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Articoli filtrati per data: Sabato, 13 Novembre 2021

- di Giuseppe RANDO -

Io che – alla mia età, e con tanti oceani di difficoltà attraversati, nell’Università e non solo, tenendomi a galla solo sui miei zoccoli – non sono certamente una mammola; io che posso vantarmi di non avere mai avuto padroni in terra; io che non ho mai stravisto per alcun uomo politico nostrano; io che non sono mai stato estremista né in politica, né tampoco nella vita vissuta; io che mi sono sempre professato, e sono, un intellettuale democratico di sinistra, pieno di dubbi e di limiti, come tutti gli esseri umani, ma immune da ogni “abbaglio” rivoluzionario, miracolistico o palingenetico; proprio io, ieri sera, davanti al televisore, mi sono stupito.

Era la prima volta, nella storia della televisione – devo dire –, che il conduttore, la conduttrice nella fattispecie, gli ospiti in studio e in diretta esterna, contro ogni prassi (più o meno formale) di pari opportunità, fossero esplicitamente schierati contro uno solo: che questo uno si chiamasse Matteo Renzi o Pasqualino Settebellezze, in questo caso, non conta. Certamente Lilli Gruber, che ha sempre mirato all’immortalità (televisiva), passerà alla storia come la conduttrice che ha fatto saltare il principio di pari opportunità nelle trasmissioni televisive.

Ma il mio stupore era accresciuto dal fatto che, molto evidentemente, i due più famosi e potenti editori del Paese, vale a dire Agnelli-FCA (padrone di due testate: “La Repubblica” e “La Stampa”, rappresentate in studio da Giannini) e Urbano Cairo, padrone del “Corriere della Sera” (rappresentato in studio dalla Gruber), si sono allineati sulle posizioni di Travaglio e del “Fatto quotidiano”, sposando quindi il connubio Cinquestelle-PD, la salita immediata di Draghi al Colle e la terza presidenza del Consiglio a uno-nessuno-centomila Conte. È il trionfo di Travaglio, che nemmeno Travaglio si aspettava. Ed è il trionfo, vero stavolta, del «pensiero unico»: mala tempora, dunque, per la repubblica italiana e per la democrazia. Lo si lasci dire a me, che non ho alcuna familiarità né con la profezia né con l’apocalisse. E ciò, senza alcun mio allineamento sulle posizioni di Renzi.

Pubblicato in Comunicati stampa

 * di Marcello Crinò *

Ormai da anni a Barcellona si lavora per il recupero della memoria storica, spesso trascurata, e dei suoi personaggi. Inutile citare i tanti libri, le tante conferenze, i contributi sui social, volti proprio alla riscoperta e alla valorizzazione dei personaggi locali, le cui vite spesso si intrecciano con vicende nazionali e internazionali. E’ il caso dell’abate Eutichio Ajello, del musicista Placido Mandanici, dello scultore Turillo Sindoni, del geografo Sebastiano Crinò, solo per citare quelli che ci vengono immediatamente in mente. L’ultimo, per adesso, è il bel libro di Giuseppe Giunta dedicato allo scultore Giosafatte Causerano, nato a Patti il 23 giugno 1865 e morto a Montevideo (Uruguay) il 24 giugno 1941. Per alcuni anni è vissuto e operato anche a Barcellona Pozzo di Gotto.

Giosafatte Causerano

L’autore del prezioso volume, edito da Smasher, è un geometra di professione, alacre operatore culturale (fa parte da tempo del direttivo della Pro Loco Manganaro) e libero ricercatore. Aveva iniziato le ricerche su Causerano da diversi anni, attenzionando in particolare la tomba monumentale della famiglia Romeo/Anzà nel cimitero barcellonese, incuriosendosi per la firma apposta dall’autore sulla base di una statua, perché il cognome Causerano non è presente in città. Incontra casualmente, nel 2006, nella sede della Pro Loco Manganaro, il geologo Sebastian Hulmos Gallotti, pronipote dello scultore, che avendo vinto una borsa di studio in Italia, aveva colto l’occasione per cercare a Barcellona le radici della sua famiglia.

Da qui Giunta inizia la ricostruzione della vita e delle opere realizzate dallo scultore, che da piccolo mostrò attitudine per l’arte figurativa. A Patti frequenta anche la bottega di un “puparo” e inizia gli studi artistici a diciotto anni, prima a Palermo e poi a Messina, dove aprirà nel 1890 una bottega d’arte. Nel 1898 si trasferisce a Catania dove insegna nella Scuola d’arte decorativa della Società Operaia. A Catania si dedica anche alla scenografia ed entra in contatto con l’attore Nicola Vito Natale, di origini pugliesi, che diventerà suo cognato. Infatti Giosafatte sposa nel 1902 Santa Munafò e nel 1906 Nicola Vito Natale sposa la sorella Pietra Munafò.

Causerano lavorò a Barcellona e in buona parte della provincia di Messina. A Barcellona realizza la Madonna del Rosario, in “cartone romano”, per la chiesa di San Paolo. Dell’opera, oggi scomparsa, esiste solo una vecchia foto. Nel cimitero comunale realizzò nel 1906 il monumento funebre del barone Ignazio Romeo (Randazzo, 1830 – Barcellona, 1903) e della moglie Emilia Anzà scomparsa nel terremoto di Messina (BarcellonaPG, 1845 – Messina, 1908). “La sontuosa installazione marmorea – scrive Giuseppe Giunta – evidenzia al centro della scena una giovane donna nell’atto di gettare un velo pietoso ricamato di boccioli di rosa sulle bare sostenute da due mesti leoni ed inclinate verso la stradella. I veli sorreggono i due blasoni della famiglia Anzà sul lato sinistro e della famiglia Romeo sul lato destro.” Il barone Romeo fu il benefattore dell’Ospedale di Patti, che porta proprio il suo nome.

Nel 1908 Causerano si trasferisce in America del Sud, alla ricerca di nuove occasioni di lavoro. Giunge a Buenos Aires, dove l’anno dopo è raggiunto dalla moglie e dai figli. Nel 1914 si trasferisce a Montevideo (Uruguay) e lavora nel cantiere per la costruzione del nuovo Palazzo del Parlamento. Apre poi una bottega di scultore e una fonderia per il bronzo. Successivamente impianta una fabbrica per la lavorazione della ceramica industriale e della porcellana, coinvolgendo l’intera famiglia. Morirà a Montevideo, a settantasei anni, a causa di un improvviso malore, proprio nella fabbrica di porcellana, che nel frattempo era gestita dal figlio Cecilio e dalle figlie.

Il libro presenta una rassegna stampa di giornali dell’epoca che parlano di Causerano. In uno di essi (Gazzetta del Sud, 20 novembre 1962) è presente un’informazione di un certo interesse, dalla quale si evince che il nostro artista fu direttore della Scuola serale di disegno della Società Operaia. Informazione che non si trova, a quanto pare, in nessun’altra fonte: “Agli angoli della sala di esposizione in alto, stanno quattro busti in gesso, opera degli scultori che diressero la Scuola, i barcellonesi Turillo Sindoni e Salvatore Causarano, e rappresenta i «numi» tutelari del sodalizio…” . Come si vede il Causerano è chiamato Causarano e il nome indicato è Salvatore e non Giosafatte. Ma certamente si tratta del nostro scultore, non essendoci stati altri scultori con questo nome.

Il libro si conclude con tre appendici. La prima, divisa in tre parti, è una storia sintetica ma esaustiva della Società Operaia di Mutuo Soccorso; Causerano visto attraverso di documenti dell’epoca; Causerano nei ricordi del pronipote Gallotti. La seconda appendice comprende l’elenco dei barcellonesi deceduti a Messina nel terremoto del 1908. La terza appendice contiene le illustrazioni e le fotografie.

Ritorno, per concludere, alla storia della Società Operaia, istituita nel 1862. La sua storia è stata poco studiata, anche per la mancanza di documenti soprattutto per la parte più antica. Sappiamo che sostenne all’inizio le spese delle cinque classi elementari e una scuola di disegno e plastica, che formò validi artisti, come il già citato Turillo Sindoni, lo scultore Salvatore De Pasquale, i pittori Iris Isgrò, Giuseppe Milone, Paolo De Pasquale e tanti altri. Poco conosciamo dei Presidenti del sodalizio prima del 1943, anno in cui, dopo la chiusura imposta dal fascismo (ma la scuola di disegno continuerà a funzionare nella sede della Gioventù Italiana del Littorio), viene nominato il nuovo Consiglio Direttivo, presieduto dall’avvocato Antonino Pino. Il 4 novembre 1943, alla presenza di tutte le autorità locali e del Sindaco della città, l’avvocato Gaspare Cattafi, viene dichiarata la ricostituzione della Società Operaia. Tra le ultime iniziative della Società, da ricordare lo scambio culturale con l’Asociacion Socorros Mutuos “Italia” di Chivilcoy (Argentina), grazie all’autore del libro Giuseppe Giunta, allora vicepresidente della Pro Loco Manganaro, e di Laura Boleso, archivista del Complejo Historico Municipal di Chivilcoy, avvenuta nel febbraio del 2015.

-          Giuseppe Giunta, Giosafatte Causerano, il geniale scultore riscoperto, Edizioni Smasher, 2021.

17 ottobre 2021

Sabato, 13 Novembre 2021 09:08

E' deceduto Giacomo Guerrera

FIAMMA

Rosario Fodale

e tutti i componenti l'Associazione Culturale MessinaWerb.eu

si associano commossi

all'immenso dolore della Famiglia e dei parenti tutti per la perdita del caro Giacomo.

Messina 10 novembre 2021

Pubblicato in Comunicati stampa

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha ricordato stamane, nel giorno del 18mo anniversario, le vittime siciliane della strage di Nassiriya. Lo ha fatto deponendo una corona di alloro sotto la lapide che a Palazzo Orleans ricorda l'attentato del 12 novembre 2003, nel quale furono uccisi Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Emanuele Ferraro, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horacio Majorana e Alfio Ragazzi.
 

«Ricordiamo con sentimento di gratitudine – ha detto Musumeci – tutti i nostri caduti, impegnati lontano dal loro Paese, in una missione di pace».

Presenti alla cerimonia il generale Rosario Castello, comandante della Legione carabinieri Sicilia, il generale Angelo Scardino, comandante dell’Esercito in Sicilia, il viceprefetto di Palermo Anna Aurora Colosimo, il segretario generale della Regione Maria Mattarella, l’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro, il colonnello onorario dell’esercito canadese Steve Gregory, oltre ai parenti e familiari di alcune delle vittime.


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Pubblicato in Comunicati stampa

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