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RENZI SI E’ FERMATO PIU’ A NORD DI… CRISTO

 

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- di Giovanni ALVARO -

Se c’era ancora qualcuno che pensava che Renzi sapesse che l’Italia non finisce a Salerno ma continua con il profondo Sud, con condizioni ancor più gravi dell’intero Mezzogiorno e, magari, si illudeva di un suo salvifico intervento, ha dovuto ricredersi assistendo all’ultima puntata di Porta a Porta durante la quale, indebolito dalle due deludenti (per lui) tornate elettorali (regionali prima e ballottaggi poi), ha mostrato la corda, un visibile affanno e un inaspettato arrancare della sua ex scoppiettante parlantina.

Infatti quando ha elencato le meraviglie del suo operato presentando, falsamente, anche l’Alta Velocità come frutto del suo buon governo ha testualmente detto che l’Italia sta cambiando: “c’è l’Alta Velocità da Milano a Roma; e poi quella da Roma a Napoli, quella da Napoli a Salerno e poi… poi stiamo realizzando quella da Salerno a Bari”. Qualcuno si aspettava che dicesse che ha in testa di realizzare, successivamente, anche quella verso Reggio Calabria e la Sicilia, e invece ha aggiunto, come se Salerno e Bari fossero i confini reali dell’Italia meridionale che molti lo fermano per dirgli che è bella l’Alta Velocità ma che i treni dei pendolari della Toscana sono un vero disastro che è poi una realtà che lui conosce e che affronterà.

Conclusione? Per il Sud non ci sono neanche le promesse da marinaio, vere e proprie balle, che riserva ad altre zone del Paese, perché per lui il Mezzogiorno semplicemente non esiste. Non esiste la Basilicata, non esiste la Calabria e nemmeno la Sicilia. Eppure in quei territori vivono oltre 7 milioni di cittadini che come tali, italiani almeno per lo ius soli, andrebbero considerati così come vuole la Boldrini, indefessa sostenitrice dei diritti dei diseredati. O al Sud si è di una categoria inferiore agli stessi migranti africani e mediorientali così fortemente sostenuti da lei e dal Papa?

Beh, lo si percepisce abbastanza chiaramente che la gente del Sud è considerata solo di serie C, e ci sono tre episodi che lo confermano nettamente. Eccoli. Da circa quattro mesi è crollato un viadotto dell’A3 (viadotto che si chiama – ironia della sorte – Italia) e il traffico è stato dirottato, prima sulla SS 18 ed ora sulla Statale sinnita, allungando sensibilmente i tempi di percorrenza del traffico automobilistico e dei mezzi pesanti creando mille ingorghi e compromettendo quel poco di respiro economico proveniente dal turismo estivo. Certo sono incidenti che possono avvenire in qualsiasi parte del Paese, ma se lo stesso incidente fosse avvenuto tra Barberino e Roncobilaccio, sulla A1, la ricostruzione (progetto, finanziamento e realizzazione) sarebbe stata ormai acqua passata. Mentre da noi dovremo attendere altri 60 giorni.

Secondo: migliaia di lavoratori calabresi licenziati e messi in mobilità in deroga sono stati inseriti nelle liste dell’Inps ma dal febbraio 2014 (ora siamo a giugno 2015) non hanno visto l’ombra di un euro. Solo dopo grossi incidenti con la polizia all’aeroporto di Lametia si è corso ai ripari decretando il pagamento di due mensilità. Probabilmente la Giunta regionale del piddino Mario Oliverio e il Governo nazionale di Matteo Renzi, memori della ballata del cantautore calabrese Otello Profazio, si son convinti che veramente “quà si campa d’aria” e quindi non c’era e non c’è fretta per corrispondere quello che vergognosamente viene chiamato ‘ammortizzatore sociale’ che nel profondo Sud non ammortizza nulla dato che viene erogato col contagocce.

Terza perla. Chi in questi giorni attraversa lo Stretto di Messina con le navi private della Caronte & Tourist (Società che gestisce l’attraversamento in assenza del Ponte) si vede consegnare, da splendide ragazze siciliane, un volantino con il quale gli viene comunicato che se dovesse aver bisogno di collegarsi con il resto d’Italia, non avendo la Calabria ferrovie adeguate, può usufruire, via mare, del servizio diretto Messina-Salerno, gestito dalla stessa Società che gli ultimi tre governi, illegittimamente e inutilmente messi a Palazzo Chigi, hanno voluto lasciarla ingrassare nelle acque che dividono le due Regioni letteralmente scomparse dalla testa del signor Renzi.

Se questa è la realtà del profondo Sud (ma ci sono decine di altri esempi che lo confermano), e se questo è il vero volto di Renzi, spocchioso e arrogante, ma soprattutto incapace di governare, bisogna rompere il pericoloso innamoramento che aveva ‘catturato’ non solo il popolino ma anche fette importanti di ceto medio, forse speranzose che con Renzi diventava possibile, finalmente, arrivare alla costruzione del Ponte percepito come la grande opera capace di liberare le energie meridionali così come è stato con i tedeschi orientali. E solo allora, infatti, si potrà cancellare il marchio di cittadini italiani di serie C che ci si trascina dai tempi dell’unità di Italia.

                                                                                 

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