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Se facciamo parlare i documenti più antichi allora…

Riceviamo dall'Associazione degli Amici del Museo di Messina e pubblichiamo

                                                                                                        

                       

Una sceneggiata infinita quella della individuazione della tomba di Antonello da Messina. La ferrea volontà di portare avanti uno scavo, non si capisce e non si comprende, quando con ogni mezzo, si evita un confronto che sta nelle cose. Pertanto, è doveroso mostrare quanti elementi storici contrastanti, continuano a rimanere fuori da un certo tipo di discorso. La recente pubblicazione del socio, Alessandro Fumia, dal titolo evocativo “Antonello da Messina a Giostra” rimane, fino a prova contraria, l’unico elemento di indagine storico-documentale, capace di gettare un occhio sulle tracce topografiche più remote, dell’antico complesso monacale di Santa Maria del Carmelo il superiore, e poi, con la gestione dei padri osservanti, rinominato, convento di Santa Maria e Gesù. La principale questione, quella dell’individuazione del sito in cui venne sepolto il pittore a Messina, è stata affrontata e risolta da Gaetano La Corte Cailler, nel lontano 1903, individuando il suo testamento. La questione in questo caso, si sposta sulla precisa ubicazione del complesso conventuale, nel fondo della contrada di Ritiro, trovando i resti oggetto del potenziale scavo, non in linea con i limiti topografici medievali. Nel sito, rimangono costantemente nel tempo inalterati alcuni limiti (i letti delle fiumane) malgrado i disastri che hanno colpito la città, essi restano un punto certo, per individuare la mappa originale, capace di determinare il cimitero in cui Antonello è stato seppellito. Il socio Fumia, operando sui fondi del Santuario di Montalto, in rapporto alle relative pergamene più antiche, appartenute sia al complesso di Santa Maria del Carmelo di Ritiro che analogamente, al convento di Santa Maria e Gesù il superiore, individua in alcuni rogiti notarili, i confini da cui è possibile determinare, l’esatta posizione del cimitero che vide i resti del nostro pittore.

         Estrapolazione dal volume di Alessandro Fumia intitolato Antonello da Messina a Giostra, dei passi più salienti. Alla p. 29, nota 8, segnalava in rapporto a un atto notarile, rogato dal notaio Giovanni de Marco il 13 gennaio, IV indizione 1410, l’ubicazione del fondo, che prendeva il toponimo dal convento di Santa Maria del Carmelo il superiore confinante con il suo orto:

“loco nella contrada di San Michele o Santa Maria la Scala, dato in censo alla badessa suor Fiorita Campo.”

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A p. 31, nota 9 aggiungeva:

“Dalla Pergamena n° 66 (rilasciata dall’abbadessa Mita de Marco il 24 dicembre 1491) l'enfiteusi rilasciata al mercante Domenico Galliczi figlio di Nunzio Galliczi si identifica il confine, che pone il convento sul lato orientale della fiumara di San Michele; venendosi a determinare le condizioni favorevoli, per osservare finalmente il luogo in cui era ubicato il convento degli Osservanti. La pergamena nel merito segnala: Abbiamo concesso un affitto a perpetua enfiteusi a Domenico Galliczi, abitante nella contrada di Santa Maria di Gesù superiore, visto alla fiumara di San Michele, territorio di Messina, figlio del fu Nunzio Galliczi, ugualmente presente e conducente, tutto e integralmente di un certo Bosco (locum dicti Monasterii) terreno del Monastero, situato e posto presso la fiumara, visto nella contrada di Santa Maria di Gesù superiore fuori le mura di Messina, nel sottoscritto limitato territorio, visto a Oriente.”

         Sicché adesso, comprendiamo che l’antico convento era ubicato presso il lato orientale della fiumara di San Michele. Orientamento, in vero, che da solo non determina ufficialmente l’esatta posizione, se non si riesce a smarcarsi dal gioco di salotto (interessato quando si vuole mettere in disordine documenti contrastanti), per certificare se l’Oriente segnalato nell’atto notarile come limite del convento, determinava il confine di destra o quello di sinistra. In tale ambasce, un altro rogito, aiuta a precisare in modo definitivo, su quale confine della fiumara di San Michele orientato a Oriente, prendeva sede l’antico cenobio nel quattrocento.  

 

         A p. 37, nota 11 determina: “nell’immediatezza del convento, si ritrova la contrada di San Nicola de Ossilla (il cimitero del convento), che ci permette di stanziare e identificare, i limiti meridionali del casale di Santa Maria di Gesù superiore entro i quali, si espandeva il casale medesimo, sempre addossato sul lato destro della fiumara di San Michele. La pergamena n° 34(2 luglio 1323) dei fondi manoscritti del Santuario di Montalto, è ancora più esplicita del documento precedente. Osservando i risvolti giuridici su una vigna adiacente il convento, concessa al complesso Cistercense da Federico Murruto, si ottiene una incredibile precisazione. La vigna oggetto del lascito possedeva gli estremi dei suoi confini, su due lati contrapposti, ognuno ricadente in contrade confinanti ma distinte: il versante meridionale ricadeva nella fiumara di Santa Maria la Scala mentre, il versante occidentale ricadeva, nella contrada nominata “della contrada di San Nicola di Grotta monastero di Santa Maria del Carmelo dell’ordine Cistercense” sita nella fiumara di San Michele nei tenimenti di Messina.

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Non solo questi documenti, sono in grado di mettere in grandissimo imbarazzo gli schemi programmati, da parte di coloro che vedono in quello scavo, una potenziale soluzione di rilancio nell’attuale rione di Ritiro, ma, tanto altro materiale, formato da documenti ed immagini, smontano le certezze che fino a oggi fanno da arbitro in questa vicenda. I dubbi già affiorati in passato, sulla qualifica- zione del sito, come quello in cui ricadeva il convento di Santa Maria e Gesù a Ritiro, formati da materiale seicentesco, non si confrontano con il materiale più antico; come potrebbero quelle carte trovare convalida, una volta che, si viene a sapere che le pergamene degli osservanti, oggi conservate a Montalto, danno ragione agli scettici? Il socio Fumia Alessandro in passato, più volte a rilanciato la possibilità di un confronto, ma questo è stato accuratamente impedito, perché? Lo stesso Fumia, a suo tempo, in un articolo pubblicato dal settimanale centonove, segnalava la presenza di un ulteriore elemento discordante in rapporto allo scavo, non prodotto nel suo volume, edito dalla SGB editore nel 2014. Un articolo in verità, che getta nello sconforto, tutti coloro che già immaginano positivi i risultati, anticipati dalle introspezioni magnetiche prodotte con l’indagine attraverso l’utilizzo del georadar. Nel contributo del settimanale, anno XX, pubblicato nel numero 46, del 6 dicembre 2013, a p. 28, segnalava:

 

Gli ambienti che si osservano oggi, segnalati come il complesso di Santa Maria e Gesù superiore, altro non sono che i rimasugli edilizi di un vecchio stabilimento caseario, il Cuzzaniti Arena Primo per intenderci, dismesso nel 1837. Il comune di Messina, dopo le prime alluvioni incomincerà a spostare in quegli ambienti industriali dismessi, prima parti di arredo del convento e successivamente dopo l'alluvione del 1863 anche gli arredi della chiesa. d3

Lo stabilimento Cuzzaniti Arena Primo, produceva formaggi freschi e ricotte, quindi possedeva la parte del lavatoio nella parte più profonda dello stabile, dove era ubicata la caldaia e le vasche per la preparazione del caglio. Negli ambienti superiori a questo livello, si posizionavano le aule del confezionamento e della stagionatura e del riposo. Nel piano superiore a questo si trovava la bottega vera e propria.”

  

         In una situazione simile, giusto sarebbe far convergere un’opinione comune e condivisa, per il bene di una memoria, quella dell’individuazione dell’antica area in cui ricadeva il convento di Santa Maria e Gesù il superiore, che non è stato trovato, e quelle rovine, non riescono da sole a determinarlo. La storia sulla tomba di Antonello si deve basare su fatti concreti, che riescono a incidere positivamente con i documenti originali, un tempo conservati nei fondi dello stesso convento, che ha accolto i resti mortali di Antonello da Messina, altrimenti, il risultato che ne viene, sembra una presunzione, voler fare passare a ogni costo, una posizione rispetto che un'altra discordante dalla prima.

 

                           Associazione degli Amici del Museo di Messina

Ultima modifica il Venerdì, 07 Ottobre 2016 18:35
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