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BREVI NOTAZIONI POSTELETTORALI

- di Giuseppe Rando -

Come volevasi dimostrare, hanno vinto gli illusionisti delle Cinquestelle e la Destra becera, fascistoide di Salvini, Berlusconi, Meloni, mentre hanno perso - ma di brutto - il PD di Renzi e tutte le sinistre sinistresi che sognavano di «intercettare i voti in uscita dal PD» e marciare verso “il sol dell’avvenire” insieme con la gloriosa classe operaia, con i sindacalisti inflessibili della CGL e con i proletari della nazione intera contro il governo fascista (?) e contro i biechi padroni (del vapore?).

In democrazia, però, il popolo ha sempre ragione. Viva il popolo, dunque, e viva la democrazia (dimenticando, per un momento, che era democrazia anche quella che portò al potere quel pazzo di Hitler e quel megalomane di Mussolini).

Intanto, la Sicilia - asservita o meno alla mafia - non finisce di sorprendere: è stata, per quarant’anni, una “minna” (da mungere) per la Democrazia Cristiana; ha, quindi, dato la totalità dei seggi disponibili (sessantuno) a Berlusconi, nella sua prima “uscita” del 1994; ha votato, ora, per gli imbroglioni delle Cinquestelle con maggioranze quasi bulgare, iperboliche: più del 30% in ogni comune e più del 60% a Siracusa: viva la coerenza e la coscienza democratica dei siciliani.

Ma al di là del sarcasmo, non possiamo non chiederci come si fa - nonostante la disoccupazione scandalosa di cui sono vittime le donne e i giovani siciliani soprattutto – a illudersi tanto facilmente, a credere a quel “pullanchellu” di Di Maio, figlio di padre fascista e allievo del qualunquista Grillo, che promette uno stipendio a tutti i disoccupati d’Italia? Come si fa a non chiedersi, almeno, dove li possa mai prendere, quel “pullanchellu”, tutti quei soldi?” Come si fa a non capire che non ci sono - non ci sono mai stati - salti in avanti, improvvisi, bruschi della storia, ma semmai progressi lenti, faticosi o, peggio, salti all’indietro? Come si fa a credere ancora oggi (non nel Medioevo) all’avvento di una palingenesi miracolosa? E a credere che la rinascita possa venire da un comico e da un “pullanchellu”? Sfortunato, invero, quel popolo che ha bisogno di … illusionisti.

C’è invero da disperare per la sorte dei nostri figli e nipoti. E c’è, forse, da piangere.

Qualche mio amico, parla dell’antica questione meridionale irrisolta. Ma, se è questa la causa dello sfacelo, la soluzione non è certo quella avanzata dai prestigiatori suddetti (che ritornano, di fatto, al fallimentare assistenzialismo democristiano) né quella dei fascistoidi (che parlano di Flat tax a favore dei miliardari). Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 e la fine del Comunismo in URSS, tutti sanno che le questioni meridionali si risolvono solo stimolando, incentivando, producendo lavoro e che il lavoro, sulla terra (non sulla luna), s’incentiva, si produce ecc. con gli investimenti pubblici (dello stato) e privati (degli imprenditori, dei padroni). Ma si sa pure (o si dovrebbe sapere) che, per funzionare, il l’intervento pubblico non deve fare buchi nel bilancio dello stato e che l’impresa privata non deve essere fallimentare. Ebbene, storicamente, oggettivamente, su questo terreno concreto, in Italia, finora, c’è stata solo la proposta - e qualche azione concreta, invero - della sinistra riformista e democratica. Nient’altro.

Ma questo povero, ingannato, martoriato (da secoli), attardato popolo italiano, che – non dimentichiamo -, per Manzoni, nell’Ottocento, era solo «vulgo disperso», quando potrà mai capirlo?

Ultima modifica il Lunedì, 12 Marzo 2018 09:22
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