- di Marcello Crinò -
Dal 26 al 30 aprile, dalle 18 alle 20, l’artista Nino Abbate, fondatore ed animatore del Museo di arte contemporanea “Epicentro”, sito a Gala, frazione collinare di Barcellona Pozzo di Gotto, apre le porte del Museo con ingresso libero.
L’intento è ancora una volta quello di valorizzare e far conoscere questo singolare museo, comprendente oltre mille mattonelle in terracotta, del formato di trenta centimetri per trenta, sulle quali hanno lasciato il loro segno i maggiori artisti contemporanei italiani e stranieri. Piuttosto snobbato dai concittadini, i quali hanno un rapporto difficile con le arti contemporanee, l’Epicentro è abbastanza conosciuto in Italia e nel campo degli intenditori d’arte, per via delle numerose presenze artistiche, che vanno dal Movimento di Corrente con Ernesto Treccani, passando per Carla Accardi, Pietro Consagra, Milena Milani, Floriano Bodini, Michele Cascella, Giosetta Fioroni, Fabio Mauri, Piero Gilardi, Emilio Isgrò, Arnaldo Pomodoro, Gabriele Basilico ecc… fino agli artisti delle ultime generazioni. Artisti presenti alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel in Germania, e nei maggiori musei e collezioni d’arte internazionale.
Abbate, con l’apertura gratuita, lancia anche la “provocazione” e spiega il senso del suo gesto, nato “per la conoscenza e la libertà dell’arte in tutte le sue espressioni artistiche e contro ogni forma di burocrazia che priva la sua visione in un contesto culturale pubblico che appartiene a tutti. È una buona occasione, questa delle Cinque giornate di Gala, per vivere la storia della cultura barcellonese nel giardino del Museo Epicentro, dove sono passati e vivono spiritualmente i personaggi della nostra storia locale: Nello Cassata, Nino Leotti, Alessandro Manganaro, Iris Isgrò, Santo Valenti, Francesco Cilona, Paolo de Pasquale”.
La collezione del Museo Epicentro ultimamente si è arricchita, con la donazione di Nino Abbate, di dieci sculture in pietra esposte in permanenza, a testimonianza della sua opera. Tra queste spicca Il Guerriero che venne dal mare, realizzato in pietra pomice e ossidiana, per difendere il proprio luogo di Gala da tutte le intemperie e da ogni forma di oppressione.