- di Giuseppe RANDO -
Compie felicemente il primo triennio di vita la “Festa delle cascate ritrovate”, presso l’antico casale di Cataratti, nella zona collinare dei Peloritani a sud della città, ideata e gestita con entusiasmo crescente e con lungimirante sagacia dal professor Piero Chillé, con il concorso dell’Associazione Socio-Culturale Ctg “Città di Messina”, del Comitato “Cento messinesi per Messina 2008”, , del Movimento “Cià era – Uniti per la nostra vallata”, della Parrocchia S. Maria Annunziata e S. Giuseppe in Bisconte-Cataratti e di non poche personalità politiche, imprenditoriali e culturali, particolarmente sensibili alla causa della conservazione dei beni culturali e del loro giusto impiego, in una sana prospettiva di sviluppo turistico della città dello Stretto e del suo ricchissimo entroterra.
S’incominciò nel settembre del 2014 con una serie di manifestazioni imperniate sulla valorizzazione del casale non solo a livello paesaggistico – la intatta bellezza delle cascate –, ma anche a livello naturalistico – professori della Facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Messina hanno presentato la Felce imperiale già descritta da Giuseppe Sequenza che la individuò nelle campagne di Cataratti – e a livello antropologico: la poetessa Maria Costa ha discusso col prof. Giuseppe Rando sulla forza indiscussa delle tradizioni e dei valori popolari messinesi e sulla loro possibile operatività, con i necessari adattamenti, nella vita odierna, declamando e cantando, da par suo, alcune sue, splendide liriche. Si sono altresì potute degustare, nell’occasione, alcune pietanze tipiche del mondo contadino, offerte dalle donne del luogo e si è pure assistito a sfilate e a balli in costumi tradizionali.
Nel 2015, la festa, col suo tripudio di sapori, odori e colori per le strade del borgo, ha visto una crescente partecipazione di gente, proveniente da Messina e dalle contrade limitrofe, che ha peraltro assistito, con grande interesse, ai dibattiti di attenti amministratori locali con intellettuali di vaglia, sul tema del recupero non più rinviabile dei siti storici del territorio di Cataratti e, in particolare, del borgo medievale di S. Filippo Neri.
La terza “Festa delle cascate ritrovate” si è svolta qualche settimana fa con il solito, gradevole corredo di sfilate, giochi, danze e degustazioni di pietanze tradizionali che ormai ne fanno un polo d’attrazione autunnale per gli abitanti della città e dei paesi vicini. Ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica la tavola rotonda, tenuta nella piazzetta S. Filippo Neri del borgo antico di Cataratti, cui hanno partecipato i proff. Chillé, Gambino, Giami, Rando, l’ingegnere Antonio Rizzo, esperto del Comune di Messina per la Protezione Civile, il dottor Lillo Alessandro, storico maestro dei Canterini Peloritani, e la professoressa-giornalista Letizia Lucca, che ha coordinato gli interventi, con competenza ed eleganza. Tre i temi fondamentali del dibattito: I) prevenzione e tutela del territorio sotto il profilo geologico (ne ha detto egregiamente il dott. Rizzo) e sotto il profilo antropologico (ne hanno magistralmente discusso i proff. Chillé, Gambino, Giaimi e il dott. Alessandro); II) memoria (chi scrive ha insistito, con convinzione, sulla necessità di conservare – distinguendo, però, il buono dal negativo - una memoria attiva, propositiva, progettuale della cultura contadina, che non si risolva in un vuoto rimpianto del passato, ma sappia essere stimolo per la crescita dei luoghi, spesso abbandonati alla marginalità, e dei giovani soprattutto, che non devono più essere costretti ad abbandonare il loro mondo per cercar pane altrove); III) solidarietà (è stata condivisa da tutti la richiesta di un maggiore interesse per il mondo delle campagne, perorata dal prof. Chillé all’insegna della solidarietà tra città e campagna, imprenditori e lavoratori, amministratori e cittadini).
La proposta finale di un grande, efficiente, innovativo Museo del Mare a Messina (parallelamente a un rilancio dei Peloritani), avanzata dal prof. Gambino, ha trovato il consenso di tutti i presenti, i quali hanno concordato sul fatto che Messina uscirà dalla crisi solo se saprà valorizzare le sue eccezionali attitudini marinare e, insieme, le sue ingenti risorse turistiche e agro-pastorali.