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Pescheria e Nuovo Mercato

Come tutte le città che si affacciano sul mare anche Messina nell'arco della sua storia millenaria ha fondato la sua ricchezza economica su quanto lo stesso mare poteva copiosamente offrirle.

Così in passato è stato per la pesca e così ci auguriamo che dal mare possa, ancora per il presente e per l'avvenire, giungere nuova linfa, grazie ad  un'attenzione più adeguata e sensibile nei confronti delle sue innumerevoli opportunità turistiche.

Dal porto, dunque, Messina ha sempre ricevuto le risorse principali del suo benessere e proprio lungo il porto, possiamo riscontrare le principali testimonianze di una fervida e continua attività peschiera e commerciale, nell'alternarsi delle sue più o meno tragiche vicende storiche.

Foto d'epoca tramandano la collocazione del Mercato cittadino presso la banchina a sud dello stesso Municipio. Da un'immagine fotografica risalente al 1860 i banchi di vendita erano posti su due file ed erano realizzati ancora in muratura e coperti da tende mobili.

 A qualche anno dopo risale la trasformazione degli stessi banchi commerciali in eleganti padiglioni di ghisa, secondo la incipiente moda architettonica dell'epoca, che vedrà trionfare lo stile liberty a Messina, grazie anche alla straordinaria capacità artistica dei maestri artigiani del ferro battuto che da Messina riscuotevano successi in tutto li mondo.

Il Nuovo Mercato, sempre affacciandosi sul mare e inaugurato nel 1865, risultava ormai non più una semplice pescheria, ma un vero e proprio mercato coperto, ove era possibile ritrovare ogni specie di mercanzia, dai beni alimentari alle ceramiche.

Tale sito sembra collocabile nei pressi della odierna Loggia dei Mercanti, località, questa, adibita a scopi commerciali sin dall'epoca medioevale. Qui, infatti, si teneva la cosiddetta Tiera Franca, con la disposizione, lungo la stessa banchina, dei locali commerciali dei più importanti mercanti del tempo, messinesi e non.

Il Nuovo Mercato mantenne la sua funzione e la sua originaria struttura anche dopo il terremoto del 1908 e superò indenne anche le due guerre mondiali per venire poi inglobato dall'ampliamento delle circostanti banchine.

Dal libro "Il Porto di Messina dagli argomenti ai croceristi" di Franz Riccobono edito da Skriba
"Si ringrazia Franz Riccobono e l’editore per l’autorizzazione" 

Ultima modifica il Giovedì, 06 Ottobre 2016 17:16
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