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Roberto Lo Presti 

 

 

Interveniamo nell' interessante articolo del caro amico e collega prof. Domenico Venuti, affermando che ogni monumento è ricchezza , gloria, onore del passato. La nostra amata città è stata tante volte oggetto di sventure e saccheggio; i veri e studiosi messinesi di Storia Patria hanno risposto con impegno nel 'raccogliere' con amore i numerosissimi resti e reperti disseminati sotto il suolo.

E' proprio lì è conservata la nostra Identità, scritta, descritta, colorata, di stupende architetture sotterrata. La tomba di Antonello rappresenta la Voce di tutti noi, che con amore, orgoglio e fede vogliamo portare alla luce. In quei luoghi di scavo , pur di fronte a non trascurabili cimeli ed oggetti, è necessario creare giardini di fiori profumati e piante ornamentali. Il turismo e la cultura sono le attese ,le speranze dei giovani figli e nipoti , essi devono poter custodire, tutelare, difendere da meschini 'affari' le nostre immense ricchezze : respiro e sospiro entro e fuori l'urna dei forti. Grazie Domenico, come sempre attento e puntuale , i tuoi suggerimenti sono pure i nostri. Roberto -

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Roberto Lo Presti Il tempo è l'unità di misura dei ricordi...!Tantissimi legami ci vedono insieme a mille cose, oggetti,foto,anelli,quadri,vasi,martelli, croci...-La storia si snocciola step by step , è proprio quello che ho sentiamo oltre ogni lettura di testi, osserviamo tanti reperti mai polverosi e copiosi. Assemblati , accatastati , confusi, essi parlano,raccontano,muovono i suoni adesso sopiti dentro un Museo di immenso valore e rispetto sotto la nostra Terra...! Lì sono le nostre radici profonde di lavoro e di fede, di speranza e di sviluppo civile e sociale. Essi ancora chiedono mani sicure, forti , energiche ed in equilibrio con il mondo in una ampia ricerca in un crescente dream...!

Non riesco a trovare un buon e finissimo pennello per definire le sfumature più interne,che riflettono nei vari prismi delle delicatissime forme di giochi concentrici,in cui le ombre e le penombre daranno poi ,la felicissima visione globale , che definisce ,opportunamente, l’immagine del sommo Maestro. Adesso emerge intero quel tempo trascorso,nel quale il volto dei cari fratelli e gli oggetti di gioco,studio ,lavoro…-:la felicità degli spazi, dei tempi avvicinati. la decisa proposizione assai positiva ,dell'amore per ognuno e per tutti indistintamente ,la certezza degli equilibri temporali già pre-determinati ,ove alta si prevede dipanata la storia nei secoli : la fede ci sorregge

 

 

 

 

 

 

 

- di Roberto Lo Presti  -

 

Interveniamo nell' interessante articolo del caro amico e collega prof. Domenico Venuti, affermando che ogni monumento è ricchezza , gloria, onore del passato. La nostra amata città è stata tante volte oggetto di sventure e saccheggio; i veri e studiosi messinesi di Storia Patria hanno risposto con impegno nel 'raccogliere' con amore i numerosissimi resti e reperti disseminati sotto il suolo.

E' proprio lì è conservata la nostra Identità, scritta, descritta, colorata, di stupende architetture sotterrata. La tomba di Antonello rappresenta la Voce di tutti noi, che con amore, orgoglio e fede vogliamo portare alla luce. In quei luoghi di scavo , pur di fronte a non trascurabili cimeli ed oggetti, è necessario creare giardini di fiori profumati e piante ornamentali. Il turismo e la cultura sono le attese ,le speranze dei giovani figli e nipoti , essi devono poter custodire, tutelare, difendere da meschini 'affari' le nostre immense ricchezze : respiro e sospiro entro e fuori l'urna dei forti. Grazie Domenico, come sempre attento e puntuale , i tuoi suggerimenti sono pure i nostri. Roberto -

 

Loc Premio Fogghi

 

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Fogghi Mavvagnoti, nasce nell’intento di raccogliere gli echi che giungono dalla cultura popolare siciliana, le voci che vivono ancora di storia, tradizioni, e che riconoscono, nell’idioma locale, un vincolo di profonda appartenenza. Il Premio non è stato concepito a scopo di lucro ma solo ed esclusivamente per il recupero dei dialetti locali attraverso il componimento poetico. Prevede una minima quota di partecipazione per spese di sostegno al Premio. Inoltre, teniamo a sottolineare che, pur partecipando a un Premio a carattere regionale, non è importante arrivare primi, ma operare il recupero con diligenza e passione, è questo il reale servigio che si rende alla ricerca.

 

Un valore particolare al dialetto è stato attribuito solo in tempi relativamente recenti, dopo essersi preoccupati di riconoscere il valore dei beni monumentali e ambientali lo stesso è stato fatto con la nostra parlata rendendosi conto, finalmente, di come sia un prezioso bene culturale da conservare e tramandare.

 

 

Un populo diventa poviru e servu quannu ci arrubbano a lingua addutata di patri: è persu pi sempri”.I. Buttitta

 

 

MODALITÀDI PARTECIPAZIONE

 

Ogni concorrente può partecipare inviando tre poesie in dialetto, a tema libero, edite e inedite, con relativa traduzione, specificando il luogo di provenienza, rispettando le regole della parlata scelta. Nel caso in cui le poesie vincitrici siano già editi, saranno indicati gli estremi dei libri da cui sono stati tratti (titolo, casa editrice e anno di pubblicazione). La lunghezza dei componimenti non dovrà superare i trenta, quaranta versi. Le opere dovranno essere trasmesse, a pena d’inammissibilità al concorso, nel rispetto delle norme sotto indicate all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.inviare:

 

1) Un file word per ogni lirica in cui sono inserite la specificazione del dialetto utilizzato, traduzione letterale in coda e brevi note biografiche dell’autore;

 

2) Scheda di adesione firmata e correttamente compilata in tutte le sue parti. Conterrà obbligatoriamente le seguenti informazioni: Nome, cognome, data e luogo di   nascita, indirizzo di residenza e recapiti (telefono, e-mail). Dichiarazione del partecipante attestante che l’opera presentata è autentica. Potrà essere inviato in formato jpg o pdf;

 

4) Copia di documento di riconoscimento in formato jpg o pdf.

 

 Gli autori, per il fatto di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicazione cartaceo e digitale senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore.

 

I diritti rimangono comunque di proprietà dell’autore.

 

Si chiede cortesemente ai poeti di non attendere l’approssimarsi della scadenza del premio, ma di anticipare, se possibile, l’invio delle opere per agevolare il lavoro della segreteria.

 

Le poesie inviate saranno copiate in un file, con numero e senza nome onde evitare qualsiasi favoritismo. Non saranno considerate valide le poesie inviate in forma anonima. Tale file sarà consegnato alla giuria che procederà alla valutazione di ogni elaborato.   La classifica delle poesie si otterrà dalla somma dei voti, quindi si procederà all’assegnazione dei premi. La partecipazione al concorso implica l’accettazione integrale del presente bando.

 

 

1º) La quota di partecipazione al Premio è di € 10 e dovrà essere inviata per e-mail insieme alle liriche copia della ricevuta di pagamento.

 

- Per pagamento con bonifico bancario IBAN: IT 14 D 08713 83930 0000000 80200 Banca di Credito Cooperativo di Pachino – Intestatario: Comune di Malvagna / Tesoreria Comunale.

 

- Per pagamento con Bollettino Postale: C.C. n° 14018980 intestato a Comune di Malvagna, Servizio di Tesoreria – Causale: Partecipazione Premio Poesia in Dialetto Siciliano.

 

 

I componimenti premiati riceveranno una valutazione scritta dai membri della giuria, il cui giudizio è insindacabile e inappellabile. I nomi dei consulenti, provenienti dal mondo della cultura e dell’arte, da diverse regioni italiane, saranno resi noti a selezione conclusa.
Gli esperti che andranno a costituire la giuria lo faranno a titolo gratuito come atto d’amore per la scrittura e per la propria terra, così il presidente, tutto lo staff interno e quanti si prodigheranno per la diffusione del premio. Tutte le opere dovranno essere inviateentro e non oltre il 29 febbraio 2016. Per qualsiasi informazione
Per qualsiasi informazione e dettagli, chiedere al Coordinatore Responsabile del Premio, Sig.na Veronica Riolo, dal lunedì al venerdì dalle ore 12.00 alle ore 13.00 e dalle ore 18.00 alle ore 19.30, cell.+39.334.770.1076 / mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.oppure rivolgersi al 338.175.5547 (chiedere di José Russotti).

 

 

La giuria si riserva di istituire menzioni e premi speciali ed effettuare ulteriori segnalazioni.


La premiazione avverrà l’10 luglio 2016 nella Sala Consiliare del comune di Malvagna (ME). A causa della fragilità e preziosità del materiale, non saranno spediti a casa i trofei e le opere d’arte dei vincitori assenti. Sarà loro compito trovare il mezzo per ritirare personalmente o tramite delega, anche in seguito alla premiazione, quanto gli spetta. Gli autori assenti durante la giornata di premiazione potranno ricevere l’attestato in formato jpg, a casa tramite posta facendosi carico delle relative spese di spedizione. Per quanto concerne gli autori premiati gli stessi dovranno confermare la presenza alla serata di premiazione entro e non oltre 7 giorni dalla comunicazione. Il Centro organizzatore si riserva di dare comunicazione ai concorrenti e di apportare eventuali variazioni delle presenti disposizioni dandone tempestiva comunicazione su Facebook sulla pagina ufficiale del
Premio di Poesia in Lingua Siciliana “Fogghi mavvagnoti 2016” e sul sito ufficiale del Comune di Malvagna: https://www.comunemalvagna.gov.it/

 

I poeti vincitori saranno ospitati per una notte, con prima colazione, presso un agriturismo locale.

 

TRATTAMENTO DATI

 

I dati personali trasmessi verranno trattati in conformità alla Legge 196/2003 e utilizzati esclusivamente per le finalità connesse al concorso in oggetto e conservati per il tempo strettamente necessario all’espletamento al suddetto concorso. Il conferimento dei dati è obbligatorio e necessario per partecipare al concorso. Gli interessati godono dei diritti di cui all’art.7del D.Lgs. 196/2003.

 

 

PREMI

 

La cerimonia di premiazione dei vincitori è prevista entro il mese di luglio 2016. In tale data sarà pubblicato sul sito ufficiale del Comune di Malvagna: https://www.comunemalvagna.gov.it/l’elenco delle opere vincitrici e di quelle menzionate e segnalate.

 

1° classificato: I° premio 250,00 + pergamena e un’opera d’arte - (50x70)

 

2° classificato: II° premio 150,00 + pergamena e un’opera d’arte - (50x70)

 

3° classificato: III° premio 100,00 + pergamena e un’opera d’arte - (50x70)

 

4° classificato: IV° premio, pergamena e un’opera d’arte - ((50x70))

 

5° classificato: V° premio, pergamena e un’opera d’arte - ((50x70))

 

- Menzione speciale su segnalazione dei giurati ad un autore ritenuto meritevole, targa ricordo e una bottiglia di vino pregiato delle rinomate cantine dell’Etna.

 

A tutti gli autoripartecipantiverrà rilasciato un attestato di partecipazione e una bottiglia di vino pregiato delle rinomate cantine dell’Etna.

 

La giuria si riserva di assegnare ulteriori premi  al momento della valutazione.
Mail
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

n.b. - I cinque poeti finalisti del Premio “Fogghi mavvagnoti 2016” saranno ospitati la notte tra l’11 e il 12 luglio (in occasione della premiazione) nel B&B “I Dammusi” di Giuseppe Genovese. Per gli altri autori partecipanti al Premio, se vogliono fermarsi, possono farlo prenotando la stanza al prezzo di 20 euro a persona (colazione compresa) tel. 0942 964098 / cell. 339 491 6817. Un’ottima occasione per visitare Malvagna e la Valle dell’Alto Alcantara.

 

Comune di Malvagna (ME)

Premio di Poesia in Lingua Siciliana

“Fogghi mavvagnoti 2016”

I.a Edizione

Il/la sottoscritto/a __________________________________________________________________________ nato/a a _________________________________________________________________________________

Il ________________ e residente a ___________________________________________________________

c.f. _________________________________________
e-mail _______________________________________
tel ________________________________

Dichiara di essere proprietario unico dei diritti dell’opera inviata. 

Autorizza

L’eventuale pubblicazione delle sue poesie e letture pubbliche senza nulla a pretendere. Autorizza, inoltre, l’uso dei dati personali ai sensi della L.675/96 e successive modifiche. Si allega copia del documento di riconoscimento.

                                                                                                                              

                                                                                                                                                                                                                                         Firma

______________________________

 

 

 

parodi

 

Artista ligure, risiede da molti anni a Roma dove ha iniziato la sua formazione artistica frequentando la Scuola Libera del Nudo dell’Accademia di Belle Arti.

In seguito, frequentando la scuola del M° Antonio Necci, si è creata uno stile molto personale, caratterizzato da paesaggi realizzati per lo più con colori ad olio, ricchi di reminiscenze impressioniste, dove luce e cromatismi delicati cercano di trasmettere l’emozione che di volta in volta muta con passaggi obbligati in sensazioni di pace, di armonia, di desiderio di riconoscersi, quasi di connaturarsi in quei paesaggi presi quasi in prestito da un sogno, sereni tanto da far dimenticare, almeno per un attimo, le contrarietà del quotidiano.

“La pittura di Pia Parodi è un racconto che genera emozioni, trasformandole peraltro in immagini che hanno il fascino di cromie arcane, utilizzando morbidi colori che avvolgono in profondità la memoria delle cose. Nei suoi paesaggi, immersi in un’atmosfera sospesa di serenità, il passato-presente atemporale accarezza la tela e la visione del reale, esaltata dall’armonia dei colori, alimenta le esigenze dell’anima. Le sue ninfee, motivo ricorrente dei suoi lavori, vivono sulla superficie dell’acqua che rispecchia il cielo in un amplesso materico e nel suo continuo cambiamento ne assorbono il mistero e la magia”(Mara Ferloni). Oltre alle ninfee, in occasione della mostra “ 6 Artisti per la Ricerca”, ha espresso in due quadri visualizzazioni cromatiche dei neuroni cerebrali. L’idea ha preso forma ascoltando i discorsi di un gruppo amico di ricercatori di neurobiologia che conoscendo il grande interesse dell’artista per le ricerche sul cervello le hanno donato foto di immagini al microscopio di neuroni cerebrali evidenziati con diverse colorazioni: così agli occhi dell’artista le cellule neuronali creano, con forme e colori diversi, forme artistiche di indubbia suggestione, pur nella drammaticità del loro significato.

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       Esposizioni        

1996          16-22 marzo        Roma Galleria S.Bernardo “PROSPETTIVE”

     1997     17-24 maggio     Roma Galleria S.Bernardo “MAY IN ROME”

1997    18-24 ottobre     Roma Galleria S.Bernardo “INTERMEZZO”

     2001    14-18 maggio      Roma ex Chiesa di S.Marta “IMPRESSIONI CROMATICHE”

     2002    14-21 maggio     Roma Galleria dell’Orso   “3 M”

     2006      7-22 aprile        Roma Biblioteca Angelica “4 Artisti per 4 regioni”

     2006     27 mag-3 giu       Roma ex Chiesa di S.Marta “INSIEME NELL’ARTE”

     2007      9 dic-30gen        Venezia Villa Pisani “INCONTRI D’ARTE”

     2008    29 mar-27aprile  Venezia Villa Pisani X Settimana della Cultura

     2007    11-20 maggio      Roma Teatro dei Dioscuri   “CROMIE E PLASTICISMI”

     2007      1-7 dicembre     Roma ex Chiesa di S:Marta “CROMIE E PLASTICISMI”

     2009    11 -30 sett.           Venezia Biblioteca Marciana “MATERICHE ARMONIE”

     2010   21sett.-1 ott.        Roma Teatro dei Dioscuri “QUATTRO STAGIONI –AUTUNNO”

     2011      8-15 genn.          Roma Biblioteca Angelica   “QUATTRO STAGIONI – INVERNO”

     2011    16-22 apr.           Roma Teatro dei Dioscuri     “QUATTRO STAGIONI - PRIMAV:”

     2012      7-13 genn.          Roma Biblioteca Angelica   “MATERIA ENERGIA ARTE”

     2012      3-16 marzo        Roma Teatro dei Dioscuri   “COSMOCROMIE E PLASTICISMI”

     2014    29nov-6 dic       Roma Teatro dei Dioscuri “6 Artisti per la Ricerca”

     2015    17-26 0ttobre       Roma Sale del Bramante “L’arte alle soglie del Giubileo”

 

 

Pia Parodi’s biography

Pia Parodi, an artist from Liguria, has been living in Rome for many years. In Rome she got her artistic training at Nude Free School in Fine Arts Academy. Then she attended at Maestro Antonio Necci’s teaching, revealing a peculiar style of hers in her oil coloured landscapes, full of impressionistic reminiscences. Light and soft chromatism stirs changing and almost obliged emotions toward feelings of peace and harmony, each one desiring to be only a thing with those landscapes caught from a dream. So calm and quiet that one can forget, just a moment, the every day troubles.

Pia Parodi’s paintings are a tale, a mood for the heart, she changes our emotions into images as well as mysterious colours, so soft to drop out deeply the memory of the things.

Pia Parodi’s art is a tale that lifts emotions, it seeps them through and changes into fascinating images of mysterious colours. Her mellow-colours embrace the things in memory deeply and interlace an exclusive dialogue by a personal technique and timbre. All landscapes, pale and dark blue, give a touch of poetry to real things, meanwhile a thin glare makes its way to open spaces. Her paintings are gloomy, her brushes wide and streaked, and let the light enter with liveliness and volume. In the suggestive landscapes, faint and suspended in an air of serenity, the past-present out –the-time caresses her canvas and the things in sight, in the harmony of colours, feeds the needs of soul.

Her water-lilies, so recurrent in her works, live on the surface like a mirror embracing the sky, continually changing and soaking all mystery and magic up (Maria Ferloni).

Water-lilies beside, in the exhibition ( 6 Artisti per la Ricerca) she got two works about fanciful chromatic paintings of cerebral neurons, after listening some neurologist friends of hers. They knew how she was fond of brain research and gave some different coloured images. The brain cells becomes works of art, in a different coloured and shaped way, and no doubt full of suggestive and dramatic meaning.

 

Riceviamo dall'Associazione degli Amici del Museo di Messina e pubblichiamo

                                                                                                        

                       

Una sceneggiata infinita quella della individuazione della tomba di Antonello da Messina. La ferrea volontà di portare avanti uno scavo, non si capisce e non si comprende, quando con ogni mezzo, si evita un confronto che sta nelle cose. Pertanto, è doveroso mostrare quanti elementi storici contrastanti, continuano a rimanere fuori da un certo tipo di discorso. La recente pubblicazione del socio, Alessandro Fumia, dal titolo evocativo “Antonello da Messina a Giostra” rimane, fino a prova contraria, l’unico elemento di indagine storico-documentale, capace di gettare un occhio sulle tracce topografiche più remote, dell’antico complesso monacale di Santa Maria del Carmelo il superiore, e poi, con la gestione dei padri osservanti, rinominato, convento di Santa Maria e Gesù. La principale questione, quella dell’individuazione del sito in cui venne sepolto il pittore a Messina, è stata affrontata e risolta da Gaetano La Corte Cailler, nel lontano 1903, individuando il suo testamento. La questione in questo caso, si sposta sulla precisa ubicazione del complesso conventuale, nel fondo della contrada di Ritiro, trovando i resti oggetto del potenziale scavo, non in linea con i limiti topografici medievali. Nel sito, rimangono costantemente nel tempo inalterati alcuni limiti (i letti delle fiumane) malgrado i disastri che hanno colpito la città, essi restano un punto certo, per individuare la mappa originale, capace di determinare il cimitero in cui Antonello è stato seppellito. Il socio Fumia, operando sui fondi del Santuario di Montalto, in rapporto alle relative pergamene più antiche, appartenute sia al complesso di Santa Maria del Carmelo di Ritiro che analogamente, al convento di Santa Maria e Gesù il superiore, individua in alcuni rogiti notarili, i confini da cui è possibile determinare, l’esatta posizione del cimitero che vide i resti del nostro pittore.

         Estrapolazione dal volume di Alessandro Fumia intitolato Antonello da Messina a Giostra, dei passi più salienti. Alla p. 29, nota 8, segnalava in rapporto a un atto notarile, rogato dal notaio Giovanni de Marco il 13 gennaio, IV indizione 1410, l’ubicazione del fondo, che prendeva il toponimo dal convento di Santa Maria del Carmelo il superiore confinante con il suo orto:

“loco nella contrada di San Michele o Santa Maria la Scala, dato in censo alla badessa suor Fiorita Campo.”

d1

 

A p. 31, nota 9 aggiungeva:

“Dalla Pergamena n° 66 (rilasciata dall’abbadessa Mita de Marco il 24 dicembre 1491) l'enfiteusi rilasciata al mercante Domenico Galliczi figlio di Nunzio Galliczi si identifica il confine, che pone il convento sul lato orientale della fiumara di San Michele; venendosi a determinare le condizioni favorevoli, per osservare finalmente il luogo in cui era ubicato il convento degli Osservanti. La pergamena nel merito segnala: Abbiamo concesso un affitto a perpetua enfiteusi a Domenico Galliczi, abitante nella contrada di Santa Maria di Gesù superiore, visto alla fiumara di San Michele, territorio di Messina, figlio del fu Nunzio Galliczi, ugualmente presente e conducente, tutto e integralmente di un certo Bosco (locum dicti Monasterii) terreno del Monastero, situato e posto presso la fiumara, visto nella contrada di Santa Maria di Gesù superiore fuori le mura di Messina, nel sottoscritto limitato territorio, visto a Oriente.”

         Sicché adesso, comprendiamo che l’antico convento era ubicato presso il lato orientale della fiumara di San Michele. Orientamento, in vero, che da solo non determina ufficialmente l’esatta posizione, se non si riesce a smarcarsi dal gioco di salotto (interessato quando si vuole mettere in disordine documenti contrastanti), per certificare se l’Oriente segnalato nell’atto notarile come limite del convento, determinava il confine di destra o quello di sinistra. In tale ambasce, un altro rogito, aiuta a precisare in modo definitivo, su quale confine della fiumara di San Michele orientato a Oriente, prendeva sede l’antico cenobio nel quattrocento.  

 

         A p. 37, nota 11 determina: “nell’immediatezza del convento, si ritrova la contrada di San Nicola de Ossilla (il cimitero del convento), che ci permette di stanziare e identificare, i limiti meridionali del casale di Santa Maria di Gesù superiore entro i quali, si espandeva il casale medesimo, sempre addossato sul lato destro della fiumara di San Michele. La pergamena n° 34(2 luglio 1323) dei fondi manoscritti del Santuario di Montalto, è ancora più esplicita del documento precedente. Osservando i risvolti giuridici su una vigna adiacente il convento, concessa al complesso Cistercense da Federico Murruto, si ottiene una incredibile precisazione. La vigna oggetto del lascito possedeva gli estremi dei suoi confini, su due lati contrapposti, ognuno ricadente in contrade confinanti ma distinte: il versante meridionale ricadeva nella fiumara di Santa Maria la Scala mentre, il versante occidentale ricadeva, nella contrada nominata “della contrada di San Nicola di Grotta monastero di Santa Maria del Carmelo dell’ordine Cistercense” sita nella fiumara di San Michele nei tenimenti di Messina.

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Non solo questi documenti, sono in grado di mettere in grandissimo imbarazzo gli schemi programmati, da parte di coloro che vedono in quello scavo, una potenziale soluzione di rilancio nell’attuale rione di Ritiro, ma, tanto altro materiale, formato da documenti ed immagini, smontano le certezze che fino a oggi fanno da arbitro in questa vicenda. I dubbi già affiorati in passato, sulla qualifica- zione del sito, come quello in cui ricadeva il convento di Santa Maria e Gesù a Ritiro, formati da materiale seicentesco, non si confrontano con il materiale più antico; come potrebbero quelle carte trovare convalida, una volta che, si viene a sapere che le pergamene degli osservanti, oggi conservate a Montalto, danno ragione agli scettici? Il socio Fumia Alessandro in passato, più volte a rilanciato la possibilità di un confronto, ma questo è stato accuratamente impedito, perché? Lo stesso Fumia, a suo tempo, in un articolo pubblicato dal settimanale centonove, segnalava la presenza di un ulteriore elemento discordante in rapporto allo scavo, non prodotto nel suo volume, edito dalla SGB editore nel 2014. Un articolo in verità, che getta nello sconforto, tutti coloro che già immaginano positivi i risultati, anticipati dalle introspezioni magnetiche prodotte con l’indagine attraverso l’utilizzo del georadar. Nel contributo del settimanale, anno XX, pubblicato nel numero 46, del 6 dicembre 2013, a p. 28, segnalava:

 

Gli ambienti che si osservano oggi, segnalati come il complesso di Santa Maria e Gesù superiore, altro non sono che i rimasugli edilizi di un vecchio stabilimento caseario, il Cuzzaniti Arena Primo per intenderci, dismesso nel 1837. Il comune di Messina, dopo le prime alluvioni incomincerà a spostare in quegli ambienti industriali dismessi, prima parti di arredo del convento e successivamente dopo l'alluvione del 1863 anche gli arredi della chiesa. d3

Lo stabilimento Cuzzaniti Arena Primo, produceva formaggi freschi e ricotte, quindi possedeva la parte del lavatoio nella parte più profonda dello stabile, dove era ubicata la caldaia e le vasche per la preparazione del caglio. Negli ambienti superiori a questo livello, si posizionavano le aule del confezionamento e della stagionatura e del riposo. Nel piano superiore a questo si trovava la bottega vera e propria.”

  

         In una situazione simile, giusto sarebbe far convergere un’opinione comune e condivisa, per il bene di una memoria, quella dell’individuazione dell’antica area in cui ricadeva il convento di Santa Maria e Gesù il superiore, che non è stato trovato, e quelle rovine, non riescono da sole a determinarlo. La storia sulla tomba di Antonello si deve basare su fatti concreti, che riescono a incidere positivamente con i documenti originali, un tempo conservati nei fondi dello stesso convento, che ha accolto i resti mortali di Antonello da Messina, altrimenti, il risultato che ne viene, sembra una presunzione, voler fare passare a ogni costo, una posizione rispetto che un'altra discordante dalla prima.

 

                           Associazione degli Amici del Museo di Messina

Riceviamo dall'Associazione degli Amici del Museo di Messina e pubblichiamo

                                                                                                        

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Una sceneggiata infinita quella della individuazione della tomba di Antonello da Messina. La ferrea volontà di portare avanti uno scavo, non si capisce e non si comprende, quando con ogni mezzo, si evita un confronto che sta nelle cose. Pertanto, è doveroso mostrare quanti elementi storici contrastanti, continuano a rimanere fuori da un certo tipo di discorso. La recente pubblicazione del socio, Alessandro Fumia, dal titolo evocativo “Antonello da Messina a Giostra” rimane, fino a prova contraria, l’unico elemento di indagine storico-documentale, capace di gettare un occhio sulle tracce topografiche più remote, dell’antico complesso monacale di Santa Maria del Carmelo il superiore, e poi, con la gestione dei padri osservanti, rinominato, convento di Santa Maria e Gesù. La principale questione, quella dell’individuazione del sito in cui venne sepolto il pittore a Messina, è stata affrontata e risolta da Gaetano La Corte Cailler, nel lontano 1903, individuando il suo testamento. La questione in questo caso, si sposta sulla precisa ubicazione del complesso conventuale, nel fondo della contrada di Ritiro, trovando i resti oggetto del potenziale scavo, non in linea con i limiti topografici medievali. Nel sito, rimangono costantemente nel tempo inalterati alcuni limiti (i letti delle fiumane) malgrado i disastri che hanno colpito la città, essi restano un punto certo, per individuare la mappa originale, capace di determinare il cimitero in cui Antonello è stato seppellito. Il socio Fumia, operando sui fondi del Santuario di Montalto, in rapporto alle relative pergamene più antiche, appartenute sia al complesso di Santa Maria del Carmelo di Ritiro che analogamente, al convento di Santa Maria e Gesù il superiore, individua in alcuni rogiti notarili, i confini da cui è possibile determinare, l’esatta posizione del cimitero che vide i resti del nostro pittore.

         Estrapolazione dal volume di Alessandro Fumia intitolato Antonello da Messina a Giostra, dei passi più salienti. Alla p. 29, nota 8, segnalava in rapporto a un atto notarile, rogato dal notaio Giovanni de Marco il 13 gennaio, IV indizione 1410, l’ubicazione del fondo, che prendeva il toponimo dal convento di Santa Maria del Carmelo il superiore confinante con il suo orto:

“loco nella contrada di San Michele o Santa Maria la Scala, dato in censo alla badessa suor Fiorita Campo.”

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A p. 31, nota 9 aggiungeva:

“Dalla Pergamena n° 66 (rilasciata dall’abbadessa Mita de Marco il 24 dicembre 1491) l'enfiteusi rilasciata al mercante Domenico Galliczi figlio di Nunzio Galliczi si identifica il confine, che pone il convento sul lato orientale della fiumara di San Michele; venendosi a determinare le condizioni favorevoli, per osservare finalmente il luogo in cui era ubicato il convento degli Osservanti. La pergamena nel merito segnala: Abbiamo concesso un affitto a perpetua enfiteusi a Domenico Galliczi, abitante nella contrada di Santa Maria di Gesù superiore, visto alla fiumara di San Michele, territorio di Messina, figlio del fu Nunzio Galliczi, ugualmente presente e conducente, tutto e integralmente di un certo Bosco (locum dicti Monasterii) terreno del Monastero, situato e posto presso la fiumara, visto nella contrada di Santa Maria di Gesù superiore fuori le mura di Messina, nel sottoscritto limitato territorio, visto a Oriente.”

         Sicché adesso, comprendiamo che l’antico convento era ubicato presso il lato orientale della fiumara di San Michele. Orientamento, in vero, che da solo non determina ufficialmente l’esatta posizione, se non si riesce a smarcarsi dal gioco di salotto (interessato quando si vuole mettere in disordine documenti contrastanti), per certificare se l’Oriente segnalato nell’atto notarile come limite del convento, determinava il confine di destra o quello di sinistra. In tale ambasce, un altro rogito, aiuta a precisare in modo definitivo, su quale confine della fiumara di San Michele orientato a Oriente, prendeva sede l’antico cenobio nel quattrocento.  

 

         A p. 37, nota 11 determina: “nell’immediatezza del convento, si ritrova la contrada di San Nicola de Ossilla (il cimitero del convento), che ci permette di stanziare e identificare, i limiti meridionali del casale di Santa Maria di Gesù superiore entro i quali, si espandeva il casale medesimo, sempre addossato sul lato destro della fiumara di San Michele. La pergamena n° 34(2 luglio 1323) dei fondi manoscritti del Santuario di Montalto, è ancora più esplicita del documento precedente. Osservando i risvolti giuridici su una vigna adiacente il convento, concessa al complesso Cistercense da Federico Murruto, si ottiene una incredibile precisazione. La vigna oggetto del lascito possedeva gli estremi dei suoi confini, su due lati contrapposti, ognuno ricadente in contrade confinanti ma distinte: il versante meridionale ricadeva nella fiumara di Santa Maria la Scala mentre, il versante occidentale ricadeva, nella contrada nominata “della contrada di San Nicola di Grotta monastero di Santa Maria del Carmelo dell’ordine Cistercense” sita nella fiumara di San Michele nei tenimenti di Messina.

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Non solo questi documenti, sono in grado di mettere in grandissimo imbarazzo gli schemi programmati, da parte di coloro che vedono in quello scavo, una potenziale soluzione di rilancio nell’attuale rione di Ritiro, ma, tanto altro materiale, formato da documenti ed immagini, smontano le certezze che fino a oggi fanno da arbitro in questa vicenda. I dubbi già affiorati in passato, sulla qualifica- zione del sito, come quello in cui ricadeva il convento di Santa Maria e Gesù a Ritiro, formati da materiale seicentesco, non si confrontano con il materiale più antico; come potrebbero quelle carte trovare convalida, una volta che, si viene a sapere che le pergamene degli osservanti, oggi conservate a Montalto, danno ragione agli scettici? Il socio Fumia Alessandro in passato, più volte a rilanciato la possibilità di un confronto, ma questo è stato accuratamente impedito, perché? Lo stesso Fumia, a suo tempo, in un articolo pubblicato dal settimanale centonove, segnalava la presenza di un ulteriore elemento discordante in rapporto allo scavo, non prodotto nel suo volume, edito dalla SGB editore nel 2014. Un articolo in verità, che getta nello sconforto, tutti coloro che già immaginano positivi i risultati, anticipati dalle introspezioni magnetiche prodotte con l’indagine attraverso l’utilizzo del georadar. Nel contributo del settimanale, anno XX, pubblicato nel numero 46, del 6 dicembre 2013, a p. 28, segnalava:

 

Gli ambienti che si osservano oggi, segnalati come il complesso di Santa Maria e Gesù superiore, altro non sono che i rimasugli edilizi di un vecchio stabilimento caseario, il Cuzzaniti Arena Primo per intenderci, dismesso nel 1837. Il comune di Messina, dopo le prime alluvioni incomincerà a spostare in quegli ambienti industriali dismessi, prima parti di arredo del convento e successivamente dopo l'alluvione del 1863 anche gli arredi della chiesa. d3

Lo stabilimento Cuzzaniti Arena Primo, produceva formaggi freschi e ricotte, quindi possedeva la parte del lavatoio nella parte più profonda dello stabile, dove era ubicata la caldaia e le vasche per la preparazione del caglio. Negli ambienti superiori a questo livello, si posizionavano le aule del confezionamento e della stagionatura e del riposo. Nel piano superiore a questo si trovava la bottega vera e propria.”

  

         In una situazione simile, giusto sarebbe far convergere un’opinione comune e condivisa, per il bene di una memoria, quella dell’individuazione dell’antica area in cui ricadeva il convento di Santa Maria e Gesù il superiore, che non è stato trovato, e quelle rovine, non riescono da sole a determinarlo. La storia sulla tomba di Antonello si deve basare su fatti concreti, che riescono a incidere positivamente con i documenti originali, un tempo conservati nei fondi dello stesso convento, che ha accolto i resti mortali di Antonello da Messina, altrimenti, il risultato che ne viene, sembra una presunzione, voler fare passare a ogni costo, una posizione rispetto che un'altra discordante dalla prima.

 

                           Associazione degli Amici del Museo di Messina

 

Domenico Venuti nome

 

La redazione

Messina, detta anche "porta della Sicilia" e anticamente Zancle e Messana, come è noto, raggiungeva il massimo del suo splendore, fra il tardo medioevo e la metà del XVII secolo, quando contendeva a Palermo il ruolo di capitale della Sicilia.I disastrosi terremoti, come quello del 1908 e i   bombardamenti della seconda guerra mondiale che avevano colpito al cuore la città vedevano la sua ripresa grazie alla forza morale, il coraggio, l’intelligenza e l’amore dei suoi concittadini. Possiamo dire quindi che i messinesi hanno sempre saputo reagire imponendosi anche per meriti nel contesto europeo, meritando alla città l’appelletivo di “Città d’Europa”. Oggi ci si chiede, ma che cosa sia successo ? che cosa sta succedendo ? , dov’è finita la sua antica gloria ?

Il Prof Domenico Venuti in occasione di un incontro al Museo Etnoantropologico dell’area peloritana di Castanea, che lo vede Soprintendente onorario, rivolgendosi al numeroso e qualificato pubblico , dopo avere fatto un breve parallelo storico rievocativo su   Messina di ieri e di oggi , ne rilevava le attuali assurde mancanze che rischiano di umiliarla. Invitava a seguire l’esempio operativo di associazioni di volontariato pronte a dare con i propri componenti idee e fatti positivi anche per il patrimonio culturale cittadino. Si soffermava a parlare della locale ’associazione , che sotto la direzione del Cavaliere Domenico Gerbasi è stata capace di divenire una istituzione museale di valore con i suoi 2500 reperti,   attenzionati e in parte catalogati dalla Soprintendenza BB-CC di Messina. Esprimeva parole di lode ai volontari, che con sacrificio e impegno riescono, malgrado le relative difficoltà create da vandali a tenere pulito il sito che si ritiene luogo di sepoltura di Antonello da Messina, il più grande pittore siciliano del ‘400. A tal proposito, dichiarava l’urgenza dello scavo, anche proprio perché, nel dubbio della reale sepoltura.Si aggiunge, fatto anch’esso importante, proprio perché lì il CNR ne ha rilevato il primo convento carmelitano in Europa e questa si aggiunge una rilevante cripta sottostante.

In un secondo momento il Prof Venuti, in occasione di un brillante incontro nella sede del Centro Europeo di Studi Universitari Human Rights of Peace dei CO.B-GE che presiede, sollevava la sua voce dicendo :”….I beni culturali messinesi non devono essere portati altrove, come è avvenuto ad esempio, per le famose icone e per alcune antiche monete che si trovano al museo Paolo Orsi di Siracusa. Nell’occasione faceva presente la necessità di onorare le figure di uomini illustri come il cittadino onorario William Shakspeare. Chiedeva il rispetto dei monumenti e invitava rivolgendo il suo pensiero agli amministrato rio cittadini di evitare di piantare alberi e di non lasciarli coperti da rami che rischiano di danneggiarli e di provvedere a fare piantare prima possibili fiori .” . Messinaweb.eu considera importante, quanto espresso dal prof Venuti, essenziale per una concreta ripresa dellla città, perché intervenendo sul patrimonio culturale si contribuisce positivamente, grazie al turismo sull’ economia e sul sociale di Messina. Solo così si potrà giustamente parlare di Area Metropolitana dello Stretto.

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