- di Giovanni ALVARO -
Molti non riescono a spiegarsi il motivo che spinge Renzi, avendo a disposizione un’occasione formidabile per rilanciare l’economia del nostro Paese, qual è la continuità territoriale della Sicilia, a ignorare il Ponte sullo Stretto giocando con le popolazioni dell’estremo Sud nel tentativo di illuderle. E’ vero che Renzi non ha mai detto che subito dopo l’inaugurazione della monca autostrada meridionale affronterà il problema dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, ma ha lasciato credere che ciò sarebbe avvenuto dopo il 22 dicembre prossimo.
Il premier è stato abbastanza chiaro dicendo “prima… sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche. Investiamo due miliardi nei prossimi cinque anni in Sicilia per le strade e le ferrovie. E poi faremo anche il ponte”. C’è chi ha voluto credere che queste dichiarazioni fossero dirette ai No Ponte per tenerli buoni, ma la verità, purtroppo, non è questa. Se lo fosse stata si sarebbe avviato, già da qualche mese, con le Regioni, gli Enti locali, le Università del posto e i Sindacati il problema della formazione della manodopera necessaria alla costruzione della grande opera, e invece tutto è fermo.
Ma se Renzi ha lasciato correre l’equivoco dell’imminente avvio dei lavori del Ponte, lo ha fatto perché ha pensato fosse utile usare la ‘captatio benevolentiae’ verso altri destinatari, come siciliani e calabresi che si battono per la realizzazione del Ponte, e che lui spera d’averli schierati sul SI al referendum costituzionale del prossimo autunno. Ma, certamente, non intende andare oltre l’equivoco perché, memore delle manovre di palazzo ordite dalla Merkel con la compiacenza di alte cariche dello Stato italiano, non vuol fare la stessa fine di Berlusconi che il Ponte lo voleva veramente tanto che, quando fu raggiunto da Brunetta (come lo stesso ricorda nel suo libro ‘Berlusconi deve cadere. Cronaca di un complotto’) con la famosa lettera dell’Europa (che accelerava la pressione sull’Italia per ottenere le dimissioni del Cavaliere), stava visionando, nella ‘saletta verde’ di Palazzo Chigi, il filmato del Ponte che i tecnici della cordata di Imprese che si era aggiudicato l’appalto gli avevano cortesemente preparato.
Va però riconosciuto che il no al Ponte, da parte della Merkel, non è stato un capriccio ma una errata valutazione dei danni che il Ponte, con la complementare e necessaria Alta Velocità e Capacità, poteva creare al sistema portuale del Nord Europa a partire da Rotterdam, Amburgo e Anversa. Il Ponte e l’adeguamento ferroviario italiano, infatti, venivano letti come ‘pericolo’ per quel sistema che vive esclusivamente con il movimento dei container. La Merkel, complici gli imbelli dirigenti italiani, aveva vinto la propria battaglia a danno degli interessi italiani che per l’aumento delle merci che si ipotizzava non avrebbe ricevuto il danno che paventava.
Infatti, con l’allargamento e il maggiore pescaggio del Canale di Suez si è aperta la strada all’aumento considerevole del traffico delle portacontainer; i cinesi che si erano offerti di finanziare il Ponte e la stessa Alta Velocità tra Salerno e Reggio Calabria, visti gli orientamenti del grande ‘luminare’ Mario Monti, hanno abbandonato l’Italia e si sono comprati (si, comprati) il porto del Pireo in Grecia per gestirlo come porta d’ingresso in Europa dei propri prodotti; Spagna e Francia sono a realizzare il FerrMed; il Marocco e un pò tutti i paesi rivieraschi dell’Africa (almeno quelli liberi da guerre) stanno attrezzando la propria portualità. C’è, quindi, un Mediterraneo in gran fermento per l’aumento del traffico merci che non creerà alcun problema ai porti nel Nord Europa.
L’unico Paese fermo è l’Italia per la cecità di Renzi, non dissimile da quella di Monti, di Letta e dell’intera sinistra. In particolare Renzi non si muove neanche dinanzi agli zero certificati dall’Istat. Non pensa all’economia in continuo disarmo, ai giovani senza lavoro che continuano ad aumentare. A lui interessa solo ‘comprarsi’ il consenso con le mancette, conquistare il potere piegando la nostra Carta ai suoi voleri, distruggere ogni resistenza affollando la Camera di yesman. Ma è un sogno destinato a infrangersi sull’enorme NO che si stava coagulando nel Paese e che reggerà ad ogni vergognosa manovra ordita dall’incantatore di Rignano sull’Arno.