Tutto inizia nel 1988, quando su un periodico cittadino (dalla A alla Z) viene avanzata la proposta di realizzare all’interno del Villino Liberty di via Roma un Museo di storia della città. In quel periodo il Villino era chiuso, abbandonato, in discrete condizioni perché c’erano già i primi segnali di rischio (infiltrazioni d’acqua dal tetto sconnesso, problemi agli intonaci esterni…) e si sollecitava un pronto intervento di messa in sicurezza e di restauro, con la relativa proposta di renderlo fruibile alla città. Passano gli anni, finalmente l’edificio viene restaurato e le associazioni culturali lo attenzionano proprio per cercare di attuare questa idea di Museo.
Per farla breve, dopo tanti passaggi con l’Amministrazione Comunale, il Museo non si riesce neanche a farlo partire con una “Demo” tendente ad illustrarne l’idea, da allestire in uno spazio pubblico. Il Network delle Associazioni culturali cittadine, presieduto da Bernardo Dell’Aglio, ottiene di poter realizzare una “Demo” dal 28 aprile al 17 maggio negli spazi del Museo Didattico messo a disposizione dall’Istituto Foscolo di Piazza Convento.
Le restrizioni dovute all’emergenza Coronavirus hanno comportato un “dirottamento” dell’evento da un luogo fisico ad un luogo virtuale, facendo nascere una pagina facebook destinata al Museo con una serie di album curati dalla varie associazioni aderenti al Network. Il successo è stato immediato, segno che l’esigenza di avere un Museo che racconti la storia della città è ben sentita. Adesso la pagina del Museo virtuale si trasforma nel nome, e aumenta di contenuti, divenendo “Piazza grande, la città che vorrei”.
Nei giorni dell'isolamento da contagio, la pagina del Museo Urbano virtuale ha fatto compagnia ai cittadini a casa, facendoli sentire meno soli. Sarà ancora una pagina per un uso “social”, ma continuerà a far vedere “belle” foto e “script” sul “bello” che circonda il territorio. La pagina continuerà ad essere curata dal Network delle Associazioni culturali, ma porterà avanti collaborazioni con altre associazioni, Enti comunali o singole persone, per fornire nuovi contenuti.
La scelta della foto di copertina è eloquente con i due torrenti Idria e Longano che dialogano e si “incontrano” con lo sfondo della Basilica di San Sebastiano. Il tutto collocato nella piazza centrale della città. L’augurio degli organizzatori è quello di una “rinascita” non solo culturale e sociale della città, ma anche quello di una ripartenza.
“Piazza Grande, la città che vorrei”, vuol essere dunque un luogo di incontro culturale, una grande "piazza" che sostituisce virtualmente quegli "spazi" occupati dall’associazionismo culturale. “Piazza Grande” è anche una idea, un sogno, una proposta, una casa comune, una bacheca virtuale per poter comunicare e far incontrare i cittadini.
Marcello Crinò
16 maggio 2020