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Messina. Sabato, 26 maggio 2012,   “Salone delle Bandiere” del Palazzo Comunale, è stato presentato il libro di Giuseppe Messina “Ulisse destino di se stesso”, “Poemetto per un atto unico teatrale” con prefazione della poetessa Roberta Tomaselli Arrigoni, stampato a cura del “Movimento per la Divulgazione Culturale” di Barcellona Pozzo di Gotto.

Ad aprire la serata il presidente di “Messina Web.eu”, Rosario Fodale, coordinatore dei lavori,  spiegava che il motore che fa muovere i passi a Giuseppe Messina è il desiderio di svelare la “Gnosi” attraverso lo studio e la ricerca, perfettamente cosciente che nulla è come appare. “Ecco allora che l’accostarsi alla filosofia Gnostica, per il Messina, non si limita al pensiero Alessandrino – in quanto, come risaputo, gran parte degli scritti che a noi pervengono qui trovano Custodia, – ma il bisogno di dare un messaggio primigenio lo spinge a ricercare oltre quello che è il limite posto da quella che comunemente si considera l’origine del pensiero Gnostico”.

Cedeva la parola per primo alla prof.ssa Maria Torre, biografa del maestro Messina ,che  ha definito l’artista “poliedrico, dalla vulcanica vitalità e creatività”, dal momento che da sempre si dedica non soltanto alla pittura e alla scultura. E qui si è soffermata a citare le parole di Nicola Alosi, giornalista di RAI 3, il quale nel 2003 nella presentazione del poema “La leggenda di Omero”, così lo descrive: “Giuseppe Messina è un sorriso, lui è così, una bocca che sorride. Ma state attenti perché è il tipo più ricco tra i tanti sorrisi possibili. Quest’uomo è un incantevole folle per le enormità delle imprese artistiche in cui si imbarca, però se poi si guarda alle cose con minore superficialità, mentre Pippo Messina parla della sua nuova grande idea – che può riguardare, indifferentemente e con la stessa forza travolgente, la scrittura, la pittura, la scultura, oppure niente di tangibile, un’idea e basta, un’idea bellissima e smisurata – bisogna argomentare oltre. Quello è il sorriso vigoroso dell’eterno fanciullino, il sorriso dell’arte e dell’artista. Pippo Messina è colui che fa vivere e vedere quello che altrimenti non avremmo visto e vissuto”.

Il coordinatore faceva intervenire la a prof.ssa Torre che  parlando delle opere pittoriche, delle sculture in legno, in pietra, in ossidiana e quelli in bronzo per i monumenti allo storico di Barcellona Pozzo di Gotto, Nello Cassata, e all’eroe Luigi Rizzo, istallato sul porto di Milazzo, ma anche di quelle realizzate per illustrare il suo stesso poema “Odissea ultimo atto”. Ha anche citato le opere teatrali da lui scritte e messe in scena: “Lamento per Placido Mandanici”, “Nel segno di Socrate”, “Non sono Cyrano di Bergerac” ed altri.

La biografa ha concluso menzionando gli importanti riconoscimenti ricevuti dal maestro Giuseppe Messina: la Medaglia d’Oro del Senato della Repubblica per i tre poemi (i già citati “Odissea ultimo atto” e “La leggenda di Omero” e “Stirpi di Atlantide”); la targa d’argento del Presidenza della Repubblica per i suoi 40 anni di attività artistica; il trofeo dell’assemblea Regionale Siciliana per i suoi 45 anni di attività artistica.

  1. il  Maimone, che parlava  di un Messina “Reduce dal suo eterno peregrinare, tempo in cui sono materializzate le tante domande, i dubbi, le rade risposte che hanno visto nascere idee, opere e poemi; viene così alla luce “Ulisse destino di se stesso”, un poemetto il cui filo conduttore lo ricollega alle opere già partorite e dalle quali m’appare evidente come legato ad un cordone ombelicale: l’autore non ha mai avuto distacco, vero è che questo libro sembra aggiungersi ad un ciclo del quale già fanno parte “Odissea ultimo atto” e “La leggenda di Omero”, una trilogia, temporanea certamente, che rappresenta un felice momento prosaico e poetico dell’autore, il quale, attraverso un linguaggio metaforico, e spesso animando mondi arcani, percorre e trapassa il mito, la leggenda, fa rivivere le gesta degli eroi, degli dei, e cosparso il poema del gesto Atride, di quel linguaggio omerico, ben ci porge dal suo essere il sedimento”.

Tra la prima e la seconda parte della serata, è intervenuto il maestro Alessandro Monteleone che con la sua chitarra ha eseguito “Kojun baba”.

Il coordinatore della bella serata, Fodale, ha poi dato la parola  all’artista a Fortunata Cafiero Doddis, la quale ha tracciato una breve testimonianza sulla figura di Giuseppe Messina.

Poi, l’intervento della prof.ssa Teresa Rizzo, presidente dell’Accademia “Amici della Sapienza”, scavare tra i ricordi e attestare la sua ammirazione per l’artista Messina, il quale, a suo parere, con quest’ultimo libro dimostra di avere raggiunto un ulteriore importante livello tanto che lo ha definito “uno straordinario pensatore dalla elevata crescita intellettiva e artistica”.

In fine  è stata data la parola al maestro Giuseppe Messina, il quale non ha inteso aggiungere altro a quanto detto dagli intervenuti. Ha voluto soltanto ricordare la ricorrenza dell’assassinio del giudice Giovanni Falcone e della moglie ed ha ritenuto opportuno leggere una sua poesia in dialetto siciliano, pubblicata nel 1980 in una sua raccolta: “Puru chista è storia”.

Messina 6 ottobre 2011,   – Concluso con successo ieri pomeriggio il primo appuntamento della 5a Edizione della manifestazione culturale “ARTEINCENTRO 2011”, evento organizzato anche quest’anno dall’Associazione Culturale “Messinaweb.eu” efinalizzato alla promozione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea.

Primo evento in calendario ieri 5 ottobre 2011, alle ore 17, con la presentazione da parte dell’artista Fortunata Cafiero Doddis della silloge poetica “seduttrice di sogni”. Carmelo Cafiero ha curato l’introduzione alla silloge e sono intervenuti Rosario Fodale, presidente dell’Associazione Culturale “Messinaweb.eu”, Orazio Miloro, assessore alle Politiche Finanziarie del Comune di Messina, e Domenico Femminò, direttore della rivista “Peloro 2000”. Nutrito il pubblico di appassionati, cultori dell’arte e referenti di diverse Associazioni messinesi, presente alla manifestazione. Giova ricordare, per citarne alcuni, il noto giornalista Mino Licordari, Maria Bertia dell’Atelier “Bertia Mode”, Armando Pesco, presidente della Sezione di Messina dell’”Associazione Nazionale Carabinieri”, Titti Crisafulli, presidente dell’Associazione Culturale “Studio d’arte l’Etoile”, Teresa Altamore, presidente della “Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari” (FIDAPA) sezione di Messina Capo Peloro, Paola Paratore, referente dell’Associazione “Equitando” O.N.L.U.S., Melania Scarcella, presidente dell’Associazione “Amici della Natura TARC”, Aristide Casucci, presidente dell’Associazione “Musica Insieme”, Filippo Scolareci, rappresentante dell’Associazione “Pro loco Spadafora”, Giuseppe Cavarra e Teresa Rizzo, presidenti, rispettivamente, delle commissioni per la valutazione delle poesie e dei dipinti nella corrente edizione di “ARTEINCENTRO”.

 

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Giovedì 22 dicembre 2011, alle ore 17.30, ha avuto luogo nella Sala degli Specchi della Provincia Regionale di Messina la presentazione dell'opera Epopea Popolare Messinese di Giuseppe Cavarra e Michele Spadaro, patrocinata  dell'Assemblea Regionale Siciliana.

 Dopo gli indirizzi di saluto da parte delle Autorità presenti, è intervenuto Rosario Fodale, presidente Associazione Culturale MessinaWeb.eu, l'on.le Giovanni Ardizzone e  il Prof. Santi Fedele , ordinario di Storia contemporanea presso l'Università degli studi di Messina, il quale ha offerto al numeroso pubblico presente in sala un'analisi nella quale sono stati messi in particolare rilievo gli aspetti storico-antropologici che fanno dell'opera della ricerca un unicum nella puntualizzazione degli aspetti che caratterizzano la cosiddetta "messinesità".

Alla relazione del prof. Fedele è seguito un dibattito animato da osservazioni miranti ad approfondire le ragioni della riluttanza da parte delle storiografia ufficiale ad elaborare un ricerca che, andando al di là dei "grandi eventi", abbatta tutte le barriere settoriali e ripensi gli avvenimenti in funzione delle realtà concrete della nostra quotidianità.

Ha concluso la serata il Gruppo di Ricerca Argeno, presentando il recital Gli eroi del popolo, testi musicati per l'occasione dal musicologo prof. Mario Rizzo.

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Si è conclusa nella prestigiosa location del Salone della Borsa della Camera di Commercio di Messina, la 1° edizione di Arti Applicate e Mestieri; iniziativa promossa dall’Associazione Messina web.eu in sinergia con la Camera di Commercio di Messina, il Rotary Club Messina, l’Associazione Nazionale Carabinieri ed i patrocini gratuiti della Presidenza del Consiglio Comunale e della Provincia Regionale di Messina.

Durante la cerimonia presentata dall’avv. Silvana Paratore e coordinata da Rosario Fodale, sono stati premiati, nell’ambito dell’artigianato artistico e dei mestieri tradizionali, elementi distintivi della storia, della cultura e dell’immagine cittadina locale e provinciale, i sig.ri:

Francesco Molonia (lo Gnuri di Messina), Ernesto Geraci (restauro artistico di Messina), Giuseppe Delia (art director di Messina), Ioppolo Vincenzo (ebanista di Sant’Angelo di Brolo ), Carmelo Antonuccio (floral design di Milazzo), Giosuè Balsamo (orologiaio di Messina), Salvatore Randazzo (scalpellino di Francavilla di Sicilia), Katia Foti (sarta costumi Medievali di Montalbano Elicona), Atelier di Moda , Svezia Cinzia (tombolo e cantù di San Piero Patti), Giglia Vincenza (Ricamo sul tulle di Sinagra), Gerbino Gennaro (Ceramista di Venetico).

Riconosciuto un Premio Presidenza Messina web.eu a Pippo Gambitta e Fidalfelfio Versaci di San Fratello (realizzazione peculiare del coltello sanfratellano). Sono state altresì attribuite delle Menzioni a : Giuseppe Catalfamo (scultore del legno di Bafia Castroreale), Natale Torre (florovivaista di Milazzo), Giovanni Trincali (maestro d’ascia di Messina), Carcione Nino (canne in miniatura di Sinagra), Carmen Trusso (ricamatrice di Gioiosa Marea), Nicola Chiaramente (fabbro artistico di Rocca di Caprileone), Michele Trifiletti (Gelatiere del Bar Apollo 11 di Messina), Arena Rizzo Maria (rosticcera – pitoni tradizionali di Messina ).

L’Iniziativa pensata, voluta e realizzata con impegno dall’Associazione Messina web.eu sempre impegnata nel sociale, ha voluto contribuire alla valorizzazione di un patrimonio già esistente, quello dell’artigianato, che va riscoperto anche incentivando i giovani ad avvicinarsi all’apprendimento degli antichi mestieri .

Abbinato alla Manifestazione il concorso fotografico “ Una finestra sullo Stretto di Messina” voluto dal Centro Commerciale Bruno Euronics di Tremestieri in sinergia con l’Associazione Messina web.eu. La fotografia quale mestiere tradizionale è un linguaggio in equilibrio tra arte e tecnica.

I classificati

- per il 3° posto (elefantino placcato oro) Vicenzo Nicita Mauro (per la categoria amatoriale), Enrico Mazzaglia (per la cat. Professionale);

- 2° posto (orologio da tavolo placcato oro)  a Antonino Piccione (per la categoria amatoriale), GianMarco Vetrano (per la cat. Professionisti);

- 1°  POSTO (buono acquisto da € 400,00 offerto da Bruno Euronics) Giuseppe Franchina (per la cat. Amatoriale), Francesco Torregrossa (per la cat. Professionisti)

Premio presidenza per il Concorso fotografico a Giacomo Lorimo di 11 anni.

Ad allietare la serata la musica etno folk del gruppo “Sarva La Pezza” di Saponara. 

Presenti il Sindaco di San Fratello dott. Salvatore Sidoti Pinto, il sindaco di Castroreale dott. Alessandro Portaro, l’Assessore di Sinagra dott.ssa Franca Maria Tindiglia, il presidente del Rotary club Messina, avv. Giuseppe Santalco, l’On. Prof. Avv. Maurizio Ballistreri già deputato nella XIV Legislatura, i Presidenti delle Proloco di Sinagra la dott.ssa Vincenza Mola e di Spadafora il dott. Antonino Scibilia, il dott. Piero Giacobello vicepresidente Unpli, Presidente Provinciale UNPLI Santi Gentile, il dott. Pippo Previti Presidente del Consiglio Comunale di Messina, il dott. Matteo Allone Dirigente del Centro Camelot di Messina.  

 

Scorrendo la legislazione vigente sulla difesa e sulla conservazione del nostro patrimonio storico­culturale, ci accorgiamo che essa e a dir poco inadeguata all'ampiezza dei problemi; se poi spostiamo l'attenzione sulla Sicilia, il discorso si complica: ad ogni pie sospinto ci imbattiamo in norme che si aggiungono a norme senza chiarire a sufficienza che - tanto per fare un esempio - una cosa e il controllo e un'altra cosa sono i poteri nei vari campi d'intervento. "Occorre produrre senza inquinare" a uno slogan che, in se bellissimo e condivisibile, rischia di essere pura demagogia se, mentre diciamo che occorre cambiare il modello di sviluppo, nel contempo non ci preoccupiamo di trovare i necessari provvedimenti per "depurare" la dove abbiamo inquinato, "rifare" la dove abbiamo guastato. Fatto sta che, chiudendo un occhio oggi chiudendo un occhio domani, ci stiamo riducendo nella condizione di chi non ha più nulla da difendere e da salvare. In riferimento alla salvaguardia del patrimonio artistico in Sicilia si fa poco per far capire al cittadino cosa c'e dietro i fenomeni che producono gli inquinamenti o dietro un caso di troppo evidente speculazione edilizia. Se non viene informato il cittadino non conosce; se non sa, vuol dire che le istituzioni non hanno svolto nei suoi confronti compiti di responsabilizzazione nemmeno nei casi in cui l'intervento sarebbe improcrastinabile. Nel nostro Paese non si fa molto per istruire senza annoiare, distrarre senza avvilire, informare senza deformare. Non sapendo, il cittadino si interroga sempre meno sui motivi per cui la "cultura" complessiva in cui si svolge la propria vitae segnata da dati negativi quali il burocraticismo e l'inefficienza, per non parlare della "cultura dei favori" che induce sempre più frequentemente a trarre vantaggi - poco importa se grandi o piccoli - dalle istituzioni in cui veniamo a trovarci. Tutto questo e, naturalmente, il contrario del "sistema di relazioni" che dovrebbe garantirci di vivere nella consapevolezza che la Terra è l'unico luogo in cui e possibile vivere. Almeno per il momento, non ne possediamo un altro di ricambio. Purtroppo si tratta di una consapevolezza concettuale che fa ancora fatica a sboccare in prassi quotidiana, in concreti comportamenti individuali e collettivi. Ciò basta per continuare a comportarci come se la natura fosse una sorte di cornucopia che fornisce all'infinito beni da utilizzare. Cosi facendo, stravolgiamo interi sistemi naturali, distruggiamo definitivamente intere specie viventi, dimentichiamo che i padri hanno prodotto beni che noi abbiamo il dovere di difendere e di conservare. Purtroppo il nostro sistema scolastico lascia poco spazio ad una cultura di tipo conservazionistico basata sull'interazione con l' "ambiente" da intendere come città, paese, villaggio, quartiere, territorio. "Informare" e la via maestra per far capire soprattutto ai giovani cittadini di domani che ad eventuali modifiche dell'ambiente talora conseguono avvenimenti a dir poco disastrosi. Con "Turista per un giorno" Michele Cappotto e Rosario Fodale intendono richiamare la nostra attenzione su come si e svolta e continua a svolgersi la vita in 45 Comuni della provincia messinese compresa tra l'Alcantara e Castel di Tusa. Quello che in questo volume gli autori consegnano alla nostra attenzione e un approccio ai singoli ambienti da ogni possibile punto di vista: geografico, storico, ecologico, antropologico, artistico. Nella vita dei singoli gruppi non c'e aspetto lasciato nell'ombra. Quella che gli autori producono e una cultura concreta, basata sull'interazione uomo­natura in ogni suo aspetto. Ogni paese "osservato" e un piccolo ecosistema. Un piccolo equilibrio che in esso si rompe può avere conseguenze imprevedibili. "Informare per conoscere" e la via preferita dagli autori per sensibilizzare l'individuo ad assumere un ruolo sempre più attivo. Essere informati non significa che ciascuno di noi può mettersi l'animo in pace quando ha tirato lo sciacquone del gabinetto o ha messo it sacchetto colmo di rifiuti fuori dalla porta. Essere informati significa farsi già parte promotrice, assumere un ruolo sempre più attivo, prendere una posizione ogni volta che dobbiamo ovviare agli errori che noi stessi commettiamo. In definitiva, Cappotto e Fodale vogliono dirci che i beni culturali non sono res nullius. Anche grazie a quei "beni" il pastore che vive nel villaggio sperduto sui Nebrodi e anch'egli dentro la storia. A lui la Costituzione assicura gli stessi diritti di cui gode un cittadino residente a Venezia o a Milano.

Giuseppe Cavarra

 

Ulisse destino di se stesso
Poemetto per un atto unico teatrale

Giuseppe Messina: artista a tutto tondo, carismatico, trainante, trasmette con vigore la sua vis artistica a chi lo incontra anche soltanto nella lettura dei suoi scritti o ammirandone la riproduzione fotografica di quadri o di opere scultoree, o nella visione di opere cinematogra­fiche. Egli non si ferma all'ambito ristretto dell'egois­mo tipico, a volte, dell'artista, ma espande sapere e conoscenza allargando il suo amore sino a compren­dere l'umanità e la sua terra sicula. Dopo aver mietuto allori per il suo operato artistico, nei soggiorni prolun­gati a Roma e nel Continente (?) è rientrato in Sicilia: isola amata dove egli ora risiede e lavora, cercando di essere un faro luminoso, che coinvolge amici, anziani e giovani, in una sinergia che li vede uniti nello sforzo comune per la materializzazione di vari suoi progetti: alcuni già realizzati, altri ideati e che hanno trovato il giusto apprezzamento finale, come il film "Socrate non può morire" del 2011. Giuseppe Messina ci ha abituati a ricevere i suoi doni di Poesie, Teatro, Cinema, Pittura, Scultura quasi si tratti di lavoro semplice e facile: si Legge, si guarda il tutto senza a volte soffermarci a con­siderare ciò che di lui si nasconde o è sottinteso, nelle parole, nelle spatolate o pennellate, nello sbozzo di legno e pietra. La sua cultura umanistica profonda lo invita a ricercare nel passato, nei libri del cantore cieco Omero, quella forza civica che deve spingere l'uomo — cosi come fecero Omero e Ulisse — all'esplorazione del mondo, delle ere storiche, dei doveri, ponendo attenzione all'evoluzione dei tempi ed all'educazione dello spirito; soprattutto dell'antica civiltà Greca, di cui egli esalta bellezza e vigoria, ricerca del sapere, conoscenza, amor di patria, che lo inducono a conti­nuare a scrivere del mitico Ulisse, trasportandone vi­cende e sentimenti all'oggi. E' una lunga poetica nar­razione epica e civile: la scrittura gli ha preso la mano: le parole trasbordano; a volte il verso diventa irruente; la melodia del verso diventa recitativo: "poesia visi­va" come egli stesso scrive a proposito del suo Poe­metto teatrale "Ulisse destino di se stesso". Egli, come Omero e come Ulisse interpreta parti con empito col­mo di furia, rimproveri, asserzioni, rivelazione di veri­tà antiche come il mondo sull'iterarsi di inganni, ma­laffare, ignoranza. La vita va e viene, non chiede cosa vogliamo fare, non ci propone grandezza di pensiero, non regala alcunchè; c'e profonda amarezza nelle pa­role del Messina; come in Omero e Ulisse, egli si ribella "...La misura a ormai colma / Nell'assordante silenzio..." (12) In esso si dipanano canti, esaltazione, ammirazione per l'Uomo e la civiltà, cui si accompagnano esortazioni a ben agire, scoramenti, invettive cont­ro l'Umanità che sta perdendo il giusto sentire di appar­tenere all'essere umano. (14) "... Se Dio ha mandato suo figlio, / fallendo nell'unica impresa / di rendere l'uomo più giusto ..." La sua è una pacata sfiducia nel­l'animo umano, di cui con versi liberi e musicali tocca tutti gli aspetti, come inciviltà, bassezza, crudeltà; ma sa anche esortare l'Umanità a risollevarsi dal guano in cui è sprofondata; si appella alle divinità anch'esse or­mai misconosciute e venute meno nel credo degli uomi­ni; ricorda e cita i Grandi della Storia: Socrate, Platone, Gandhi, Tagore, Neruda, rimasti inascoltati o uccisi: e Padre Puglisi "...morto solo / Con il suo Dio che non gli fece scudo"; riversa la speranza nell'uomo-Ulisse, nei giovani, esponendo loro il suo pensiero: "...Speria­mo domani / I figli, i nipoti / ancora non nati / abbiano coscienza, / abbiano coraggio / di avere pietà / e di scardinare / i falsi profeti." Ci troviamo di fronte ad un libro ricercato, dalla veste elegante, di una ricercatezza sobria, varia, colorata; "ogni copia del testo a stata arricchita dallo stesso autore di disegni sempre diversi inseriti all'interno, con aggiunta ed integrazione di versi vergati a penna. Si tratta cioè di un libro d'arte in tiratura limitata ad un centinaio di copie, autografate singolarmente, numerate ed intestate all'acquirente".

Roberta Tomaselli Arrigoni

 

 

Romanzo Photocity Edizioni ed. 2011 € 10,00

RECENSIONE di ROCCO GIUSEPPE TASSONE

“ A Rocco con l’augurio di poter amare queste pagine così come si possono amare le sfumature di una vita”. 

Con questa dedica ricevo l’omaggio gradito da parte di un giovane scrittore pugliese Filippo Gigante “Bianco e Nero”. Una frase apparentemente semplice ma vista nel contesto del lavoro letterario donatomi per recensire assume un valore non indifferente, anzi invita la continuità di lettera assaporando ogni piccolo particolare: vivere le sfumature di una vita!

Bene, il protagonista del romanzo del Gigante è un amante, un ricercatore delle sfumature più incisive della quotidianità. Egli, nelle pagine scorrevoli, prende il lettore e lo indirizza verso simboli enigmatici ma che si risolveranno in una realtà vissuta da ognuno di noi. Bianco e Nero è un romanzo giovane, fresco, new age.

Un nuovo modo di scrivere con il linguaggio dei giovani ma con le sfumature dei padri della letteratura.

Il lavoro di Filippo Gigante, pur ricco di episodi di una ragazzo in cerca di una sua entità, si legge velocemente ed il lettore riesce ad impossessarsi dei personaggi, trascinato dal racconto di una vita che si scioglie nel contesto sociale ed umano poco attento alle problematiche giovanili sulle quale il protagonista ci invita a riflettere.

Alex, principale personaggio del libro, parla, parla, racconta, racconta ma alla fine si rivela un’autoanalisi psicologica della propria esistenza e di riflesso il lettore si troverà, per forza di cose,  a rivedere la propria quotidianità. Molto spesso nel leggere qualche passo mi sono fermato a riflettere su qualcosa che è accaduto nel mio passato  o a sensazioni che consciamente o inconsciamente vorrei vivere oggi o nel futuro.  Ognuno di noi nasconde in un cassetto della propria memoria qualche desiderio che per una ragione o anche senza non può o non vuole vivere anche desiderandolo. Il protagonista si domanda qual è il giorno più bella della propria vita: “quello che raccoglie tutti i frammenti che collezioniamo durante tutto il nostro percorso”. E’ un collage dei flash che scalfiti nella nostra mente si ripresentano a piacere dell’anima come il planare delle piume d’oca, elegante omaggio che l’autore fa ai suoi lettori, che carezzano il cielo stellato rendendo un’immagine suggestiva e soave ricca di fede in ascoltazione del creato. Ma anche il risveglio, inatteso ottimismo dell’autore, porta alle gioie della rinascita nel bramato abbraccio della fredda ed arcana madre.

Nel libro non mancano momenti di poesia: “vorrei sedermi sulla riva del mare e contemplare un’alba o un tramonto” che palesano un animo gentile, onesto, reale ma nello stesso tempo surreale in un contesto giovanile con la solidità di un Maestro.

Elegante la veste tipografica che lancia un messaggio immediato a quello che è il contenuto del romanzo.

Filippo che devo dirti? A presto rileggerti in una nuova avventura…

ROCCO GIUSEPPE TASSONE

Gioia Tauro, lì 15 settembre 2012

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