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Roccavaldina - Festa del Convito

 

La "Festa del Convito" ha le sue origini nella civiltà greco-romana. Nell'anno 1298, regnando Federico 2° in Sicilia, avviene il riordinamento degli ordini religiosi e in particolare il culto per S. Nicola. Nel lontano XIV secolo si verificò in Roccavaldina un miracolo per intercessione del Santo che aumentò maggiormente la devozione per Lui.

Si narra infatti, che in questo secolo, anche se si sconosce l'anno esatto, che la Sicilia fu colpita da una terribile carestia, causata da una prolungata siccità Questa siccità si prolungò da Gennaio a Giugno per cui la popolazione rimase senza alimenti di base.

Vi furono grandi morie di persone e animali. Gli abitanti di Roccavaldina che avevano grande fede per S. Nicola, si riunirono tutti in preghiera per un'intera nottata e all'alba portarono in processione il quadro del Santo.

Quando la processione arrivò nel quartiere denominato "Basso Casale` i roccesi intravidero Uh bastimento nel Mar Tirreno e precisamente nel tratto Manforte Marina e Ponte Gallo. Incuriositi per la presenza del bastimento che si avvicinava verso la spiaggia, alcuni cittadini si avvicinarono per chiedere spiegazioni.

Il colloquio però divenne impossibile poichè tra i roccesi e i marinai non vi era una lingua comune. Il capitano allora tiro fuori un biglietto con la scritta: "Alla gente di Rocca" di questo documento riportiamo il contenuto.


Supplica
Dell'afflitta Università della Rocca
il suo Amatissimo Padre e
Protettore S. Nicolò per mano
degli innocenti ed afflitti fanciulli
di essa ne 1793
Gloriosissimo Santo de, miracoli, a
Protettore di questa vostra devotissima
Università della Rocca
Amatissimo 


Trovandosi questa vostra affettuosa devotissima Università troppo afflitta dalla scarsezza di viveri, e specialmente del frumento, per cui è provata nelle famiglie una sensibile pena, e vi è fondato timore di mali maggiori, vedendo il Popolo preclusa la strada di ogni umano soccorso, perché attentatissimamente, finora ha potuto ottenere a prezzi esorbitanti scarsa quantità di frumento per il sostegno della sua vita corporale, e dietro la più esatta diligenza ha sperimentato incredulilo il cuore dei ricchi, e dei mercadanti a non volergli dare in soccorso denari necessari per la compera di tale frumento, e conoscendosi indegno di essere da Dio esaudito, e da voi protetto per le gravi sue colpe e peccati, ha pensato di farvi pregare dagli innocenti fanciulli, che per cagione dei peccati più di tutti sentano la pena delle comuni afflizioni.


E' però merce questa affettuosissima supplica vi prega, che avendo voi riguardo alle lagrime di tanti innocenti, e teneri fanciulli che chiedono il pane, ed il necessario al sostegno della loro vita, e di tutta l'afflitta Università, vi compiaceste qual Protettore Amatissimo della stessa e pregar il misericordiosissimo Dio, che pei meriti vostri aprisse in soccorso di tutto il Popolo vostro divoto i tesori della sua divina Provvidenza. Degnatevi dunque a vista di questa supplica presentarvi dalle lagrime, e dalle mani degli innocenti, Santo presso Dio potentissimo, provvedere i giusti e peccatori, provvedete di pane, provvedete di danari, provvedete di tutti i necessari alimenti il popolo vostro.


Così esige la Vostra gloria e l'onor Vostro, giacché siete il Protettore, dato dall'Altissimo alla Rocca. Così spera, così dimanda il popolo afflitto. Così gridano colle voci, e colle lagrime tutti i fanciulli: Santo Nicolò: Pane Provvidenza.
Cossì impegnatevi che sia.
Fiat. Fiat 


I Roccesi, contenti di tale notizia, scesero in massa verso la spiaggia e videro che il bastimento era stracolmo di sacchi contenenti riso, per cui ogni persona prendeva un sacco e lo portava al paese. Giunti in paese, i Roccesi si convincevano che questo era un miracolo concesso da San Nicola e ricchi e poveri si riunirono in preghiera per ringraziare e organizzare festeggiamenti in onore del Santo. Per prima cosa si pensò di fare il sacrificio del giovenco ma, si narra che, per trovarlo dovettero andare nelle valli sotto Taormina. Trovato il vitello di colore nero e grasso lo addobbarono con ornamenti e lo portarono in processione per tutta la città. Dopo la processione venne fatto il sacrificio con tutto il rito pagano cioè con la testa che viene staccata al giovenco. Dopo di che il sacerdote afferratolo per le corna le mostrò ai presenti e successivamente la lasciò bruciare nel fuoco insieme alle budella. Oggi questo compito lo svolge il macellaio. I ricchi intanto organizzarono un grande banchetto pubblico con riso cotto nel brodo di carne del vitello sacrificato, senza sale in segno di sacrificio, insieme alla carne lessa del vitello. Ancora oggi questo rito si svolge con due cortei: il primo parte dalla Chiesa Madre con la statua di San Nicola in testa, seguito da una banda musicale per incontrarsi con l'altro corteo, in testa al quale sono le caldaie con le vivande ed un'altra banda musicale.


I cortei provengono il primo da Piazza Duomo, il secondo dal luogo dove sonostate cucinate le vivande. L’incontro dei due cortei è il momento più toccante della festa.


A questo punto i due cortei ne formano uno solo e tutti proseguono verso la Piazza dove si svolgera il “Convito”
ANNI:
1780 1953
1825 1969
1845 1980
1880 1986
1912 1991
1933 2000...


A1 primo Convito (1780) sedettero i più umili, serviti dai nobili in forma di umiliazione. Fu tanta la folla che vi partecipò, proveniente anche da paesi lontani, che si dovette cucinare altro riso che, per miracolo, sembrava non finisse mai.


Negli anni più recenti si sostituì al quadro la statua di San Nicola. Ancora oggi, dopo tanti secoli, la fede per San Nicola e la festa del Convito si sente viva e fervida. Questa festa si svolge in Roccavaldina nei primi giorni di Agosto, non prima di cinque anni dalla precedente e non dopo i cinquant'anni. La festa, antecedente all'anno in corso, si è realizzata nel 1991..

Lavoro di gruppo realizzato da:


Antonuccio Antonio
Antonuccio Dorotea
Cannone Antonio
Danzè Carmen

Ultima modifica il Mercoledì, 05 Ottobre 2016 16:01
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