- di Marcello Crinò -
Sala gremita e squillare continuo di telefonini (il motivo della Carmen al primo posto!), all’ex Monte di Pietà per la presentazione del libro “Granelli di terra nostra”, un testo nato durante le lezioni dell’Università della Terza Età nel corso su Storia e Arte di Barcellona Pozzo di Gotto tenuto della professoressa Caterina Isgrò. A presentare l’incontro è stata la professoressa Tanina Caliri, Rettore dell’U.T.E. barcellonese, la quale ha spiegato il senso di questo ultimo evento dell’Anno Accademico, un evento quasi anomalo in quanto avente per oggetto il libro realizzato da docenti e corsisti dell’Università, un testo che ha stimolato la creatività, il guardarsi attorno alla ricerca di piccoli ma significativi eventi cittadini legati alla microstoria locale fatta da artigiani e contadini, il tutto sul filo della memoria. Ha citato, la Caliri, la grande scuola francese degli Annales, fondata dallo storico Fernand Braudel, il quale metteva al centro della storia i piccoli fatti del vissuto quotidiano. Il testo è stato coordinato da Caterina Isgrò con la collaborazione di Luigi Lo Giudice, architetto e archichef con un corso all’U.T.E. sull’arte dolciaria. Per l’Amministrazione Comunale ha portato i saluti l’Assessore Nino Munafò, il quale, avendo già letto il libro, ha affermato che si tratta di uno spaccato della società barcellonese, il racconto di vicende di un recente passato.
Caterina Isgrò spiega che il recupero del passato barcellonese è un dovere, e il libro propone vicende spesso dimenticate legate alle attività sul territorio, nato da uno scambio di idee e di esperienze all’interno del suo corso. Questi i titoli dei quindici capitoli in cui è suddiviso il libro: L’alluvione del 1951 a Pozzo Perla, di Stefania Corica; I tre pammari e l’enigma di Carlo Meucci, di Caterina Isgrò; Quel balconcino che si affacciava sulla strada di Simona Merlino Coglitore; U gghianu i ll’erba, di Maria Neri; Due vecchie scatole di biscotti Lazzaroni, di Luigi Lo Giudice; Mio padre un personaggio misconosciuto, di Mirella Genovese; Lo zio arciprete di Franca Bonsignore; In ricordo di un barcellonese perbene, di Ciano Santanocita; A Cacchima tra miseria e pazzia, di Maria Isgrò, I luoghi della Memoria, di Vittoria Bucolo; Ricordi scolastici, di Maria Isgrò Ferraris; Montecroce: la scampagnata del lunedì dell’Anciulu, di Antonello Calabrò; Le campane della Chiesa dei Cappuccini, di Tonino Gelo; Un dolce ricordo, di Maria Neri; La casa del pescatore di Mimmo Scolaro. L’incipit di ogni testo è stato letto dagli autori presenti in sala, mentre per gli assenti si sono alternate tre attrici: Claudia Soraci, Melangela Scolaro e Viviana Isgrò. E’ intervenuto altresì Salvatore Chiofalo, segretario della Camera del lavoro, con un intervento sulle tematiche del lavoro.
La seconda parte della serata ha visto il concerto del quartetto di fisarmoniche “Opale Accordion Quartet” (Aldo Capua, Francesco Antonuccio, Salvatore Fazzari e Agostino Pronestì) che hanno allietato musicalmente la serata con brani di Piazzolla, Bach, Mozart, Biscardi e Saint Saens. Un ensemble di giovane formazione nato con l’intento di valorizzare il loro giovane strumento, la fisarmonica, oggetto negli ultimi anni di una costante e rapidissima crescita.