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Cristianesimo e Islam per una città plurale. Quarto incontro tematico: la bellezza come tensione finita verso l’Infinito

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- di Rachele Gerace -

 

La bellezza sin dall’antichità è stata oggetto di numerose speculazioni storiche, filosofiche, letterarie, sociologiche e religiose. È proprio da questi ultimi due ambiti che giovedì 21 aprile, Suor Tarcisia Carnieletto, direttore dell’ufficio diocesano per il Dialogo Interreligioso e Gianpiero Vincenzo, scrittore, sociologo e islamista catanese, hanno preso spunto per la riflessione del quarto incontro tematico, organizzato dagli uffici diocesani Migrantes, per il Dialogo Interreligioso e la Consulta delle Aggregazioni Laicali dell’Arcidiocesi di Messina Lipari Santa Lucia del Mela con il Centro Islamico di Messina hanno preso spunto per la loro riflessione sulla bellezza.

 

Se esiste una bellezza come armonia - afferma Suor Tarcisia - questa e fatta di realtà diverse: dalla natura, all’arte, ai gesti umani, essa si pone come una soglia, che rappresenta la libertà di scegliere se andare oltre”. Ecco allora che la bellezza diventa voce della trascendenza e in tal senso alcuni tra i filosofi più importanti, ci rimandano a essa come un unicum con il buono. Da Platone a S. Agostino, fino a Tommaso D’Aquino, la bellezza è rapportata all’amore in una tensione continua che conduce l’uomo dall’immanente verso il trascendente; un concetto astratto che, attraverso l’integritas, la proporzio e lo splendor claritas, nella rivelazione del verbo di Dio fattosi uomo diventa alleanza.

 

Dal Cristianesimo all’Islam, in cui l’uomo è sempre teso tra la ricerca della sua natura d’origine e il bisogno di compiere dei rituali, il senso della bellezza come vicinanza a Dio rimane inalterato, sostiene Gianpiero Vincenzo: “Il simbolismo - afferma - è indispensabile affinchè l’uomo, animale rituale, trascenda la materia senza lambire la follia e i riti, che appartengono a tutte le religioni e che sembravano superati dalla scienza universale, oggi si stanno riscoprendo come fondamentali”.

 

La bellezza dunque come capacità di riunire diversi segni di una simbolica armonia, proprio come gli archi che sovrastano le colonne stilizzate di molte chiese o templi. La Sicilia, anche per questo, costituisce un esempio calzante di come la convivenza tra diverse culture e religioni da sempre ha generato armonia e bellezza.

 

Percepire il bello vuol dire dunque sentire la tensione verso altro da noi a partire dal cuore, che diventa il centro decisionale della vita, permettendo così di comprendere al meglio le dimensioni della realtà e i suoi snodi vitali.

 

L’appuntamento, moderato da Sergio Todesco, si è svolto nella Chiesa Annunziata dei Catalani alla presenza tra gli altri del responsabile della comunità Islamica messinese, Mohamed Refaat, del professore Dario Tomasello e di Santino Tornesi, Direttore dell’Ufficio Migrantes.

 

L’incontro conclusivo di questo ciclo, ideato in occasione dell’indizione dell’Anno Giubilare, è previsto per il prossimo 19 maggio e avrà dunque come tema la Misericordia.

 

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 22 Aprile 2016 07:26
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