In una precedente “Riflessione Micologica”, soffermandoci sui funghi del tardo autunno e dell’inverno, abbiamo affermato che questi piccoli “abitanti dei boschi”, contrariamente a quanto popolarmente creduto, non crescono solo nel periodo di fine estate – inizio autunno ma sono soliti fare la loro apparizione durante tutto l’anno, anche nelle stagioni più fredde. Questa nostra affermazione avrà, senz’altro, fatto nascere qualche perplessità in non pochi lettori, convinti, per tradizione atavica, del contrario. A conferma della nostra affermazione, che riproponiamo ancora una volta, intendiamo, nel ribadire il concetto, presentare, ai nostri lettori, un piccolo macromicete tipico del periodo invernale che spesso viene ritrovato ricoperto di neve:
Flammulina velutipes (Curtis) Singer: molto diffuso, conosciuto ed apprezzato nelle regioni settentrionali, raramente presente nelle aree boschive del meridione d’Italia, nella sistematica micologica appartiene al Genere Flammulina, Famiglia Marasmiaceae, Ordine Agaricales, Classe Basidiomycetes. E’ un piccolo macromicete dalle dimensioni del cappello variabili da 2 a 8 centimetri di diametro, dai colori meravigliosi che vanno da un giallo-arancione al rossastro, con una zona più scura al centro con una diffusa vischiosità. Nella fase iniziale della sua crescita si presenta emisferico, poi appianato, caratterizzato da una leggera striatura al margine più evidente in gioventù. La zona imeniale (zona fertile dei funghi, situata nella parte inferiore del cappello), ha lamelle fitte, adnate (attaccate al gambo) di colore crema, giallastro chiare; il gambo, cilindrico, vellutato, è di colore giallo-arancione all’apice e bruno-nerastro verso il basso. E’ tipico dei boschi di latifoglie, specialmente olmo sui cui ceppi cresce e si riproduce in maniera cespitosa, inizialmente da parassita (fungo che trae il proprio sostentamento a scapito di altri organismi viventi), poi, dopo la morte dell’albero ospite, da saprofita (fungo che degrada sostanze organiche morte di cui si nutre), continuando a nutrirsi delle sostanze in decomposizione dello stesso albero. Fa la sua apparizione nel tardo autunno fino ad inverno inoltrato ed è facile che venga ritrovato, come già detto, anche sotto la neve. E’ il tipico fungo invernale per eccellenza, molto ricercato dai micofagi per essere utilizzato in zuppe e contorni. Il nome della specie, velutipes, fa riferimento alla caratteristica principale più evidente: piede vellutato. Infatti la base del gambo è ricoperta di fitta peluria bruno nerastra, corta, che ricorda il velluto. È assai apprezzato soprattutto per il suo aroma. Noto in Giappone con il nome di Enokitake si ritiene, a seguito di esperimenti effettuati su animali, da alcuni scienziati, che contenga sostanze che impediscono la diffusione di cellule cancerogene e, pertanto, commercializzato ad uso terapeutico in capsule contenenti suoi derivati. Da alcuni anni viene riprodotto in serra ed è commercializzato su larga scala, tanto che è possibile trovarlo in numerosi supermercati nelle regioni settentrionali.
Si tratta di una specie consumata, da sempre, senza conseguenze ma che, recentemente, a causa dell’avvenuta segnalazione di alcune intossicazioni ad essa imputabili, con sintomatologia a breve latenza ed effetti gastrointestinali, deve essere considerata sospetta e consumata con prudenza e senza eccedere nelle quantità. Il principio tossico è ancora sconosciuto, ritenendo, quale probabile causa delle intossicazioni, visto il periodo di fruttificazione tipico della stagione invernale, il consumo di esemplari congelati e scongelati sul ceppo a causa di abbassamento e successivo innalzamento delle temperature stagionali (I. Milanesi 2015).
Attenti al sosia: considerata la crescita cespitosa e le caratteristiche morfocromatiche, può facilmente essere confuso con Armillaria tabescens (commestibile) che ha colori meno vivaci ed il cappello non vischioso e con Hypholoma fasciculare (velenoso) che presenta il cappello sugli stessi toni giallastri ma con lamelle verdastre e gambo non vellutato ed è dotato di anello.
Curiosità: verso la fine del secolo scorso, da parte della NASA, è stato condotto un esperimento ai fini di studio inteso a determinare il comportamento dei funghi in assenza di gravità: culture di Flammulina velutipes sono state imbarcate su una navicella spaziale e sono state mandate nello spazio. Contrariamente a quanto generalmente avviene in natura, sulla terra, per i funghi lignicoli che crescono con il gambo ricurvo vicino alla base sviluppandosi, successivamente, verso l’alto con il cappello parallelo al suolo al fine di consentire un regolare spargimento delle spore sul terreno, in assenza di gravità, a bordo della navicella spaziale, i funghi sono cresciuti in maniera disordinata in tutte le direzioni e con angolazioni diverse (S. Balestreri 2011).
Chiudiamo questa nostra “Riflessione Micologica” con le solite raccomandazioni: non utilizzate, per consumo personale, funghi che prima non siano stati sottoposti al giudizio di un micologo professionista; il servizio è gratuito e fornito dalle USP in ogni città d’Italia.
Bibliografia essenziale:
- Balestreri Stefano, 2011: Flammulina velutipes. Estratto da “Appunti di Micologia” (www.appuntidimicologia.it)
- Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca, 2008: Funghi d’Italia, Zanichelli, Bologna
- Papetti Carlo, Consiglio Giovanni, Simonini Giampaolo, 2004: Atlante fotografico dei funghi d’Italia. Vol I (seconda ristampa), A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
- Milanesi Italo, 2015: Conoscere i funghi velenosi ed i loro sosia commestibili. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
Riferimenti Siti web:
Foto:
- Liberamente tratte da siti web
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