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Copertina volume

- di Maria teresa Prestigiacomo -

 

   

Domenica 27 la presentazione del volume di Massimiliano Cavaleri in occasione di "MAREvigliosa"

BROLO (ME) 23 set - Che i Sindaci conoscessero e scrivessero ricette di cucina non ne sapevamo ancora nulla: Massimiliano Cavaleri le scova, se le fa comunicare...direttamente dalla viva voce del Primo Cittadino; nasce  così la  raccolta che sintetizza la cultura di 108 località amene di Sicilia, di 108 Comuni della provincia di Messina fornite personalmente dai sindaci sarà presentato domenica 27 settembre in occasione della seconda giornata di "MAREvigliosa - Festival del Gusto" sul lungomare di Brolo alle ore 17.

Il volume "La Ricetta del Sindaco", curato dal giornalista Massimiliano Cavaleri con prefazione di Maria Grazia Cucinotta, ha trasformato per la prima volta in Italia i primi cittadini in veri e propri chef, pronti a evidenziare il piatto tipico della loro comunità. 108 comuni, 108 sindaci, 108 ricette in un libro dove leLocandina domenica 27 pietanze sono solo un pretesto per intraprendere un percorso di conoscenza del territorio, un viaggio nel patrimonio storico, culturale e artistico tra sapori e costumi di tanti piccoli borghi siciliani. Dai Nebrodi all'Alcantara, dalla Valle d'Agro ai Peloritani, dal versante tirrenico a quello jonico, dalle Eolie a Taormina, una panoramica gastronomica in veste "istituzionale" che non tralascia nessun comune, da Acquedolci a Villafranca Tirrena in ordine alfabetico.

A presentare il libro, già apprezzato a Casa Sanremo e ad EXPO Milano 2015, saranno lo stesso autore e il sindaco di Brolo Irene Ricciardello, promotrice insieme con il presidente della Pro Loco Cristiano Vitanza dell'evento "MAREvigliosa", che ha riscosso nella prima giornata, domenica scorsa, una forte affluenza di pubblico da tutta la provincia, nonostante il maltempo. Anche la Ricciardello ha fornito una ricetta tipica brolese: la zuppa di pesce Don Santo.

 

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“E’ incomprensibile la scelta dell’Assemblea regionale siciliana di non accogliere la proposta di referendum abrogativo degli articoli 38 e 35 dei cd decreti ‘Sblocca Italia’ e ‘Sviluppo’, così come avanzato dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali. Quelle norme, infatti, rappresentano un attacco sostanziale alle nostre prerogative statutarie. Credo francamente, quindi, che il voto di oggi andrebbe decriptato nella sua interezza per capirne di più. Meno male che altri consigli regionali (Basilicata, Marche, Molise, Puglia e Sardegna) si sono già pronunciati, in questi giorni, a favore del referendum, per cui l’iter non si fermerà”.

Lo dichiara in una nota il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, commentando il voto negativo dell’Aula sulla proposta di referendum abrogativo sulle norme che regolano le autorizzazioni e gli espropri a scopo di prospezione per la ricerca e estrazione di idrocarburi nel sottosuolo, previste nello 'Sblocca Italia' e nel decreto 'Sviluppo'.

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                       Fabio De Pasquale

                       Portavoce del Presidente


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COMUNICATO STAMPA DAL TEATRO DI MESSINA

Le errate e fuorvianti affermazioni che circolano sui social network richiedono una precisazione da parte del Comune di Messina, dell'Ente Teatro di Messina e della ditta cui sono stati affidati i lavori. Spiace che bassi tentativi di strumentalizzazione cerchino di insinuare la non consegna dei lavori nei tempi stabiliti e il conseguente slittamento dell'inizio della Stagione. Nulla di più infondato e falso. I lavori sono in corso e procedono in un rapporto di grande collaborazione tra i soggetti coinvolti. Collaborazione che ha consentito di superare grandissime difficoltà grazie alla grande disponibilità e sensibilità nei confronti delle esigenze del Teatro da parte dell'impresa e al quotidiano impegno e alla indiscutibile professionalità del direttore dei lavori ing. Saglimbeni. Si ribadisce, dunque, che i lavori saranno consegnati entro i termini stabiliti e il Teatro riaprirà il sipario per la stagione 2015/2016, come in programma, l'otto ottobre 2015.

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Teatro di Messina

 

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Herat, 23 settembre 2015: Dal 19 al 22 settembre 2015, all’interno di Camp Arena, il 2personale del Police Advisor Team(PAT) Carabinieri di TAAC-W di Herat – composto dai Carabinieri del 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania”, del 7° Reggimento “Trentino-Alto Adige” e del 13° Reggimento “Friuli-Venezia Giulia”, ha tenuto un corso di Close Quarter Battle a favore di Sottufficiali ed Istruttori effettivi allo SWAT Team della 7a Brigata dell’Afghan National Civil Order Police (ANCOP) di stanza ad Herat.

Il corso si prefiggeva di affinare – con personale in possesso di un buon addestramento di base – le capacità di Urban Close Quarter Battle, le tecniche di irruzione all’interno di abitazioni e la 3neutralizzazione di eventuali elementi ostili, con lezioni teoriche presso l’aula del Training Center di Camp Arena e molto addestramento pratico sul terreno in un’area della base.

Grande soddisfazione per la proficua attività addestrativa svolta è stata espressa sia dagli operatori afgani, sia per i colleghi del 1° Reggimento CC Paracadutisti “Tuscania” che hanno condotto l’addestramento e operato in un team unico nel corso dell’irruzione finale assieme alla controparte. Per i militari dell’ANCOP, è stato un importante momento addestrativo che ha consentito loro di implementare coesione e capacità operative nelle future operazioni di polizia congiunte con le altre ANDSF e di apprendere nozioni da trasmettere, nel prossimo futuro, ai loro colleghi afgani.

All’esercitazione finale ha assistito anche il Gen. B. Mauro D’UBALDI, Comandante di TAAC-W, accompagnato da alcuni ufficiali del suo staff e dal PAT Senior Advisor, Ten. Col. CC Nicola BIANCHI.

 

 

 

Angelo Vesto

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TAAC WEST HQ

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PALAZZO ZANCA

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

 

Il salone delle Bandiere di palazzo Zanca sede del Comune di Messina, ospiterà sabato 26 settembre alle ore 10, l'incontro con le autrici del libro "Dalla Parte Sbagliata" la morte di Paolo Borsellino e i depistaggi di Via D'Amelio: l'avvocato01 Copertina Dalla-parte-sbagliata Rosalba De Gregorio e la giornalista Dina Lauricella.

L'evento culturale sarà coordinato dalla dott.ssa Rachele Gerace giornalista Ucsi Unione Cattolica Stampa Italiana, ha confermato la sua presenza la dott.ssa Lucia Borsellino, interverranno: la dott.ssa Titti Crisafulli Presidente dell'Associazione Culturale "Etoile" e il giornalista Crisostomo Lo Presti Presidente Ucsi di Messina.

L'incontro con le autrici si svolgerà, con l'importante supporto della libreria messinese "Ciofalo" di Via Consolato del Mare n. 35  -  http://www.ciofalo.it/.

                                               

Puntuali, con l’arrivo dell’autunno e delle prime piogge, i “funciari” (cercatori di funghi), si riversano, fin dalle prime luci dell’alba, nei boschi alla ricerca di quei curiosi “esserini” che, in questo periodo, popolano le aree boschive.

Da sempre apprezzati in cucina per il loro particolare sapore, i funghi catturano l’attenzione di quanti vogliono coniugare il piacere di una sana e salutare passeggiata nei boschi con l’appagamento dei sensi del gusto.

Le prede più ambite, ovviamente, ovuli e porcini! Attenti però al loro corretto riconoscimento, la possibilità di fare confusione tra le innumerevoli specie esistenti è sempre in agguato e può riservare, per i meno esperti, spiacevoli sorprese anche con conseguenze drastiche ed irreversibili.

“Re Porcino”, sovrano dei boschi e di tutte le tavole, nella sistematica micologica viene inserito nella Famiglia delle Boletacee - Ordine delle Boletales - e, all’interno della famiglia di appartenenza, è identificato dal Genere Boletus.

I nomi scientifici dei funghi, come avviene per le piante in genere, vengono attribuiti secondo norme stabilite dal Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica (ICBN).

L’attuale sistema di nomenclatura botanica si basa sul metodo binomiale che fa riferimento agli studi del botanico svedese Carl von Linné (italianizzato in Linneo, 1707-1778) che, nel XVIII secolo gettò le basi dell’attuale sistema di nomenclatura.

Gli studi furono approfonditi da Elias Magnus Fries (micologo svedese, 1794 – 1878) il quale ritenne opportuno sistemare le varie specie fungine all’interno di appositi settori, in considerazione degli aspetti comuni ai vari esemplari, suddividendoli in classi, ordini, famiglie e generi, dando origine, in tal modo, alle basi della moderna sistematica.

Il sistema binomiale prevede che ogni organismo vivente venga identificato da un doppio nome: il primo, generico, riferito al genere di appartenenza, il secondo, specifico, riferito alla specie. La combinazione di nome generico e specifico identifica la specie: esempio Boletus edulis (nome scientifico riferito al porcino). E’ opportuno precisare che il nome attribuito va sempre indicato in forma latina e con l’iniziale maiuscola per quanto riguarda l’indicazione del genere, mentre con l’iniziale minuscola per quanto riguarda l’indicazione della specie.

Fatta questa premessa, utile in senso generico ad avvicinarci al complesso sistema che regola il “Regno dei Fungi”, ci sembra opportuno, al fine di soddisfare le curiosità conoscitive del lettore, ed in considerazione del fatto che è proprio il “Porcino” il fungo che maggiormente catalizza l’attenzione e le curiosità conoscitive dell’uomo, soffermarci su questa specie.

Con il termine “porcino” si è soliti identificare, anche come denominazione merceologica, alcune specie di funghi appartenenti alla Sezione Edules del Genere Boletus. Nello specifico, per le particolari caratteristiche macro e microscopiche, nonché per la universale e riconosciuta bontà e versatilità del loro uso in cucina e come sancito dal DPR n. 376 del 14.7.1995, sono quattro le specie fungine che possono fregiarsi, a pieno titolo, di tale denominazione: Boletus edulis, Boletus aereus, Boletus pinophilus, Boletus aestivalis.

Tutte e quattro le specie, come già detto, appartengono alla Sezione Edules del Genere Boletus, sezione che comprende macromiceti caratterizzati da “carne bianca immutabile al taglio; pori fini bianchi poi olivastri immutabili alla pressione; stipite senza toni rossi, con reticolo” (F. Boccardo, M. Traverso, A. Vizzini, M. Zotti – Funghi d’Italia Ed- Zanichelli).

 

Boletus edulis

 

Il più conosciuto è, senz’altro, il Boletus edulis, (edulis = commestibile), particolarmente apprezzato per il suo intenso sapore e per l’odore che lo rende il fungo più ricercato in assoluto. Presenta un cappello untuoso, emisferico, poi convesso, dal color nocciola più o meno intenso, da bianco-crema a varie gradazioni di bruno. L’imenoforo (parte inferiore del cappello) presenta tubuli lunghi, bianchi, poi giallognoli a maturità; pori bianchi, piccoli, concolori ai tubuli, immutabili al tocco. Il gambo, generalmente panciuto o sub cilindrico, varia da biancastro a nocciola più o meno scuro; è ornato da un reticolo bianco posizionato, generalmente, nella parte superiore.

Si presta ad essere cucinato in tutti i modi ed è molto apprezzato anche da crudo (da consumare, comunque, in quantità moderate).

 

 

 

 

 

Boletus aereus

 

Il Boletus aereus, (dal latino = bronzo, per il colore del cappello), comunemente conosciuto come “Bronzino” o “Porcino nero”, molto simile per taglia e conformazione macroscopica al precedente ed agli altri del gruppo, si differenzia per il colore del cappello bruno-nero, bronzato, spesso con chiazze più chiare di colore ocra o con riflessi ramati. Nella zona imeniale: tubuli bianchi, biancastri ed infine giallo-olivastri a maturazione. Pori piccoli, rotondi, a lungo bianchi poi giallo-verdastri a maturazione. Il gambo, ingrossato alla base si attenua verso l’alto; ricoperto da un fitto reticolo brunastro specialmente nella parte alta. Carne di colore bianco, immutabile al taglio.

In cucina c’è solo l’imbarazzo della scelta, visto che si adatta facilmente ad ogni tipo di preparazione.

 

 

 

 

 

 

 

Boletus pinophylus

 

Il Boletus pinophilus, (per l’habitat privilegiato – generalmente sotto pino), conosciuto come “Porcino rosso” o “Porcino dei pini”. E’, tra i boleti, quello con la taglia più grande che si presenta decisamente massiccia. Cresce, come si desume dal suo nome, prevalentemente sotto pini ma si associa anche a diverse latifoglie come il faggio ed il castagno. Presenta una colorazione del cappello rosso-granato; rosso-vinoso piuttosto accentuata, che lo lascia facilmente distinguere dalle altre specie. Poco diffuso nei boschi del messinese è, invece, molto comune, apprezzato e ricercato nei boschi dell’Aspromonte e della Sila. Si presta ad essere cucinato in tutti i modi ed è particolarmente versatile alla conservazione sott’olio esaltando, con i suoi colori esuberanti, anche la bellezza dei vasetti di vetro.

 

 

 

 

 

 

 

 

Boletus  aestivalis

 

Il Boletus aestivalis, (porcino estivo, per il periodo di fruttificazione) è molto simile al Boletus edulis dal quale si differenzia per il cappello asciutto, finemente vellutato e per il gambo che presenta una colorazione che va dal beige chiaro al nocciola, non è mai bianco ed è ricoperto, per la quasi totalità, da un evidente reticolo. Per tale particolarità è anche conosciuto come “Boletus reticulatus”. Spesso, a tempo asciutto, essicca facilmente e forma sul cappello venature ed areole che lasciano intravedere il colore più chiaro della carne sottostante.

E’ considerato un ottimo commestibile e si presta ad essere preparato nelle modalità più varie.

         Le specie di cui ci siamo occupati, possono essere agevolmente riconosciute senza pericolo di essere confuse con altri boleti. E’ sufficiente prestare attenzione ai caratteri ad esse comuni come la carne bianca ed immutabile al taglio che è tipica della sezione edules, ed i pori bianchi che mantengono, alla pressione, la colorazione originale senza assumere cambiamenti di colore. Caratteristiche che fanno la differenza con boleti appartenenti ad altre   sezioni (Appendiculati; Fragrantes; Luridus) che, invece, hanno la carne giallina che reagisce al taglio virando verso un colore azzurrognolo-verdastro, e sono caratterizzati dalla presenza di pori gialli o rossi.

Con tali ultime caratteristiche troviamo un’infinità di specie distinguibili una dall’altra per la presenza di piccoli e minuti particolari, presentando difficoltà nella loro determinazione che deve essere affidata, esclusivamente, a chi è professionalmente competente.

Unica eccezione a quanto sopra è rappresentata dal Tylopilus felleus che somiglia, da giovane, al Boletus aestivalis e che, a maturità, si differenzia da questo per i pori leggermente rosati. Ha un sapore talmente amaro che, se cucinato assieme ad altri funghi, è sufficiente un solo esemplare per rendere immangiabile un intero raccolto di porcini.

Desideriamo, prima di congedarci, lanciare un appello che vuole essere, in ogni caso, un consiglio ed un monito utile a chi si improvvisa ricercatore o, più semplicemente, consumatore di funghi: consumate solo funghi della cui commestibilità siete certi, fidatevi esclusivamente del giudizio di commestibilità espresso da un “micologo” professionista; non accettate funghi in regalo né regalatene se non preventivamente controllati e certificati; diffidate sempre del parere dei così detti “esperti”.

Foto:

archivio mico-fotografico del micologo Franco Mondello

Bibliografia essenziale:

F. Boccardo, M. Traverso, A. Vizzini, M. Zotti –Funghi d’Italia” Ed. Zanichelli

F. Foiera, E. Lazzarini, M. Snabl, O. Tani – “Funghi Boleti” Ed. Calderini edagricole

R. Galli – “I Boleti” Ed. Micologica

C. Papetti, G. Consiglio, G. Simonini – “Atlante fotografico dei Funghi d’Italia” Ed. A.M.B. – Centro Studi Micologici

Riferimenti siti web:

http://www.micologiamessinese.altervista.org/

http://www.amint.it/

http://www.appuntidimicologia.com/

**********

Per approfondire le vostre conoscenze micologiche

frequentate la nostra Associazione:

“Centro di Cultura Micologica”

presso Dopolavoro Ferroviario Via Reggio Calabria Is. 11 Quater – Messina

incontri settimanali mercoledì ore 17,00 – 19,00 con esercitazioni pratiche sul riconoscimento dei funghi dal vero

Info: Enzo Visalli 368676063 Franco Mondello 3282489544 Angelo Miceli 3286955460

http://www.micologiamessinese.altervista.org/

- di Angelo Miceli -

                                                

Puntuali, con l’arrivo dell’autunno e delle prime piogge, i “funciari” (cercatori di funghi), si riversano, fin dalle prime luci dell’alba, nei boschi alla ricerca di quei curiosi “esserini” che, in questo periodo, popolano le aree boschive.

Da sempre apprezzati in cucina per il loro particolare sapore, i funghi catturano l’attenzione di quanti vogliono coniugare il piacere di una sana e salutare passeggiata nei boschi con l’appagamento dei sensi del gusto.

Le prede più ambite, ovviamente, ovuli e porcini! Attenti però al loro corretto riconoscimento, la possibilità di fare confusione tra le innumerevoli specie esistenti è sempre in agguato e può riservare, per i meno esperti, spiacevoli sorprese anche con conseguenze drastiche ed irreversibili.

“Re Porcino”, sovrano dei boschi e di tutte le tavole, nella sistematica micologica viene inserito nella Famiglia delle Boletacee - Ordine delle Boletales - e, all’interno della famiglia di appartenenza, è identificato dal Genere Boletus.

I nomi scientifici dei funghi, come avviene per le piante in genere, vengono attribuiti secondo norme stabilite dal Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica (ICBN).

L’attuale sistema di nomenclatura botanica si basa sul metodo binomiale che fa riferimento agli studi del botanico svedese Carl von Linné (italianizzato in Linneo, 1707-1778) che, nel XVIII secolo gettò le basi dell’attuale sistema di nomenclatura.

Gli studi furono approfonditi da Elias Magnus Fries (micologo svedese, 1794 – 1878) il quale ritenne opportuno sistemare le varie specie fungine all’interno di appositi settori, in considerazione degli aspetti comuni ai vari esemplari, suddividendoli in classi, ordini, famiglie e generi, dando origine, in tal modo, alle basi della moderna sistematica.

Il sistema binomiale prevede che ogni organismo vivente venga identificato da un doppio nome: il primo, generico, riferito al genere di appartenenza, il secondo, specifico, riferito alla specie. La combinazione di nome generico e specifico identifica la specie: esempio Boletus edulis (nome scientifico riferito al porcino). E’ opportuno precisare che il nome attribuito va sempre indicato in forma latina e con l’iniziale maiuscola per quanto riguarda l’indicazione del genere, mentre con l’iniziale minuscola per quanto riguarda l’indicazione della specie.

Fatta questa premessa, utile in senso generico ad avvicinarci al complesso sistema che regola il “Regno dei Fungi”, ci sembra opportuno, al fine di soddisfare le curiosità conoscitive del lettore, ed in considerazione del fatto che è proprio il “Porcino” il fungo che maggiormente catalizza l’attenzione e le curiosità conoscitive dell’uomo, soffermarci su questa specie.

Con il termine “porcino” si è soliti identificare, anche come denominazione merceologica, alcune specie di funghi appartenenti alla Sezione Edules del Genere Boletus. Nello specifico, per le particolari caratteristiche macro e microscopiche, nonché per la universale e riconosciuta bontà e versatilità del loro uso in cucina e come sancito dal DPR n. 376 del 14.7.1995, sono quattro le specie fungine che possono fregiarsi, a pieno titolo, di tale denominazione: Boletus edulis, Boletus aereus, Boletus pinophilus, Boletus aestivalis.

Tutte e quattro le specie, come già detto, appartengono alla Sezione Edules del Genere Boletus, sezione che comprende macromiceti caratterizzati da “carne bianca immutabile al taglio; pori fini bianchi poi olivastri immutabili alla pressione; stipite senza toni rossi, con reticolo” (F. Boccardo, M. Traverso, A. Vizzini, M. Zotti – Funghi d’Italia Ed- Zanichelli).

 

Boletus edulis

 

Il più conosciuto è, senz’altro, il Boletus edulis, (edulis = commestibile), particolarmente apprezzato per il suo intenso sapore e per l’odore che lo rende il fungo più ricercato in assoluto. Presenta un cappello untuoso, emisferico, poi convesso, dal color nocciola più o meno intenso, da bianco-crema a varie gradazioni di bruno. L’imenoforo (parte inferiore del cappello) presenta tubuli lunghi, bianchi, poi giallognoli a maturità; pori bianchi, piccoli, concolori ai tubuli, immutabili al tocco. Il gambo, generalmente panciuto o sub cilindrico, varia da biancastro a nocciola più o meno scuro; è ornato da un reticolo bianco posizionato, generalmente, nella parte superiore.

Si presta ad essere cucinato in tutti i modi ed è molto apprezzato anche da crudo (da consumare, comunque, in quantità moderate).

 

 

 

 

 

Boletus aereus

 

Il Boletus aereus, (dal latino = bronzo, per il colore del cappello), comunemente conosciuto come “Bronzino” o “Porcino nero”, molto simile per taglia e conformazione macroscopica al precedente ed agli altri del gruppo, si differenzia per il colore del cappello bruno-nero, bronzato, spesso con chiazze più chiare di colore ocra o con riflessi ramati. Nella zona imeniale: tubuli bianchi, biancastri ed infine giallo-olivastri a maturazione. Pori piccoli, rotondi, a lungo bianchi poi giallo-verdastri a maturazione. Il gambo, ingrossato alla base si attenua verso l’alto; ricoperto da un fitto reticolo brunastro specialmente nella parte alta. Carne di colore bianco, immutabile al taglio.

In cucina c’è solo l’imbarazzo della scelta, visto che si adatta facilmente ad ogni tipo di preparazione.

 

 

 

 

 

 

 

Boletus pinophylus

 

Il Boletus pinophilus, (per l’habitat privilegiato – generalmente sotto pino), conosciuto come “Porcino rosso” o “Porcino dei pini”. E’, tra i boleti, quello con la taglia più grande che si presenta decisamente massiccia. Cresce, come si desume dal suo nome, prevalentemente sotto pini ma si associa anche a diverse latifoglie come il faggio ed il castagno. Presenta una colorazione del cappello rosso-granato; rosso-vinoso piuttosto accentuata, che lo lascia facilmente distinguere dalle altre specie. Poco diffuso nei boschi del messinese è, invece, molto comune, apprezzato e ricercato nei boschi dell’Aspromonte e della Sila. Si presta ad essere cucinato in tutti i modi ed è particolarmente versatile alla conservazione sott’olio esaltando, con i suoi colori esuberanti, anche la bellezza dei vasetti di vetro.

 

 

 

 

 

 

 

 

Boletus  aestivalis

 

Il Boletus aestivalis, (porcino estivo, per il periodo di fruttificazione) è molto simile al Boletus edulis dal quale si differenzia per il cappello asciutto, finemente vellutato e per il gambo che presenta una colorazione che va dal beige chiaro al nocciola, non è mai bianco ed è ricoperto, per la quasi totalità, da un evidente reticolo. Per tale particolarità è anche conosciuto come “Boletus reticulatus”. Spesso, a tempo asciutto, essicca facilmente e forma sul cappello venature ed areole che lasciano intravedere il colore più chiaro della carne sottostante.

E’ considerato un ottimo commestibile e si presta ad essere preparato nelle modalità più varie.

         Le specie di cui ci siamo occupati, possono essere agevolmente riconosciute senza pericolo di essere confuse con altri boleti. E’ sufficiente prestare attenzione ai caratteri ad esse comuni come la carne bianca ed immutabile al taglio che è tipica della sezione edules, ed i pori bianchi che mantengono, alla pressione, la colorazione originale senza assumere cambiamenti di colore. Caratteristiche che fanno la differenza con boleti appartenenti ad altre   sezioni (Appendiculati; Fragrantes; Luridus) che, invece, hanno la carne giallina che reagisce al taglio virando verso un colore azzurrognolo-verdastro, e sono caratterizzati dalla presenza di pori gialli o rossi.

Con tali ultime caratteristiche troviamo un’infinità di specie distinguibili una dall’altra per la presenza di piccoli e minuti particolari, presentando difficoltà nella loro determinazione che deve essere affidata, esclusivamente, a chi è professionalmente competente.

Unica eccezione a quanto sopra è rappresentata dal Tylopilus felleus che somiglia, da giovane, al Boletus aestivalis e che, a maturità, si differenzia da questo per i pori leggermente rosati. Ha un sapore talmente amaro che, se cucinato assieme ad altri funghi, è sufficiente un solo esemplare per rendere immangiabile un intero raccolto di porcini.

Desideriamo, prima di congedarci, lanciare un appello che vuole essere, in ogni caso, un consiglio ed un monito utile a chi si improvvisa ricercatore o, più semplicemente, consumatore di funghi: consumate solo funghi della cui commestibilità siete certi, fidatevi esclusivamente del giudizio di commestibilità espresso da un “micologo” professionista; non accettate funghi in regalo né regalatene se non preventivamente controllati e certificati; diffidate sempre del parere dei così detti “esperti”.

Foto:

archivio mico-fotografico del micologo Franco Mondello

Bibliografia essenziale:

F. Boccardo, M. Traverso, A. Vizzini, M. Zotti –Funghi d’Italia” Ed. Zanichelli

F. Foiera, E. Lazzarini, M. Snabl, O. Tani – “Funghi Boleti” Ed. Calderini edagricole

R. Galli – “I Boleti” Ed. Micologica

C. Papetti, G. Consiglio, G. Simonini – “Atlante fotografico dei Funghi d’Italia” Ed. A.M.B. – Centro Studi Micologici

Riferimenti siti web:

http://www.micologiamessinese.altervista.org/

http://www.amint.it/

http://www.appuntidimicologia.com/

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Per approfondire le vostre conoscenze micologiche

frequentate la nostra Associazione:

“Centro di Cultura Micologica”

presso Dopolavoro Ferroviario Via Reggio Calabria Is. 11 Quater – Messina

incontri settimanali mercoledì ore 17,00 – 19,00 con esercitazioni pratiche sul riconoscimento dei funghi dal vero

Info: Enzo Visalli 368676063 Franco Mondello 3282489544 Angelo Miceli 3286955460

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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Parigi. Una bella  signora ottantenne di classe,  una bella parrucca e  una discreta somiglianza alla Brigitte Bardot: un centro culturale a due passi dall'arco di Trionfo ed una voglia di  eventi culturali d arte e musica continui....Era la periferia, quella di Parigi, laddove tutt'ora vi sono in vetrina come belle donne di Amsterdam sensuali e straordinarie macchine Peugeot...La signora Paugeot mi regala il suo libro, mi scrive una dedica e mi racconta la sua storia, una storia stupenda fatta di ambizioni e di sogni, di lotte e sacrifici, di guerra e resistenza alle intemperie della vita, dell' azienda durante la guerra, un libro straordinario scritto da una donna brillante ed umile ambiziosa e senza le troppe arie dele donne siciliane imprenditrici: un'erede di un impero che cammina a piedi e senza tropi autisti e fronzoli. Mi dedica il suo libro che mostra con orgoglio il suo albero genealogico che evidenzia la passione delle famiglie Peugeot a non mollare mai ed a non farsi prendere dalla foga di fondere l'azienda con altri pretendenti 
C'è da dire che la Francia è orgogliosa della Peugeot come della Renault ed ama girare con queste macchine, fedeli, gli automobilisti, a chi ha sempre con fedeltà ricambiato questo amore  fabbricando macchine robuste, con massima serietà.

Christian Peugeot dedica al suo amato pittore segreto, scomparso, il centro culturale che segue ed ama: concerti, mostre, eventi culturali si susseguono a ritmo incalzante dal mese di settembre ad agosto, segno della vitalità di una donna una Lady di ferro, inossidabile che ancora, tanto può esprimere, può raccontare alla gente che la ascolta nelle sue nenie calme e tranquille, magicamente cullate dalla memoria di un tempo perduto e ritrovato, prustianamente.

Liì a due passi da noi, sull Avenue de la Grande Armee,  era periferia, un tempo....adesso palazzi, caffè, Vuitton,Chanel, le griffes ed a 200 metri circa dall'arc de triomphe...i grattacieli della Defence...

  

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