- di Marcello Crinò -
L’Università della Terza Età, nel quadro delle iniziative aperte al pubblico e non solo ai corsisti, ha organizzato un incontro sui cambiamenti climatici e la loro influenza sull’ambiente e sulla qualità della vita. Sabato 5 marzo ne hanno discusso, all’ex Monte di Pietà, sei relatori coordinati dal giornalista Giuseppe Speciale, che hanno affrontato l’argomento con sei sfaccettature diverse.
Ad introdurre la serata è stata la professoressa Tanina Caliri, rettore dell’U.T.E., la quale ha sottolineato la drammatica attualità del problema che riguarda tutti, così come l’ha fatto il sindaco Roberto Materia, evidenziando anche che si tratta di un tema che merita riflessioni, determinato dalla somma di fattori naturali e umani.
Edoardo Macrì, studioso di economia e commercio, responsabile di servizi della raffineria di Milazzo, si occupa di energie, ed in quanto tale ha parlato dei danni provocati dai combustibili fossili. Bisogna consumare meno energia, ha detto, promuovendo il fotovoltaico sui tetti degli edifici.
Alessia Barone, esperta di scienza e tecnologia della comunicazione, collaboratrice di riviste specializzate, ha illustrato quando si sta cercando di fare nel mondo per ridurre le emissioni inquinanti, partendo dal protocollo di Kyoto. Bisogna ridurre le emissioni in modo efficiente ed economico ed investire in tecnologie più verdi.
Carmelo Ceraolo, insegnante e presidente della Legambiente di Barcellona, si è soffermato sul dissesto idrogeologico presente nelle città, ricordando le alluvioni che hanno interessato il nostro territorio, e le previsioni di un continuo aumento dei fenomeni estremi. Ha sottolineato gli errori negli interventi con le ruspe negli alvei dei torrenti, che eliminando il verde spontaneo e rettificando i corsi d’acqua, determinano una maggiore velocità di scorrimento delle acque. L’uomo ha fatto molti danni, ha detto, e bisogna rinaturalizzare il territorio con il verde e con aree per l’espansione delle acque. Ha poi affrontato il problema dei profughi ambientali provenienti in gran parte dai paesi africani, dove sono in continuo aumento le catastrofi ambientali.
Felice Genovese, consulente tecnico in campo ambientale, presidente dell’Ordine degli agronomi di Messina, partendo dai due fenomeni estremi, lo scioglimento dei ghiacci e la desertificazione, ha ricordato il ruolo fondamentale della biodiversità. E’ necessario procedere verso produzioni agricole ecologiche, coniugando il sapere del contadino con la scienza moderna.
Masina Imbesi, esperta di scienze biologiche e nutrizionista, si è soffermata sulle conferenza Onu di Parigi del 2015, dove è stata decisa la fine della crescita delle emissioni, e sull’enciclica di Papa Francesco sui problemi ambientali, ricordando che il cambiamento deve essere una opportunità di crescita. Per quanto riguarda il cibo, considerando i problemi che nasceranno nel 20150, quando la popolazione mondiale sarà di dieci miliardi, ha evidenziato il ruolo della dieta mediterranea e la possibilità di nutrirsi con insetti e vermi, considerando che già due miliardi di persone in varie aree del mondo praticano questo tipo di alimentazione.
Infine il sociologo Claudio Passantino, presidente nazionale del centro studi Sergio De Risio, ha affrontato le ripercussioni sull’organismo umano dei cambiamenti climatici, osservando il consistente aumento di ricoveri per disturbi affettivi stagionali, pari al 35% nel periodo di cambio di stagione.