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La Feluca - La passerella

Ma un bel giorno, un pescatore come tanti, un certo Antonio Mancuso, inventò la passerella e con lui incominciò una nuova era.

La passerella era una specie di ponte, sorretto soltanto da un lato, nel senso che era collocato originariamente sulla poppa del luntru e consentiva al "lanzatore" di posizionarsi sull'estremità dello stesso e di potere da li fiocinare più agevolmente il pesce spada che si teneva a distanza soltanto dalla prua della barca e non dall'estremità della passerella che il pesce non vedeva. L'inizio fu un po' difficile, con mezzi un po' improvvisati, come i due pali di abete che fuoriuscivano dalla poppa dell'untro di 7 - 8 metri e formavano una piccola passerella. Dopo questa invenzione la pesca del pesce spada cominciò pian piano a cambiare.

Infatti, poco dopo fu introdotto anche il fuoribordo (moscone) la cui presenza costringeva a zavorrare luntro a prora ( estremità opposta a quella sulla quale era posizionata la passerella) . Di ciò si occupavano í quattro rematori, che ora non remavano più e si servivano anche di sacchi pieni di sabbia, visto che bisognava compensare anche il peso del patrone (fiocinatore) che non stava più sulla poppa, bensì all'estremità della passerella.

Tutti gli strumenti della feluca e tutti i compiti degli uomini a borda stavano cambiando; L'unica persona che aveva ancora la stessa mansione era colui che saliva sul " fareri " ad avvistare il pesce spada. Anche il suo "posto di lavoro", l'antenna, era stata modificata divenendo più alta e diventando anche il mezzo che sosteneva la passerella tramite dei caví d'acciaio. Poi fu la volta dell'arpione che venne modificato a guisa di fiocina con 2 0 3 ferri con 4 orecchielli per ogni ferro, mentre l'arpione utilizzato per catturare pescecani e tonni aveva un solo ferro con due orecchielli. L'introduzione della passerella sull'untro si era rivelata un buon sistema dì pesca, per cui ben presto essa fu montata sulle prime barche a motore di maggiori dimensioni divenendo sempre più lunga, così come l'antenna che diventava sempre più alta.

Come è facile capire, le feluche in questo periodo erano sottoposte a veri e propri esperimenti che le hanno portate a diventare quelle che noi oggi conosciamo. Così ad esempio fu per i motori, dei quali ne vennero installati più d'uno nella stessa feluca, consentendole così di raggiungere velocità sempre più elevate. Oggi si è passati a motori che sviluppano dagli 80 ai 350 cavalli, passerelle lunghe 35-40 metri, antenne alte 30 - 35 metri, con i comandi dei motori situati dìrettamente in cima aì "tralicci" , termine adesso usato in sostituzìone delle vecchie antenne delle feluche.

Queste barche «moderne" possono navigare in una giomata per 50 - 60 miglia e hanno la possibilità di esplorare un tratto di mare motto più vasto rispetto al passato. Eppure, qualcosa è rimasta uguale al passato: ad esempio la sorte delle feluche in inverno è sempre la stessa, ovvero di essere completamente smontate, lìberate di cavi, batterie, corde, arpioni, fusti, zavorre e tutte le attrezzature che serviranno alla barca per affrontare ìl mare l'anno successivo.

Purtroppo le nuove barche presentano anche qualche difetto: consumano molta nafta ed olio e finiscono spesso per inquinare il mare; richiedono molta prudenza in chi le conduce e sono sicuramente più pericolose del passato. A causa del peso elevato di passerelle e antenne è molto facile che esse possano capovolgersi, come si è gia verificato diverse volte.

Tutto ciò aiuta a capire la difficoltà di governare una barca moderna utilizzata per la pesca dei pesce spada: basta una manovra errata per causare danni molto seri alla barca e alle persone che la occupano. Spesso quando la feluca si spinge fino alle Isole Eolie, Milazzo o altri luoghi lontani, il tempo cambia e rende necessario il ridimensionamento della passerella e del traliccio, per consentire che la feluca possa rientrare senza subire danni.

Giacomo Costa

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