- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Roma. Come di consueto, vi trasmettiamo oggi ,venerdi santo, le profonde riflessione di un teologo, docente, pittore, Massimiliano Ferragina e concludiamo il nostro ciclo di opinioni. Toccherà concludere, definitivamente, il ciclo alla dott.ssa Tosi Siragusa, dirigente della Biblioteca Regionale di Messina, martedi prossimo.
La riflessione di facebook del valente artista Massimiliano FERRAGINA:
"FORSE SÌ FORSE NO!
La Croce è un simbolo ambiguo. È un simbolo che immediatamente suscita un qualche sentimento. La Croce ci immobilizza. Strumento di tortura o strumento di salvezza? Follia crudele o amore incondizionato? Ecco l'ambiguità. Ecco il disorientamento. Come è possibile che uno strumento di morte e di torture diventi riferimento unico di fede per miliardi di persone? È come dire che la sedia elettrica abbia speranze di diventare simbolo d'amore. Assurdo. Ma la croce è questo! La croce non è bella se la vediamo con gli occhi vuoti, con cuori chiusi, se la vediamo solo come oggetto, se la consideriamo solo esteticamente, non è bella. Due assi inchiodati, che sia latina, greca, decussata, non è bella! È sgradevole. Ci ricorda la morte. Inevitabilmente. Anche nel nostro dire, quando utilizziamo la parola croce, è per indicare le nostre sofferenze, "non mi mettere in croce" oppure "ognuno ha la sua croce" o ancora "sei la mia croce"! La croce ci terrorizza perchè ci mette appesi, ci espone, assume perfettamente la nostra anatomia, basta aprire le braccia e diventiamo croci viventi. Allora quando la croce diviene "bella"? La croce diventa "bella" se superiamo il significato estetico del termine e visualizziamo il significato oltre ciò che si vede. La croce diviene bellezza quando su di essa germoglia l'amore totale e gratuito in un sacrificio senza precedenti, quando su di essa l'umanità ha caricato il proprio dolore, liberandosi, quando la croce viene abitata da Cristo è allora che la croce diventa "bella". La bellezza della donazione totale, di un amore che non teme la croce, ma che anzi la porta addosso, ci si fa inchiodare, la lascia nuda per dirci "prendi la croce e seguimi". Ci vogliono gli occhi della fede mi direte... serve credere nel messaggio di Gesù il Cristo per fare proprie queste riflessioni. Forse si! Forse no! Non serve la fede per accogliere il messaggio universale di "perdono" che dall'uomo crocifisso sale al cielo. Serve un cuore contrito e aperto alla vita. Se c'è la fede la bellezza della croce è piena vero! Se la fede non c'è, la bellezza della croce può essere accolta sotto forma di "domanda" intima, personale, "chi è questo uomo Cristo che muore in croce per testimoniare l'amore di un Dio che chiama Padre? È una domanda bellissima. Densa. Potente. Se non si cade nell'arroganza di una risposta si può godere dello stupore, della meraviglia, della sorprendente sensazione di pace che arriva al cuore, credenti o non, perché abbiamo tutti bisogno di rimanere senza fiato di fronte all'Amore. Forse però dovremmo aggiungere, ma la fede nella croce non è piena domande? La croce è bella quando diventa domanda, per TUTTI, quando diventa questione, interrogazione, quando ci inchioda alle nostre coscienze e ci ricorda che l'Amore puoi perseguitarlo, puoi legarlo, puoi caricarlo di una croce, puoi addirittura appenderlo ad essa, ma anche se muore, non muore mai! L'Amore sublima la croce e la trasforma in albero di vita. All'ombra delle sue fronde attendiamo l'alba. Massimiliano Ferragina."
Ph Massimiliano Ferragina, Croce, disegno acrilico su carta Fabriano 30x40 300g. Roma 2020.