I pastori alla comunità internazionale: “Smettete di uccidere i nostri animali”
La delegazione, insieme al direttore Caracappa, è stata ricevuta dal sindaco Orlando e dal rettore Micari
Palermo – Vaccini di scarsa qualità, migliaia di bovini che muoiono di East Coast Fever e Organizzazioni no profit sorde agli appelli. È il dramma dei Masai, popolo di allevatori di bestiame che vive tra il Kenya e la Tanzania, che stamattina ha inviato a Palermo una delegazione all’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia, nell’ambito di un tour europeo. I pastori africani, in rappresentanza di una comunità di 600 mila persone, con i loro lunghi e colorati mantelli rossi e blu, sono stati accompagnati da Beppe di Giulio, veterinario da anni impegnato a sostenere la loro battaglia e da alcuni membri del team VetsForMaasai. I pastori hanno dialogato con veterinari e biologi per denunciare lo scandalo dei vaccini fraudolenti e il paradosso di alcune Organizzazioni no profit internazionali e dei loro finanziatori da cui, anziché essere aiutati, vengono danneggiati.
I pastori, poi, sono stati ricevuti a Villa Niscemi dal sindaco Orlando e dal rettore Micari.
«I Masai non cacciano e proteggono gli animali locali, portano in giro il loro bestiame e garantiscono che la terra sia concimata», spiega Di Giulio. Questo ciclo virtuoso, però, rischia di essere messo in pericolo per l’imposizione di un’agricoltura che impoverisce i pascoli e la diffusione dell’East Coast fever (ECF), una malattia trasmessa dalle zecche che uccide l’80 per cento degli animali colpiti ma che può essere combattuta da un vaccino che, se propriamente utilizzato, con una sola iniezione, riesce ad assicurare una protezione del 100 per cento. Il vaccino, perfezionato dalla dottoressa Lieve Lynen e da Di Giulio, è stato messo a disposizione di chiunque l’avesse voluto utilizzare. Paradossalmente, due organizzazioni internazionali, la ILRI e GALVmed,non solo hanno permesso che il vaccino fosse iniettato con una dose inferiore a quella necessaria, ma da due anni rifiutano di incontrare la comunità Masai. Il risultato? Dal 2012 ad oggi, in due soli distretti della Tanzania, sono morti di ECF centinaia di migliaia di bovini. “I Masai hanno informato anche la Fondazione Gates, la Comunità europea, la Fao, la Banca mondiale e altre organizzazioni delle Nazioni Unite, ma nessuno interviene e più passa il tempo più bovini i muoiono.
Un momento toccante dell’incontro è stata l’investitura da parte dei pastori del direttore sanitario Santo Caracappa e del sindaco Orlando a leader onorari tradizionali Masai, mentre il rettore Micari ha ricevuto la spada tipica dei guerrieri. Caracappa e Guido Ruggero Loria, direttore dell’area Diagnostica specialistica, si sono impegnati “a studiare la East coast Fever nel Centro di referenza mondiale dello Zooprofilattico”. Il rettore Micari, nell’ambito dei programmi di internazionalizzazione, si è detto disponibile a ospitare studenti della comunità Masai all’Università di Palermo, mentre il sindaco si è impegnato “a inoltrare l’appello dei Masai al presidente del Parlamento europeo, al Governo italiano e alla Fao”.
Palermo, 21 ottobre 2016
Giuseppina Varsalona