- di Marcello Crinò -
Domenica 21, mentre al MAR, Museo d’Arte di Ravenna, si inaugurava la mostra sulla seduzione dell’antico nell’arte del Novecento, nelle sale dell’ex stazione ferroviaria di Barcellona si apriva la mostra Io Normale, Trent’anni di scultura (1985-2015) di Nino Abbate.
Nell’orizzonte dell’arte barcellonese rappresenta un caso piuttosto singolare di artista, pittore, scultore, performer, ma anche fondatore e animatore dell’Epicentro, il Museo delle mattonelle realizzato nella frazione di Gala. E qualche collegamento se vogliamo c’è pure, perché Abbate nelle sculture l’antico lo evoca, nell’uso della pietra, del figurativo seppur riletto in chiave moderna. La mostra è stata introdotta da alcuni interventi moderati dalla giornalista Cristina Saja, di 24live, che ha tracciato il profilo di Abbate, un artista che da trenta anni si batte per l’arte a Barcellona, fondando l’Epicentro e il concorso di Poesia circolare. Lo stesso Abbate nel sostenere che bisogna guardare al passato per vedere il futuro, ha voluto ricordare i tanti personaggi che hanno interagito con la sua vita e con il Museo Epicentro, partendo da Nino Alberti, quando ancora faceva attività sportiva, e poi Nello Cassata, Alessandro Manganaro, Francesco Cilona, Iris Isgrò, Santi Valenti e tantissimi altri. Ha ribadito che per portare avanti le iniziative del Museo ha dovuto sacrificare il tempo per la sua arte. Il sindaco Roberto Materia lo ha ringraziato per tutto quello che fa per la città. L’arte a Barcellona rappresenta un segmento importante e bisogna creare una via tra i musei della città. L’assessore alla cultura Ilenia Torre si è complimentata con Abbate per il prezioso ruolo svolto con il Museo.
Lo storico dell’arte Andrea Italiano ha evidenziato come stavolta, essendo l’ex stazione un luogo centrale della città rispetto a Gala, ha una presenza di pubblico maggiore del solito. Si è soffermato su Abbate artista poliedrico dai vari linguaggi, artista istintivo perché è un creatore di forme, produce l’esteriorizzazione dell’essenza, un poeta che esprime concetti essenziali, un artista della contestazione. Nino Abbate, per l’architetto Nuccio Lo Castro, è una voce straordinaria, che esprime il fascino primordiale della scultura.
La mostra è stata allestita in maniera veramente suggestiva al piano terra e al primo piano dell’ex stazione ristrutturata negli anni scorsi e finora poco utilizzata. Le sessanta grandi e medie sculture in pietra, in legno, in terracotta, in materiali vari, si rapportano con i grandi spazi delimitati da pareti bianche sotto le antiche capriate in legno della copertura lasciate a vista. Alle pareti sono stati appesi bozzetti, disegni e dipinti di studi preparatori delle sculture.