- di Rachele Gerace -
È stato presentato a Messina "La cattedra dei non credenti", il primo volume dell’opera omnia del Cardinale Carlo Maria Martini. Un testo ampio e composito, quasi un messaggio spirituale che l’autore ha lasciato e che, a quattro anni dalla sua morte, risuona più forte che mai. Il titolo nasce da una felice intuizione del Cardinale che era desideroso di aprirsi al dialogo universale poiché, come lui stesso asseriva, è fondamentale il pensiero e il sapersi “inquietare” su tutto. Si tratta di un testo in cui è riassunta la fatica della ricerca, del dialogo, dello scontro, ha sottolineato monsignor Letterio Gulletta - curatore dell’evento - il quale ebbe l’opportunità di conoscere personalmente Martini nel 1995 a Palermo, in occasione del convegno delle Chiese d’Italia: “Una figura disarmante nell’essenzialità del suo approccio personale, - ha detto - la cui grandezza emerge soprattutto a partire dall’esperienza umana, minata dalle sofferenze fisiche degli ultimi anni”.
Gesuita di formazione, eccellente biblista e traduttore di testi antichi, uomo del dialogo e della tolleranza Martini visse alla costante ricerca di Dio nella quotidianità della vita; Don Ciotti lo definisce un “moderatore e risvegliatore delle coscienze”. Nominato arcivescovo di Milano da Giovanni Paolo II, iniziò il suo mandato il 10 febbraio 1980, accolto in città con iniziale diffidenza. Erano gli anni del terrorismo, dei mutamenti politici a livello europeo e Martini intuì l’essenzialità della preghiera come energia vitale da trasformare in impegno sociale. Si accostò soprattutto agli “ultimi” e ai giovani, desiderosi di imparare a muoversi tra le pagine delle Sacre Scritture; la sua presenza fu determinante nella mediazione del dialogo interreligioso con gli ebrei, innanzi tutto, e con i musulmani.
Nell’ultima intervista rilasciata per il Corriere della Sera e pubblicata nel settembre 2013, riecheggiano i mòniti di Papa Francesco, legati all’inadeguatezza della Chiesa nella società odierna. “La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni, - si legge - come mai non si scuote?...I nostri riti e i nostri abiti sono pomposi….Potremmo cercare uomini che siano liberi e più vicini al prossimo…Che siano circondati dai giovani e sperimentino cose nuove”. Martini, profeta del 900, offre importanti spunti di riflessione sulla condizione attuale del cattolico in balia di una religiosità del miracolismo che - ha detto Gulletta - “non deve accontentarsi di una fede liofilizzata”.