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Giuseppe Messina "Ulisse destino di se stesso"

 

Ulisse destino di se stesso
Poemetto per un atto unico teatrale

Giuseppe Messina: artista a tutto tondo, carismatico, trainante, trasmette con vigore la sua vis artistica a chi lo incontra anche soltanto nella lettura dei suoi scritti o ammirandone la riproduzione fotografica di quadri o di opere scultoree, o nella visione di opere cinematogra­fiche. Egli non si ferma all'ambito ristretto dell'egois­mo tipico, a volte, dell'artista, ma espande sapere e conoscenza allargando il suo amore sino a compren­dere l'umanità e la sua terra sicula. Dopo aver mietuto allori per il suo operato artistico, nei soggiorni prolun­gati a Roma e nel Continente (?) è rientrato in Sicilia: isola amata dove egli ora risiede e lavora, cercando di essere un faro luminoso, che coinvolge amici, anziani e giovani, in una sinergia che li vede uniti nello sforzo comune per la materializzazione di vari suoi progetti: alcuni già realizzati, altri ideati e che hanno trovato il giusto apprezzamento finale, come il film "Socrate non può morire" del 2011. Giuseppe Messina ci ha abituati a ricevere i suoi doni di Poesie, Teatro, Cinema, Pittura, Scultura quasi si tratti di lavoro semplice e facile: si Legge, si guarda il tutto senza a volte soffermarci a con­siderare ciò che di lui si nasconde o è sottinteso, nelle parole, nelle spatolate o pennellate, nello sbozzo di legno e pietra. La sua cultura umanistica profonda lo invita a ricercare nel passato, nei libri del cantore cieco Omero, quella forza civica che deve spingere l'uomo — cosi come fecero Omero e Ulisse — all'esplorazione del mondo, delle ere storiche, dei doveri, ponendo attenzione all'evoluzione dei tempi ed all'educazione dello spirito; soprattutto dell'antica civiltà Greca, di cui egli esalta bellezza e vigoria, ricerca del sapere, conoscenza, amor di patria, che lo inducono a conti­nuare a scrivere del mitico Ulisse, trasportandone vi­cende e sentimenti all'oggi. E' una lunga poetica nar­razione epica e civile: la scrittura gli ha preso la mano: le parole trasbordano; a volte il verso diventa irruente; la melodia del verso diventa recitativo: "poesia visi­va" come egli stesso scrive a proposito del suo Poe­metto teatrale "Ulisse destino di se stesso". Egli, come Omero e come Ulisse interpreta parti con empito col­mo di furia, rimproveri, asserzioni, rivelazione di veri­tà antiche come il mondo sull'iterarsi di inganni, ma­laffare, ignoranza. La vita va e viene, non chiede cosa vogliamo fare, non ci propone grandezza di pensiero, non regala alcunchè; c'e profonda amarezza nelle pa­role del Messina; come in Omero e Ulisse, egli si ribella "...La misura a ormai colma / Nell'assordante silenzio..." (12) In esso si dipanano canti, esaltazione, ammirazione per l'Uomo e la civiltà, cui si accompagnano esortazioni a ben agire, scoramenti, invettive cont­ro l'Umanità che sta perdendo il giusto sentire di appar­tenere all'essere umano. (14) "... Se Dio ha mandato suo figlio, / fallendo nell'unica impresa / di rendere l'uomo più giusto ..." La sua è una pacata sfiducia nel­l'animo umano, di cui con versi liberi e musicali tocca tutti gli aspetti, come inciviltà, bassezza, crudeltà; ma sa anche esortare l'Umanità a risollevarsi dal guano in cui è sprofondata; si appella alle divinità anch'esse or­mai misconosciute e venute meno nel credo degli uomi­ni; ricorda e cita i Grandi della Storia: Socrate, Platone, Gandhi, Tagore, Neruda, rimasti inascoltati o uccisi: e Padre Puglisi "...morto solo / Con il suo Dio che non gli fece scudo"; riversa la speranza nell'uomo-Ulisse, nei giovani, esponendo loro il suo pensiero: "...Speria­mo domani / I figli, i nipoti / ancora non nati / abbiano coscienza, / abbiano coraggio / di avere pietà / e di scardinare / i falsi profeti." Ci troviamo di fronte ad un libro ricercato, dalla veste elegante, di una ricercatezza sobria, varia, colorata; "ogni copia del testo a stata arricchita dallo stesso autore di disegni sempre diversi inseriti all'interno, con aggiunta ed integrazione di versi vergati a penna. Si tratta cioè di un libro d'arte in tiratura limitata ad un centinaio di copie, autografate singolarmente, numerate ed intestate all'acquirente".

Roberta Tomaselli Arrigoni

Ultima modifica il Domenica, 16 Ottobre 2016 19:25
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