Miti millenari scanditi dal ritmo della risacca esalano da quel tratto di mare Mediterraneo che, incuneandosi tra Sicilia e Calabria, forma lo Stretto. E, proprio all'ombra della Falce che, secondo la leggenda, ha preso impronta da quell'altra, di falce, con la quale Crono evirò il padre Urano, è stato ospitato lo spettacolo "Mare dentro mare", svoltosi nei suggestivi locali del Circolo della Motonautica e della Vela il 29 ottobre u.s. Il progetto, ideato, scritto e sceneggiato dal medico, scrittore e giornalista Giuseppe Ruggeri, ha costituito un omaggio all'opera e la figura della poetessa Maria Costa, i cui versi si sono intrecciati con quelli dello stesso Ruggeri in una recitazione "mista" di dialetto e lingua che ha avuto come sottofondo le note magiche dell'arpa di Deborah Ferraro. Bravi e appassionati gli interpreti Patrizia Causarano (che ha letto i versi di Ruggeri) e Edoardo Bucca (che ha letto i versi della Costa) in un duetto dal sapore quasi lirico. L'intenzione dell'ideatore - come egli stesso ha poi dichiarato - è stata quella di "abbattere inutili steccati fondendo in una sola voce dialetto, lingua e musica in nome di un tutto ideale che è, in definitiva, il mare dal quale proveniamo". L'organizzazione della serata, confortata da un uditorio fitto ed emozionato e culminata dalla recitazione da parte della stessa Maria Costa di una sua poesia dedicata alla Sicilia, spetta all'Associazione Culturale messinese"Occhio" un membro della quale - il noto storico messinese Franz Riccobono - ha tracciato, in finale, un breve 'excursus' sui miti dello Stretto.