- di Marcello Crinò -
Nella giornata dedicata alla presentazione della nuova stagione del Teatro Mandanici si è parlato nuovamente del musicista Placido Mandanici nel Foyer del Teatro a lui intitolato, per fare il punto sulle ricerche in corso, che hanno portato a importanti scoperte biografiche. Dopo i saluti del sindaco Roberto Materia, è intervenuto l’esperto del Sindaco professor Gaetano Mercadante, che ha intrapreso questa ricerca sul musicista barcellonese nei vari archivi parrocchiali e civili di Castroreale e Barcellona. Ha ha mostrato documenti inediti, precisando che sono in corso altre ricerche parallele e autonome da parte di altri studiosi, in corso di pubblicazione. Tutti quelli che si occuparono di Mandanici negli anni Sessanta s’interessarono soprattutto di raccogliere le musiche del Maestro, ma tralasciarono, pur avendo avuto contatti con i discendenti che vivevano a Roma, di approfondire la vicenda biografica e familiare. Vicenda in parte svelata dalla monografia di Gioacchino Grasso, pubblicata nel 1991 assieme alle lettere di Mandanici rintracciabili negli archivi. Da queste si evince che la moglie era Carolina Duchot (emerge anche dal certificato di morte stilato a Genova nel 1852) e i figli si chiamavano Paolo e Giovannina. Anche Salvina Miano, nel libro sulla storia del Teatro Mandanici, pubblicato nel 2011, approfondisce alcune questioni biografiche, riportando la lettera di trasmissione dell’unica foto di Mandanici al Comune di Barcellona da parte del nipote colonnello Barresi Mandanici nel 1930. Ma adesso, con le ultime ricerche, il colpo di scena: dai documenti d’archivio si apprende che Mandanici si sposò a Napoli nel 1832 con Domenica Stracuzzi, e nel 1833 nacque la prima figlia, Giovannina. Questa figlia si sposerà poi a Napoli con Francesco Carlo Barresi, figlio di Rosario Barresi (forse lo stesso Barresi primo librettista di Mandanici per il melodramma Argene), e fratello dell’allora famoso violinista Giuseppe, ricordato nelle cronache del tempo e in diversi libri e mai messo in relazione con Placido Mandanici. Del figlio Paolo invece non si riesce a trovare nulla. Dalle lettere di Mandanici pubblicate da Gioacchino Grasso si evince che probabilmente studiava canto o musica, ma gli archivi tacciono. Così come tacciono sulla figura di Carolina Duchot, probabilmente amica o amante di Mandanici, e non seconda moglie, visto che la Stracuzzi sopravvisse al marito e fu presente alle nozze della figlia a Napoli.
Dopo Mercadante è intervenuto brevemente l’autore di questa nota, per mostrare le varie fonti bibliografiche storiche che hanno tracciato la biografia mandaniciana, che a questo punto dovrà necessariamente essere aggiornata.
Un importante intervento è stato fatto dal signor Eugenio Aimi, che fu componente del Comitato Mandaniciano degli anni Sessanta, il quale ha rievocato la sua attività, consistita soprattutto nel recuperare in fotocopia le musiche di Mandanici custodite a Milano, oggi in possesso della locale Biblioteca Comunale. Ha spiegato pure che il Comitato entrò in crisi nel momento in cui alla presidenza fu nominato un politico locale e non un esponente del mondo culturale.
La presentazione della stagione del Mandanici è stata curata dal segretario generale Lucio Catania, dirigente dell’ufficio cui è stata affidata la gestione organizzativa del Teatro. Il primo spettacolo sarà il musical “Dirty Dancing” il 26 gennaio; il 16 febbraio sarà la volta del Balletto di Milano con il “Bolero” di Maurice Ravel; il 16 marzo l’operetta “Al Cavallino Bianco”; il 16 aprile sarà la volta di Enrico Ruggeri. Infine la chiusura della prima parte della stagione, che ripartirà a ottobre, con lo spettacolo autoprodotto dal Mandanici, “D’Artagnan e i tre moschettieri”, curato da Sarà Neri, direttore dei laboratori teatrali che inizieranno questo mese, il quale ha spiegato le caratteristiche dello spettacolo che coinvolgerà giovani attori, musicisti, coreografi, scenografi.