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Naso - SAN CONO NAVACITA

 

 

 

 

SAN CONO NAVACITA, CON UNA SECONDA E TERZA APPARIZIONE, ORDINA
CHE IL SIMULACRO DELLA VERGINE VENGA RIPORTATO A CAPO D’ORLANDO

 

Quantunque il popolo di Naso, sbigottito pei terremoti, che, come abbiamo accennato, si succedevano quasi senza tregua, pensasse di dover restituire il prodigioso Simulacro della Vergine a Capo d’Orlando, pure non riusciva ad effettuare tanto, perchè non sentiva la forza di privarsi di un tale venerato tesoro.


Il dì 12 febbraio del medesimo anno 1529, sulla Torre d’Orlando, come già la prima volta, nelle sembianze di pietoso pellegrino, riappariva - d’improvviso - ai Raffa S. Cono Navacita: “Voglio, egli dice a loro, con accento dolce, ma risoluto, voglio che qui si veneri la Madonnina, che già ho portato. Per essa di edifichi un santuario su questo medesimo suolo!... Dette tali parole, spariva.… Si recavano subito a Naso i raffa per denunziare la nuova apparizione. Di tanto si dava partecipazione al Conte Girolamo Ioppolo, dimorante a Messina. Conferiva questi con quell’Arcivescovo, Mons. Velardi della Conca, dal quale otteneva la debita licenza per l’erezione del Santuario sulla Collina di Capo d’Orlando.

Nel porre, però, mano a tale opera, sorgeva serio litigio nel popolo: V’eran quelli, che volevano che il sacro edificio venisse fabbricato in modo d’avere il prospetto di fronte al mare e v’erano ancora degli altri, che lo volevano nella parte opposta.

Fu sì vivo ed insistente il dissenso, da venire sospeso, per ragioni di prudenza, ogni lavoro nell’attesa di poter raggiungere un accordo dalle parti contendenti. A togliere ogni controversia, però appariva, ancora una volta, ai Raffa, il dì 12 maggio 1600, nell’atrio del castello di orlando, S. Cono Navacita. Rivolgendosi a costoro, indicava chiaramente il sito, sul quale doveva elevarsi il Santuario, disponendovi tre pietre a determinare i confini.


La notizia di questa terza soprannaturale apparizione si divulga, in un baleno, da per tutto.


L’arciprete di Naso, Don Giovanni Vallerano, a perpetua memoria, redigeva, secondo le norme dei Sacri Canoni, un vero processo, descrivendo minutamente tali straordinari avvenimenti, che documentava con le testimonianze giurate dei Raffa e di altre persone degne di fede al Conte di Naso Girolamo Ioppolo, il quale si recava di persona al Capo di Orlando, dove dava ordine di ridurre in miglior forma il castello e disponeva nel contempo l’inizio della fabbrica del Santuario.

Ultima modifica il Mercoledì, 05 Ottobre 2016 15:56
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