A circa 40 km da Messina, arroccato a oltre 400 metri sul mare e dominato da un antico Castello si erge Forza d’Agrò. Il panorama che subito offre la stupenda posizione del borgo e che lascia il turista senza parole, spazia dallo Stretto a Capo S. Alessio e da Taormina fino all’Etna, .
Proprio questa posizione strategica dominante ha fatto si che a Forza d’Agrò si siano succedute tutte le più importanti civiltà del Mediterraneo, da quelle più antiche, Fenici, Greci, Romani, Arabi, Bizantini, Normanni a quelle più moderne come spagnoli, francesi ed inglesi. A questi si sono poi anche alternate comunità di pirati e contrabbandieri che trovavano sul posto un ottimo rifugio dopo le loro scorribande. Conseguenza di ciò è stata una fusione di culture usi e costumi che si è realizzata nelle arti, nelle espressioni della vita quotidiana e persino nella lingua parlata.
Punto d’inizio della visita e conoscenza di questa antica cittadina è la graziosa e centrale piazza (S. Francesco) da dove si raggiunge subito la chiesa della SS.Trinità che risale alla fine del '400. Si accede sullo spiazzo della chiesa attraverso un’ampia e bellissima scalinata semicircolare in pietra arenaria sovrastata dal famoso Arco Durazzesco ( in stile gotico-catalano che risale al XV secolo). Tale denominazione deriva dal nome della città albanese di Durazzo di cui si erano signori la famiglia degli Angiò.
Il portale e la torre campanaria della chiesa sono finemente scolpiti. L’interno della chiesa che é ad una sola navata, é contraddistinto dal contrasto che l’altare maggiore e i quattro altari laterali, dei quali alcuni sono caratteristici per le sontuose strutture in legno intarsiato e colorato di blu oltremare con fregi d’oro pallido, fanno con le pareti bianche e prive di decorazioni.
Sull’altare maggiore è custodita un’opera quattrocentesca molto cara ai forzesi che è la “Visita dei tre angeli ad Abramo”. A questa si aggiunge un Cenacolo, del '500 ed altre opere barocche di ottima fattura tra cui un antico dipinto che ritrae S.Tommaso di Villanova ed una bella statua di S. Giuseppe col Bambino.
Adiacente alla chiesa c'è l' ex Convento di S. Agostino, con il suo bellissimo chiostro.
Altro sito da ammirare, anche se restano ormai solo ruderi, è il Castello (del 1100) situato nel posto più alto e di difficile accesso. Ad esso si giunge infatti alla fine di una lunga e ripida scalinata di pietra che s'inerpica stretta e sinuosa a ridosso di un’aspro costone di roccia.
Il portone d'ingresso è costituito da grandi blocchi di pietra soverchiati dal tipico ballatoio per i buttapietre. Sull'architrave una scritta ricorda la ristrutturazione del Castello, avvenuta nel 1595. Il panorama da lassù è stupendo. Proprio alle falde del castello sono pure da visitare due piccoli ed antichi borghi ormai disabitati: quello della Mugghia e quello del Quartarello. Il primo è formato da strette viuzze con casette semplici di pietra e terra, con i muri perimetrali eretti sul ciglio di un burrone, che poggiano sulle enormi rocce sporgenti dal terreno, che pur senza rispettare particolari requisiti tecnici hanno sfidato indomite i secoli. Numerosi sono tra le case i caratteristici recipienti (scifo) scavati nella pietra arenaria, utilizzati come scodella per gli animali.
In questo borgo sono altresì da vedere i resti della piccola ed antica Chiesa di S. Sebastiano.
Il borgo Quartarello è pure formato da case ormai disabitate, dai tetti sprofondati e i solai di legno ormai pericolanti; l’ambiente anche qui fatto di viuzze e cortiletti è tale da lasciare facilmente immaginare quanto un tempo doveva essere intensa e rumorosa la vita che si svolgeva tra quelle semplici e popolari abitazioni, dai piccoli e stretti portali, ricche di finestrelle, archetti e balconcini. Proprio in questo antico e suggestivo borgo si svolge ogni anno una famosa e solenne tradizione di Forza D’Agrò: si tratta della rappresentazione "vivente" della natività di Gesù che vede la partecipazione di tanti pellegrini e turisti. Fortunatamente per questi storici e caratteristici siti, che rappresentano un prezioso spaccato della storia e della civiltà locale, sembra sia in corso un opportuno ed organico piano di recupero e rivalutazione.
La Chiesa Madre ( Duomo) della SS.Annunziata e Assunta risale al 1400.
Quasi completamente distrutta dal terremoto nel 1648, fu ricostruita ed ampliata nel ‘700.
Sul bel prospetto settecentesco ondulato e piramidale, tipico del barocco siciliano,con volute a chiocciola e pennacchi, si inserisce uno splendido portale del ‘500 in pietra locale riccamente scolpito, salvato dal terremoto. L’interno è particolarmente elegante, grazie al susseguirsi armonioso di archi e di colonne che ne suddividono lo spazio in tre navate
L’abside centrale è ornata da un ricco coro ligneo del '700 in noce intagliato, che raffigura momenti della vita di Maria e di Gesù.
Essa è sormontata da una grandiosa tavola cinquecentesca raffigurante l’Annunciazione, attribuita all’artista messinese Stefano Giordano, inserita in una maestosa cornice barocca.
Nel Duomo tra i numerosi altari presenti, che sono veri e propri capolavori d’arte in marmi policromi con forme armoniose ed eleganti, sono esposte varie opere di ottima fattura, tra cui un trecentesco Crocifisso dipinto su tavola, d’autore ignoto, ed una bellissima statua di S. Caterina d’Alessandria, del 1558 realizzata dai maestri Martino Montanini e Giuseppe Bottone.
A completare il panorama del patrimonio storico ed artistico degli edifici religiosi di Forza d’Agrò è la Chiesa di S.Francesco, detta anche di Santa Caterina (XVI Sec.). In stile barocco, all’interno si può ammirare lo splendido tabernacolo dell’altare maggiore risalente al 1682. Vi si trova anche la statua di Santa Caterina D'Alessandria, opera in marmo bianco di Carrara eseguita nel 1558 dal fiorentino Marino Montanini allievo del Montorsoli.
Diversi , infine, sono i palazzi nobiliari che si possono ammirare passeggiando per le vie del centro storico. La maggior parte di essi sono stati edificati nel Seicento. Non si tratta di maestose costruzioni ma è subito evidente l’eleganza nella struttura e nelle decorazioni ispirate in particolar modo all’arte spagnola dell’epoca: tra essi il Palazzo Miano - Pizzolo, il Palazzo Mauro, il Palazzo Bondì, il Palazzo Garufi – Schipilliti ed il Palazzo Crisafulli.