di Michele Cappotto
Altitudine: m.540 s.l.m.
Etimologia: Chiamata dai Normanni “San Marco” per devozione al Santo Evangelista. Non si esclude però che gli stessi volessero ricordare con tale nome la prima città conquistata in Calabria. La specifica odierna che risale al 1862 si riferisce all'antica Haluntium di origine preellenica.
Abitanti: aluntini o sanmarcoti (2091 unità nel 2008)
Densità: 80 Km/q
Patrono: Santi Marco e Nicola ( festa il 31 luglio); San Basilio (festa il 2 agosto)
Ambiente e risorse: Il territorio offre spazi e possibilità per la coltivazione di ottimi prodotti agricoli come uva e olive (con produzione di vino ed olio di grande qualità), agrumi (meritevoli di denominazione d’origine), frutta varia, ortaggi e per l’allevamento del bestiame come ovini, bovini e suini.
Tra i prodotti tipici da allevamento squisite carni e il "Salame San Marco", e prodotti caseari come formaggio pecorino, ricotta frasca ed al forno e il tipico formaggio fresco chiamato “Tuma”. Nocciole e mandorle trovano diffuso utilizzi nell’artigianato dolciario che offre numerosi prodotti tipici di gelateria e pasticceria.
A San Marco è ancora fiorente la tradizionale produzione di tele e ricami tradizionali, di raffinati capi d’abbigliamento nonché della lavorazione del ferro e del marmo.
Storia
S. Marco D’Alunzio fu probabilmente fondata in epoca pre-ellenica dai popoli Siculi e Sicani.
Sotto i Greci si chiamò “Haluntium” ed assunse una tale importanza economica da emettere addirittura moneta propria.
Con la conquista romana divenne “Municipium Aluntinorum” mantenendo una grande importanza anche politico-amministrativa. Cicerone riporta che essa aveva infatti un proprio senato e forniva navi alla flotta romana.
Dopo i Romani la città subì un periodo di decadenza a vantaggio della vicina città di Demenna fino a diventare solo un punto di riferimento territoriale tra arabi e bizantini. La conquista da parte dei Normanni vide invece risorgere il centro come presidio militare e anche come centro abitato. Ruggero e Roberto il Guiscardo, degli Altavilla, scelsero San Marco d'Alunzio come punto di partenza e come presidio militare per la conquista della Sicilia. I Normanni la ribattezzarono “San Marco” forse per devozione al Santo Evangelista o anche in onore della città prima città conquistata in Calabria da Roberto il Guiscardo nel 1048.
Proprio quest’ultimo nel 1061 fece costruire un castello attorno al quale ben presto prese vita una fitta rete di strade chiese e case abitate da un agglomerato multiculturale composto da arabi, bizantini, normanni ed ebrei. San Marco fu pure munita di una possente cinta muraria, di cui oggi resta soltanto una porta (S. Antonio), e di una serie di torri d’avvistamento fino in prossimità del mare (Torre Cuffari).
Sotto il dominio aragonese la città passo dal Regio Demanio a feudo e fu assegnata alla famiglia Filangieri, principi di Mirto (1398).
Questi tuttavia promossero la costruzione di nuove chiese e fecero rifiorire la vita culturale e civile. Essi dominarono San Marco fino al 1833. Nel 1862 fu aggiunto l’appellativo “d’Alunzio” a riferimento dell’antica città greca Haluntium.
Oggi San Marco d’Alunzio è incluso nel club dei “I borghi più belli d'Italia” ossia un' esclusiva associazione di piccoli centri italiani che si distinguono per grande interesse artistico, culturale e storico, per l'armonia del tessuto urbano, vivibilità e servizi ai cittadini.
Beni Culturali
San Marco d’Alunzio è custode di un passato che testimonia una grandezza storico culturale attraverso le innumerevoli opere d’arte che sono custodite nei luoghi sacri tra i quali spiccano 22 chiese monumentali. Di queste alcune meritano particolare attenzione.
La Chiesa Madre, dedicata a San Nicolò, che fu edificata nel 1584 presenta una sobria facciata arricchita da un elegante rosone e da tre bei portali in marmo rosso aluntino. Quello centrale è sormontato da un finestrone e ornato da colonne e frontone. All’interno ci sono 12 cappelle in marmo rosso nelle quali spiccano numerose opere d’arte del XVI e XVII secolo in legno e marmo oltre ad affreschi e dipinti.
La Chiesa di San Teodoro ( Badia piccola) è del XVI secolo. Si presenta a croce greca con su ciascun braccio un’abside sormontata da una cupoletta. L’interno è decorato con eleganti stucchi in stile serpottiano con scene tratte dalla Bibbia e dal Vangelo.
Annesso alla Chiesa di San Teodoro è il Monastero delle Monache Benedettine edificato nel 1545 all’interno del quale è adibito il Museo di Cultura e delle Arti Figurativa Bizantine Normanne. Nel piano inferiore si trova la Cappella dei Quattro Dottori risalente al sec.XI che presenta tre absidi decorate da splendidi affreschi bizantini di cui una in particolare ove è raffigurata la Madonna sulla volta (cielo) ed in basso (terra) i Quattro Dottori della chiesa ortodossa : San Giovanni Crisostomo, San Gregorio di Nazianzo, San Basilio Magno e San Atanasio.
Il museo conserva importanti reperti archeologici greci e romani, arti figurative bizantino-normanne, collezioni di monete e sigilli.
La Chiesa di S.Maria delle Grazie (o S. Agostino) fu fatta costruire dalla famiglia Filangieri nel 1398. All’interno si trovano una bella statua marmorea di Gabriele di Battista e due sarcofagi della famiglia Filangieri opera di Domenico Gagini. Uno di questi, in particolare, richiama la forma di quello di Federico II di Svevia a Palermo.
La chiesa è ad una navata separata dalla cappella da un bellissimo arco scolpito a bassorilievo.
Visibili all’esterno i ruderi dell’adiacente convento dei Padri Agostiniani.
La Chiesa di San Giuseppe risale al sec.XI ma fu riedificata nel XVII conservando solo parte della facciata ed del campanile. Il portale è in marmo rosso in stile barocco con due capitelli corinzi. Essa presenta una sola navata con sei cappelle laterali in una delle quali vi è la statua di San Giuseppe col Bambino (sec.XVIII). Da ammirare sono gli affreschi sulla volta raffiguranti scene della vita del Santo. L’interno della chiesa è sede del Museo di Arte Sacra nel quale vi sono esposti preziosi argenti di scuola messinese e palermitana, stoffe e paramenti sacri ricamati a mano, statue, tele e reliquiari di eccezionale valore storico ed artistico. Da segnalare la singolare statua in legno policromo della Madonna Odigitria, una statua lignea di Maria Maddalena (sec XVII), una bellissima tela della Deposizione (sec.XVIII), ed un enigmatico volto di Cristo ad olio di autore anonimo del sec. XVI.
La chiesetta di San Marco, di cui oggi restano solo i ruderi, fu costruita dai Normanni sulla struttura del tempio ellenistico di Ercole. Questo tempio, costruito dai Greci intorno al IV° secolo a.c., è sicuramente il monumento più importante dal punto di vista storico-artistico si San Marco, probabilmente utilizzato per le attività sportive collegate al culto di Ercole. L'edificio si trova in posizione isolata e dominante il versante nord ed il mare. Trattandosi dell'unico esempio ben conservato di tal genere, esso rappresenta una importante testimonianza dell'età classica nel messinese.
Era formato da una cella le cui pareti laterali si prolungavano in avanti a formare il pronao. La chiesa presenta un portale con decorazioni barocche, sormontato ai lati da due finestre, ed al centro una piccola nicchia.
La Chiesa dell’Ara Coeli (sec. XVI) presenta un ricco portale barocco con colonne scanalate monolitiche in marmo rosso arricchite con volute e decorazioni floreali. Essa è a tre navate e contiene numerose opere d’arte. Ammirevole è la Cappella del SS.Crocifisso, opera lignea di S. Li Volsi del 1652.
Altra chiesa meritevole di particolare attenzione è quella del S.Salvatore, in stile romanico (Badia Grande) fatta costruita nel 1176 ma rifatta nel ‘600 che presenta un elegante portale con colonne tortili e tonde su cui è sistemata una statua di S. Benedetto. All’interno stucchi con angeli e figure allegoriche ed altri motivi barocchi decorano l’ambiente che vede altresì un bel baldacchino ligneo posto sul tabernacolo. Annesso alla chiesa ma in condizione di rudere è un il Monastero delle Suore Benedettine.
Il castello normanno, infine, fu fatto edificare da Roberto il Guiscardo nel 1061. Fu centro amministrativo e di governo.
Successivamente divenne anche prigione. Oggi ne restano i ruderi delle parti murarie di nord-ovest ove si aprono una porta d’ingresso e due ampie finestre bifore.
Tradizioni
Tra le manifestazioni di rilievo sono da citare la Festa di San Marco San Nicola e San Basilio (dal 30 luglio al 2 agosto) e la “Festa dei Babbaluti” (ultimo venerdì del mese di marzo).
La festa dei santi Patroni Marco e Nicola il 31 luglio culmina con una solenne processione. La sera avviene la processione di San Basilio caratterizzata dalla circostanza che durante la processione, durante la quale la vara del Santo viene portata con un continuo andirivieni per ottenerne i miracoli, i devoti portano dei pesanti rami di alloro sulle spalle che successivamente vengono utilizzati per esibirsi in lunghi ed estenuanti balli. Il giorno successivo, per la processione di mezzogiorno si approntano poi grosse torce di basilico profumatissimo, ornate con fiori e nastri, che vanno ad addobbare la vara e i grossi ceri votivi offerti a San Basilio dai tanti devoti che seguono a piedi scalzi.
La festa dei Babbaluti invece ricorre l´ultimo venerdì di marzo; nel corso della stessa, 33 fedeli (tanti quanti gli anni di Cristo), chiamati appunto Babbaluti, vestiti di un saio blu e incappucciati con ai piedi le tradizionali calze di lana lavorate a mano chiamate “i piruna” portano in processione tra ali di devoti in sommessa partecipazione, un bellissimo Crocifisso ligneo intonando una lamentosa invocazione.