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Antonello da Messina

di Alba Terranova

Antonio de Antonio (o degli Antoni) nacque a Messina, nella contrada dei Sicofanti intorno al 1430 e morì nel 1479, tra il 14 febbraio (data riportata dal suo testamento) ed il 25 dello stesso mese (data in cui si hanno già notizie della sua morte).

Considerato il più famoso degli artisti siciliani ed elemento di spicco della Scuola Italiana del suo tempo, contribuì allo sviluppo della tecnica ad olio.

Apprese i primi rudimenti dell'arte dal padre, Giovanni Michele degli Antoni, scultore. Nel 1450 lo ritroviamo presso la bottega di Colantonio, a Napoli, capitale del regno aragonese, dove si recò con lo scopo di perfezionare la sua tecnica.  Qui entrò in contatto con il consistente materiale fiammingo, provenzale e catalano  che lascerà una notevole impronta nell'artista e sarà per lui una grande fonte di ispirazione, pur rimanendo meno analitico e più attento all'umanità dei personaggi rappresentati nelle sue opere.

Ritornò a Messina nel 1455 dove sposò Giovanna Cuminella ed aprì la sua bottega. Le prime notizie sulla sua attività risalgono al 1457, quando dipinse un gonfalone per Reggio Calabria, simile a quello che aveva già realizzato per la messinese chiesa di San Michele. La sua più antica opera pervenutaci risulta essere il Cristo benedicente, realizzata nel 1465 ed oggi custodita alla National Gallery di Londra. Dal 1460 al 1465 abitò a Messina, presumibilmente senza interruzioni.  Durante questo periodo, considerato dai critici il più fecondo della sua attività, realizzò l'Ecce Homo, Madonne, Crocifissioni e diversi ritratti. Non abbiamo notizie sull'operato di Antonello fino al 1472 ma sappiamo che nel 1473 dipinse il Polittico di San Gregorio, oggi patrimonio del Museo Regionale di Messina. Nel 1474, dipinse per Palazzolo Acreide il quadro rappresentante l'Annunciazione, oggi conservato presso il Museo di Siracusa.

Si recò successivamente a Venezia dove realizzò la Pala di San Cassiano per Pietro Bono, ed il San Sebastiano. Su richiesta di Galeazzo Maria Sforza si recò a Milano, dove gli venne richiesto di eseguire alcuni ritratti. Ritornò infine a Messina intorno al 1476, dove morì dopo aver consegnato ai posteri l'ultima sua opera: un gonfalone per Santa Maria di Randazzo.

Nonostante il Vasari abbia risolutamente affermato che il celebre pittore messinese sia morto a Venezia e lì sia stato seppellito, un numero crescente di studi e ricerche sostiene che la sua salma sia stata sepolta nella cripta della chiesa S. Maria del Gesù Superiore a Messina, con indosso il saio francescano, come egli stesso indicò nel suo testamento, ritrovato dallo storico messinese Gaetano La Corte Cailler.

Opere principali:

 Annunciazione

Antonello da messina annunciazione 675x350

L'Annunciazione è un dipinto oliosu tavola di tiglio (180×180 cm), datato al 1474 e conservato nel Museo di Palazzo Bellomo a Siracusa.

Descrizione (da Vikipedia)

La scena è ambientata in una stanza descritta attentamente, con un soffitto a travi dove si trova un  architrave  decorato da cartocci e rosette, retto da due colonne che separano anche idealmente la metà destra (della Vergine) da quella sinistra (dell'Angelo). Sulla parete di sfondo si trovano due finestre più una terza in un'altra stanza che si intravede a destra, secondo un'iconografia derivata dall'arte fiamminga che prevede più fonti di luce e aperture spaziali sul paesaggio anche nel caso di interni. Fine è la descrizione degli oggetti e degli arredi della stanza, dal letto della Vergine nella stanza in secondo piano, allo scranno-leggio su cui è inginocchiata fino al vaso da fiori con decorazione azzurra su fondo bianco in primo piano, oggi molto danneggiato. Notevole è il merletto bianco su cui è poggiato il libro, allusione alle Sacre Scritture che si avverano con l'atto di accettazione di Maria.

Maria, dalla tipica fisionomia del pittore siciliano, è rappresentata in ginocchio mentre riceve l'annuncio con le braccia incrociate sul petto e la raggiunge la colomba dello Spirito Santo, inviata da Dio attraverso la finestra aperta. È vestita col tipico manto azzurro, che copre una veste di tinta rossa. L'angelo, che reca in mano il tradizionale giglio, ma che è curiosamente nascosto dalla colonna, benedice la Vergine. La sua veste è un ricco damasco decorato, che accentua il volume quasi geometrico del suo corpo, secondo uno stile più tipicamente italiano. Il viso, incorniciato da lunghi capelli biondi, è adornato da un diadema cuspidato azzurro, dove brillano alcune perle e un rubino, tipiche notazioni di "lustro" alla fiamminga.

In basso si intravede anche la figura di un devoto, il sacerdote citato nel documento notarile.

L'impianto prospettico e luminoso rimanda alle opere di Piero della Francesca, ma gli effetti lenticolari e la tecnica derivano dall'arte fiamminga, in particolare dalla lezione di Jan van Eyck e altri, che Antonello ebbe modo di conoscere durante la sua formazione a Napoli e grazie ai traffici navali del porto di Messina.

 

 Annunciata 

Antonello da Messina Virgin Annunciate Galleria Regionale della Sicilia Palermo

L'Annunciata  è un dipinto a oliosu tavola (45x34,5 cm), realizzato intorno al 1476 e conservato a palazzo Abatellis a Palermo.

Descrizione (da Vikipedia)

Maria è colta nell'attimo in cui l'interlocutore le è davanti, e la sua mano destra sembra volerlo infrenare[; dalla sagoma dalla geometria essenziale del manto emerge il perfetto ovale del volto della Vergine. Un asse - forse casuale - della composizione è dato dalla piega del manto sulla fronte, giù fino all'angolo del leggio; al contrario, il lento girare della figura e il gesto della mano, danno naturalezza alla composizione. Un'interpretazione intravede i diversi momenti di un racconto presenti nell'espressività delle mani, dello sguardo e delle labbra.

La posa è di tre quarti, lo sfondo scuro e la rappresentazione essenziale derivano dai modelli fiamminghi, in particolare da Petrus Christus che forse Antonello conobbe direttamente in Italia. La luce è radente ed illumina l'effigie come se si affacciasse da una nicchia, facendo emergere gradualmente i lineamenti e le sensazioni del personaggio. L'uso dei colori a olio permette poi un'acuta definizione della luce, con morbidissimi passaggi tonali, che riescono a restituire la diversa consistenza dei materiali.

A differenza delle opere fiamminghe però, Antonello impostò anche una salda impostazione volumetrica della figura, con semplificazioni dello stile "epidermico" dei fiamminghi che permette di concentrarsi su altri aspetti, quali il dato fisionomico individuale e la componente psicologica.

L'opera rappresenta uno dei traguardi fondamentali della pittura rinascimentale italiana. La purezza formale, lo sguardo magnetico e la mano sospesa in una dimensione astratta ne fanno un capolavoro assoluto.

* Polittico di San Gregorio (Museo Regionale di Messina)

* Ritratto d'uomo o Ritratto di ignoto marinaio (Museo Mandralisca di Cefalù)

* Ecce Homo (The Metropolitan Museum di New York)

* Madonna con il bambino o Madonna Salting (The National Gallery di Londra)

* Madonna col bambino o Madonna Benson (National Gallery of Art di Washington)

* Crocifissione (Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa)

* Ritratto di giovane (The National Gallery di Londra)

* Pala di San Cassiano (Museo di Vienna)

* San Sebastiano (Staatliche Kunstsammlungen, Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda)

* Crocifissione (Muzeul National Brukenthal di Sibiu - Romania)

* San Girolamo nello studio (The National Gallery di Londra)

* Ritratto d'uomo (Museo civico d'arte antica di Torino)

* Cristo alla colonna (Musée du Louvre di Parigi)

* Pietà (Museo Nacional del Prado di Madrid)

Ultima modifica il Domenica, 07 Maggio 2017 15:05
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