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- di Marcello Crinò -

Domenica 2 settembre 2018 è stato presentato ai fedeli del Convento di Sant’Antonio di Padova il restauro della statua in marmo della Madonna Immacolata risalente, secondo la scritta riportata sulla base, al 1719. A introdurre la conferenza di presentazione del restauro è stato il francescano frate Gimmi Palminteri, della comunità francescana del convento. Ha spiegato il senso del restauro, cioè ridare la bellezza originaria alla preziosa immagine sacra, il cui restauro, ha tenuto a precisare, è stato possibile grazie ai ricavi ottenuti dalla vendite di oggetti e immagini sacre attuate all’interno del convento, continua meta di fedeli e visitatori. Realizzato nel Seicento, il convento possiede un bellissimo chiostro delimitato da colonne con archi e tracce di affreschi alle pareti.

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Il restauro è stato curato dalla studio catanese di Giampaolo Leone, coadiuvato da Arianna Landucci e Antonino Grasso. La prima relazione è stata svolta dal professore Giampaolo Solferino, il quale ha inquadrato storicamente l’opera restaurata, evidenziando la mancanza di fonti storiche e in questo caso è stato importante attuare un lavoro di paragone con altre opere d’arte. L’iconografia di questa statua, abbastanza particolare, rimanda intanto all’arte greca, con i profili paralleli di naso e fronte. Molti riferimenti, come le mani giunte e lo sguardo rivolto al cielo, rimandano all’arte del Seicento. E qui ha mostrato una serie di opere della storia dell’arte che vanno da Pietro da Cortona a Leonardo, a Vasari, alla scultura siciliana, a Caravaggio, a Luca Giordano. Si è naturalmente soffermato sul dogma dell’Immacolata, perorato dal francescano Duns Scoto e proclamato da Pio IX nel 1854.

La seconda relazione è stata svolta dal restauratore Leone, il quale ha spiegato il senso del restauro evidenziando che un precedente restauro, attuato nel 1983 senza consultare la Soprintendenza ai beni culturali, ha fatto parecchi danni alla statua, cancellando i colori originali. Questo restauro è stato condotto in stretta collaborazione con la Soprintendenza di Messina, nella persona della dottoressa Stefania Lanuzza, storica dell’arte (ha seguito anche i restauri degli affreschi della chiesa di San Giovanni). Si è proceduto alla pulitura con acido citrico, scoprendo così il colore originale che non poteva essere del 1719, tanto da far ipotizzare, con molta prudenza, ad una retrodatazione dell’opera al secolo precedente, come peraltro sembrerebbe dal punto di vista iconografico. Per avere la certezza bisognerà operare con tecniche di indagine ancor più sofisticate. Per adesso l’opera è stata restituita ai fedeli nella sua forma migliore. Le lacune di colore sono state realizzate con la tecnica consueta adoperata nei restauri, il rigatino ad acquerello, visibile ad un esame ravvicinato e comunque sempre reversibile. Ha illustrato, assieme al collaboratore Antonio Grasso, il restauro dello stellario del 1755, attuato integrando piccole parti mancanti delle stelle riposizionate su un nuovo supporto collegato alla testa dalla statua. Inoltre Leone ha parlato di un restauro non completamente scientifico, coniando la nuova definizione di “restauro devozionale”, che tiene conto anche della fruizione dell’opera d’arte dal punto di vista dei fedeli, adatto soprattutto ad opere spesso sottovalutate. Infatti l’azione di culto ha garantito la conservazione delle opere, che altrimenti avrebbero avuto una sorte e una vita diversa.

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Infine, all’inizio della Santa Messa, subito dopo la conclusione della presentazione, è stata scoperta la statua restaurata. La collocazione è rimasta quella originaria, l’altare di sinistra immediatamente prima del presbiterio della chiesa, sul cui altare principale spicca un crocefisso ligneo della seconda metà del Quattrocento attribuito a Pietro della Comunella.

 

- di Letizia Prestigiacomo -

Calatabiano, CT. L'arte interpretata dalla danza: tre i pittori messinesi che si esibiranno all Hotel Castello di Calatabiano, un quattro stelle lusso Spa del Principe di Palagonia: Carmen Crisafulli, Morena Meoni, milanese e messinese d'adozione e Pino Coletta che saranno interpretati nelle loro produzioni pittoriche da ballerini e maestri di danza moderna come nel caso di Pino Coletta , il cui quadro sarà interpretato con la danza     di Antonella Gargano, farmacista, pittrice, ballerina e maestra di danza. L'idea è di Maria Popolare, il critico d'arte presidente della giuria la giornalista prof Maria Teresa Prestigiacomo, direttrice della rivista luxe italiano ed inglese Red Carpet Magazine.

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Con il critico, altri  autorevoli giurati come il dr Enrico Calbo, messinese, la gallerista Sarah Angelico e i responsabili della Credem ed altri illustri personaggi; ospite d'onore Il maestro Turiano di Catania. Un magnifico evento reso magico da una location spettacolare, sul mare: l Hotel Castello di San Marco , a 5 minuti dall'uscita dal casello di Giardini Naxos la storia racconta della piccola ma splendida reggia del principe di Cruyllas, principe di Palagonia che soleva passare le sue giornate di relax sul mare, reggia ripresa dal Cap Murabito ed adesso gestita dai figli, con Daniele alla brillante direzione dell'hotel.

Il programma si svolgerà cosi': in sala chiesa adiacente alla reception si svolgerà la mostra degli  otto artisti, con l interpretazione  delle opere  da parte dei ballerini, alle ore 18.30: ore 19.30 premiazione in sala Cruyllas dell'abbinamento danza opera d'arte e sul prato inglese aperitivo luxe su invito esclusivo e riservato.

- di Francesca Rossetti -

La 5’ edizione di MJ Day, tenutasi a Napoli mercoledi’ 29 agosto presso Mostra di Oltremare, ha registrato un nuovo e grande successo grazie alla partecipazione straordinaria dei nipoti di Michael Jackson, i 3T, ospiti d’onore in occasione del 60’ compleanno dello zio.

L’evento, organizzato da  MJJ Foundation Naples Onlus (Presidente Grazia Di Somma) e Magic Michael Jackson Day, ha avuto il Patrocinio del Comune di Napoli ed ha visto la direzione artistica di Aurora Pica con la collaborazione di Marianna Cifarelli ed Elettra Rossi. La conduzione è stata affidata alla bravissima giornalista Rai Roberta Piergallini con la collaborazione della consulente d’immagine Alessandra Bruni che ha curato sia l’abbigliamento della conduttrice sia quello dei 3T.

Alessandra Bruni e Roberta Piergallini

I 3 nipoti di Michael hanno incontrato i fans in un affollatissimo Meet and Great in cui hanno firmato autografi e scattato foto ricordo, inoltre è stato inoltre presentato il romanzo “Star” dedicato a Michael della scrittrice Roberta Rotondi che ha sottolineato come la sua passione per il Re del Pop sia nata dopo la sua scomparsa come omaggio all’Amore vero e sincero grazie alle sue canzoni e riportando sue celebri frasi all’inizio di ogni capitolo. Il romanzo e’ suddiviso in 6 capitoli ed hanno come protagonista una ragazza di 15 anni che nell’arco di 4 anni compie il proprio percorso di evoluzione dall’adolescenza all’eta’ adulta ed incontra Michael, anche se non e’ mai citato espressamente ma dalle bellissime descrizioni di Roberta si capisce subito che si tratta di lui.

Il romanzo e’ nato dall’Amore dei fans per Michael e raccogliendo informazioni sulla sua vita e comprende numerosi personaggi ed una vasta gamma di emozioni nelle quali il lettore si immedesima immediatamente. Gli aspetti umani e le scene casalinghe sono molto evidenziate e si affrontano anche momenti scottanti che Michael ha vissuto, fra i quali le false accuse di pedofilia che Roberta riesce a trasformare in qualcosa di positivo evidenziando il sostegno dei fans che hanno sempre difeso l’innocenza di Michael, quindi una bellissima favola sull’Amore da leggere tutta d’un fiato.

Presso il Teatro Mediterraneo e’ stato presentato lo spettacolo “Se favola si puo’ dire” con la partecipazione dei ragazzi del progetto “Qua la mano” residenti presso la Cooperativa Sociale C.A.O.S. di Casandrino (NA) e promosso da MJJ Foundation Naples Onlus attraverso laboratori educativi destinati ai minori di alcune comunita’ di alloggio minorile. Sono state poi consegnate 5 borse di studio a favore di 5 ragazzi per il loro sostegno ed inserimento nel mondo del lavoro dal 18’ anno di eta’ in avanti ai rappresentanti delle associazioni MJJ’s IYouWe Foundation, Mjfs Michael Jackson FanSquare e Yoga Ananda Palermo.

Lo spettacolo serale è stato suddiviso in due tempi. Il primo tempo ha visto l’esibizione di alcuni importanti ballerini, impersonator e gruppi: da “Ballando con le stelle” si sono esibiti Fabio Modica e Tinna Hoffmann sulle note di “Can you feel it” , “Don’t stop till you get enough” e “Billie Jean”, seguiti dal gruppo “The Unbreakables” di Francesco Merrino in “Ghost”. E’ stata poi la volta dell’impersonator Emiliano Fiacchi nella splendida Panther Dance ed assieme al giovanissimo Andrea Patinato in “Black or White”. “Wanna be startin’ something” è stata interpretata dal bravissimo impersonator napoletano Alfonso Monteriso, seguito da Andrea Russo in “Bad” ed Enzo Scialò in “The way you make me feel”. Splendida sorpresa della serata il piccolo Samuele Mastrilli che ha interpretato e cantato “Billie Jean”, seguito da “The Unbreakables” nella straordinaria “Smooth Criminal”. La coppia formata da Manuel Telisano e Carlotta Sestonia ha eseguito “Scream” ed “Earth Song”, mentre “The Unbreakables” si sono cimentati in “They don’t care about us”.

Di nuovo gli straordinari Fabio Modica e Tinna Hoffmann nel ruolo dello Spaventapasseri e di Dorothy de “Il mago di Oz” e “The Unbreakables” in “Dangerous”. E’stata poi la volta della tribute band napoletana “Just Beat It – Michael Jackson Tribute” capeggiata da Danilo Hades Angeli in “Rock with you”, “Human Nature” e “Beat it” con la partecipazione del bravissimo impersonator friulano Stefano Nasini. Di nuovo “The Unbreakables” in “Escape” e “A place without no name” e il giovanissimo interprete Fabio De Giorgio in “You are not alone”.

L’impersonator Emiliano Fiacchi si è esibito nella bellissima “Will you be there” mentre Fabio Modica e Tinna Hoffmann in “Childhood” e Stefano Nasini in “Blood on the dance floor”. Di nuovo Emiliano Fiacchi con Donatella De Felice e Barbara Pironti in “She’s out of my life”; le due cantanti hanno poi eseguito “Off the Wall” e “I just can’t stop loving you”.

La tribute band si è poi esibita in “Don’t stop till you get enough” e “Man in the mirror”, seguita da “The Unbreakables” in “Thriller”.

Il secondo tempo si è aperto con l’esibizione della bravissima e giovanissima cantante Chantelle Lee della Tito Jackson World Wide Management in “You are not alone” che ha introdotto i 3T i quali hanno interpretato i loro cavalli di battaglia: “Why”, in cui cantano assieme allo zio Michael, “Stuck on you”, “I need you” e “Anything”. I 3 straordinari artisti hanno ringraziato il pubblico per il suo sostegno ed hanno poi risposto ad alcune domande della conduttrice Roberta Piergallini. La prima è stata su quale sia il più importante insegnamento ricevuto dallo zio: Taryll ha risposto che secondo lui è donare felicità ed Amore a tutti, essere vicini a Dio e ricevere Amore mentre per TJ e Taj aiutare le persone bisognose.

La seconda è stata su quale fosse un aneddoto curioso della loro vita legata alla registrazione del video “Why” con Michael e Taryll ha risposto che loro erano pronti per le riprese e controllavano le luci mentre lo zio faceva battute ed alla fine non si sono resi conto di aver girato il video perché per loro è stato un grande divertimento. La conduttrice ha poi chiesto di esprimere un messaggio di speranza per tutti i fans di Michael e Taj ha risposto: “La cosa più importante è che Michael era una persona vera, sincera, onesta e che si preoccupava sempre per gli altri, ragion per cui è importantissimo essere veri e sinceri nella vita. Ricordo più cose belle che brutte della vita con lui e quando è mancato ha riunito tantissime persone attorno a sé, era un autentico guaritore di anime”.

E’ stato poi chiesto ai 3T un pensiero per il nonno Joe, patriarca della famiglia Jackson, scomparso lo scorso 27 giugno, e Taryll ha risposto:” Il nonno era di Gary(Indiana), città dura e spesso violenta, soprattutto in alcuni quartieri; era severo ma con una precisa visione delle cose e il sogno di far sì che i suoi figli diventassero dei grandi artisti, e proprio grazie alla sua severità vediamo gli straordinari risultati che ha ottenuto con Michael e gli altri fratelli”. L’ultima domanda è stata su quali fossero i loro prossimi progetti e se torneranno presto in Italia e TJ ha risposto che al momento sono in tour in tutta Europa e poi staranno con le loro famiglie ed i loro figli ma senz’altro per l’estate 2019 faranno qualcosa, per cui molto probabilmente sarà possibile rivederli in Italia.

Dopo lo spettacolo è stato proiettato il video – tributo dei fans realizzato da Mjfs Michael Jackson FanSquare e la serata si è conclusa con il taglio della torta illuminata dalle candeline di tutti gli intervenuti.

All’evento hanno partecipato la straordinaria pittrice siciliana Graziella Ferrara che realizza ritratti di Michael che sono autentici capolavori, il ricamificio Ammirati Michele di Ottaviano (NA) con i suoi bellissimi cuscini, set di asciugamani ed oggetti ricamati con le immagini e le parole delle canzoni di Michael, Caffè Neverland di Casavatore(NA) e Jacko Pub, il pub mobile napoletano con prelibate creazioni dedicate al Re del Pop, Michael Jackson Shop con magliette, zainetti, cappelli, calendari, poster di Michael, l’artista Julia Barissani con i suoi bellissimi disegni, Luca Izzo e Ory Hky con stupende creazioni.

I proventi derivanti dall’evento saranno devoluti al progetto “Qua la mano” promosso dall’associazione MJJ Foundation Naples Onlus e per informazioni https://www.facebook.com/www.michaeljacksonday.org/ -

https://www.facebook.com/groups/mjfoundationapoli777/

LA REDAZIONE

Ad Asti, presso la il “Centro di studi Alfieriani”, si tiene, da undici anni, nel mese di settembre, la prestigiosa “Cattedra Vittorio Alfieri”, Scuola di Alta Formazione frequentata da docenti e giovani post laurea provenienti da tutte le Università d’Italia e da molte Università dell’estero: da Berlino, Postdam, Wittemberg, Innsbruck, Graz, Parigi, Atene, Oxford, Minsk, Kyoto … -

Ritratto di Alfieri François Xavier Fabre

Il prof. Giuseppe RANDO, ordinario di Letteratura Italiana, già presso l’Università degli Studi di Messina, noto critico letterario e accreditato studioso di Alfieri (del quale, in saggi assolutamente «innovativi», ha dimostrato, per primo, la matrice costituzionalistica del pensiero politico, rivoluzionando arcaiche e obsolete concezioni critiche sulle sue tragedie, sulle sue commedie e su tutta la sua produzione letteraria), ritorna quest’anno alla famosa Scuola di Alta Formazione di Asti, con una relazione su “Alfieri costituzionalista” , che sarà presentata nella mattinata del 5 settembre p. v. e da lui discussa con gli astanti nella serata dello stesso giorno.

Al nostro illustre concittadino, che porta alta la bandiera dell’Ateneo messinese nel mondo, vadano le congratulazioni e i saluti affettuosi della redazione di Messinaweb. Eu.

                

ILLUSTRE SINDACO,

La città di Messina, costretta a vivere in un assurdo silenzio ed in un totale abbandono, nell’excusus Accorintiano, sembra sorridere a nuova vita. In questi ultimi tempi infatti nella nostra città grazie al Suo modus operativo, che ebbi modo di apprezzare a Fiumedinisi, luogo che raggiunsi per un convegno sui Beni Culturali, quale Consigliere Culturale del Ministro Plenipotenziario di Polonia Karol Kleszczynski, si notano seri cambiamenti.

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La nostra città con il suo glorioso passato, ed i suoi beni culturali, la sua arte ed i suoi artisti, uno per tutti Antonello da Messina e, le sue grandiose macchine votive, si è posta in Sicilia, come luogo primario di richiamo turistico internazionale. Ebbene, caro Sindaco, come è noto, vengono anche per rivedere i propri cari e portare i fiori al Monumento alla Grande Regina Elena di Savoia, perchè durante la fanciullezza avevano sentito dai propri nonni parlare della tragedia del terremoto del 1908 e della bontà di questa donna, madre e Regina, che tra i lamenti e urla dei feriti, dei pianti dei bambini, portava aiuto e conforto. Ebbene la maestosa immagine del Monumento ad Elena di Savoia “ Rosa d’Oro della Cristianità” viene mortificata ed offesa dalla grave incuria da grovigli di erbe, rami nodosi che la danneggiano, e la coprono in modo esasperato formato da un pesante fogliame.

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Da tempo si chiedeva all’ormai ex Sindaco di intervenire, ma tutto rimaneva senza risposta, tanto che il luogo Piazza della Seggiola diveniva ludibrio. Oggi, mi sia consentito, caro Sindaco, mi rivolgo a Lei da cittadino messinese e nella qualità di Vice Presidente Nazionale di Azione Monarchica Italiana, docente di Beni Culturali e già Prorettore dell’Università della Pace di Lugano, per chiederLe di ridare a Piazza della Seggiola il decoro che le spetta. Con profonda stima e simpatia in attesa di un Suo autorevole intervento, La saluto cordialmente.

Domenico Venuti

 - di Marcello Crinò -

A ottobre riparte l’attività del Teatro Mandanici, seppur, in questa prima fase, senza un cartellone ben definito per tutta la stagione, la cui approvazione dovrebbe avvenire nei prossimi mesi, e ciò a causa della manovra finanziaria del riequilibrio di bilancio che sta ritardando l’approvazione delle strumento previsionale 2018, come si legge in un comunicato pubblicato sul sito web del Comune. Nel frattempo, sono state accolte da parte dell’Amministrazione, che gestisce direttamente il Teatro, le proposte della fondazione Teatro Lirico e delle società Agave e Tickettando per l’organizzazione di spettacoli e per la concessione del patrocinio gratuito da parte dell’Ente.

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Questi gli spettacoli che a partire dal mese di ottobre, consentiranno ai cittadini di continuare a frequentare il teatro: il 13 ottobre si esibirà Carmen Ferreri, potente voce, vincitrice della 17ª edizione di Amici, talent show della De Filippi, che con il suo “live” ha tenuto spettacoli in tutta Italia. Sarà poi la volta, nei giorni 5 e 6 novembre, di Ficarra e Picone che approdano con lo spettacolo “Le Rane” per la regia di Giorgio Barberio Corsetti, in una nuova edizione, dopo lo straordinario successo dello scorso anno, rielaborata per i teatri, di un testo classico di Aristofane che consente di ridere anche oggi. Il 7 dicembre appuntamento con il balletto di San Pietroburgo “La bella addormentata”. Nei giorni 19 e 20 dicembre si esibirà Teresa Mannino nel suo show “Sento la terra girare”, ispirato sempre alla Sicilia, con cui, l’artista palermitana, dal gennaio 2018 ha calcato le scene dei migliori teatri italiani. A questi spettacoli, aggiunge il comunicato del Comune, se ne potranno aggiungere altri, sempre su iniziativa di privati che vorranno utilizzare la struttura del teatro “Placido Mandanici” ed ai quali, su richiesta, il Comune conferirà il proprio patrocinio se ritenuti di particolare interesse artistico-culturale.

Un episodio rimosso dalla storia d’Italia racconta una strage commessa dalle truppe piemontesi, contro la città fraterna di Novara. Questo eccidio ingiustificabile accaduto in quella giornata, getterà una macchia terribile sulla monarchia dei Savoia. L’avventura di Milano e la pesante sconfitta militare sofferta dal capo di quelle forze, il futuro re Vittorio Emanuele II, scontava la frustrazione della completa sconfitta. Così il futuro sovrano riversava la rabbia e la sua sete di sangue sul suo stesso popolo; prima di manifestare la sua indole animalesca sopra le popolazioni dell’Italia meridionale. Erano appena concluse le scaramucce belliche fra gli eserciti del Piemonte e del Lombardo-Veneto alleati degli austriaci presso Novara, che con fatica da ambo le parti si contavano i 10 mila morti. Quando l’esercito sconfitto di re Carlo Alberto, sviliva la sua rabbia sulla popolazione della città sorella di Novara. Una orde di trentamila sbandati a dire di alcune fonti ufficiali, si erano dati al saccheggio di una intera città. Non mancarono atti nefasti, di pura macelleria civile: scempi di corpi, violenze, stupri, sciacallaggio. Incendi, profanazioni di luoghi santi, rapina e soprusi di ogni genere. Ancora oggi non si riescono a quantificare con ordine le vittime fra i civili assediate da costoro in quel territorio del Piemonte. Una stima per difetto parla di un mezzo migliaio di morti. Ne tantomeno si riesce a dare una misura parcellizzata alle vittime occorse a Novara, ne allo stesso esercizio di barbarie arrecato ai borghi e ai villaggi del territorio provinciale di Novara e a quello della allora provincia di Lorellina. Uno scandalo di proporzioni gigantesche aveva ammantato di vergogna l’esercito savoiardo. Ma per quanto appaia clamorosa questa notizia, ben poche sono le tracce storiche che la ricordano; tranne alcune lettere subito entrate nel repertorio di incuriositi cronisti. Molto tempo dopo questi accadimenti, da testi austriaci e francesi, piano piano, si accrebbero le verità ancora oggi, misteriosamente nascoste agli ignari cittadini italiani. Perfino il parlamento di Sardegna ne ebbe sconcerto e conoscenza, nella sessione del 1850 atto n° 276 sotto l’incalzante relazione del deputato Pallavicini Ignazio, il quale mise alla attenzione dei colleghi, i risvolti di una petizione popolare degli abitanti del comune di Romagnano, fatti oggetto dello stesso trattamento adoperato a Novata e ai villaggi di quelle valli, quando trentamila sbandati dell’esercito regio, si erano dati alla macchia e alla rapina, seminando centinaia di vittime. Quando mi sono ritrovato per le mani una traccia come quella appena segnalata, stentavo a crederci se non che, recuperando l’arroganza tutta sabauda, nel raccontare la storia quasi sempre partigiana, sunto di una mentalità autoritaria, come quella che ha annichilito i territori di una intera penisola non mi meravigliavano adesso queste nuove. Come non ricordare il bombardamento di Genova del 1849, quando le artiglierie piemontesi devastarono l’ospedale civico mietendo decine e decine di malati? Per non parlare delle devastazioni arrecate al porto e alle abitazioni dei genovesi. Come non recuperare gli atti di terrorismo civico, quando persino gli studenti del magistero della regia università di Torino, vennero decimati passati di baionetta o sgozzati nelle aule barricatisi fra i banchi di scuola perché oppostisi alla polizia? Perché meravigliarsi in simile stato: anche questi fenomeni fanno parte della storia di Italia anche se la Repubblica fa finta che non siano mai accaduti, limitandosi a rastrellare le carte scomode nascondendole alla storia. Oppure coprendo oltraggi disumani arrecati alle popolazioni italiche memorie clamorose riposte in scomodi e sporchi scaffali, passandovi un ben munito panno per asciugare il sangue che ancora gronda copioso dai quei fondi.

w2Eppure, stiamo parlando di un esercito che fece delle province napoletane macello in dieci anni di lotta civile. Stiamo dunque narrando di fatti che neppure oggi, gli stessi storici di Novara vogliono ricordare alienandosi a un dolce sentire di arpe e violini, strimpellare melodie malinconiche ma affratellanti nel ricordo di un epico risorgimento.

Vergogna a voi intellettuali di Novara che dimenticate la vostra storia, il vostro sangue. Eppure anche se pochi, le voci contrastanti si levarono in quegli anni. Salvo poi, inabissarsi sotto un glaciale silenzio.

Da uno studio a cura di Rchard Moll tradotto dal tedesco ed inserito in un sommario di Cesare Balbo, pubblicato a Torino nel 1852 alla pagina 117 si segnalava: “si volse del tutto contraria ai piemontesi la battaglia, i quali disordinatamente si ritirarono fin sotto le mura di Novara cui toccò la deplorevole sorte di essere saccheggiata dai suoi propri connazionali.”

Un altro autore francese di nazionalità Charles Victor Prevot appena un anno prima, aveva portato alla stampa e pubblicata in Livorno 1851 un resoconto delle rivolte delle maggiori città italiane nei regni di loro competenza. Recuperando gli eventi legati alla capitolazione dell’esercito savoiardo del 23 marzo 1843 in quel di Novara, a pagina 133 segnalava: “in quella medesima notte ebbero luogo a Novara orribili disordini. Era tanta l’esacerbazione dei soldati vinti, che essi si diedero a saccheggiare le case e volevano dar fuoco alla città, secondando la voce che diceva volersi vendicare del tradimento dei lombardi.”

Vaneggiamenti di una tiritera che fu, immediatamente innalzata come coltre fumogena, dagli attacchini di casa Savoia per mitigare quelle notizie al popolo del regno savoiardo avvilito da quelle storie. E di storie furono raccontate distribuendo leccornie in buone azioni degli ufficiali che addolorati per quelle mere stragi, intervenivano al fianco del popolo fraterno. Strano, la satira e l’opinione pubblica nelle corti amiche e nemiche in Italia in quella fase storica, suonavano la stessa musica. L’unica corte che non si era accorta del genocidio, fu proprio quella che commise quella rapina. Si che, alle memorie degli “stranieri” si aggiungono quelle dei “fratelli” che in vero non solo non si discostano di un millimetro dai primi, ma si allontanano per contenuti assolutamente, dalla stampa piemontese che cercava di addolcire la pillola.

Da una Raccolta per ordine cronologico di tutti gli ordini, decreti, nomine eccetera del Governo provvisorio di Venezia, stampato in Venezia nel 1849 e precisamente nel VII° volume, a pagina 5 segnalava un fatto di cronaca: “durante la ritirata, Novara fu dalle proprie truppe saccheggiata ed incendiata.”

Dalle cronache smielate provenienti da Torino, immediatamente a quei fatti e negli anni successivi, si affrettavano a segnalare qualche porta infranta e qualche bancarella di mercato incendiata perché, il disordine arrecato agli ignari abitanti del novarese, potrebbe essere apportato all’abitato torinese, vista la felloneria di molti ufficiali del regio esercito e soprattutto, la facile presa di posizione di una dinastia pronta al massacro per una folata di vento fuori posto. La satira dell’epoca, pronta a massacrare e diffamare i regnanti legittimi delle Due Sicilie non fu incline al silenzio, quando a cantare si doveva raccontare una opera sgradita al sovrano e alla casa Savoia. Allora, dalle pagine del giornale fiorentino Il Popolano, anno secondo dei numeri di aprile del 1849, immediatamente tuonava ribalda (raccolta incasellata p. 1116) la critica: “la brigata Casale fu rilevata dalla brigata Pinerolo che è una delle migliori, e perciò predisposta a non fare ilw3 suo dovere. Dopo due scariche si videro gli ufficiali far mezzo giro e con tranquillo passo ricondursi dietro i soldati maravigliati. Savoia si batté poco o nulla, come se si trattasse di una causa straniera e non dell’onore dei suoi Principi e del prossimo loro destino. Savoia entrando in Novara affamata, sfondò gli usci e depredò le case. Furono forzati gli usci di tutte le botteghe, rubando dal pane, al salame, agli ori e gli orologi preziosi e perfino denari. Nei villaggi fecero peggio: uccidendo vacche e porci senza cibarsene.” La satira dunque, sferzante, mitigava annullando le giustificazioni della stampa torinese che giustificò quella sconfitta merito della disordinata alleanza che non provvide a sfamare il povero esercito savoiardo, costretto a rubare per non morire di fame. Ecco che i fatti accaduti nella provincia, subito ripresi da quei toscanacci e dal parlamento Savoiardo ricordate, dove segnalo ad apertura di articolo, quanto il governo dell’epoca, fosse assolutamente a conoscenza dei fatti, decidendo a rimborsare coloro che subirono un danno dal Regio Esercito.

In verità un solo ribaldo, un uomo onesto, Felice Venosta ebbe il coraggio a giuoco ultimato, di esercitare il potere dello storico eviscerando le ragioni di un comportamento e la dura cronaca quando, nel suo tomo intitolato “La battaglia di Novara, nel 1864 portava alle stampe in quel di Milano, una piccola cronaca degli accadimenti, qui estratta e sintetizzata dalle pp. 114 - 116.       “Fu praticato l’omicidio come mezzo di persuasione appianando le divergenze fra i proprietari e i ladri che penetrarono nelle case cercando ori e denari e non cibo. Furono incendiate case presso la piazza D’Erbe e passati di baionetta novaresi in fuga impauriti presso la piazza Bellini. Gli ufficiali complici e ben comandati da un generale più bravo a rubare che a combattere come il Biscaretti, assisteva agli scempi inerme, giustificando addirittura le azioni della soldatesca. Furono commessi atti vergognosi da un esercito oggi reso italiano. E tutto questo avvenne in una città fraterna che al fianco degli stessi, ebbe combattuto contro il loro comune nemico.”

La domanda nasce spontanea: per quale motivo un accadimento come questo fu rimosso dalle cronache storiche? Quasi tutte le fonti ricordano in quella occorrenza, la disfatta della battaglia di Novara perché da quella sconfitta, la stessa notte, si ebbe l’abdicazione del re di Savoia e di Sardegna Carlo Alberto in favore del figlio, il Duca di Savoia, il futuro Vittorio Emanuele secondo. Ma i cronisti si guardarono bene, di riportare anche il rovescio della medaglia: le carneficine del popolo di Novara commesse dall’Esercito Regio. Quando la notizia si fece clamorosa, tutto fu ricondotto a un manipolo di sbandati e di disertori, gli stessi che furono rei d’avanti alla nazione della disfatta contro gli austriaci e i loro alleati. Ma solo Felice Venosta improntamente, additò il responsabile e con esso, l’alto comando a cui apparteneva schernendo costui, e attraverso questo alto ufficiale la sua linea di comando. Nelle itterizie di questo generale, delle sue truppe, dei sui ufficiali subalterni, si ha la mano del fratricida che ebbe commesso il fatto. Proprio quella paternità però, fu omessa, da tutti gli storici successivi fino a dopo l’ultimo conflitto mondiale; essendo a cavallo del destriero del regno di Italia, un discendente di casa Savoia. Andiamo con ordine svelando quello strappo e gli attori che furono protagonisti anche se indirettamente.

Per esercitare il diritto di cronaca dello storico nella storia, mi aiuto delle memorie di un inaspettato testimone.

“MEMORIE ED OSSERVAZIONI SULLA GUERRA DELL’INDIPENDENZA D’ITALIA nel 1848 RACCOLTE DA UN UFFICIALE PIEMONTESE CUI FARAN SEGUITO QUELLE DEL 1849 con note e ritratti”

La fonte è ufficiale, proviene dall’alto comando del Regio Esercito. In esso vengono osservate le linee di comando e la rispettiva operatività in quel momento storico per la futura Italia. Nel merito delle competenze del generale Biscaretti, si descrisse il contorno al quale dipendeva la sua autorità nel comando e a chi rispondeva per le azioni ad esse attribuite.

Il testo ufficiale, venne così vergato in TORINO 1849 impresso da GIOVANNI FANTINI nel quale tomo a p. 6 si osservava: “DIVISIONE DI RISERVA Tenente generale il Duca di Savoia al cui comando rispondevano i comandanti della Brigata Guardie, generale conte Biscaretti e il comandante della Brigata Cuneo, generale conte d’Aviernoz.

Uno stralcio che da solo non fa che acclarare una situazione ben nota: si sapeva chi fosse il generale Conte Biscaretti. Si conosceva quale brigata fosse sotto il suo comando e a sua volta chi fu l’alto ufficiale a cui doveva obbedienza, il Tenente Generale il Duca di Savoia, colui il quale, la stessa notte delle scorrerie delle soldatesche al comando di un suo ufficiale subalterno il Conte Biscaretti commesse contro civili inermi in quel di Novara, sarà nominato Re di Savoia e di Sardegna sotto il nome di Vittorio Emanuele II di Savoia.

Come a dire che, le azioni di un alto ufficiale come il conte Biscaretti si potevano ripercuotere sul futuro sovrano: uno scandalo dunque, di proporzioni regie.

Alessandro Fumia

 - di M. C. -

Un nuovo prestigioso riconoscimento è stato conquistato dai “Piccoli Cantori” di Barcellona Pozzo di Gotto ma questa volta la competizione ha superato i confini nazionali mettendo a confronto cori provenienti da diversi continenti.

A conclusione del Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo”, giunto alla 66a edizione, i coristi barcellonesi hanno ottenutoil primo premio nella categoria “Voci bianche”: un risultato storico, considerato che tale premio, non assegnato dal 2010, torna ad insignire un coro italiano dopo ben 23 anni.

A sancire il successo ottenuto dai piccoli coristi si è aggiunto anche il 3° premio nella Categoria 2 (programma sacro). In questo ambito “I Piccoli Cantori”si sono confrontati con ben 7 cori di adulti, alcuni dei quali di altissimo livello.

Il concorso si è svolto alla presenza di una qualificata giuria internazionale formata dal presidente Walter Marzilli (Italia), da Peter Broadbent (Gran Bretagna), Burak Onur Erdem (Turchia), Jasenka Ostojić Radiković (Croazia), Gancho Ganchev (Bulgaria), Alexander M. Schweitzer (Germania) e Paolo Da Col (Italia) e di un pubblico competente di addetti ai lavori. Tra gli ospiti infatti erano presentii rappresentanti dei Concorsi Internazionali di Tours, (Francia) Varna (Bulgaria) e Maribor (Slovenia), i direttori artistici dei festival di Taipei e Tokyo, direttori di coro, compositori e cantanti di fama internazionale che hanno apprezzato ripetutamente le qualità tecniche, vocali e interpretative dei Piccoli Cantori, considerati coro rivelazione di questa edizione.

Il concorso è stato un susseguirsi di emozioni: il concerto inaugurale nella splendida Basilica di S. Francesco, le impegnative esibizioni delle categorie sacro e profano e, soprattutto, l’ammissione dei Piccoli Cantori, unico coro italiano, al Gran Premio Città di Arezzo insieme al MarymountSecondary School Choir (Hong Kong – Cina), Akademski Pevski Zbor Maribor (Maribor – Slovenia)e University of the Philippines Singing Ambassador (Quezon City – Filippine), vincitore del Gran Premio Città di Arezzo.

“Incredulità, gioia, emozioni indimenticabili – sottolinea il direttore Salvina Miano. Al di là dei risultati, il concorso ha rappresentato un’indelebile esperienza formativa: ha offerto ai coristi l’opportunità di confrontarsi con cori di altissimo livello apprezzandone il valore e condividendoreciprocamente questa importante tappa. Ancora una volta la musica ha azzerato le differenze etniche, generazionali e culturali, ed il Teatro Petrarca di Arezzo, sede storica del concorso, gremito in ogni ordine di posti, è diventato la cornice di una vera e propria festa corale”.

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Tutto questo è stato possibile anche grazie a chi ha sostenuto il coro: i genitori innanzitutto, tutti i coristi dell’Associazione, le aziende, gli esercenti e i professionisti, le associazioni, l’amministrazione comunale, le parrocchie e i tanti che hanno aderito alla campagna di sponsorizzazione “Regala un Km al coro”. La diretta streaming è stata seguita con grande entusiasmo e ha offerto a tutti la possibilità di seguire le varie fasi della manifestazione; un affetto che è stato confermato dall’altissimo numero di interazioni ricevute sui social network.

Protagonistidi questo straordinario risultato sono 33 coristi dagli 8 ai 15 anni di età, accompagnati magistralmente al pianoforte da Dario Pino: Adele Arcoraci, Benedetta Barbalace, Vincenzo Barbalace, Giulia Benvenga, Sofia Biondo, Sofia Bonavita, Carola Buttino, Domenico Calabrò, Elena Crifò, Giulio Crisafulli, Sara Dainotti, Aida D’Amico, Magda D’Amico, Alessandro Genovese, Lorenzo Genovese, Alice Gentile, Enrico Gentile, Marta Gentile, Dora La Spada, Sara La Spada, Sara Mangano, Elisa Mazzeo, Anna Milone, Piero Molino, Anita Munafò, Chiara Perdichizzi, Irene Perdichizzi, Giulia Rappazzo, Sofia Rappazzo, Ivana Recupero, Carlo Spinella, Matteo Maria Trifilò, Emma Valenti.

“Ai miei piccoli grandi cantori – conclude Salvina Miano – i più sinceri ringraziamenti per aver affrontato con serietà e diligenza una prova tanto impegnativa che ha consentito di mettere in luce il loro talento ma soprattutto la loro determinazione. Tuttavia non dimentico che il mio lavoro è sempre stato supportato dalla collaborazione dei genitori, di Santi Castellano e Dario Pino, del Consiglio direttivo dell’Associazione presieduto da Salvatore Perdichizzi, tutti costantemente coinvolti sia negli aspetti pratici e organizzativi che in quelli didattici. Sono certa che questo risultato costituirà anche per i coristi più piccoli dell’Associazione un forte incentivo alla loro crescita e offrirà opportunità coinvolgenti e stimolanti”.

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