Se c’era bisogno di qualche conferma, sull’arroganza e la presunzione del duo Renzi Boschi, hanno provveduto gli stessi a fugare ogni nebbia e rendere la loro indole nuda come la fece madre natura. Il primo, come ci ricorda il Direttore de Il Giornale, si è vestito da ‘mafiosetto puro’ ed avrebbe minacciato Alessandro Sallusti di stare attento, con i suoi articoli, perché disse «Guardache vengo sotto casa e ti spacco le gambe», svelando all’improvviso che quando perde le staffe, anche perché a corto d’argomenti, pensa di risolvere i problemi con le minacce.
‘Mamma che paura!’ di sicuro ha pensato il Sallusti che, da quel momento, ha smesso d’essere gentile e politicamente corretto, ed ha rincarato, come si doveva, la dose di critiche politiche con i suoi articoli, ‘ar mejo fico del bigoncio’ della Leopolda che ormai è diventata l’occasione, non per approfondire politica e scelte economiche, ma solo per la celebrazione del capo da osannare e basta. E guai a non farlo perché si rischia che gli vengano spezzate non tanto le gambe che possono, comunque, essere ricomposte da un bravo ortopedico, ma la carriera politica alla quale non intendo rinunciare i componenti dell’attuale maggioranza.
Questa paura di essere escluso dai favori del ‘condottiero’ spinge la gran parte dei deputati di quella maggioranza a sostenere Renzi e la sua favorita (nel senso di Ministro più importante scelto dal premier), ha reso ringalluzzita la Maria Elena Boschi che dinanzi alle mozioni di sfiducia preannunciate dalle opposizioni per il palese ‘conflitto d’interesse’, e in barba alle disgrazie del truffati dalle banche ‘salvate’ dal Governo, reagisce con la celebre frase ‘vediamo chi ha la maggioranza nel Parlamento’. Questa reazione riduce la vicenda ad un meschino e volgare braccio di ferro che mortifica ancor più quel povero disgraziato che per la disperazione ha deciso di perdere la vita. Magari sperando che il suo gesto gli potesse rendere giustizia, almeno da morto.
Se non siamo già al regime poco ci manca: siamo, con presunzione e arroganza, in una anticamera pericolosissima. Renzi difende la sua più devota avatar e, quindi, non ‘consiglia’ adeguatamente la Boschi creando più danni di quanti se ne stiano creando adesso. Ma se Renzi non la consiglia, o non le impone le dimissioni o non usa la ‘moral suasion’ come fece con altri Ministri caduti nel mirino, ci sono solo due possibili cause. O Renzi e company sono letteralmente inadeguati alla bisogna provocando un ulteriore innalzamento del qualunquismo, o è chiaro che c’è di più di quanto finora è emerso. Le dimissioni della amazzone numero due del suo Governo è il minimo che si rende necessario fare. Il non farlo è politicamente scorretto.
Infatti le possibili mancate dimissioni sono un insulto per i Ministri del Governo Berlusconi che sono stati ‘massacrati’ per reati inesistenti, per Maurizio Lupi e per Maria Concetta Lanzetta che si non dovuti piegare ai voleri dell’’uomo solo al comando’. Il primo, anello debole del NCD, abbandonato da Alfano & C, la seconda ‘invitata’ a diventare Assessore in Calabria, carica che ha considerato come una diminutio e dalla quale si è dimessa ‘convincendosi’ a uscire dal Governo dove era diventata chiaramente non gradita. Ma sono soprattutto un insulto per l’opinione pubblica che si domanda, frastornata, in che mani è finito il governo di una nazione come l’Italia.
Quello che ci consola è percepire che il governo è al giro di boa e i due colpi mortali, per esso, saranno le elezioni amministrative nelle grandi città della prossima primavera e il referendum sulle riforme costituzionali.
Giovanni ALVARO