Ancora una volta a San Pier Niceto la fede è riuscita a toccare il cuore dei centinaia di fedeli che hanno invaso le strade del centro storico, per rendere omaggio a Cristo che, inchiodato in quel legno e martoriato dai peccati che ancora oggi continuano a frustalo e deriderlo, passa tra quel bagno di folla commossa infondendo ovunque il Suo profumo di pace sincera e limpida. Perché solo quando fede e folklore si fondono in quell’amplesso mistico così estasiante da coinvolgere anche i più scettici, trionfa l’unica vera protagonista della Settimana che dovrebbe essere la più profonda, importante, imponente, ma nello stesso tempo semplice e pura dell’anno: la fede!
Ed anche quest’anno nel piccolo centro in provincia di Messina, la Settimana Santa diventa motivo di unione e complicità, facendo risvegliare quello spirito quasi “patriottico” che rende ogni Sampietrese orgoglioso delle proprie origini e del proprio presente, perché nonostante tutto, c’è ancora qualcosa che ci rende fieri di far parte di questo meraviglioso paese. E cosa se non le antiche trazioni sono madri di questo spirito, che fa risvegliare l’amore natio verso il proprio paese, riscoprendo tutto il sapore di un incontro tra fede e amore che non lascia spazio ad altro se non a Cristo Crocifisso.
Proprio su questa strada ogni Martedì Santo, San Pier Niceto si spoglia delle sue usali vesti, per ricoprirsi di quell’oro che non è solo simbolo di regalità, ma rappresenta tutto ciò che di più prezioso questo piccolo paese vuole offrire al Salvatore. E così ecco che dei piccoli pargoli vengono agghindati con ogni cosa preziosa e coronati da splendide ali di colomba bianca, per accompagnare l’imponente statua del S.S. Crocifisso, abbracciata per com’è da uno stormo di rose squisitamente rosse ed un cipresso, che chiude questa scena a dir poco commovente. Una tradizione che affonda le sue radici in un passato fin troppo lontano da esser conosciuto e che attraversa e invade la vita di ogni compaesano, perché tutti vengono coinvolti da quest’onda travolgente che ogni anno, più forte che mai, si ripresenta per unire tutti sotto un unico abbraccio di fede.
Tutto ha inizio durante la Quaresima, quando dei genitori decidono per “voto” di vestire il proprio bambino da Angioletto, Angiolone o Monachella (gli Angioletti sono solitamente bimbi di 3 o 4 anni, mentre gli Angioloni sono più grandi, le Monachelle invece sono delle bambine). Così partono i preparativi per la realizzazione dell’elaboratissimo vestito: i genitori durante la Quaresima bussano ad ogni porta del paese, tra la cerchia di amici e parenti, per prendere in prestito bracciali, spille, collane e tutto l’oro necessario alla composizione dei ricami, per poi restituirlo subito dopo la processione! Il vestito degli Angioletti è corto fino al ginocchio, bianco, composto da un corpetto ricoperto d’oro ed una gonna segnata da alcuni ricami squisitamente d’oro; le braccia sono solitamente nude e adornate da grossi bracciali mentre la testa è cinta da un collier.
A cucire questa vera e propria opera d’arte sono le circa dieci abilissime sarte sampietresi, che, cariche di una notevole responsabilità, mettono tutta la loro passione e professione affinché l’abito sia perfetto. Gli Angioloni invece hanno una “tunica” bianca sulla quale vengono minuziosamente ricamate con oggetti d’oro delle icone sacre; anche loro hanno la testa cinta da un collier e alle spalle delle ali.
Il vestito delle Monachelle invece è il più semplice: un vestitino nero, con delle applicazioni bianche nelle quali sono cucite delle corone del S.S. Rosario ed intesta un velo anch’esso bianco, trattenuto da una corona di rose. A questo punto ecco che si entra nel vivo della celebrazione: sono le 16:30 del Martedì Santo! Tre colpi di fuochi d’artificio, un rintocco di campane e la banda del paese che suona la stessa marcia di sempre: così parte la “Processione del Crocifisso”. Lo scenario che si specchia negli occhi dei fedeli è unico: dei nastri rossi che partono dalle braccia del Crocifisso e segnano tutto il percorso degli Angioletti Angioloni e Monachelle, una innumerevole folla di fedeli antistante la statua ed i bambini, tutti squisitamente in fila per uno e con la mano occupata da una candela votiva. Poi il sacerdote, i chierichetti, la banda del paese e dietro ancora tutti i fedeli.
E sulle note di un rintocco di campana e un fuoco d’artificio ecco che si compie quel miracolo di fede e speranza che aiuta a preparare ogni animo alla gioia del Cristo Risorto.