettori perché proprio “Artes meae per unum vestigium”?
Risp.: “Le mie arti per un unico progetto”. E quali sono le mie arti se non la scultura, ed è sulla copertina del libro, poi c’è la pittura, ed è rappresentata nei dipinti contenuti nello stesso libro, ed ancora: la scrittura che compone il poema.
Dom.: Ma lei, Maestro a realizzato tant’altro: la sua biografia ci informa che ha prodotto dei documentari, ha realizzato dei film, ha scritto delle opere teatrali, ha fatto l’attore di cinema e di teatro, ha insegnato, ha fatto e fa il giornalista, tanto per ricordare alcune sue attività. Questo librone è molto significativo, è un’eccellente opera d’arte, ma non crede che non le renda giustizia?
Risp.: Appunto: c’è la mia biografia che attesta le mie attività… Il “librone”, come lo chiama lei, non avrebbe potuto contenere ciò che lei ha elencato. Come si fa a metterci dentro i film, il teatro, gli articoli di giornale, le conferenze, le lezioni di pittura e scultura e di drammatizzazione per la legalità ecc. ecc,?
Dom.: Maestro, siamo curiosi di sapere perché ha optato per una così monumentale opera, che rimane unica copia, quando avrebbe potuto pubblicare soltanto un normale libro, come d’altro canto ha fatto?
Risp.: Io volevo realizzare un’opera d’arte, non una normale opera tipografica, tant’è che quella che voi vedete qui esposta è la fatica personale, infatti io ho dipinto le opere che vedete riprodotte, io ho messo assieme le tele e le ho cucite con lesina e filo, io ho tagliato il multistrato ligneo di un centimetro di spessore per la copertina, io l’ho ricoperto di pelle ed io ho montato sopra la prima pagina della stessa copertina l’altorilievo in bronzo che ho realizzato in fonderia. Spero che questa mia opera possa essere esposta al pubblico in una mostra itinerante, che parta da Barcellona per proseguire in altre città non appena sarà superato questo periodo di pandemia. In atto, chi vuole, potrà visionarla presso la mia “Casa Museo”, con tutte le precauzioni anticovid, previa telefonata al 3384969216. Per quanto riguarda il normale libro, a cui lei faceva riferimento, è vero ho fatto fare una pubblicazione, ma in tiratura limitatissima solo per pochi amici che desiderano averlo in ricordo dei miei 55 anni di attività artistica.
Dom.: Maestro, può dirci quando e perché è nato “Oikos Museion”?
Risp.: Era il 2017, anno del cinquantesimo anniversario della mia attività artistica e culturale ed ha coinciso con la “Prima Giornata Italiana dei Piccoli Musei” istituita il 18 giugno, e proprio in questa data si è voluto inaugurare “Oikos-Museion” ovvero la “Casa delle Arti”.
Dom.: Perché ha sentito il bisogno di fare un museo della sua casa?
Risp.: Questa è la domanda che mi sento rivolgere da amici, simpatizzanti e da chi è interessato all’arte ed alla cultura più in generale. Ed io voglio rispondere adducendo, innanzi tutto, che mi è sembrato un dovere nei confronti di chi si interessa della mia attività di artista e degli straordinari colleghi che hanno sentito il bisogno di fare dono ciascuno di una o più loro opere.
Tutto è cominciato dal dovere che mi spinge a rispondere a delle legittime curiosità di chi viene a visitare le mie mostre ed anche casa mia. La risposta sta, ovviamente in tutto ciò che ho prodotto, nelle mie opere pittoriche nelle mie sculture, nelle mie grafiche e nei miei scritti.
Un museo non può che rappresentare la storia delle opere in esso contenute e degli autori che quelle stesse opere hanno prodotto. Perciò nella mia casa museo non può che esserci la storia delle mie opere e di me stesso, oltre le storie di coloro che hanno fatto dono delle loro opere. Ma ci sono anche tanti ricordi e testimonianze di eventi che mi hanno accompagnato in tutto il percorso culturale.
Come giusto che sia, un museo altro non è se non un libro, un racconto in cui non appare la parola fine dal momento che si arricchisce sempre di nuove pagine e cosi è il mio “Oikos Museion” che non è quello di alcuni anni fa quando è stato inaugurato e non sarà quello che appare oggi perché, come l’ho visto arricchirsi di nuovi elementi, continuerà ad offrire opere che, sono certo, arriveranno.
Dom.: Maestro Giuseppe Messina, come giustamente ha fatto notare, nella sua Casa Museo non ci sono soltanto opere sue.
Risp.: Sì è vero, non sono esposte soltanto opere mie: come si può notare ci sono anche quelle che ho acquistato ed altre che sono state donate da amici artisti che hanno mostrato e mostrano ammirazione nei miei confronto e me lo hanno dimostrato omaggiandomi ed a loro va il mio affettuoso ringraziamento. Proprio per questo è mia intenzione realizzare un catalogo di tutte le opere non mie in omaggio alla generosità di tanti amici.
Sperando di essere stati esaustivi nel nostro compito d’informare invitiamo a visitare l’Oikos Museion per godere delle tante creazione del Maestro Giuseppe Messina e non solo,