di Michele Cappotto
La processione della Madonna della Catena che è la prima patrona di San Piero. Il suo culto ebbe inizio a Palermo dove si narra sia avvenuto il miracolo della liberazione di alcuni condannati a morte da parte della Madonna. Fu la famiglia degli Orioles che incoraggiò la diffusione della devozione nei confronti di questa madonna in San Piero e in tutti i comuni vicini. La festa di S. Biagio ricade la prima domenica di ottobre perché i sampietrini coglievano l'occasione sia per ringraziare il santo patrono per il raccolto e per dare vita alla fiera cittadina basata sul mercato delle nocciole. Nel tempo di Pasqua si celebra la processione delle "Varette" che si svolge in maniera suggestiva la notte del Venerdi Santo: al lume delle torce le donne vestite di nero portano in processione l'Addolorata, cioè la sacra immagine conservata nella chiesa di Santa Maria, nel cui sguardo è scolpito tutto il dolore di una madre per il figlio morto.
Ai fabbri ferrai è affidato il Crocifisso in segno di pentimento per avere costruito i chiodi della crocifissione; ai muratori l'Ecce Homo; agli studenti il Gesù Morto; ai contadini il Cristo penitente nell'orto. La congregazione degli incappucciati infine accompagna l'intera processione. Si tratta infatti di uomini avvolti in un saio nero che mostrano solo gli occhi attraverso due fori del cappuccio.
Come espressioni sociali e folcloristiche della citta' si annoverano altresì il Corteo Storico e la “Dama Castellana” che si organizzano a luglio e ad agosto. Il corteo, in particolare, rievoca la visita di re Federico d’Aragona che si svolse dal 3 al 9 dicembre del 1356 in un contesto storico importante; nel paese infatti vi era stata una sommossa popolare contro il barone Orioles che si comportava in maniera ingiusta e crudele nei confronti dei suoi sudditi. Il Re Federico venne con l’ intenzione di domare la rivolta ma, sentite le giustificazioni dei sampietrini, rese loro giustizia e fu per sei giorni onorato e festeggiato.
Di grande fama ed effetto è la tradizionale sfilata di carri del “Carnevale sampietrino”, con grande tripudio di musica e colori, che si svolge la domenica successiva al giovedì grasso.
Storia
Antichissimo centro le cui origini risalgono al tempo della colonizzazione greca della Sicilia. I Greci chiamarono la zona “Petra” (roccia) che successivamente sarebbe diventata “Santus Petrus”. Ma è anche probabile che tale nome derivi da un monastero delle suore Benedettine risalente al 730 d.c. chiamato appunto San Pietro e che oggi ospita il palazzo Municipale. Nel corso dei secoli ebbe un grande sviluppo sotto il dominio degli Arabi (827) che si integrarono perfettamente con la popolazione locale tanto che ne è testimonianza l’omonimo quartiere che ancora oggi porta il nome di Arabile, sul versante meridionale a ridosso del fiume, caratterizzato da case piccole, addossate e strette stradine scalini in pietra.
I Normanni a loro volta hanno lasciato tracce indelebili della loro civiltà nell’architettura e persino nel linguaggio: i suoi abitanti infatti parlano un dialetto particolare che ha specifiche influenze piemontesi e provenzali a causa della fusione di quello locale con quello dei soldati al seguito di Ruggero d’Altavilla provenienti dal Monferrato (1100 circa). San Piero divenne dominio regio per passare poi al dominio feudale
e alla baronia. Si susseguirono varie baronie: dagli eredi del giudice De Manna, ai baroni Orioles, Caccamo-Orioles ed infine i Corvino-Orioles(1812). Nel periodo risorgimentale molti furono i sampietrini che seguirono Garibaldi nella campagna contro i Borboni.
Beni Culturali
Il centro storico offre subito la bellezza architettonica della cinquecentesca Chiesa di Santa Maria, che presenta rifiniture artistiche non comuni tanto da essere infatti ritenuta una delle chiese più belle della provincia.
All’esterno, accanto alla bellissima facciata adornata da un portale datato 1580 e da sette statue di santi, si trova il maestoso campanile barocco, alto più di trenta metri arricchito con finestre scolpite e unito alla chiesa con attraverso un’arco romanico.
L’interno è caratterizzato da un bellissimo soffitto in legno scolpito a cassettoni ottagonali con al centro un alto rilievo della Madonna Assunta, dorata in oro zecchino, circondata da angeli. L’interno è a tre navate: bellissime sono le colonne, le arcate, il portale della sacrestia e le finestre realizzate in pietra locale finemente scolpita. Bellissimi il pulpito, la fonte battesimale e l’ambone tutti in marmo rosso.
Poco distante dal centro si trova il Convento dei Carmelitani Calzati, dalla struttura architettonica sobria ma con il suo bel portale in pietra arenaria finemente intagliata sormontato da un robusto frontone sorretto da due colonne con capitelli corinzi. Ampio il chiostro, ma anche i locali interni, non solo quelli destinati alle attività lavorative comuni dei frati ma anche le celle destinate alla loro vita privata, cosa questa non consueta per una simile struttura. Il convento custodiva pure una famosa biblioteca che però è andata perduta.
Fondato nel 1570 fu attivo fino al 1866 anno in cui avvenne la confisca di tutti i beni della curia ecclesiale. Dopo anni di indifferenza ed abbandono il convento è stato finalmente recuperato e ristrutturato anche per essere destinato ad attività espositive e convegni, e conserva ancora oggi in parte alcuni elementi dell’originaria bellezza.
L’attigua chiesa, ad una navata separata dal transetto da un ampio arco, è dedicata alla Madonna del Carmine la cui statua marmorea è custodita sul bellissimo altare centrale in stile barocco. Da ammirare sono poi gli affreschi, di splendida fattura, tra cui uno grandioso al centro del soffitto, datato 1722 realizzato dal maestro Spanò, già alunno del convento. Interessanti anche tre antiche tele che raffigurano San Francesco da Paola, il Profeta Elia e S. Umberto con episodi della sua vita. Ubicata sotto la chiesa è la cripta dei frati: un tesoro di storia, tradizioni e di civiltà ancora tutto da recuperare e rivalorizzare.
Il Duomo invece risale alla seconda metà del 1300; è stato più volte ristrutturato nel corso dei secoli a causa di terremoti (specie quello del 1783). Presenta al suo interno preziose opere di scultura della scuola del Gagini come Maria SS. dell'Idria e di S. Caterina da Siena.
Da ammirare infine la Chiesa della Madonna delle Grazie, costruita nel 1611 è una struttura architettonica semplice con un bel campanile e con un portale in pietra arenaria sormontato da un piccolo tabernacolo con timpano. All’interno due lesene sormontate da capitelli corinzi ornano l’unico Altare. Originale e molto graziosa è la cupola del campanile a forma di piramide costituita da numerosi semidischi di ceramica colorata e sormontata da una Croce.
Nella zona centrale del borgo, oltre ad abitazioni nobiliari caratterizzate da pregevoli affreschi (Palazzo Boscogrande), si trova una bellissima opera del barocco siciliano: la monumentale fontana di San Vito. Essa venne eretta nel 1686 per volere di Giuseppe Caccamo barone di San Piero Patti. E’ caratterizzata dalla forma piramidale sopra una gradinata di marmo. L’altra monumentale fontana è quella del Tocco (costruita nel 1875 in marmo bianco di carrara) sita presso il sagrato della Chiesa di S. Maria.
Tradizioni
La processione della Madonna della Catena che è la prima patrona di San Piero. Il suo culto ebbe inizio a Palermo dove si narra sia avvenuto il miracolo della liberazione di alcuni condannati a morte da parte della Madonna. Fu la famiglia degli Orioles che incoraggiò la diffusione della devozione nei confronti di questa madonna in San Piero e in tutti i comuni vicini. La festa di S. Biagio ricade la prima domenica di ottobre perché i sampietrini coglievano l'occasione sia per ringraziare il santo patrono per il raccolto e per dare vita alla fiera cittadina basata sul mercato delle nocciole. Nel tempo di Pasqua si celebra la processione delle "Varette" che si svolge in maniera suggestiva la notte del Venerdi Santo: al lume delle torce le donne vestite di nero portano in processione l'Addolorata, cioè la sacra immagine conservata nella chiesa di Santa Maria, nel cui sguardo è scolpito tutto il dolore di una madre per il figlio morto.
Ai fabbri ferrai è affidato il Crocifisso in segno di pentimento per avere costruito i chiodi della crocifissione; ai muratori l'Ecce Homo; agli studenti il Gesù Morto; ai contadini il Cristo penitente nell'orto. La congregazione degli incappucciati infine accompagna l'intera processione. Si tratta infatti di uomini avvolti in un saio nero che mostrano solo gli occhi attraverso due fori del cappuccio.
Come espressioni sociali e folcloristiche della citta' si annoverano altresì il Corteo Storico e la “Dama Castellana” che si organizzano a luglio e ad agosto. Il corteo, in particolare, rievoca la visita di re Federico d’Aragona che si svolse dal 3 al 9 dicembre del 1356 in un contesto storico importante; nel paese infatti vi era stata una sommossa popolare contro il barone Orioles che si comportava in maniera ingiusta e crudele nei confronti dei suoi sudditi. Il Re Federico venne con l’ intenzione di domare la rivolta ma, sentite le giustificazioni dei sampietrini, rese loro giustizia e fu per sei giorni onorato e festeggiato. Di grande fama ed effetto è la tradizionale sfilata di carri del “Carnevale sampietrino”, con grande tripudio di musica e colori, che si svolge la domenica successiva al giovedì grasso.