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I pastori alla comunità internazionale: “Smettete di uccidere i nostri animali”

La delegazione, insieme al direttore Caracappa, è stata ricevuta dal sindaco Orlando e dal rettore Micari

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Palermo – Vaccini di scarsa qualità, migliaia di bovini che muoiono di East Coast Fever e Organizzazioni no profit sorde agli appelli. È il dramma dei Masai, popolo di allevatori di bestiame che vive tra il Kenya e la Tanzania, che stamattina ha inviato a Palermo una delegazione all’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia, nell’ambito di un tour europeo. I pastori africani, in rappresentanza di una comunità di 600 mila persone, con i loro lunghi e colorati mantelli rossi e blu, sono stati accompagnati da Beppe di Giulio, veterinario da anni impegnato a sostenere la loro battaglia e da alcuni membri del team VetsForMaasai. I pastori hanno dialogato con veterinari e biologi per denunciare lo scandalo dei vaccini fraudolenti e il paradosso di alcune Organizzazioni no profit internazionali e dei loro finanziatori da cui, anziché essere aiutati, vengono danneggiati.

I pastori, poi, sono stati ricevuti a Villa Niscemi dal sindaco Orlando e dal rettore Micari.

«I Masai non cacciano e proteggono gli animali locali, portano in giro il loro bestiame e garantiscono che la terra sia concimata», spiega Di Giulio. Questo ciclo virtuoso, però, rischia di essere messo in pericolo per l’imposizione di un’agricoltura che impoverisce i pascoli e la diffusione dell’East Coast fever (ECF), una malattia trasmessa dalle zecche che uccide l’80 per cento degli animali colpiti ma che può essere combattuta da un vaccino che, se propriamente utilizzato, con una sola iniezione, riesce ad assicurare una protezione del 100 per cento. Il vaccino, perfezionato dalla dottoressa Lieve Lynen e da Di Giulio, è stato messo a disposizione di chiunque l’avesse voluto utilizzare. Paradossalmente, due organizzazioni internazionali, la ILRI e GALVmed,non solo hanno permesso che il vaccino fosse iniettato con una dose inferiore a quella necessaria, ma da due anni rifiutano di incontrare la comunità Masai. Il risultato? Dal 2012 ad oggi, in due soli distretti della Tanzania, sono morti di ECF centinaia di migliaia di bovini. “I Masai hanno informato anche la Fondazione Gates, la Comunità europea, la Fao, la Banca mondiale e altre organizzazioni delle Nazioni Unite, ma nessuno interviene e più passa il tempo più bovini i muoiono.

Un momento toccante dell’incontro è stata l’investitura da parte dei pastori del direttore sanitario Santo Caracappa e del sindaco Orlando a leader onorari tradizionali Masai, mentre il rettore Micari ha ricevuto la spada tipica dei guerrieri. Caracappa e Guido Ruggero Loria, direttore dell’area Diagnostica specialistica, si sono impegnati “a studiare la East coast Fever nel Centro di referenza mondiale dello Zooprofilattico”. Il rettore Micari, nell’ambito dei programmi di internazionalizzazione, si è detto disponibile a ospitare studenti della comunità Masai all’Università di Palermo,  mentre il sindaco si è impegnato “a inoltrare l’appello dei Masai al presidente del Parlamento europeo, al Governo italiano e alla Fao”.

Palermo, 21 ottobre 2016      

Giuseppina Varsalona

 

I Masai arrivano a Palermo, unica tappa in Sicilia

Vaccini fraudolenti, pericolo estinzione, i pastori lanceranno un appello alle Ong

Un’occasione per conoscere un popolo che vive tra il Kenya e la Tanzania

L’appuntamento è domani all’Istituto Zooprofilattico alle 11 

Palermo – Unico appuntamento in Sicilia, domani fa tappa a Palermo l’importante tour dei Masai, popolo di allevatori di bestiame che vive tra il Kenya e la Tanzania. Una delegazione di sei pastori africani, in rappresentanza di una comunità di 600 mila persone, arriverà all’Istituto Zooprofilattico e, indossando i loro tipici mantelli di lana rossa e blu, dialogherà con veterinari e biologi per denunciare lo scandalo dei vaccini fraudolenti e il paradosso di alcune Organizzazioni no profit da cui, anziché essere aiutati, vengono danneggiati. Un’occasione eccezionale per conoscere il ruolo della donna, dei bambini e dei guerrieri di un popolo minacciato dalla perdita di pascoli e bovini, a rischio per la diffusione di una malattia veicolata dalle zecche. I pastori, quattro uomini e due donne, verranno accompagnati da Beppe Di Giulio, consulente veterinario che vive in Tanzania, impegnato da anni nella lotta alla povertà in Africa.

L’appuntamento con la stampa è:

 

domani alle 11

all’Istituto Zooprofilattico

via Gino Marinuzzi, 3

aula magna   

 

 

Saranno presenti il direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico della Sicilia, Santo Caracappa e il direttore dell’area Diagnostica specialistica, Guido Ruggero Loria.  

Alle 13,45 la delegazione Masai verrà ricevuta dal sindaco Leoluca Orlando a Villa Niscemi.  

 

Palermo, 20 ottobre 2016

Ufficio stampa: Giuseppina Varsalona (338.8385836)

La tradizione messinese del pesce stocco" (in dialetto piscistoccu) è assai antica. Un piatto sicuramente ricco e deciso della tradizione gastronomica messinese.
Un vecchio detto messine dice: "ventu, malonava e piscistoccu a Missina non mancunu mai!". Se per quanto riguarda il vento e le "malanove" possiamo ben dire che ne faremmo volentieri a meno, in merito al Pasce Stocco o Stoccafisso pochi messinesi rinuncerebbero alla gradevolezza del suddetto prodotto.

 

CRITICO D'ARTE OPERANTE IN CAMPO INTERNAZIONALE E

 GIORNALISTA ISCRITTA ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI                                                                      

PRESIDENTE ACCADEMIA EUROMEDITERRANEA DELLE ARTI A.C.

 

Informazioni   personali

Nome

 

MARIA   TERESA PRESTIGIACOMO

Indirizzo

 

VIA SAN CORRADO RESIDENCE SAN   CORRADO SCALA D

98122 MESSINA

Telefono

 

+39 090669627 ; 3427634086; +39 3396388666;

Fax

   

E-mail

 

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Nazionalità

 

Italiana

Luogo di nascita

 

Messina

Data di nascita

 

06051954

 

Esperienza   lavorativa

               

2015-1975• Date

 

Critico d’arte   e giornalista iscritto all’Ordine de Nazionale dei Giornalisti Roma   ( albo Sicilia); DOCENTE IN RUOLO Istr. Sup. DAL 1975 ( Materie Letterarie)

DOCENTE   ABILITATA 050 MATERIE LETTERARIE   ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE IN RUOLO DAL   PRIMO SETTEMBRE 2005. Abilitata, dicembre 2011, per l’insegnamento   nelle Scuole Europee, Istruz Superiore, nei Paesi Francofoni ( votazione 76,90 su   80)LINGUA FRANCESE LIVELLO C1.

Istruzione e   formazione

• Date

 

laurea              abilitazione inseg

• Nome e tipo di istituto di   istruzione o formazione

Laurea 1977 Messina

Materie Letterarie

1989 A TUTT’OGGI

1987

1989

2004

2004-2005

2006-2007-2011

 

   Università degli                                       attestato                         stage

                             studi di   Messina                                    IRRSAE_Sicilia       NUMEROSI STAGES tematiche metodologia   insegnamento                                                          Residence   Emmaus-        

Irrsae-Sicilia; Master di formazione   Funzione Strumentale Scuola ISTRUZ SUP.            

ATTESTATO DI ESPERTA CONSEGUITO: docente   formatore ANIMATORE GRUPPI DI DOCENTI E DIRIGENTI SCOLASTICI Irrsae-REGIONE   SICILIA ( Istituto di Ricerca Regione Sicilia)Accreditato presso Università   di Palermo.

Superamento prove di selezione regionali 600   psicotest del Minnesota(USA)(Irrsae-Sicilia)

GIORNALISTA   ISCRITTA ALL’ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI    

FORMAZIONE PRESSO LE REDAZIONI DI   DIVERSE TESTATE GIORNALISTICHE NAZIONALI ED ESTERE ( Luxury Style of life.   Milano, Gazzetta del Sud( Italia) Centonove, L’Isola Corriere del   Mezzogiorno, “OraItalia, Bruxelles; Corrispondente per l’Italia per l’Arte per “ Il Botteghino”   Bruxelles ed altre testate) ed altre testate cartacee on line.

Ha   frequentato trenta corsi di   aggiornamento sulle discipline d’insegnamento regolarmente attestati

ESPERTA IN CINEMA E LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO (   Corso di Formazione Hotel Europa organizzazionel Cinit con il regista internazionale Nanni Moretti, 1987)

Ha INSEGNATO ARTE E CINEMA-Pari Opportunità IN SENO AI CORSI DI FORMAZIONE ED   AGGIORNAMENTO come esperto ( 2004)

IRRSAE ( INDIRE-Sicilia) CORSO DI FORMAZIONE   RESIDENZIALE PER TUTOR

ESPERIENZE PROFESSIONALI: ha maturato   esperienze professionali nell’abito della tutela, della gestione e della   valorizzazione del patrimonio culturale:

oltre   centinaia le pubblicazioni giornalistiche d arte e cultura;

oltre   centinaia i cataloghi   d’’Arte a cura   del critico ( per pittori come Togo Enzo Migneco, Doina Botez, in catalogo   Skyra, Vanecha Roudbaraki, Annigoni, Gino Baglieri, Sarah Angelico..)

Monografie   d ‘arte realizzate per artisti come Beniamino Minnella e Pietro Piccoli

2015   SCRIVE D ARTE PER LA   RIVISTA D ‘ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA EXPOART, Salerno; HA SCRITTO PER   ARTEXPO, MILANO.

Direttore   artistico general manager designato per la prima edizione della Biennale   internazionale d arte di Taormina , in programma nel calendario club   Unesco di Taormina

2015   Direttore artistico designato dalla società di produzione cinematografica   Entr’acte per la sezione mostre Arte e Cinema alla prima edizione del   festival del Cinema di Catania

2015   Direttore artistico designato dall’Assessore Panarello Pubblica Istruzione   del Comune di Messina per una mostra d arte sul tema Donne, 8-9 marzo   Palacultura, Messina sede Gam

2015-2014-2013-2012 General Manager, dall’Italia, per la Mostra d’arte di artisti di diverse   nazionalità, al Grand Palais, Parigi, avenue Winston Churchill, per Art En   Capital, Salon d Art fondato da Renoir , 1884, alto patronato del Presidente   della Repubblica Hollande, presente l’Ambasciatore d’Italia a Parigi.

2014 General Manager per la Valorizzazione della Villa Hauser   candidata Monumento per la pace club per l Unesco di Taormina, Letojanni,   Messina attraverso una Mostra d ‘arte e d ‘alta moda Moda, patrocinio Club   Unesco.

2014   L’altare di Pergamo da Berlino a Taormina:   General manager per la mostra d ‘arte di Salvatore Amelio, presso l’ex   Chiesa del Carmine, Taormina, location di Juan Mirò.

2014   General Manager per la Mostra d arte internazionale di 15 artisti presso l’ex   chiesa del Carmine, Pace e Spiritualità per il dialogo interculturale nel Mediterraneo.

2013   Presidente giuria del Premio per la valorizzazione del Parco   Archeologico presso il Museo di Gela,   direttore il dr Gueli, oggi   soprintendente

2013 General Manager presso il Palazzo Comunale ex Pinacoteca Assisi,   Italia, per la mostra d arte La luce interiore nell’arte

2012 General Manager Mostre internazionali   presso il Museo Archeologico di   Sant’Alessio Siculo, Messina, presso   le Gallerie Katane di Catania, il Sagittario ed il Gabbiano di   Messina, Caruso Gallery di Milazzo, presso ex Chiesa del Carmine, Taormina,   Presso Fondazione Mazzullo di Taormina, Galleria La Pigna presso Palazzo   Pontificio Stato del Vaticano, Roma ( Mostra Sacro e Spiritualità)

2011   Presidente Giuria in numerosi concorsi d arte, compreso il nascente Museo di   Sommatino ( Cl)

2011-2001   General Manager di numerose mostre a Londra, Berlino, Parigi, Bruxelles, Roma   Vaticano, Venezia, Accademia di Romania, Roma, Taormina, Messina, Catania….

2011   CONTRATTO UNIVERSITARIO a tempo determinato con IL RETTORE TOMASELLO

( Università   di Messina) per l Orientamento universitario.

2009-2010   Docente INCARICATA DAL COMUNE DI   MESSINA, sotto l’ASSESSORE MAGAZZU’, SVOLGE   ATTIVITA’ COME ESPERTA DI COMUNICAZIONE PER IL PROGETTO PATTO TERRITORIALE, destinato ALLE   SCUOLE CITTADINE ARTE GIORNALISMO CULTURA  

2007-2009   Giornalista Inviato Speciale per il Festival del Cinema Internazionale di   Taormina per diverse testate,   a tutt’oggi. Collaboratrice del   direttore del Festival Deborah Young ( Taormina Film Fest per la fornitura delle opere d’arte destinate   agli AWARDS per il Cinema Taorminafilmfest)

Redattrice del quotidiano-Organo   Ufficiale del TaorminaFilmFest  

Inviata speciale per il Corriere del   Mezzogiorno per i vernissage-stampa delle mostre d arte

2007.   Ha curato i rapporti con il FESTIVAL DEL CINEMA   DELLO STRETTO: ha curato la direzione artistica della sezione Mostre d’arte   per il Cinema;

Ha creato opportunità di formazione e di stage per le scuole d’Istruzione   Superiore di

Ha   creato rapporti con la direttrice del Festival del Cinema di Taormina, Debora   Young per la mostra “ UNA Scultura-AWARD per il   Cinema” al Palacongressi di Taormina, scultore Luigi Galligani e scultore Achille   Laiti creatori delle sculture oscar del Cinema

COORDINATORE DI GRUPPI E FORMATORI   DOCENTI E DIRIGENTI

Giornalista   Inviato Speciale per il Festival del Cinema Internazionale di Taormina per   diverse

Inviata speciale per il Corriere del Mezzogiorno   per i vernissage-stampa delle

MOSTRE   A PALAZZO GRASSI VENEZIA: Turner… Friedrich… inviata speciale per l’ARTE

cultura per Affari, Luxury E CORRIERE DEL   MEZZOGIORNO, il cui DIRETTORE era   FRANCO CAPELVENERE.

2004   -2005 ESPERTO NELLA COMUNICAZIONE PER   IL MARKETING TURISTICO ATTRAVERSO L’ARTE, PER LA FRAMON HOTELS   GROUP CON LA RIVISTA    Piazza Armerina ROMA ( ed Kami)

2003-2004   : writer per l’amministratore delegato dr Franza per la Framon- hotels Group   per la presentazione dei suoi Hotels come   “ Il Giustiniano” di Roma ( discorso inserito in Kami, Roma Piazza   Armerina) pagina 2. Anno II numero 2, 2004

2002   -2003-2004 Collabora alla rivista   internazionale in 4 lingue Luxury style of life, Milano

Ricordiamo il servizio LA VIA DELLA   SETA per la Mostra del Museo Regionale di Messina.

Ha curato le pagine della Cultura per   L’Altro Giornale, L’Isola, Il Corriere del mezzogiorno, ww.ilnuovosoldo.it ed   altre testate.

2004-2007   COORDINA E DIRIGE I   LAVORI DI NOI MAGAZINE PER LE SCUOLE

Inviato Speciale per il Taormina Film   Fest per Luxury, Milano, per eventi culturali;

Inviato speciale per Oraitalia e La Botte di Bruxelles a   tutt’ogg.i

Redattrice del Bollettino Cinema   negli anni successivi, sino al 2008, per Entr’Acte

2003   Collabora dal 2003 a tutt’oggi, con la Gazzetta del Sud, tiratura 89.000 copie, per Arte e Cultura.

2001   General Manager per la Mostra internazionale allestita presso il Museo Archeologico di Cartagena ( Spagna) , per la valorizzazione   dello stesso e di Cartagena.

2000 Presidente Giuria de Premio Internazionale   Cartagine, unitamente alla Galleria d’arte Il Gabbiano Messina con la   Dott.ssa Maria Froncillo Nicosia,   editore Il Gabbiano, Hammamet

E   per gli anni a seguire Sousse e   Cartagena.

1999   Galeria Corbalan Altea, Alicante   Spagna Mostra internazionale con Norberto Croce Armonia e Belcastro

Presso   l’Istituto Tecnico commerciale di Sant’Agata Militello (ME) Progetto pari   opportunità “Ruolo e Strategie delLe pari opp. nella programmazione europea e nel territorio” ( esperto per invito del dirigente scolastico dott prof   Germanò)

b) Workshop Hotel Orizzonte   Acireale ( CT)

DESTINATARI:   docenti e dirigenti

Progetto   “ METODOLOGIA E DIDATTICA PER IL   RECUPERO ATTRAVERSO LABORATORI INNOVATIVI ( Cinema, ARTE Educazione Stradale   attraverso metodologie innovative aderenti al mondo dell’alunno) Direttore di   corso Preside ANTONINO Sanfilippo

c)   Funzione Strumentale nella scuola in qualità di coordinatrice dei progetti   dell’offerta formativa.

Ha   svolto incarico di Collaboratrice del dirigente scolastico presso l’Istituto   Comprensivo Cannizzaro-Galatti ( “ Cannizzaro) 2003

 

RAPPORTI TRA SCUOLE D’ISTRUZIONE   SUPERIORE E UNIVERSITA’: corso di aggiornamento presso l’Università di   Messina sul tema raccordi Scuola Università-lavoro

Esperta nellA   promozione delle pari opportunità (   corso di formazione )

Esperta in   didattica formativa sulle pari opportunità ( docente esterna esperta   Sant’Agata Militello Ist Tec Geometri, preside Germanò)

( PROGETTO PON e P.O.R)

Organizzazione   e pianificazione eventi nazionali ed internazionali per la promozione   dell’arte attraverso l‘eccellenza del Doc Italy

Progetto Teatro degli allievi del   Piccolo Teatro di Giorgio Strheler , Milano 1977

( abilità di attrice e regista di   teatro)

Organizzazione di eventi di Moda (   stilista nel 1977, presenta una sua collezione di Alta Moda pret à porter, al   Paradis’Hotel, Messina)

PROGETTO CINEMA NELLE SCUOLE (   P.O.N.) docente

Qualifica conseguita

 

DOCENTE ESPERTA E TUTOR GRUPPI E PICCOLI GRUPPI PER IL CINEMA IN RAPPORTO ALL’ARTE.

Giornalista collaboratrice esterna   free lance

Collaboratore del dirigente   scolastico

Funzione strumentale RAPPORTI TRA SCUOLA E ISTITUZIONE ENTI FORMAZIONE   ETC

Docente Corsi di Formazione di Arti   Visive e Giornalismo

( già allieva Cinit da discente al   corso di Cinema di Nanni Morett)i

ESPERTA   IN COMUNICAZIONE AZIENDALE PER IL MARKETING

PROMOZIONE   PRODOTTI CULTURALI D’ARTE , ARTIGIANATO DEL LUSSO E PROMOZIONE DI   AZIENDE CHE OPERANO PER IL TURISMO DEL LUSSO

(Gruppi   alberghieri)

( lettura delle mission ed analisi   dei bisogni dell’utenza) ( Incaricata da Framon-Hotels Gruppo Franza,   Messina-Milano) quale

GIORNALISTA ISCRITTA ALL’ORDINE DEI   GIORNALISTI NAZIONALE ROMA, per la Campagna di Comunicazione dei Nuovi Alberghi

QIALITA’   MANAGERIALI: DIRETTRICE DI MASTER IN   COLLEGAMENTO CON L’UNIVERSITà BENI CULTURALI, PER LA PROGRAMMAZIONE E   PIANIFICAZIONE EVENTI D ARTE( 2009 Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Mostra del Cinema dello Stretto, CINEMA   ED ARTE,

curatore   , critico e direttore artistico di   oltre un centinaio di eventi d’arte internazionali documentati da cataloghi d   arte

ESPERTA NEI RAPPORTI TRA SCUOLA E   ANICAGIS-SCUOLA PER LA    FORMAZIONE DEGLI ALUNNI COME CRITICI D ‘ARTE E CINEMATOGRAFICI

     
   

Prima lingua

 

Italiano Lingua Madre

 

Altre   lingue

   

Francese(abilitata)              Spagnolo                   Inglese                 Italiano(L. madre)

Capacità di lettura

 

Ottima                                     Buona                             buona                       Ottima

Capacità   di scrittura

 

Ottima                                   Sufficiente                      Buona                     Ottima

Capacità di espressione orale

 

Ottima                                     Buona                           Buona                     Ottima

i

Ulteriori Capacità relazionali A TUTT’OGGI   DAL 2001

 

Capacità   relazionale sviluppata nell’ambito professionale e sociale in particolare con   la promozione di   iniziative di sostegno aI valori DELLA   VALORIZZAZIONE DEL APTRIMONIO DELL’ARTE

Relazioni costanti   con la    viceambasciatrice della RomaniA dott.ssa Daniela Crasnaru, già   direttore Programmi MULTICULTURALI dell’Accademia di Romania in Roma Piazza   Josè san Martin, 1 Roma

RELAZIONE CON IL   CENTRO CULTURALE E D’ARTE CHRISTIANE PEUGEOT PARIS PER LA PROMOZIONE   MULTUCULTURALE, Rue de la Grande Armee, Paris.

Fondatrice e Presidente   Accademia Euromediterranea delle Arti   A.c

CURA OGNI ANNNO LE   MOSTRE D ARTE AL CAFFè LETTERARIO E D ARTE GIUBBE ROSSE DI FIRENZE PROSSIMA   MOSTRA 22 NOVEMBRE 2015

FONDATRICE DEL   CAFFè LETTERARIO IL GIULIETTI CON MARIA LUISA SPAZIANI

Dal 2002 al 2005     relatore sulle politiche sociali e sulle pari opportunità nei convegni   regionali , provinciali e cittadini   organizzati dal Terzo Settore,i /enti di formazioni, Comitati Pari   opportunità Enti istituzionali.)

Capacità e   competenze organizzative

 

NELL’organizzazione convegni   e/0 stage e tutorati anche a   livello universitario per migliorare la condizione della   domma e le condizioni di pariità sul territorio

MoSTRE D ARTE NAZIONALI ED INTERNAZIONALI( DIREZIONE   ARTISTICA MOSTRE D’ARTE SUL TEMA donne, 8     9 MARZO 2015 MESSINA PALACULTURA   COMUNE DI mESSINA PRESSO IL gam VIALE bOCCETTA, ASSESSORATO PUBBLICA   iSTRUZIONE , MESSINA ASSESSORE PANARELLO DI RIFERIMENTO, 2015.

MOstra d ‘arte al   Primo Festival del Cinema di Catania direzione artistica Mostre.

RELAZIONI CON LE   COMUNITA’ ISLAMICHE DI PARIGI PER IL DIALOGO INTERCULTURALE

HA RELAZIONI CON LA   COPEAM INTERNAZIONALE PER LA   DIFFUSIONE DELLA PACE NEL MEDITERRANEO ATTRAVERSO LA CULTURA ( presente al convegno a Parigi invitata   dalla Copeam all’Eliseo nel dicembre del 2010 per la piattaforma   mediterranea).

Membro   Lindh fondazione con sede al Cairo.

ORGANIZZATRICE DI EVENTI D’ARTE E CULTURA E   DI CINEMA INTERNAZIONALI

Promuove i raccordi tra l’Italia ed il   mediterraneo ed il dialogo dell’Interculturalità, istituendo il Organizzative:   nella creazione del PREMIO MEDITERRANEO CON L’ACCADEMIA EUROMEDITERRANEA   DELLE ARTI; nel Premio Maria Celeste Celi occhio di mare;

ORGANIZZA   STAGES DESTINATI AGLI ALLIEVI DELLE SCUOLE D’ISTRUZIONE SUPERIORE AI FINI DEL CREDITO FORMATIVO

   

DIREZIONE ARTISTICA SEZIONE MOSTRE ED EVENTI   internazionali

anche PER IL FESTIVAL DEL CINEMA MOSTRA DEL   CINEMA DELLO STRETTO ( società entr’acte organizzatrice, presidente Avv Anna   Mazzaglia Miceli)

CAPACITà DI   ORGANIZZAZIONE E GESTIONE RISORSE UMANE ( stage di Hostess attivato per il   Festival del Cinema con l’Accademia Euromediterranea delle Arti, cui han   partecipato alunnI per crediti   formativi)

Maturata esperienza   programmatica nel campo della Comunicazione giornalistica destinata a grandi aziende

presidenza   dell’accademia euromediterranea delle arti a.c. dal 2008

tutor per l’azienda   art events organizzazione eventi dell’avv. Letizia Prestigiacomo

Ufficio Stampa per   diversi artisti

 

 

                                                                             

                                                                                                                          

La storia di Messina è legata al suo porto ed entrambi vivono e si sviluppano in una simbiosi naturale, passando dai "fasti" del XVII secolo, alla crisi del XVIII, agli anni del rilancio del XIX secolo, a quelli dolorosi del post-terremoto e del graduale declino. II terremoto del 1908 di fatto, creando una profonda frattura tra le vecchie e le nuove generazioni di messinesi, ha scompaginato il tessuto sociale della città, facendo perdere ai suoi abitanti identità e memoria storica.

Dalle immagini presenti nel volume riemergono pertanto un porto e una città profondamente mutati tra XIX e XX secolo, allorché nell'Ottocento accanto ai velieri sostano i primi vapori; le banchine sono gremite di merci e con distese di botti pronte per essere imbarcate; enormi carri trainati da buoi fanno la spola dalle fabbriche al porto trasportando quelle grandi botti colme di derivati agrumari; nel Novecento invece le immagini mutano e al pullulare di merci si sostituisce la ressa di uomini e donne in partenza per le Americhe; le banchine e la magnifica "Palazzata" distrutte dal terremoto e dal maremoto; ma documentano anche la lenta e più moderna ricostruzione delle strutture portuali (ad esempio le grandi gru) e, nel secondo dopoguerra, nuovamente la presenza di una umanità disperata, in partenza su grandi navi ormai tutte d'acciaio, pronta a lasciare i propri affetti e la propria terra alla ricerca e nella speranza di una esistenza più dignitosa. II porto nelle varie epoche, è in fondo il polmone e il cuore della realtà economica e sociale di Messina e comunque resta al centro della vita della città.

Nell'Ottocento dunque, dopo la Restaurazione, ripristinato il porto franco, la città e il suo porto registrano un significativo incremento delle attività commerciali connesse soprattutto alle importazioni dall'estero. Tuttavia, se i dati dell'import export affermano che il valore delle esportazioni dal porto messinese, per quasi tutto il secolo XIX, è superiore a quello delle importazioni, il ruolo del porto restava comunque legato alle immissioni di gene¬ri provenienti dall'estero e dall'area dello Stretto, almeno sino alla cessazione delle franchigie (1° gennaio 1880).

Nel porto messinese infatti entravano le merci provenienti dall'estero e soprattutto la produzione tessile inglese, ma vi giungevano in cabotaggio anche i prodotti dell'area limitrofa calabro-sicula. Nel raffronto con la parte continentale del Regno delle Due Sicilie, legata commercialmente più al rapporto con la Francia, la Sicilia invece risentiva fortemente della cospicua presenza di operatori economici di origine britannica e la stessa Messina ne registrava un importante nucleo (Aveline, Hallam, Sanderson, Oates, Peirce ecc.). Messina con i suoi operatori economici locali e stranieri operava così una sorta di osmosi nella redistribuzione di quei prodotti provenienti per lo più dall'Inghilterra e comunque in genere dall'estero. Spesso erano pro¬dotti industriali, ma anche spezie, generi provenienti da altri continenti, dalle Indie Occidentali e da quelle Orientali. Vi erano quindi numerose rotte commerciali che si intersecavano e quei prodotti giungevano a Messina per essere scambiati con quelli locali, non solo specificatamente messinesi.

Messina però, già nel primo Ottocento, cominciava ad avere una importante produzione di agrumi, tra i migliori dell'area; iniziava anche ad avere le prime connessioni con una struttura di tipo indu¬striale, cioè quella dei derivati agrumari, di cui andrà assumendo, sempre più, lungo il corso del secolo un primato non solo nazio¬nale, non solo mediterraneo ma - come si affermava in alcune relazioni della Camera di Commercio di fine Ottocento e primo Novecento - "forse del mondo" per quanto attiene il movimento e l'esportazione degli agrumi in genere e dell'industria dei derivati, che sempre più si andavano affermando sui mercati internazionali durante l'Ottocento.

Le merci straniere arrivavano nel porto franco di Messina per essere scambiate con i prodotti che, a loro volta, erano giunti da tutta l'area dello Stretto. In realtà ancora per tutto l'Ottocento, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e i centri vicini avevano nel porto di Messina la piazza commerciale di riferimento, essi davano e prendevano da Messina, non solo commercializzavano i loro prodotti, ma si rivolgevano ai banchieri messinesi per avere dei prestiti. Si realizzava così una sorta di

"unicità" di comportamenti; era in fondo un'unica area economica in cui confluivano i prodotti dell'intera regione e il cui centro era Messina e il suo porto. Gli agrumi erano presenti in grande quantità anche nella vicina Calabria e la maggior parte di essi giungevano a Messina per essere in parte lavorati o per essere esportati. Ma il boom degli agrumi è un fenomeno che assumerà sempre più rilevanza dopo l'Unità.

Quello che invece dominava nella prima metà dell'Ottocento, almeno sino al primo decennio post-unitario, in termini di valore delle esportazioni, era la seta. Messina, come si è detto, di fatto importava prodotti dall'estero e li scambiava con quelli locali dell'agricoltura specializzata, in parte provenienti dall'area dello Stretto, in parte provenienti dal resto della Sicilia o dalla Calabria più lontana, riesportando prodotti quali la seta, l'olio, il vino, gli agrumi. Pertanto il ruolo essenziale era quello connesso alla immissione e al reclutamento di questi generi e all'importazione di quelli esteri. Per tutto l'Ottocento e sino al terremoto Messina, il suo porto, la sua borghesia si confrontavano con gli aspetti più dinamici della civiltà occidentale e del capitalismo emergente, creando nel contempo gli strumenti per sorreggere lo sviluppo e l'attività del porto. In tale direzione si registravano infatti la creazione di numerose compagnie di assicurazioni marittime e la partecipazione di molti operatori economici messinesi alla loro costituzione.

Sotto l'aspetto del movimento marittimo, nel 1850 il porto di Messina si collocava al nono posto tra quelli del Mediterraneo, superato da Costantinopoli, Marsiglia, Trieste, Livorno, Genova, Isole Ionie, Gibilterra, Barcellona, ed era seguito da Malta, Alessandria, Smirne ecc.; mentre alla vigilia della crisi agraria degli anni '80 dell'Ottocento, sebbene cominciasse a perdere gradualmente qualche posizione in termini di tonnellaggio complessivo nei confronti di Catania e Palermo, tuttavia risultava al primo posto tra i porti siciliani e comunque precedeva quello di Napoli. Nel 1870 di fatto il porto di Messina si collocava al sesto posto tra quelli del Mediterraneo, superato soltanto da Costantinopoli, Marsiglia, Genova, Alessandria d'Egitto e Livorno. Anzi tra i porti italiani era sostanzialmente al terzo posto ed aveva superato persino Trieste.

La rilevanza di questo dato è l'indice peraltro del significativo ruolo che il porto svolge ancora nella seconda metà dell'Ottocento e come attorno ad esso prosperassero iniziative finanziarie e produttive estremamente importanti come, ad esempio a metà secolo, quella del tedesco Jaeger che impiantava un setificio tra i più avanzati e quella dei fratelli Ruggeri che avevano una delle "cottonerie" e "stamperia" tra le più moderne e banchieri come Federico Grill e Siffredi Lella, e ancora imprenditori come Sanderson, armatori come Peirce, Battaglia e Ilardi. Tutto ciò a conferma che nell'ambito della città vi erano delle forze economiche e sociali forti e vitali che oggi si stenta a riscontrare.

In realtà sino alla fine dell'Ottocento vi era però una vasta area che dipendeva esclusivamente da Messina e dal suo ruolo commerciale e finanziario gravitante attorno all'area falcata, ma gli anni Ottanta furono anni durissimi per la città e il porto, poiché alla fine del porto franco si sommava la mancata realizzazione delle opportune e previste compensazioni; perché il Paese,

l'intero Paese Italia, era entrato in una fase di forte crisi agraria e la scelta protezionistica aveva inasprito i rapporti commerciali con la Francìa che assorbiva soprattutto i prodotti dell'agricoltura specializzata del Meridione (agrumi, vino, olio) e la "guerra doganale" aveva finito per ricadere su quei settori che erano anche i più moderni della sua agricoltura. Erano peraltro quelli dove maggiori erano i capitali investiti, provenienti dalla borghesia più intraprendente e dinamica, ed erano anche quelli dove in qualche misura Messina primeggiava, soprattutto per gli agrumi. Di fatto quegli anni erano stati di dura crisi ma anche quelli in cui si registrava una decisa risposta. Messina aveva goduto nel passato di una propria flotta commerciale e di una marineria che con quella palermitana aveva primeggiato nell'isola per intraprendenza, aprendo, soprattutto nella prima metà del secolo, nuove rotte e linee commerciali anche con paesi molto lontani dall'area propriamente mediterranea. Tale nuovo slancio, ripreso alla fine degli anni Ottanta, era impersonato da armatori come Bonanno, Ilardi, Battaglia e soprattutto da Guglielmo Peirce. Era il momento in cui si assisteva ad una forte e crescente evoluzione nel settore dei trasporti e l'utilizzo del vapore anche nel¬la navigazione aveva ormai raggiunto una vasta espansione. Navi più grandi e in acciaio, abbandono sempre più della vela e del legno, l'utilizzo dell'elica nella propulsione delle navi e una maggiore velocità e sicurezza nella navigazione, consentivano nel contempo la costruzione di navi sempre più capienti che permettevano una complessiva riduzione del costo del trasporto marittimo. Pertanto alcuni esponenti della borghesia messinese, dell'imprenditoria e delle attività commerciali intraprendono l'attività armatoriale. Si è ricordato Bonanno e Ilardi, ma va soprattutto menzionato l'inglese Guglielmo Peirce che era, ma egli stesso lo sosteneva, messinese poiché era nato a Messina.

Sicché a fine Ottocento la risposta alla crisi da parte messinese avviene su due direttrici principali: quella legata all'attività portuale ma connessa agli agrumi e al settore industriale dei derivati (è un settore dove sono presenti degli inglesi, si ricorda Sanderson) e quella dello sviluppo dell'attività armatoriale, che rinnovava un'antica tradizione marinara della città, creando un nucleo di armatori forti che avrebbero consentito collegamenti stabili del porto di Messina con le Americhe e con altre aree del mondo.

In conclusione si può affermare che ancora per tutto l'Ottocento Messina esprimeva forti impulsi, sia economici che culturali (vi erano parecchi teatri, numerosi giornali e riviste) e che sino al dicembre del 1908 godeva ancora di tali condizioni. Certo si avviava verso una lenta decadenza, poiché tutte le condizioni di cui aveva goduto nel passato stavano progressivamente modificandosi. Gli ultimi fattori favorevoli di cui il porto di Messina aveva goduto erano dovuti al fatto di trovarsi sulle rotte tra Oriente ed Occidente, tra i grani russi e i grandi centri dell'Europa continentale nel momento in cui le navi, tra gli anni '80 e il primo decennio del nuovo secolo, avevano abbandonato definitivamente la vela per il vapore, utilizzando il carbone. Quello di Messina allora diventa uno dei porti di rifornimento lungo quelle rotte, uno dei porti frequentato appunto dalla navigazione a carbone che collegava I'area del Mediterraneo Orientale con quella O¬cidentale. Traffici numerosissimi, continui, intensi, ma anche quest'ultimo aspetto del ruolo del porto di Messina come porto di rifornimento, dopo la fine del primo conflitto mondiale viene ad esaurirsi. Le innovazioni tecnologiche producevano il passaggio dall'utilizzo del carbone al combustibile liquido, consentendo una maggiore autonomia di navigazione. Di fatto il porto messinese era spesso saltato, seguendo peraltro l'analoga sorte di altri porti.

La realtà era dunque quella che avrebbe condotto ad un inevitabile mutamento.

Sarebbe stato necessario un deciso intervento, in presenza di una svolta così generale e profonda del quadro internazionale dei grandi traffici. Se tale cambiamento era stato avvertito da Messina e dalla sua borghesia allorché - lo si ripete - ancora tra la fine dell'Ottocento e i primi anni

del Novecento, erano riusciti ad esprimere forti impulsi innovativi, dopo il terremoto essi non riescono più a raggiungere gli antichi livelli, mentre la stessa popolazione residente era radicalmente modificata.

Con il terremoto peraltro molte delle attività commerciali e imprenditoriali della città erano cessate con la morte dei suoi abitanti, alcune si erano trasferite, in un primo tempo provvisoriamente, qualcuna talora era ritornata, molte invece avevano finito per insediarsi definitivamente altrove.

Messina, sebbene ricostruita e ripopolata, aveva però perduto la sua identità di città marittima e commerciale, ricca di negozianti ed imprenditori, assumendo i connotati di una comunità urbana in perenne attesa dell'intervento dello Stato.

 

 

Dal libro Il Porto di Messina dagli argomenti ai croceristi di Franz Riccobono edito da SKRIBA

“Si ringrazia il prof. Rosario Battaglia e l’editore per l’autorizzazione “

 

 

La caratteristica Torre della Lanterna fu edificata da Giovannangelo Montorsoli come parte integrante del sistema difensivo in sostituzione della vecchia Torre Medioevale esistente nello stesso sito. Una Iscrizione, attribuita al Maurolico, indica che la costruzione fu eseguita nel 1555 e aveva la finalità di aiutare i naviganti che potevano imbattersi di notte, nel vicino insidioso gorgo detto “Calofaro”. La costruzione, destinata a scopi propriamente non militari, assumeva tuttavia un significato strategico, sia per la possibilità di adibirla ad osservatorio per controllare da vicino la navigazione nello Stretto, sia perché integrava le difese della Zona Falcata. Essa infatti sorgeva tra il Forte S. Salvatore e le Mura di Terranova in un delicato punto privo di opere difensive. La Lanterna del Montorsoli è stata sempre inserita in un contesto Militare e mai aperta al pubblico. Adiacente abbiamo l’Istituto Talassografico, importante sede di ricerca del CNR.

Si ringrazia Giulia Miloro, Presidente della Delegazione FAI di Messina.

Nella piazza dei Catalani si trova il monumento a Don Giovanni d'Austria che il Senato messinese aveva decretato, nel 1572, di erigere a ricordo della vittoria da lui riportata sull'armata turca il 7 ottobre 1571 nelle acque di Lepanto, al comando delle flotte riunite della Lega Cristiana propugnata da Pio V.

Le navi pontificie, veneziane, genovesi, savoiarde, spagnole, siciliane si erano radunate a Messina ove le aveva raggiunte il figlio di Carlo V per assumerne il comando.

A Messina le navi erano ritornate dopo la vittoria conducendo con sé le spoglie dei vinti.

La statua è posta su un alto piedistallo marmoreo riccamente ornato di un fregio sul quale sono scolpiti arabeschi, parti di armatura, uno scettro, l'insegna del Toson d'Oro.

Quattro grandi targhe bronzee, incassate nel marmo che le incornicia, concorrono a formare l'equilibrata monumentalità dell'opera: in esse, scrisse il geografo Sebastiano Crinò, si legge più che in un libro.

Nel bronzo del prospetto sono incisi i dati relativi alla costituzione della Lega; ai giorni della partenza della flotta cristiana dal porto di Messina; al numero delle navi, dei soldati, dei nemici catturati; ai nomi dei senatori che decisero l'erezione del monumento.

Particolare eleganza è conferita a questa targa dai bordi sobriamente accartigliati; sotto di essa, nella fascia marmorea della base, è scolpito il distico:

Gesta fidem superant Zancle ne longa vetustas / deleat haec vultusfinxit in aere tuos.

Sulle altre tre facce del piedistallo è la narrazione dei principali episodi dell'impresa, in un rilievo appena accennato, pochissimo prominente, quasi prodotto da leggero tocco di un martellino da sbalzu anziché colato in uno stampo. Il bassorilievo di destra presenta la disposizione delle due flotte in battaglia, con il profilo insulare delle Curzolari, e costiero dell' Acarnania, della Morea, del golfo di Lepanto; mentre in quello posteriore lo scontro è al suo culmine: alcune delle navi turche sono in fuga, altre si rifugiano sotto costa, sconfitte. Nell'ultimo, a sinistra, l'armata vittoriosa, rientra nel porto di Messina, con largo schieramento dalla lanterna di San Raineri agli ancoraggi nell'ospitale conca. In alto si stende, in veduta a volo d'uccello, l'impianto urbano della città cinquecentesca.

È opera di scattante vivacità. L'eleganza delle forme, l'impeccabilità stilistica del modellato, l'avveduta ed equilibrata naturalezza dei volumi le donano titoli innegabili di alto pregio artistico. Distrutte nel tempo le testimonianze illustri dell'attività di Andrea Calamech a Messina, dove si espresse quasi per intero il suo estro creativo, sia di scultura (Sant'Andrea nel Duomo e, pare, alcu¬ni monumenti funebri) che di architettura (Ospedale Maggiore, Porta Reale; palazzo senatorio, palazzo dei principi Balsamo di Roccafiorita o anche Grano, chiese di San Gregorio, San Nicolò dei Gentilmeni, Santa Barbara), il superstite monumento al vincitore di Lepanto resta unico ed efficace documento della sua multiforme genialità e raffinatezza.

Ma un bel giorno, un pescatore come tanti, un certo Antonio Mancuso, inventò la passerella e con lui incominciò una nuova era.

La passerella era una specie di ponte, sorretto soltanto da un lato, nel senso che era collocato originariamente sulla poppa del luntru e consentiva al "lanzatore" di posizionarsi sull'estremità dello stesso e di potere da li fiocinare più agevolmente il pesce spada che si teneva a distanza soltanto dalla prua della barca e non dall'estremità della passerella che il pesce non vedeva. L'inizio fu un po' difficile, con mezzi un po' improvvisati, come i due pali di abete che fuoriuscivano dalla poppa dell'untro di 7 - 8 metri e formavano una piccola passerella. Dopo questa invenzione la pesca del pesce spada cominciò pian piano a cambiare.

Infatti, poco dopo fu introdotto anche il fuoribordo (moscone) la cui presenza costringeva a zavorrare luntro a prora ( estremità opposta a quella sulla quale era posizionata la passerella) . Di ciò si occupavano í quattro rematori, che ora non remavano più e si servivano anche di sacchi pieni di sabbia, visto che bisognava compensare anche il peso del patrone (fiocinatore) che non stava più sulla poppa, bensì all'estremità della passerella.

Tutti gli strumenti della feluca e tutti i compiti degli uomini a borda stavano cambiando; L'unica persona che aveva ancora la stessa mansione era colui che saliva sul " fareri " ad avvistare il pesce spada. Anche il suo "posto di lavoro", l'antenna, era stata modificata divenendo più alta e diventando anche il mezzo che sosteneva la passerella tramite dei caví d'acciaio. Poi fu la volta dell'arpione che venne modificato a guisa di fiocina con 2 0 3 ferri con 4 orecchielli per ogni ferro, mentre l'arpione utilizzato per catturare pescecani e tonni aveva un solo ferro con due orecchielli. L'introduzione della passerella sull'untro si era rivelata un buon sistema dì pesca, per cui ben presto essa fu montata sulle prime barche a motore di maggiori dimensioni divenendo sempre più lunga, così come l'antenna che diventava sempre più alta.

Come è facile capire, le feluche in questo periodo erano sottoposte a veri e propri esperimenti che le hanno portate a diventare quelle che noi oggi conosciamo. Così ad esempio fu per i motori, dei quali ne vennero installati più d'uno nella stessa feluca, consentendole così di raggiungere velocità sempre più elevate. Oggi si è passati a motori che sviluppano dagli 80 ai 350 cavalli, passerelle lunghe 35-40 metri, antenne alte 30 - 35 metri, con i comandi dei motori situati dìrettamente in cima aì "tralicci" , termine adesso usato in sostituzìone delle vecchie antenne delle feluche.

Queste barche «moderne" possono navigare in una giomata per 50 - 60 miglia e hanno la possibilità di esplorare un tratto di mare motto più vasto rispetto al passato. Eppure, qualcosa è rimasta uguale al passato: ad esempio la sorte delle feluche in inverno è sempre la stessa, ovvero di essere completamente smontate, lìberate di cavi, batterie, corde, arpioni, fusti, zavorre e tutte le attrezzature che serviranno alla barca per affrontare ìl mare l'anno successivo.

Purtroppo le nuove barche presentano anche qualche difetto: consumano molta nafta ed olio e finiscono spesso per inquinare il mare; richiedono molta prudenza in chi le conduce e sono sicuramente più pericolose del passato. A causa del peso elevato di passerelle e antenne è molto facile che esse possano capovolgersi, come si è gia verificato diverse volte.

Tutto ciò aiuta a capire la difficoltà di governare una barca moderna utilizzata per la pesca dei pesce spada: basta una manovra errata per causare danni molto seri alla barca e alle persone che la occupano. Spesso quando la feluca si spinge fino alle Isole Eolie, Milazzo o altri luoghi lontani, il tempo cambia e rende necessario il ridimensionamento della passerella e del traliccio, per consentire che la feluca possa rientrare senza subire danni.

Giacomo Costa

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