- Denise Vrenna -
Il Castello di Alcara Li Fusi sorge in via Castello, centro urbano di un quartiere di origine medievale conosciuto come quartiere “Motta”.
La tradizione, narrata da Plinio e Dionigi di Alicarnasso, ci tramanda dell’esistenza di Turiano (dal nome di Turio, la sua città natale) tra i seguaci di Enea che, sbarcando nel territorio compreso tra Acquedolci e Sant’Agata di Militello, si diresse verso l’entroterra, ove fondò il Borgo Turiano, successivamente denominato “Alcara” dai Normanni.
Il termine gode di svariate interpretazioni, concretamente riconducibili ai significati di “fortezza” o “castello”.
Questo, infatti, viene già documentato in un diploma greco del 1095.
Denominato anche “Castel Tauro”, è di attuale proprietà comunale.
Del complesso di impianto rettangolare, con accessi sui lati più lunghi, è rimasto come unico elemento superstite la torre a pianta quadrata, posta su un rialzo roccioso.
I materiali impiegati, di probabile derivazione locale, erano molto semplici: blocchi e ciottoli, di forma irregolare, legati con malta.
Il Castello, vittima del dannoso terremoto del 6 ottobre 1490 (responsabile del crollo dell’aquila decorativa in pietra, sovrastante l’entrata) e del più recente sisma del 1968, è stato oggetto di restauri apportati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina tra il 1980 ed il 1983.
E’ grazie a questi interventi che, ad eccezione dell’originaria torre, prende attualmente forma la struttura fortificata.