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“La stirpa inicua” di Gaetano Bonsignore presentato a Barcellona.

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Gaetano Bonsignore

 

- di Marcello Crinò -

 

Sabato 20, presso l’auditorium San Vito, il Lions Club di Barcellona e il Museo Cassata, col patrocinio del Comune, hanno presentato il libro La stirpa inicua. Storia di eroi, di tradimenti e di fame di Gaetano Bonsignore.

L’incontro è stato introdotto e moderato dal dott. Pietro Venuto, presidente dei Lions di Barcellona, il quale, per iniziare, ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare Umberto Eco, scomparso la sera prima a Milano, tracciandone un sintetico profilo e il suo rapporto con i libri.

L’assessore Ilenia Torre ha portato i saluti dell’amministrazione comunale e del sindaco Materia.

Il professore Marcello Saja, docente universitario di storia, ha svolto la relazione principale, evidenziando intanto il bel regalo fatto da Franco Cassata e Nino Costa col ritrovamento del manoscritto e la pubblicazione del libro. Si tratta di un testo dove l’autore, semianalfabeta, sarto di professione, nato nel 1840 e morto nel 1925, descrive le sensazioni della classe popolare rapportate con la grande storia, che si rivela preziosa per gli storici. Interpreta gli eventi e gli effetti sulle classi popolari, affronta due momenti storici ben precisi: l’unificazione dell’Italia come l’ha sentita il padre, e la crisi seguita alla prima guerra mondiale. Il dottor Nunziante Rosania, da psichiatra, ha tracciato una lettura psicanalitica tra il serio e il faceto del lavoro svolto dai due curatori del libro e dell’autore.

Franco Cassata ha ricordato la montagna di carte lasciate dal padre Nello, storico della città, e il ritrovamento tra esse del manoscritto del Bonsignore. Una storia di eroi, ha detto Cassata, tra i quali spicca il padre dello stesso Bonsignore, arruolato per fame, le donne di Barcellona che nella lotta per la libertà bollivano olio per i nemici, lanciavano sassi…, la figura di Gabriele D’Annunzio, e nonostante fosse un Carbonaro, l’approvazione da parte dell’autore per il ruolo svolto dai preti. Una storia anche di tradimenti, come quella di Garibaldi per la mancata quota certa ai contadini. Infine ha voluto ricordare come il Bonsignore, nonostante le grandi difficoltà in cui versava, non riuscendo più a comprare la carta per scrivere il suo testo e fosse diventato quasi cieco, volle completare il suo lavoro per spirito solidaristico, lasciando scritto che i proventi del libro eventualmente pubblicato fossero destinati ai mendicanti della città.

E di questo si sono fatti garanti i due curatori dell’edizione pubblicata da Pubblisud di Merì.

Hanno concluso la serata gli interventi dell’avvocato Mariella Sciammetta, delegata Lions al tema di studio “Sicilia tra mito e realtà”, e del dott. Salvatore Picciolo, presidente di zona dei Lions. La Sciammetta si è dichiarata sorpresa per l’opera di Bonsignore, mentre Picciolo ha sottolineato l’arricchimento non trascurabile di conoscenza e di riflessione sulla nostra storia offerto dalla lettura del testo.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Aprile 2016 17:30
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