- Denise Vrenna -
Capizzi è annoverato tra i comuni siciliani situati presso i Nebrodi in posizione più elevata, registrando ben 1120 metri di altitudine.
Il territorio corrisponde, con molta probabilità, al centro di “Capytium”, citato da Cicerone nei suoi scritti.
Di origine romana, Capizzi deriva la propria denominazione dalla forma del colle su cui si eleva, la cui vetta rimembra le fattezze di una testa.
Fu merito dei Bizantini la sua trasformazione in cittadella, fino all’arrivo degli Arabi (presenti dall’827 al 966 d.C.) che, nell’860 vi eressero il castello dal ruolo difensivo, carcere e fortezza allo stesso tempo, ribattezzando il sito “Qajsi” o “Kabith”.
Il castello, a lungo conteso tra Arabi e Normanni, registrò precoci sintomi di decadenza, giungendo in rovina già intorno alla metà del XVIII secolo.
Scomparso nella sua interezza dal XIX secolo, si riduce ormai a pochi resti costituiti da materiali come malta e pietrame, di attuale proprietà pubblica